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COMUNICATO STAMPA
31 luglio 2016
DECRETO BOCCIATURA AUTOSTRADA BRONI-MORTARA
Giovedì 28 luglio, con decreto congiunto firmato dai ministri Galletti e Franceschini, si è
concluso con un secco no, a livello amministrativo, il lunghissimo iter relativo alla vicenda
dell’autostrada Broni-Mortara-Stroppiana.
Alla gioia e alla profonda soddisfazione provate a tale notizia, si è aggiunto un ricordo letterario
che crediamo molti lettori si portino nella mente dagli anni lontani della fanciullezza.
Infatti parecchi di noi hanno letto in quegli anni “I viaggi di Gulliver” e non possono
dimenticare l’illustrazione contenuta nel libro: Gulliver, naufragato sull’isola di Lilliput,
si ritrova bloccato sulla riva dalle funi che i minuscoli abitanti di quell’immaginario paese
avevano teso approfittando della sua momentanea incoscienza.
Lo stesso è avvenuto in questi anni da parte di relativamente pochi “ Lillipuziani” che,
non perdendo un colpo, animando dibattiti e suscitando interesse, studiando carte e progetti
difficili da capire, cercando di coinvolgere il mondo politico, amministrativo, economico
spesso distratto, organizzando iniziative estemporanee e chiassose come la marcia dei trattori
tenutasi a Mortara, hanno steso “funi” che hanno bloccato un “Gulliver” straordinariamente
forte, dotato di grandi risorse economiche e di notevolissimi supporti.
Certo sappiamo che la battaglia non è finita: la Sabrom, Infrastrutture lombarde e
Regione Lombardia non demorderanno anche perché ci sono in ballo decine di milioni di euro
spesi inutilmente e nessuno vuole bruciarsi le dita tenendo in mano il cerino per ultimo.
Tuttavia lasciateci, almeno per oggi, godere del risultato raggiunto e guardare con un po’ più
di speranza la nostra terra a cui è stato evitato l’ennesimo, micidiale sfregio.
Domani riprenderemo il nostro impegno con rinnovato vigore.
AUTOSTRADA
Lettera di Futuro sostenibile in Lomellina ai giornali
16 aprile 2016
Dopo mesi di tombale silenzio, coloro che sono a favore dell’autostrada Broni-Mortara-Stroppiana si sono risvegliati
e fanno fuoco e fiamme, con il supporto di organi di stampa particolarmente disponibili, per riportare in auge
un progetto definitivamente tramontato. La loro lunga assenza era dovuta al fatto che risultava assai difficile
riprendersi dalle batoste che il loro agognato e lucroso progetto aveva ricevuto a livello ministeriale. Infatti nel mese
di febbraio scorso gli organismi tecnici del Ministero dell’Ambiente hanno, ancora una volta, valutato in modo assolutamente negativo il progetto della Sabrom. Illustriamo una volta per tutte le fasi di una vicenda che sta
diventando surreale. Giuridicamente la storia inizia il 19 dicembre 2005 quando la Giunta regionale lombarda di Formigoni conferisce a Infrastrutture lombarde il ruolo di soggetto concedente per la realizzazione
dell’autostrada. Passano 5 anni e il 16 ottobre 2010 viene sottoscritta la concessione alla Sabrom per la progettazione,
la realizzazione e la gestione della Broni-Mortara (della Mortara-Stroppiana ancora non si parla). Il 19 gennaio 2012 Sabrom presenta il suo progetto al Ministero dell’Ambiente perché lo esamini attraverso la Valutazione di Impatto
ambientale (VIA). Nei mesi successivi sono centinaia le osservazioni che le amministrazioni comunali e provinciale,
le associazioni agricole, ambientaliste e cittadini presentano contro un progetto palesemente pieno di errori, di
contraddizioni e di manchevolezze. Il 20 giugno 2012 Sabrom, prevedendo la bocciatura del progetto, chiede che
venga sospesa la valutazione e ne presenta uno nuovo con modifiche e integrazioni. Seguono ancora tantissime
osservazioni da parte dei contrari che, nel frattempo, sono assai cresciuti di numero.
Nel giugno 2014 la Commissione tecnica preposta alla valutazione, con un documento di 160 pagine e con il supporto di una relazione del Consiglio Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale (Ispra) respinge il progetto
e propone alle strutture superiori la definitiva bocciatura. A questo punto la segreteria del presidente Maroni interviene con la massima decisione perché questo naturale e nefasto (per lui) iter sia interrotto. L’azione di Maroni ha buon gioco e il Ministero concede
una sospensiva di 6 mesi a Sabrom che ripresenta altre integrazioni. Seguono nuovamente centinaia di osservazioni
di cittadini, associazioni e sindaci. Nel frattempo 44 sindaci e 46 associazioni e comitati sottoscrivono il documento per lo sviluppo sostenibile della provincia. Il 17 luglio 2015 la Commissione VIA del Ministero boccia
definitivamente il progetto, ma in attesa del parere del Ministero dei Beni Culturali, il 1° ottobre 2015 nel comunicare a Sabrom la bocciatura, il ministero concede per legge 10 giorni di tempo per presentare le proprie controdeduzioni. Sabrom le presenta chiedendo la revisione del parere negativo. Il 27 febbraio 2016 la Commissione, definitivamente in tutti i tre gradi di giudizio e all’unanimità, con
il supporto di un’ulteriore studio di Ispra di oltre 300 pagine, boccia il progetto per l’impatto ambientale e i danni che
determinerà sul territorio e sulla sua economia.
Attualmente le pressioni nei confronti del Ministero perché sovverta il parere della commissione tecnica sono
fortissime e il fuoco incrociato a cui stiamo assistendo si inserisce in questa strategia. Certamente se maneggi e
manfrine politiche porteranno a un sovvertimento così plateale della legalità, si tratterà di un fatto talmente grave di cui si assumeranno la responsabilità tutti coloro che avranno favorito tale abuso.
Da parte nostra continueremo a seguire con la massima attenzione la vicenda e faremo di tutto, a livello di organi giudiziari e di stampa, affinché la legalità venga garantita e sia definitivamente chiusa questa paradossale
vicenda che ha creato solo guai per la nostra terra impedendo che venissero affrontati i veri problemi infrastrutturali che affliggono la nostra Provincia.
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
In occasione dell'Assemblea del CIPAL,
Consorzio Intercommunale per uno sviluppo dell'Alta Lomellina,
Futuro sostenibile in Lomellina
ha inviato ai sindaci che ancora fanno parte del Cipal questa lettera
Castello d'Agogna 21 febbraio 2015
Nei giorni scorsi sui giornali locali sono stati pubblicati i dati relativi alla
qualità dell’aria in Lomellina.
Dati sconfortanti che confermano che la situazione è allarmante.
Da tempo la nostra associazione ne è consapevole e più volte ha cercato
di coinvolgere le istituzioni affinché prendessero atto che andavano adottate
soluzioni tempestive e radicali.
I dati dell’anno in corso sono tali da non potere essere più ignorati dalle
istituzioni.
Centralina di Parona : Rilevamento PM10 - limite massimo consentito : 50mcg
per metro cubo per giorno; sforamenti consentiti per anno: 35.
Dall’inizio dell’anno si sono registrati 28 sforamenti su 46 giorni con punte
che superano del triplo il limite consentito.
Ciò significa che, mentre per legge, non si dovrebbe sforare più di un giorno
ogni 10, finora si è sforato quasi 2 giorni su 3.
Centralina di Mortara : Rilevamento PM2,5 – limite massimo consentito: 25mcg
per metro cubo per giorno. Dall’inizio dell’anno ci sono stati oltre 30 sforamenti
su 45 giorni con punte che superano i 100 mcg, ossia 4 volte il limite massimo
consentito.
Centralina di Vigevano: Rilevamento PM10 sforato 5 giorni sugli ultimi 10 con
punte triple rispetto al consentito.
Centralina di Sannazzaro: Rilevamento PM10 sforato 5 giorni su 10 (ma 2 non
rilevati) Rilevamento PM2,5 sforato 6 giorni su 10 con la punta di 140 quando
il limite è 25.
Questa è la fotografia di una situazione drammatica che le ricerche
epidemiologiche confermano denunciando un incremento delle patologie
cardio-respiratorie e oncologiche direttamente proporzionali alla presenza
di elementi inquinanti in atmosfera, soprattutto in Lomellina.
Nonostante ciò non si fa nulla. Si continua a vivere in una sorta di fatalistica
accettazione di questo devastante fenomeno sia da parte della maggior parte
dei cittadini sia – fatto ancor più grave - da parte degli amministratori che,
per legge, dovrebbero salvaguardare la salute dei propri concittadini.
Un piccolo segnale di questo colpevole disinteresse a Mortara.
Da tempo i display che precedentemente segnalavano i dati dell’inquinamento
atmosferico da due anni tacciono.
Vi appaiono notizie relative agli eventi in città o ai turni delle farmacie
ma nessun dato sull’aria che respiriamo. Per conoscere i dati i cittadini devono
accedere al sito di Arpa.
Altro colpevole dato della superficialità con cui si affronta il problema consiste
nella generica ed approssimativa individuazione delle cause imputando
l’inquinamento spesso principalmente alle stufe a pellet o ai camini delle
abitazioni private. Eppure anche in estate ci sono sforamenti dei limiti
consentiti per legge. Come mai?
Aspettiamo ancora che lo studio condotto da Arpa per due anni, in seguito
all’esposto che Futuro sostenibile in Lomellina con il Comitato di Parona
presentò nel gennaio del 2012 al Ministero dell’Ambiente, non fornisca più
dati incomprensibilin e contradditori.
Quello studio è importante per capire quali sono le fonti che inquinano di più
il territorio compreso tra Vigevano, Parona, Mortara, e Olevano, perché,
considerando che ogni fonte di combustione determina una parte
dell’inquinamento, si potrà intervenire su ogni combustione in modo
responsabile e tempestivo, chiedendo per esempio che per i camini
industriali si adottino i filtri di ultima generazione che trattengono almeno
le PM10. Molti camini industriali presenti nella nostra zona sono obsoleti.
E mai è stato considerato l’effetto sommatorio di tali camini con un
innalzamento degli inquinanti ogni qual volta viene autorizzato l’insediamento
di altri impianti a combustione sul nostro disastrato territorio.
Di fronte a queste considerazioni non possiamo più accontentarci di risposte
vaghe. Il primo passo che ci aspettiamo dai nostri amministratori è la presa di
coscienza delle proprie responsabilità, non solo e non tanto da un punto di
vista giuridico perché a quelle spesso ci si riesce a sottrarre agevolmente,
ma soprattutto per quelle di ordine morale.
Noi crediamo che i cittadini, in particolar modo le associazioni che li
rappresentano, collaborerebbero in vari modi affinché progressivamente
i dati che abbiamo prima presentato non penalizzino più la Lomellina.
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
COMUNICATO STAMPA
NO ELCON A GARLASCO
Castello d’Agogna, 5 febbraio 2015
Pieno appoggio al comitato No Elcon di Garlasco
Abbiamo appreso dai giornali locali della nascita di un comitato spontaneo di cittadini
finalizzato a contrastare l’insediamento di ELCON.
Siamo solidali e saremo al fianco dei cittadini di Garlasco per evitare
che si concretizzi un nuovo attacco al territorio lomellino attraverso la realizzazione
a Garlasco di un sito industriale della ELCON destinato allo smaltimento di medicinali e
sostanze chimiche scadute.
Riteniamo che questa ennesima, sciagurata proposta rappresenti un’ulteriore prova di
come la nostra terra sia considerata da certi settori industriali un’ oasi adatta per essere
trasformata in pattumiera di tutto ciò che altrove sarebbe tenuto a distanza.
Infatti, oltre ad alcune strutture produttive ad alto impatto inquinante, come ad esempio
la Raffineria di Sannazzaro e innumerevoli altre aziende chimiche sparse per il territorio,
abbiamo assistito in questi ultimi anni al moltiplicarsi di industrie legate allo smaltimento
dei rifiuti ed alla produzione di fanghi destinati all’agricoltura. Probabilmente la scelta
di individuare la Lomellina come un territorio idoneo per queste pratiche dipende
da una “ debolezza” intrinseca che ci portiamo dietro sia per ciò che riguarda un’ inadeguata
capacità reattiva da parte della popolazione sia per ciò che riguarda una classe di
amministratori poco sensibili ai problemi dell’integrità ambientale e conseguentemente
della salute dei cittadini. A riprova di ciò possiamo, al contrario, segnalare decine di esempi
di altri casi, tra cui quello specifico NO ELCON sorto a Castellanza, in cui una forte
mobilitazione popolare ha consentito di bloccare l’affermarsi di situazioni potenzialmente
pericolose. La nostra Associazione sorta 8 anni fa ha cercato e cerca di informare,
sensibilizzare e coordinare i cittadini delle comunità lomelline ogni qual volta si paventino
situazioni critiche e quindi segue con particolare interesse ed apprensione le vicende che
riguardano la comunità garlaschese.
Per questo esprimiamo piena adesione alla battaglia che il Comitato NO ELCON
sta intraprendendo e ci auguriamo di poter insieme riuscire a vincere questa difficile
ma doverosa battaglia al fine di contribuire a garantire un futuro migliore
per tutti noi e per i nostri figli.
COMUNICATO STAMPA
L'AUTOSTRADA BRONI-STROPPIANA E IL MINISTRO ORLANDO
30 settembre 2013
Il ministro Orlando ha evidenziato l’aspetto peggiore di fare politica in perfetto stile politichese,
dimostrando di non conoscere affatto le tematiche di cui per obbligo costituzionale dovrebbe
occuparsi.
Rispondendo all’interpellanza dei deputati di Scelta Civica Mazziotti Di Celso e Lorenzo Dellai,
che sinteticamente chiedevano al ministro spiegazioni sull’aspetto giuridico relativo
all’approvazione del progetto dell’autostrada Broni-Stroppiana, il ministro ha ripetuto in
Parlamento pedissequamente quello che la Regione ossessivamente ha affermato più volte.
Un intervento banale e privo di qualsiasi contenuto durante il quale il ministro ha fatto suo
lo slogan di Regione Lombardia: “ L’autostrada Broni-Mortara è da tempo un elemento importante
della programmazione regionale e ha una sua sostenibilità economica finanziaria”.
Al ministro Orlando si chiedeva invece di dare una spiegazione dettagliata sull’iter seguito
da regione Lombardia che, scavalcando tutte le disposizioni a livello nazionale e europeo,
ha individuato due iter diversi per un unico progetto con il tratto Broni-Mortara ferma al
Ministero in attesa della VIA e la Mortara-Stroppiana ancora all’inizio del procedimento.
Ribattiamo al ministro Orlando che non avevamo bisogno di una lettura cronologica dei passaggi
finora seguiti - tutti noi li conosciamo bene - avevamo bisogno che invece si esprimesse
se a livello giurisdizionale la spericolata interpretazione data da regione Lombardia fosse
corretta. Era quindi opportuno che prima di intervenire valutasse gli aspetti di criticità
connessi all’opera, le sue ripercussioni devastanti su ZPS e SIC, soggetti ai vincoli comunitari
e sul tessuto socio-economico di un territorio vocato ad una particolarissima destinazione
agraria.
E infine tenesse conto della ferma opposizione dell’Amministrazione provinciale, di numerose
amministrazioni comunali, di organismi imprenditoriali, di decine di organizzazioni di volontariato
e di tanti, tanti cittadini, oltre che del partito politico
in cui milita.
In poche parole, considerata l’importante carica che ricopre, era opportuno che svolgesse il
proprio lavoro con meno pressappochismo e banalità.
Invece abbiamo assistito alla grottesca esibizione di un ministro catapultato in una situazione
a lui sconosciuta che ha risolto il problema nell’unico modo che gli poteva essere congeniale:
lavarsene le mani nel miglior stile pilatesco, avallando di fatto le scelte di una Giunta regionale
che, di fatto, persegue da anni una visione di territorio e di ambiente intesi non come
un bene da salvaguardare e proteggere ma come una risorsa da sfruttare fino in fondo,
per finalità non sempre limpide.
Alda La Rosa
Presidente Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
https://sites.google.com/site/futurosostenibileinlomellinait/
futurosostenibilelom@tiscali.it
Lettera ai giornali
22 luglio 2013
DISCARICA DI CEMENTO AMIANTO A FERRERA ERBOGNONE
Molte volte leggiamo sulle pagine della stampa locale una critica, spesso sofferta,
dell’incapacità della Lomellina e specificatamente di coloro che la rappresentano,
di “ fare squadra” e di andare ognuno per la propria strada proponendo soluzioni e
proposte divergenti, a volte contrastanti.
Un caso emblematico lo troviamo leggendo due notizie apparse a pochi giorni di distanza
l’una dall’altra.
Infatti ai sindaci di Sannazzaro, Ferrera, Mezzana Bigli, Galliavola e Scaldasole,
che si sono recati in Regione per manifestare la contrarietà della loro gente ad un
progetto che prevede la realizzazione di una maxidiscarica capace di assorbire
tutto l’amianto di due province. Una discarica che dovrebbe sorgere a pochi metri
dall’enorme impianto della Raffineria Eni di Sannazzaro, moltiplicando i rischi,
il traffico e le problematiche ambientali, si sono contrapposti i sindaci di Mortara,
Robbio, Mede, Sartirana e Valle che sollecitano l’approvazione del progetto da parte
degli uffici regionali.
L’intervento di questi amministratori favorevoli al progetto ha dell’incredibile e ricorda
certi personaggi caricaturali pronti a sostenere qualunque sacrificio purché riguardi gli altri.
Perché Mortara, Mede e compagnia, così smaniosi di liberare i tetti della Lomellina,
non hanno facilitato, favorito, sollecitato l’arrivo di una tale discarica nei loro territori?
Noi non crediamo che avrebbero avuto grosse difficoltà a trovare imprenditori d’assalto
pronti a “fare l’affare”, una volta trovata un’amministrazione compiacente.
Forse la loro ritrosia è stata motivata dal fatto che temevano che la stessa sollevazione
avvenuta a Sannazzaro e dintorni si sarebbe riproposta tra il loro elettorato ed allora
meglio venga fatta altrove ricavandone comunque dei vantaggi economici grazie
alla foglia di fico rappresentata dal CLIR.
Infatti anche questa risulta un’incredibile particolarità della faccenda:
a gestire la discarica parteciperà anche il CLIR il Consorzio dei Comuni lomellini
di cui fanno parte anche i Comuni contrari.
Ci si troverà quindi nell’assurda situazione che questi Comuni si opporranno al progetto
ricorrendo alla magistratura… contro se stessi.
Un’ultima considerazione i sindaci favorevoli, certamente nel tentativo di accattivarsi
la pubblica opinione sbandierano il loro obiettivo: liberare i tetti della Lomellina
dall’amianto; a proposito: una volta sorse un goliardico movimento per la liberazione
dei nani da giardino.
Ebbene, a prescindere dal fatto che tra la realizzazione della discarica e la liberazione dei tetti
ne passa di più che tra il dire e il fare, per rendere ulteriore merito alla loro scelta
ci sentiamo di dire che la liberazione riguarderà anche i tetti del Pavese, dell’Oltrepò,
del Lodigiano ecc. ecc.
Ed ancora una volta la Lomellina, grazie ai suoi lungimiranti amministratori,
si sarà dimostrata una terra ospitale ed accogliente, di veleni e di rifiuti naturalmente!
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
https://sites.google.com/site/futurosostenibileinlomellinait/
futurosostenibilelom@tiscali.it
COMUNICATO STAMPA
IMPIANTO DI SMALTIMENTO DEI FANGHI A MORTARA
Castello d'Agogna 6 giugno 2013
L'Associazione Futuro sostenibile in Lomellina esprime
tutta la sua preoccupazione per il perpetrarsi
dello scempio della Lomellina a cui sembra non esserci fine.
In un territorio già saturo di impianti di ogni genere
si pensa di inserirne un altro per la lavorazione dei fanghi
ad alto impatto ambientale in area Cipal dimostrando
l'assoluta mancanza di programmazione a livello territoriale
- ricordiamo che il Cipal è un ente sovraccomunale -
e la totale assenza di politiche industriali che rispettino l'ambiente
appigliandosi al ritornello molto stantio che crea posti di lavoro.
Sarebbe ora che si uscisse da tale miopia per creare realmente
posti di lavoro con impianti industriali compatibili con la salute
di chi il territorio lo abita e con la valorizzazione dell'ambiente
per mettere finalmente fine alla sua sistematica distruzione.
LETTERA APERTA AL SINDACO DI MORTARA
8 marzo 2013
Egregio Sindaco,
in questi primi mesi del 2013 tutti i giorni abbiamo osservato sui pannelli luminosi di Mortara che la qualità dell'aria era pessima.
In gennaio per 29 giorni il Pm2,5 ha superato il valore limite di 25 microgrammi
al metro cubo medio annuale da rispettare entro il 1 gennaio 2015. Tale direttiva comunitaria (2008/50/CE), recepita dallo Stato italiano con il D.lgsl 155/2010 del 13 agosto 2010, è in vigore dal 30 settembre 2010 e già nel 2013 Arpa deve recepire l’adeguamento delle apparecchiature.
Il 16 febbraio il Pm2,5 segnava a Mortara 101 e per più giorni si attestava
tra 60 e 100 mentre a Parona il Pm10 sforava i 100.
Ci stupisce che la sua giunta abbia ignorato la gravità delle rilevazioni e non abbia comunicato alla cittadinanza che a tale livello di inquinamento alle persone sensibili, cardiopatici, bambini e anziani, non era consigliabile stare all’aria aperta, praticare sport…
Ogni cittadino italiano sa che l’amministratore pubblico ha il dovere di tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività (Art. 32 Costituzione Italiana) ed è direttamente responsabile secondo le leggi penali, civili e amministrative degli atti compiuti in violazione dei diritti (Art. 28). Proprio per tutelare la salute quale diritto umano inalienabile l’UE ha posto le soglie limite per il Pm10 e il Pm2,5, in quanto la ricerca scientifica ha dimostrato che livelli di Pm10 e di PM2,5 elevati producono effetti molto gravi sulla salute. Il Pm10 penetra nel primo tratto dell’apparato respiratorio e a livello polmonare, il Pm2,5 nella regione tracheo-bronchiale e l’impatto del Pm0,1, le polveri ultrasottili che ancora non misuriamo e che nessun filtro riesce a trattenere, è devastante a livello alveolare.
Le chiediamo allora le ragioni del suo silenzio di fronte a un problema di tale
entità che non potrà che essere aggravato dall’espansione del Polo Logistico
che già oggi ha un traffico indotto di più di 500 camion al giorno, dalla ormai messa
a regime della centrale a biomassa di Olevano con i suoi 100 camion giornalieri di piopppelle. Senza parlare della prevista autostrada Broni-Stroppiana per la cui costruzione è previsto il passaggio di migliaia di camion.
Spieghi allora, signor sindaco, agli abitanti di Mortara e della Lomellina, quali strategie
intende quotidianamente adottare con i sindaci dei paesi limitrofi per tutelare
la nostra salute.
Al Presidente della Regione Lombardia
Roberto Maroni
segreteria_presidente@regione.lombardia.it
all'Assessore all'Ambiente
Claudia Maria Terzi
segreteria_assterzi@regione.lombardia.it
ai Consiglieri Regionali pavesi
- Iolanda Nanni
iolanda.nanni@consiglio.regione.lombardia.it
- Angelo Ciocca
angelo.ciocca@consiglio.regione.lombardia.it
- Giuseppe Villani
giuseppe.villani@consiglio.regione.lombardia.it
Castello d’Agogna, 24 novembre 2015
Appello per ambiente e salute: stop a nuovi impianti
Come cittadini siamo sempre più preoccupati delle continue e insistenti richieste di insediare impianti di forte impatto ambientale nella provincia di Pavia. Siamo costretti ad organizzarci in Comitati per denunciare lo stato di degrado che si ripercuote sulla nostra salute e per addentrarci nei complessi procedimenti amministrativi che richiedono molte competenze e che vedono coinvolti più Enti.
Non siamo più disponibili a subire decisioni che incidono negativamente sulla salute e sull'ambiente peggiorando ulteriormente la qualità della vita di chi vive questa zona. E le evidenze ci danno ragione: il territorio della nostra provincia, è dimostrato, già oggi si attesta come secondo in Italia per incidenza di morti dovute alle cattive condizioni ambientali.
Inoltre non si possono trascurare gli aspetti dell'economia, ovvero le ricadute negative sulle potenzialità dell'agricoltura, sulla sua multifunzionalità e sugli stimoli per il recupero della ruralità e delle tipicità enogastronomiche che muovono mercati e persone ad interessarsi di questo nostro territorio di grandi potenzialità.
Chiediamo quindi, congiuntamente ai Sindaci e agli Amministratori Provinciali, una presa di posizione, in linea con la volontà dei cittadini, per congelare tutti gli iter autorizzativi in corso, fermare gli insediamenti non ancora attivati e ripensare comunemente una nuova politica di sviluppo sostenibile.
Nel documento allegato presentiamo sommariamente un quadro della situazione presente sui nostri territori per rendere ancora più evidenti le nostre ragioni e sancire il nostro NO ad invadenze intollerabili.
ECOTRASS
Agli iscritti ed ai simpatizzanti di Futuro sostenibile
Castello d'Agogna, 16 ottobre 2015
Cari amici, come promesso nel breve comunicato di qualche giorno fa,
avendo ricevuto da parte degli uffici della Provincia il verbale della seconda seduta della Conferenza di servizio per l’esame del progetto presentato dalla Eco-Trass per la realizzazione di un impianto per la produzione di fanghi destinati all’agricoltura nonché gessi di defecazione da rifiuti speciali non pericolosi, vogliamo compiutamente informarvi su quanto è avvenuto ed in particolar modo su ciò che la nostra Associazione ha fatto ed è riuscita ad ottenere. Permetteteci però di fare una doverosa premessa che credo debba essere fatta. Futuro sostenibile in Lomellina è presente sul nostro territorio da più di 8 anni, da 5 anni è un'associazione regolarmente costituita, e molte sono state le battaglie che ha sostenuto per salvaguardare la vivibilità della nostra terra e la salute di chi ci vive e questo impegno l’ha sempre svolto attraverso un suo tratto specifico e distintivo: la conoscenza approfondita e meditata dei problemi, l’analisi delle criticità che essi presentano, le modalità più idonee per contrastare il peggioramento di una situazione già di per sé critica, le soluzioni più giuste per rendere migliore la nostra realtà territoriale per noi e per chi verrà dopo di noi.
Questa scelta, che impegna molto in termini di studio, di analisi, di ricerca di fonti e di dati, ci ha portato ad organizzare a Mortara convegni di altissimo livello e ci ha consentito di acquisire una larga e positiva audience da parte di Enti istituzionali, esponenti del mondo ambientalista ed associazioni su scala nazionale, determinando però una scarsa visibilità a livello di opinione pubblica e dei mezzi di comunicazione, soprattutto a livello locale. Per questo motivo il ruolo e la funzione della nostra associazione e i risultati che, in molti casi, riesce ad ottenere possono apparire di poco conto.
Non è così, cari amici; è proprio la serietà, la competenza, la tenacia che abbiamo dimostrato in questi anni che ci hanno consentito di ottenere spesso significativi risultati e l’ulteriore rinvio dell’approvazione del progetto Eco-Trass lo sta a dimostrare.
Infatti, accanto a palesi ed evidenti errori tecnici ed omissioni progettuali segnalati dal settore Rifiuti e settore Lavori Pubblici e Territorio della Provincia e dall’ARPA regionale, accanto alla netta presa di posizione del Comune di Mortara, che ha dichiarato la incompatibilità della realizzazione dell’impianto con gli strumenti urbanistici vigenti, e degli amici del comitato No Fanghi che hanno evidenziato come la realizzazione di questo impianto determinerà un ulteriore, inevitabile aumento del drammatico fenomeno dell’utilizzo in agricoltura dei fanghi derivanti da rifiuti in Lomellina, Futuro sostenibile ha ribadito ed ampliato le puntuali osservazioni già precedentemente presentate.
1) Abbiamo sommessamente fatto notare come la richiesta avanzata dalla ditta di autorizzare la produzione di 60.000 tonnellate di fanghi annui non era supportata da idonee dichiarazioni di agricoltori che garantissero la messa a disposizione dei terreni. La Provincia ha condiviso questa nostra osservazione ed ha messo a verbale che l’eventuale autorizzazione sarà limitata agli effettivi campi disponibili ( attualmente per circa 28.000 tonnellate). Facciamo notare che la nostra contestazione non significava un accontentarsi del ridimensionamento dell’opera ma l’obiettivo era quello di rendere non conveniente la realizzazione dell’impianto a fronte del dimezzamento della sua capacità produttiva.
2) Abbiamo evidenziato come un ulteriore quantitativo di campi presentati come disponibili dalla ditta rientrassero nel conteggio che fu utilizzato per ottenere l’autorizzazione dell’impianto di Carvico in provincia di Bergamo. Anche in questo caso la Provincia ha evidenziato come ciò non sia possibile senza una precisa e chiara definizione della decadenza della precedente autorizzazione, cosa che manca nella presente documentazione,
3) Abbiamo sollevato il problema che numerosi campi destinati allo spandimento dei fanghi fossero nei Comuni di Sant’Angelo Lomellina e di Rosasco, entrambi rientranti nella Zona a Protezione Speciale (ZPS) “Risaie della Lomellina” e che, inoltre, nei due Comuni sopracitati fossero presenti pure due Siti di Interesse Comunitario (SIC) la Garzaia della Verminesca e la Garzaia di Celpenchio. Ebbene, pur sapendo che la Regione Lombardia ha autorizzato lo spandimento dei fanghi nelle ZPS a differenza di quanto stabilito da altre Regioni, abbiamo richiamato una disposizione comunitaria che stabilisce che, qualora nelle ZPS ci siano dei SIC, le norme più restrittive previste per tali siti debbano essere estese all’intera ZPS. A supporto di ciò abbiamo presentato una sentenza del TAR pugliese e di una nota ministeriale che fanno proprie queste disposizioni europee. A proposito di tale osservazione, la Provincia ha stabilito di verificare la problematica dicendo che “ ci si avvarrà della sentenza TAR relativamente alla problematica dello spandimento in ZPS contigue ai SIC”
4) Abbiamo ripresentato un problema che, dobbiamo ammetterlo, non ha trovato adeguata risposta nel corso della Cds ma che potremo ritirare fuori nel caso di ulteriori istanze davanti ai tribunali amministrativi. In pratica si tratta di questo: una normativa regionale ( la cosiddetta “direttiva nitrati”) prevede che, qualora in determinate aree ci sia una significativa presenza di allevamenti zootecnici, vada verificata la compatibilità per ciò che riguarda l’eventuale aumento di determinati elementi organici, prima di autorizzare un impianto potenzialmente incidente. Ebbene a Mortara c’è un grosso allevamento suinicolo, a Sant’Angelo uno bovino ed allora perché manca un approfondito studio che verifichi il rispetto dei limiti imposti dalla “direttiva nitrati” ?
5) Infine abbiamo tenuto per ultimo un aspetto fondamentale per cui ci battiamo da 8 anni e ripreso con forza anche dal Comitato No Fanghi: la grave e drammatica condizione epidemiologica presente in Lomellina con tassi di mortalità per cause sicuramente connesse con fattori ambientali di gran lunga superiori alle medie provinciali, regionali e nazionali.
Questo dato, connesso ad una molteplicità di riscontri evidenziati da studi clinici condotti sul territorio, impone che, prioritariamente alla concessione a produrre e conseguentemente a spandere un’ulteriore, grande quantità di fanghi sui campi della Lomellina, venga condotto una seria ed approfondita valutazione sanitaria circa la sostenibilità di tale ulteriore opera. Abbiamo quindi presentato fin da subito la richiesta di Valutazione di Impatto Sanitario (VIS). A tale nostra osservazione il rappresentante dell’ASL in Conferenza di servizio, prendendo atto della richiesta, ha dichiarato che “ si riserva un parere dopo essersi confrontato con ARPA ed aver valutato quanto emerso nella presente seduta di CdS)” Noi riteniamo che questo debba essere un punto di forza centrale nell’opera di contrasto alla realizzazione dell’impianto e quindi tutti coloro che hanno competenze tecniche e politiche devono agire perché tale indagine venga prevista e realizzata.
Terminiamo questa lunga, doverosa disanima di ciò che era nostro preciso dovere compiere per contrastare questa nuova ferita che si vorrebbe infliggere al nostro territorio.
Ci resta da un lato la consapevolezza di aver contribuito, a nostro parere, in maniera assai significativa ad evitare l’approvazione del progetto e dall’altro l’amarezza per aver visto, ancora una volta, gli amministratori locali del territorio, con l’eccezione di Mortara, parte in causa, di Parona e Olevano che si sono espressi contro, totalmente assenti. Forse la prospettiva di un ritorno economico nelle casse comunali promesso dai dirigenti del CIPAL derivante dalla vendita del terreno alla Eco-Trass li ha velocemente convinti ad accettare nuovi fanghi e nuova puzza nella nostra terra.
AUTOSTRADA BRONI-MORTARA
Castello d’Agogna, 22 settembre 2015
Sono ormai passate alcune settimane dalla pubblicazione sul sito del Ministero della bocciatura da parte della commissione ministeriale preposta alla valutazione del progetto presentato da
SABROM per la realizzazione della cosiddetta autostrada Broni – Mortara.
Volutamente avevamo deciso di non intervenire sull’argomento prima
della firma del decreto da parte del ministro competente e della sua
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale ma, di fronte ai continui alti
lamenti che si sono levati da parte di coloro che sono favorevoli all’opera,
riteniamo giusto fare alcune semplici osservazioni.
C’è chi si mostra stupito, come alcuni sindaci lomellini, del verdetto
romano ed altri, come il presidente SABROM Belloni, che lo ritengono
frutto di una volontà politica ben precisa.
Ai primi vogliamo solo far notare che avrebbe rappresentato una novità
l’approvazione di un progetto penosamente carente e fragile,
che per ben due volte in passato stava per essere respinto e che solo
per il fortissimo intervento di Maroni e della sua Giunta, è stato salvato
chiedendo modifiche ed integrazioni. I sindaci che lamentano la mancata
realizzazione dell’opera hanno evidentemente a lungo ignorato le oltre
160 contestazioni giuridiche, tecniche, a volte di semplice buon senso, che altri sindaci,
associazioni di categoria e di volontariato e decine di cittadini hanno presentato
e che la commissione ministeriale ha condiviso ed ulteriormente incrementato.
Al presidente Belloni diciamo che ci sembra poco credibile l’accusa di una manovra politica
dietro alla bocciatura del “suo progetto”. Vedendo i potentati economici e politici che
stanno dietro a SABROM, risulta assai difficile credere che i quattro pellegrini
che in questi anni hanno continuato a dire no all’autostrada, coinvolgendo
progressivamente amministrazioni, forze sociali e cittadini, siano riusciti a condizionare
politicamente i meccanismi ministeriali. La commissione ministeriale non ha fatto altro
che affermare dopo anni di analisi e di studio che il progetto era sbagliato.
E adesso? Due sono gli aspetti che meritano di essere chiariti.
Il primo riguarda il pagamento delle spese connesse alla realizzazione del progetto
clamorosamente bocciato, il secondo i possibili sviluppi della viabilità in provincia.
Riguardo il primo aspetto a noi sembra chiara la risposta: neanche un soldo deve essere
sottratto ai cittadini per rimborsare SABROM e la ragione è molto semplice.
Infatti la bocciatura dell’opera è stata motivata da errori, carenze, manchevolezze che
sono state rilevate e quindi la responsabilità piena e diretta è di chi ha commissionato e
realizzato la progettazione.
Riguardo il secondo aspetto, notiamo un effervescente fiorire di proposte, a dire il vero
solo per la Lomellina, di bretelle, nuovi svincoli e caselli. Se queste novità rappresentano
solo un chiacchiericcio politico-giornalistico volto a tacitare un’indubbia sconfitta subita
da chi voleva distruggere migliaia di ettari di terreno fertilissimo, possiamo anche
accettarlo, ma se rappresentano una volontà precisa da parte di chi vorrebbe riciclare
qualche progetto perdente, si sappia che la stessa determinazione messa in campo
contro la Broni – Mortara, noi la perseguiremo per contrastare opere inutili, costose e lesive
degli interessi del nostro territorio e della sua gente.
Al contrario chi vorrà sedersi attorno a un tavolo e ragionare su come migliorare la viabilità
della nostra terra, avendo come unico interesse il bene di chi in essa ci vive e ci lavora
e il rispetto di un territorio già pesantemente compromesso, sappia che ci troverà pronti
alla collaborazione più sincera e appassionata.
Per Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
Alda La Rosa
(Presidente)
Ai soci ed agli amici di
Futuro sostenibile in Lomellina
Castello d’Agogna
Cari amici,
la nostra associazione, che lavora unicamente con l’aiuto volontario e
gratuito dei componenti il direttivo e dei soci più attivi, sta per entrare
nell’ ottavo anno di attività.
Riguardando gli anni trascorsi, ci rendiamo conto della quantità e della
qualità del lavoro fatto per rendere la nostra terra un po’ meno disastrata
di quanto imprenditori con pochi scrupoli e amministratori perlomeno
distratti hanno prodotto.
Numerosi sono stati gli interventi e le segnalazioni che abbiamo fatto
rivolgendoci alle autorità europee, nazionali, regionali, provinciali e
comunali per segnalare casi di palese criticità dell’ambiente lomellino
nelle sue molteplici componenti come ad esempio il progetto
dell’autostrada Broni – Stroppiana, la gestione dei rifiuti, l’inquinamento
dell’aria determinato da combustione, le aree industriali dismesse e
non bonificate e molti altri aspetti che i cittadini delle diverse comunità
ci segnalavano.
Inoltre annualmente abbiamo organizzato convegni con relatori di fama
nazionale sulle principali tematiche ambientaliste e assai numerosi sono
stati gli interventi informativi realizzati attraverso stand dislocati a
Mortara e in altri comuni e attraverso una nostra costante presenza sulla
stampa locale.
Per il 2015 vorremmo proseguire nel nostro impegno soprattutto
concentrando la nostra attenzione su alcuni temi che riteniamo
particolarmente significativi tra cui:
- la produzione, la commercializzazione e l’utilizzo di fanghi provenienti
dalla lavorazione di rifiuti industriali in ambito agricolo che determina
lo spargimento di sostanze chimiche ed organiche potenzialmente assai
pericolose sul suolo destinato alla coltivazione;
- il recupero idrogeologico dell’area del torrente Agogna al fine di
riportarne il corso alla fruizione da parte delle nostra gente;
- il problema dell’inquinamento atmosferico;
- la raccolta differenziata con tariffazione puntuale;
- le bonifiche ambientali.
La forza dell'associazione poggia sui suoi aderenti, fonte di consigli,
informazioni, segnalazioni. Associazione è per noi sinonimo di unione e
coesione di persone che, attraverso lo strumento associazione, non solo
possono denunciare alla pubblica opinione situazioni di abuso, ma
cercare di risolverle, anche ricorrendo al giudice, con interventi mirati
ed efficaci per tutti.
Per far questo abbiamo bisogno dell’aiuto e della collaborazione di quante
più persone disposte a condividere queste nostre battaglie e a mobilitarsi
per far sì che la Lomellina ritrovi la bellezza naturale di un tempo
smettendo di essere una sorta di pattumiera del Nord Italia e che
l’ambiente che ci circonda non venga ulteriormente danneggiato e
sfregiato.
Come sapete le nostre finanze si basano solo e unicamente sulle quote
che i soci versano annualmente. Cerchiamo quindi di gestire il più
possibile in modo oculato queste piccole cifre, ma ci rendiamo conto che
spesso non possiamo avviare azioni legali o iniziative pubbliche per
mancanza di fondi.
Chiediamo allora a chi crede nell’utilità di un’associazione come la nostra
di fare un primo gesto di condivisione aderendo a Futuro sostenibile
in Lomellina attraverso l’iscrizione ed il contestuale versamento della
quota annuale che ammonta a:
per i soci simpatizzanti 10 euro,
per i soci ordinari 20 euro,
per i soci sostenitori l’offerta è libera.
L’iscrizione dà diritto a partecipare alla vita associativa attraverso le
informazioni che soprattutto on line, vengono periodicamente e
costantemente diffuse.
Confidiamo veramente che questo nostro invito non cada nel vuoto
perché siamo convinti che solo attraverso una sempre più ampia e
diffusa sensibilità ecologica sia possibile realizzare condizioni di vita
migliori e più sicure per noi, i nostri cari e coloro che verranno dopo
di noi.
Con amicizia
per Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
Alda La Rosa
(Presidente)
https://sites.google.com/site/futurosostenibileinlomellinait/
futurosostenibilelom@tiscali.it
Per questo oggi è necessaria una comune fede civile, un’alleanza feconda
nella custodia del mondo, tra tutti coloro che intendono opporsi alle
aggressioni, alle negligenze, ai saccheggi indiscriminati contro la nostra
terra che, da madre, si rivela sempre più figlia
COMUNICATO STAMPA
5 novembre 2014
La Commissione europea preposta all’esame delle petizioni
presentate da associazioni e cittadini, il 22 ottobre
ci ha comunicato che, dopo aver esaminato la documentazione
da noi inviata a fine 2013 e le successive integrazioni
del gennaio 2014, ha ritenuto significativa e ricevibile la petizione
che la nostra Associazione ha presentato al Parlamento Europeo
per evidenziare come la realizzazione dell’autostrada
Broni-Mortara-Stroppiana sia, a nostro parere, in palese
contrasto con molteplici disposizioni sancite a livello comunitario
e recepite dalla legislazione italiana per ciò che concerne la
salvaguardia e la tutela del territorio e dell’ambiente.
Nello specifico sottolineavamo come il tracciato autostradale
danneggiasse profondamente una Zona a Protezione Speciale
( ZPS) e interessasse Siti di Interesse Comunitario (SIC) che
la legislazione europea e conseguentemente italiana, prevede
espressamente di proteggere e tutelare.
Nella nostra articolata petizione, a cui abbiamo allegato
una molteplicità di documenti e di atti, oltre a manifestare
tutta la nostra preoccupazione per ciò che si stava profilando,
evidenziavamo anche aspetti di illegittimità nell’iter approvativo.
La presidente della Commissione europea delle petizioni,
Cecilia Wikström, ci ha così comunicato che, essendo le
questioni da noi sollevate pertinenti alla materia che rientra
nell’ambito delle attività dell’Unione europea, ha dato mandato
alla Commissione esecutiva della CEE di approfondirle
con ulteriori indagini.
Nel corso di tutto l’iter la nostra associazione sarà tenuta
costantemente informata dalla presidenza della Commissione
per le petizioni e avrà la possibilità di trasmettere altri atti e
documenti integrativi.
Futuro sostenibile in Lomellina, ritenendo tale iniziativa
un importante e valido strumento per evitare la realizzazione
di un’opera che graverà pesantemente sui cittadini oltrepadani
e lomellini di oggi e di domani, rovinando un ambiente naturale
ed antropico di grande valore, a evidente vantaggio solo di chi
vuole tutelare i propri interessi personali, continuerà così anche
a livello europeo la propria battaglia a favore della nostra terra
e dei suoi abitanti con lo slancio e l’attenzione
che la contraddistingue.
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Sul sito del Ministero dell'Ambiente il 6 ottobre è stata pubblicata
la terza richiesta di integrazioni del 3 ottobre a Sabrom per l'autostrada
regionale Broni-Mortara. Questo il link:
www.va.minambiente.it/it-IT/oggetti/info/542
Lettera alla stampa
Ecotrass e Cipal
Castello d’Agogna, 12 settembre 2014
Egregio direttore,
sollecitiamo ancora una volta l’attenzione dei lettori su un problema
che sta a cuore a molti mortaresi e lomellini: l’insediamento dell’industria
che trasformerà rifiuti e scarti di vario genere in fanghi da spargere
nei campi.
Il prolungato silenzio che caratterizza questa vicenda preoccupa molto.
Si tace per contare, ancora una volta, sulla disattenzione dei cittadini?
Si tace mentre sotto sotto si lavora per portare a casa un risultato
che segnerà un’altra ferita per il nostro territorio?
Abbiamo letto il recente intervento di Teresio Forti che ha evidenziato
come le norme introdotte nei nuovi strumenti urbanistici di Mortara
per vietare l’insediamento di tali impianti risultino inadeguate e
assai blande.
Constatiamo che la risposta dell’assessore Tarantola alle parole di Forti
non è affatto rassicurante, in quanto ribadisce che ciò che è stato
inserito nel PGT di Mortara rappresenta il massimo consentito per
contrastare l’arrivo dell’impianto alla periferia della città.
E’ evidente che non basta questa modifica sul PGT di Mortara per
mettere la parola fine a tutta questa “sporca” (nel senso di fanghi!)
faccenda, perché è mancata l’unica risposta che avrebbe potuto
chiuderla definitivamente.
Infatti, a fronte delle tardive azioni messe in campo dalla Giunta e
dal Consiglio comunale di Mortara, da un lato vi è la volontà della ditta,
chiaramente manifestata in un incontro al CIPAL, di voler continuare
facendo leva sulla dichiarazione di compatibilità con il P.G.T. di Mortara,
rilasciata inizialmente dall’amministrazione mortarese e dall’altra
si vede un Consiglio di Amministrazione del CIPAL che fino a oggi non
ha mai rivisto la sua intenzione di vendere il terreno a ECOTRASS.
E’ lampante che l’unica soluzione consiste nella formale e chiara
presa di posizione dei 22 sindaci aderenti all’Assemblea del CIPAL che,
con un atto deliberativo, impongano che tale vendita non è da
sottoscrivere.
Invece registriamo che, nonostante alcune prese di posizione formali
di Sartirana, Castello d’Agogna e forse qualcun altro, ed altre solo
informali, fino ad oggi non vi è stata un’assemblea del CIPAL che abbia
votato NO alla realizzazione dell’impianto.
Ci è stato detto che la quasi totalità dei sindaci si è espressa contro
ma tale contrarietà non si è mai concretizzata e la prospettiva che
l’impianto si faccia rimane incombente e assai probabile.
Ancora una volta si gioca allo scaricabarile sulla pelle dei cittadini
pur di non esercitare la volontà di dire no a una scelta profondamente
sbagliata.
Se qualcuno ha sbagliato facendo promesse e sottoscrivendo accordi
senza il preventivo coinvolgimento dei diretti interessati, sindaci in primis,
se ne assuma pienamente la responsabilità, ma se nessuno dice
formalmente NO, chi ne pagherà le conseguenze saremo tutti noi,
compresi i sindaci che oggi continuano a tacere.
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
Segnalazione circa problematiche connesse all’intervento
di bonifica dell’area “ ex SIF” sita in Valle Lomellina.
Castello d'Agogna 26 luglio 2014
A:
Comune di Valle Lomellina
Sindaco
Pier Roberto Carabelli
sindaco.comune.vallelomellina@pec.it
Regione Lombardia
ambiente@pec.regione.lombardia.it
territorio@pec.regione.lombardia.it
paviaregione@pec.regione.lombardia.it
Assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile
Claudia Maria Terzi
segreteria_assterzi@regione.lombardia.it
Assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo
Viviana Beccalossi
viviana_beccalossi@regione.lombardia.it
Direzione Generale Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo
Paolo Baccolo
paolo_baccolo@regione.lombardia.it
U.O. Difesa del suolo
Dario Fossati
dario_fossati@regione.lombardia.it
Struttura Consorzi di bonifica
Diego Terruzzi
diego_terruzzi@regione.lombardia.it
Provincia di Pavia
provincia.pavia@pec.provincia.pv.it
Assessore alle Politiche Ambientali, Riserve Naturali e di Programmazione e Coordinamento Territoriale
Michele Bozzano
michele.bozzano@provincia.pv.it
p.c.
Organi di stampa
Premessa
L’associazione Futuro sostenibile in Lomellina, sita a Castello d’Agogna
in via Quairone 9, codice postale 27030, registrata presso l’ufficio delle Imposte
di Mortara il 26 aprile 2010 con codice fiscale 92011430185, è un’associazione sorta,
per contribuire, mediante la raccolta di dati e la conseguenza pubblicizzazione
degli stessi alle strutture pubbliche ed agli organi di stampa, alla salvaguardia
della salute dei cittadini e alla difesa del patrimonio naturalistico del territorio
lomellino da possibili interventi di varia natura, in particolar modo da agenti
inquinanti dell’aria, dell’acqua, del suolo e del sottosuolo.
All’associazione partecipano cittadini di vari comuni lomellini che provvedono a
monitorare le diverse realtà territoriali e a segnalare al consiglio direttivo eventuali
problematiche di particolare rilevanza.
Negli anni scorsi Futuro sostenibile in Lomellina è intervenuta sollevando problemi
di varia natura connessi alla difesa del territorio e dei suoi abitanti in diversi comuni
come ad esempio Olevano, Confienza, Ferrera Erbognone, Parona, Mortara.
Nelle scorse settimane alcuni cittadini di Valle Lomellina si sono rivolti
all’associazione per segnalare alcune criticità relative all’intervento di bonifica
intrapreso nell’area “ex SIF”, sita in via Stazione di quel comune e, quindi,
al fine di corrispondere agli impegni statutari, ci si rivolge agli organi competenti e
agli organi di stampa per evidenziare alcune problematiche che possono avere una
particolare rilevanza, in particolar modo per la salute dei cittadini di quella comunità.
Evidentemente nell’illustrazione che segue si tralasciano molte considerazioni
connesse all’evolversi di una vicenda che rappresenta una pagina oscura per il
nostro territorio dando per scontato che tutti i destinatari della presente abbiano
ben chiaro lo svolgimento della storia.
In estrema sintesi si evidenzia solamente che si sta trattando di una fabbrica, la S.I.F.
Furfurolo” una ditta che operò per molti anni a Valle Lomellina dedicandosi alla
lavorazione della lolla di riso proveniente dalle riserie locali ricavandone, oltre a
prodotti commerciabili, scarti particolarmente pericolosi ed inquinanti quali la silice,
i micidiali fenoli ed il furfurolo.
Nel 1993 la fabbrica viene chiusa e la ditta messa in liquidazione; l’intera area viene
completamente dismessa ed abbandonata. Attualmente risulta cadente e diroccata ma
ben presto si pone il problema di come intervenire su di essa stante la vera bomba
ecologica rappresentata, oltre che da residui di cenere di lolla, dai residui altamente
inquinanti presenti in essa.
Infatti le ispezioni predisposte dalla Guardia di Finanza e dalle strutture sanitarie
locali portano alla scoperta di un ingentissimo quantitativo di bidoni metallici
contenenti i residui della lavorazione, fortemente inquinanti e assai pericolosi,
interrati abusivamente in fosse scavate nell’area dello stabilimento.
Nel 2005 la Regione Lombardia, dopo aver emanato un bando per la presentazione
di progetti relativi alla bonifica dell’area finanziò quello ritenuto più idoneo anche
se notevolmente più costoso rispetto ad altre soluzioni, tra le quali quello presentato
dall’ A.R.P.A. provinciale.
Tuttavia, sia per problematiche connesse a ricorsi giurisdizionali presentati da altri
concorrenti, sia per il diluirsi dei finanziamenti regionali versati con quote annuali
in conto capitale, l’opera di bonifica risulta ancora assai lontana dalla sua realizzazione.
Da notizie giornalistiche recentemente diffuse, pare che una nuova tranche di lavori
stia per essere intrapresa ed allora si segnalano i seguenti aspetti di criticità che,
a giudizio della nostra associazione ma, ancora di più della cittadina vallese,
andrebbero tenuti presenti al fine di non vanificare l’azione risanatrice intrapresa.
1) RECUPERO DEI BIDONI CONTENENTI SOSTANZE INQUINANTI E TOSSICHE
AL DI FUORI DELL’AREA INTERESSATA ALLA BONIFICA.
A detta dei cittadini di Valle che hanno interpellato questa associazione, l’intervento di
bonifica programmato e finanziato riguarda esclusivamente l’area ricadente
all’interno del perimetro costituito dalla fabbrica ormai dimessa e dalle relative aree
pertinenziali.
In realtà sussistono fondati motivi per ritenere che l’azione criminogena portata
avanti per anni connessa allo smaltimento dei rifiuti tossici derivanti dalla lavorazione
della lolla di riso mediante l’interramento di grossi bidoni metallici di circa 200 litri
colmi di tali sostanze siano stati celati anche in altre località.
Infatti ci sono prove documentate da una denuncia presentata oltre 20 anni fa
alla stazione dei Carabinieri di Sartirana della presenza di bidoni del tutto simili a quelli trovati dentro l’area SIF interrati nell’argine di un fosso nel territorio della cascina Macedonia rientrante nel territorio di Valle Lomellina.
I successivi rilievi determinarono la presenza di furfurolo e di fenoli.
Altri bidoni del tutto simili ai precedenti vengono successivamente rinvenuti nei
pressi di un piccolo cascinale posto a circa 100 metri in linea d’aria dalla fabbrica SIF,
all’epoca di proprietà della ditta Usvego; tracce di tale resti sono ancora oggi visibili in
tale area.
Nelle due aree sopraccitate, ma si parla anche di altre zone interessate al fenomeno,
non si è mai proceduto ad una seria ed adeguata azione di verifica e di bonifica e
quindi a tutt’oggi non si è in grado di quantificare l’entità dell’abusivo interramento
né tantomeno il livello di pericolosità determinato dall’infiltrazione di tali elementi
tossici nel terreno e nella sottostante falda freatica.
Si presume tuttavia, da molteplici elementi induttivi, che alto sia il numero di bidoni
interrati da decenni che con ogni probabilità hanno sversaton nel corso degli anni,
il loro carico letale nel suolo circostante.
Per questa ragione si ritiene che una seria azione di bonifica del territorio inquinato
dagli scarti della ex SIF di Valle non possa limitarsi alla sola area della stabilimento
dismesso ma occorra procedere alla ricognizione di altre aree, cascina Macedonia
e cascinino ex Usvego in primis, interessate da tale criminosa attività.
La nostra associazione, con la collaborazione di alcuni cittadini di Valle si dichiara
disposta a collaborare per raggiungere tale risultato attraverso dati ed informazioni
in nostro possesso.
2) SMALTIMENTO DELL’AMIANTO POSTO A COPERTURA DI GRAN PARTE
DEGLI IMMOBILI PRESENTI NELLO STABILIMENTO EX SIF.
Un ulteriore ma non meno grave problema connesso alla salute dei cittadini del
territorio di Valle è rappresentato dalla massiccia presenza di tetti in amianto posti a
copertura degli immobili della fabbrica, ormai in avanzato stato di disfacimento.
E’ noto a tutti come le microscopiche fibre di amianto, se aspirate dall’uomo,
determinino danni irreversibili alla salute e portino spesso a tragici epiloghi
( i recenti casi di Casale e di Broni lo stanno a testimoniare).
La pericolosità di tale minerale risulta ancora maggiore se i manufatti di amianto sono
sottoposti all’usura determinata dal passare del tempo e dall’inadeguata
manutenzione.
Infatti lo sfaldamento del manufatto facilita il passaggio nell’aria di un numero assai
più consistente delle micidiali particelle e quindi aumenta esponenzialmente il livello
di pericolosità.
Ebbene nell’area ex SIF sottoposta ad interventi di bonifica ambientale sussiste un
consistente numero di immobili ricoperti da lastre di amianto ormai fortemente
deteriorate dal tempo, alcune delle quali cadute a terra e conseguentemente
sbriciolatesi.
A parere della sottoscritta associazione e di numerosi cittadini di Valle Lomellina,
appare un evidente controsenso procedere ad un’azione di bonifica e di recupero
dell’area ignorando tale incombente pericolo.
Si ritiene quindi che vada prevista, valutata ed effettuata un’attività di recupero e di
smaltimento di tutto l’amianto presente in tale contesto.
3) ADEGUATA RECINZIONE ED INTERDIZIONE DELL’AREA INTERESSATA
ALL’AZIONE DI BONIFICA.
Ancora da segnalare alle competenti autorità ci sembra il fatto che una consistente
parte della recinzione dello stabilimento ex SIF risulti inesistente e quindi l’accesso
all’area fortemente facilitato.
Infatti il più che ventennale abbandono dell’attività produttiva, della presenza
di personale e conseguentemente di ogni intervento volto alla manutenzione delle
strutture, ha determinato il forte decadimento non solo degli immobili ma, altresì
delle originarie perimetrazioni.
Pertanto risulta facilmente attuabile l’accesso all’area con evidenti pericoli di diversa
natura per coloro, soprattutto se ragazzi, si avventurassero in tale contesto.
Inoltre ciò potrebbe determinare un improprio e colpevole utilizzo dell’area da parte
di malintenzionati che la potrebbero considerare una sorta di discarica a cielo aperto
o base per azioni malavitose.
Inoltre sull’entrata principale della fabbrica il cartello posto non riporta alcun dato
e non segnala affatto che si tratta di un’area altamente pericolosa.
Per queste ragioni si ritiene che risulti imprescindibile prevedere, programmare e
realizzare decisivi interventi che mettano in sicurezza l’intera area impedendone
l’accesso a tutti coloro che non fossero direttamente interessati all’attività di recupero
della stessa.
Nella consapevolezza di aver svolto il proprio ruolo di sollecitazione e di stimolo
nei confronti delle autorità competenti al fine di favorire scelte corrette e consapevoli
a tutto vantaggio della comunità di Valle Lomellina e del territorio lomellino ed in
attesa di cortesi riscontri che testimonino l’attenzione prestata alle problematicità
sopraevidenziate, si ringrazia per l’attenzione e si porgono distinti saluti.
Alda La Rosa
Presidente
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
futurosostenibilelom@tiscali.it
https://sites.google.com/site/futurosostenibileinlomellinait/
Autostrada
22 giugno 2014
Leggiamo in questi giorni sulla stampa le argomentazioni di sempre
dei fautori del sì all’autostrada: risolleverà un’economia in crisi, richiamerà industrie,
incrementerà nuovi posti di lavoro… Una tesi ripetuta come un mantra che risulta
assolutamente infondata a un’attenta e rigorosa analisi critica, perché di fatto
non solo sono evidenti le innumerevoli criticità, gli aspetti di inquinamento ambientale e
di deturpamento dell’habitat naturale, ma altrettanto evidente è la devastante
ricaduta sul tessuto agricolo della nostra Provincia con danni economici ed occupazionali
assai rilevanti.
Tutto ciò è stato documentalmente provato (vedi per esempio il convegno Riso o Asfalto
tenutosi a Mortara alla Borsa Merci l’anno scorso), ma i “signori del sì” hanno sempre preferito
sottrarsi al confronto, sicuri che una bugia, se ripetuta più volte, diventa una sorta di verità.
Tra questi l’imperituro architetto mortarese Varini che sta cercando di rianimare il fronte del sì
a favore dell’autostrada Broni-Stroppiana, uscito alquanto malconcio dalle ultime
elezioni amministrative in cui numerosi Comuni, direttamente interessati all’attraversamento
dell’opera, sono passati decisamente al fronte del no.
Per far questo, a Mortara, la piazza che lo vede costantemente all’opera in ambito politico,
a partire dalla Prima Repubblica di craxiana memoria, ha messo insieme forze e personaggi
che si trovano su posizioni antitetiche in consiglio comunale e si sono ferocemente attaccati
in campagna elettorale fino ad arrivare a querele. Accanto a lui si schierano oggi rampanti
esponenti della Lega e l’ex sindaco Robecchi: amministratori di maggioranza e di minoranza
tutti insieme appassionatamente.
Per completare il quadro è bene ricordare che l’architetto Varini è recentemente entrato a far parte
del consiglio di amministrazione della SABROM, che deve realizzare l’autostrada voluta
da “Infrastrutture Lombarde” oggi decapitata dei suoi vertici per tangenti e corruzione.
Un minimo di conflitto di interesse tra il suo ruolo di amministratore pubblico e di amministratore
della Sabrom sembra evidente anche ai più sprovveduti dei cittadini.
Certamente le forze economiche interessate alla realizzazione di grandi opere, con tutto ciò
che ne consegue in termini di appalti, lievitazione di costi e di grosse prebende destinate
ad amministratori, funzionari e imprese costruttrici si mobiliteranno sempre più
per non lasciarsi sfuggire “ l’affare” ma altrettanto decisamente, seppure con infinitamente meno
risorse economiche, si mobiliteranno i cittadini e le associazioni che vedono in questa opera
un danno irreversibile recato alla nostra terra.
Alda La Rosa
Per Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
LETTERA APERTA AI SINDACI DEI COMUNI COINVOLTI
NEL PROGETTO DELL'AUTOSTRADA BRONI-MORTARA-STROPPIANA
5 aprile 2014
Egregio sig. Sindaco,
le scriviamo questa lettera in quanto, essendo il Suo
Comune interessato direttamente alla realizzazione
dell’autostrada Broni - Mortara – Stroppiana, Lei sarà
direttamente coinvolto nelle prossime decisioni relative
alla realizzazione o meno di tale opera.
Indipendentemente dalle Sue precedenti valutazioni,
vorremmo oggi richiamare la Sua attenzione su un fatto che,
a nostro giudizio, potrebbe, o meglio dovrebbe, avere dirette
conseguenze sulle determinazioni future.
Intendiamo riferirci all’ultimo scandalo che ha visto coinvolti
“Infrastrutture lombarde” con l’arresto dell’ex presidente Antonio
Rognoni e del direttore della gestione appalti Perez e
l’incriminazione di altri funzionari e liberi professionisti.
Apprendiamo dalla stampa, che nel lungo elenco degli episodi
in cui emergono evidenti elementi di corruzione, turbativa d’asta
ed associazione a delinquere, ci sono fatti riguardanti la
realizzazione dell’autostrada che taglierà in due la nostra
provincia.
Dalla stampa che riprende evidentemente gli atti emessi dai
magistrati inquirenti, emerge che, in conseguenza di un ricorso
presentato da un concorrente, “Consorzio Sis” al TAR lombardo
per l’esclusione dalla gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori
della suddetta autostrada, vinta poi dalla SABROM S.p.A.,
l’assistenza legale di Infrastrutture lombarde viene affidata
allo studio “ Magri ed associati”, attraverso accorgimenti illeciti
quali la retrodatazione del documento ed altri poco onorevoli
trucchi.
Dall’ordinanza di arresto degli indagati si può leggere testualmente: “ le assegnazioni dei servizi erano precedute da intense trattative clandestine fra gli indagati” ed altresì si rileva come in una determina per l’affidamento dell’incarico legale si può leggere la seguente nota “ Non dare notizia dell’affidamento in oggetto sul sito internet di Ilspa, in quanto il contratto può essere affidato unicamente allo studio legale ( Magri & Associati ndr).
Pur riconoscendo la presunzione di innocenza dovuta a tutti
gli indagati, non crediamo si possa non sottolineare come
le contestazioni avanzate abbiano una loro evidente fondatezza
e richiedano quindi un’ulteriore necessaria considerazione.
Noi riteniamo che, alla luce della situazione venutasi a creare,
si renda necessaria una pausa di riflessione circa gli atti
deliberativi da assumere che porti alla verifica puntuale della
legittimità e della regolarità di tutti gli atti fin qui seguiti
da “Infrastrutture lombarde” nell’espletamento della propria
funzione di Ente concedente relativamente all’autostrada
Broni- Mortara-Stroppiana ed in particolar modo alla gara
vinta dalla concessionaria SABROM Spa.
Tale decisione, oltre a rappresentare un segnale importante
circa la volontà di dissociarsi e di combattere atteggiamenti
delittuosi che concorrono pesantemente a discreditare l’attività
politica ed amministrativa di chi invece opera e lavora a favore
della comunità, consentirebbe di evitare possibili, ulteriori
“sorprese”.
Una delle ragioni della nostra opposizione alla realizzazione
di questa opera consisteva nella consapevolezza che questo
tipo di mega-appalti potesse nascondere zone d’ombra frequentate
da personaggi mossi soltanto da desiderio di facili ed illeciti
guadagni: le inchieste sui rifiuti tossici pericolosissimi interrati
sotto l’autostrada Milano-Brescia, la Pedemontana Veneta e
l'autostrada in costruzione Rovigo-Valdastico lo stanno a
dimostrare.
Per queste ragioni, le chiediamo di farsi interprete di questa
richiesta di moralità e di trasparenza e operi, analogamente a
quanto faranno altri Suoi colleghi, al fine di sospendere il
proseguimento dell’iter approvativo dell’opera fino al completo
accertamento della verità.
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
Comitato di Bressana Bottarone
WWF Oltrepo’ Pavese
Comitato La Nostra Sannazzaro
Italia Nostra sezione di Pavia
Comitato di Santa Giulietta
Comitato 2Sì Acqua Bene Comune
Comitato di San Martino Siccomario
Comitato Agriter
Comitato di Lomello
Comitato a Tutela del Territorio Cavese
Comitato di Sommo
Comitato di Barbianello
Associazione Parco Visconteo
WWF Lomellina
Associazione ambiente e territorio Carbonara Ticino
Comitato Tutela Ambiente e Territorio Zinasco
Comitato di Dorno
Coordinamento contro l’autostrada Broni-Mortara-Stroppiana
Comitato Salute e Ambiente di Parona
Comitato di Mezzana Bigli
Associazione La Rondine
Associazione Vigevano sostenibile
Associazione Vivere tra due fiumi
4 aprile 2014
ECO-TRASS, l'infinita telenovela
Con un certo imbarazzo ritorniamo su un argomento che, se non
fosse per le gravi conseguenze che determinerà, risulterebbe
stucchevole e noioso.
Ci riferiamo alla faccenda CIPAL – ECOTRASS che sta assumendo
le caratteristiche di una telenovela e, come ogni soap opera
che si rispetti, richiede un breve riassunto delle puntate precedenti.
Tutto inizia nel maggio 2013 quando il consiglio di amministra
zione, alla presenza del presidente Colli, delibera di cedere
oltre 20.000 m₂ dell’area CIPAL alla ditta Eco-Trass
per la realizzazione di uno stabilimento che trasformerà 60.000
tonnellate di rifiuti all’anno in fanghi e gessi da destinare
allo spargimento nei campi.
La delibera dà mandato al presidente di sottoscrivere gli atti
preliminari e ciò avviene consentendo anche l’incasso da parte
del CIPAL di 20.000 € di anticipo.
In giugno la notizia esce sui giornali scatenando le reazioni
contrarie del Comune di Mortara e di altre Amministrazioni,
di associazioni produttive e ambientaliste e di numerosi cittadini,
contrari all’arrivo in Lomellina di una nuova montagna di rifiuti
da smaltire.
Tutto si trascina stancamente per molti mesi nel più assoluto
silenzio degli organi direttivi del CIPAL mentre cresce il
malcontento dei sindaci che si sentono scavalcati in questa
decisione che riguarda il territorio.
Finalmente a marzo 2014 viene convocata un’assemblea
che decide di rinviare ogni decisione a un secondo incontro.
Giovedì 27 marzo, seconda puntata, questa volta a porte chiuse,
e ancora si decide di non decidere rinviando tutto a dopo l’incontro
di una delegazione dei sindaci con l’assessore provinciale
all’ambiente.
Martedì 1 aprile incontro in Provincia e nuovo rinvio con la
decisione di attendere i risultati dell’indagine che l’ASL
farà sulla compatibilità ambientale della ditta in oggetto
in un contesto già pesantemente compromesso.
Risultato a quasi un anno dalla deliberazione:
a) il preliminare di vendita del terreno non risulta minimamente
scalfito e rappresenta ad oggi l’unico dato di fatto certo,
b) non esiste alcun atto che formalizzi in alcun modo
la contrarietà dell’assemblea dei sindaci del CIPAL alla vendita
del terreno. Esistono a quanto ci risulta solo due delibere contrarie
dei comuni di Castello d’Agogna e Sartirana,
c) il coinvolgimento della Provincia e dell’ASL non è determinante
nell’assunzione di una decisione per la vendita del terreno,
d) l’incarico dato all’ASL, per i tempi che richiederà, rappresenta
l’insperata ciambella di salvataggio data a quei sindaci
che vogliono la realizzazione dell’impianto evitando a chi
di loro è in piena campagna elettorale di esporsi su questo tema.
Noi riteniamo che questo gioco dei quattro cantoni debba finire
al più presto con una delibera chiara e netta dell’assemblea CIPAL
che ritratti la decisione presa dal consiglio di amministrazione
di vendere il terreno eliminando così all’origine la questione.
La faccenda sta tutta qui: chi vuole la fabbrica di fanghi lo dica
apertamente motivando la sua scelta, chi ritiene che la Lomellina
non possa più sopportare ciò che da anni subisce, si opponga
chiaramente alla vendita del terreno.
Ma, in ogni caso, la scelta va fatta ora, senza alibi, inutili rinvii
e scorciatoie che, volutamente, i soliti noti sanno astutamente
escogitare.
Noi, in ogni caso, saremo particolarmente vigili e chiederemo
ai vari candidati che si presenteranno alle elezioni comunali
qual è la loro posizione in merito segnalando agli elettori
che decideranno di conseguenza chi ha avuto comportamenti
ambigui e contraddittori.
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
COMUNICATO STAMPA
Segnalazione al Ministero dell'Ambiente
per previsto insediamento ditta di fanghi Eco-Trass
Castello d’Agogna, 5 marzo 2014
Si comunica che il 4 marzo 2014 Futuro sostenibile in Lomellina
ha presentato un esposto al Ministero dell'Ambiente per l' insediamento della
ditta Eco-Trass a Mortara in zona Polo Logistico.
Il primo esposto, presentato al Ministero dalla nostra associazione nel febbraio 2012
relativamente alla grave situazione ambientale attorno a Mortara, aveva prodotto
da parte del Ministero l’affidamento del caso all’Ispra con il preciso compito di redigere
la relazione di approfondimento tecnico-scientifico e di valutazione del danno ambientale.
Nonostante ciò, nonostante il grave livello di inquinamento da più parti denunciato
e nonostante gli studi in corso, alcune amministrazioni locali riunite nel Cipal,
invece di attuare interventi che risanassero gradualmente la grave situazione ambientale
hanno portato avanti con leggerezza le trattative con la ditta di fanghi Eco-Trass
fino a incassare un anticipo sull’acquisto dei terreni.
Alla luce della richiesta di Eco-Trass di verifica di assoggettibilità alla VIA,
Futuro sostenibile in Lomellina ha segnalato al Ministero questa situazione affinché
tutti i soggetti pubblici che, in forme e modi diverse, hanno competenze in ordine
alla valutazione di tale progetto, ne dichiarino la non realizzabilità in nome di un interesse
pubblico superiore: la salvaguardia di un territorio già fortemente penalizzato e la salute
dei cittadini, quale bene primario di ogni società che voglia dirsi civile.
Nel rispetto del principio di precauzione e di prevenzione e del principio di correzione
alla fonte (art. 174 CE) si chiede che il macro obiettivo indicato dall’UE per
la protezione ambientale sia l’obiettivo primario di ogni amministratore al fine di
contribuire a migliorare stili e ambienti di vita, intervenendo sui fattori positivi e
negativi che influiscono sull’insorgenza delle principali patologie croniche,
per potenziare i primi e ridurre la presenza dei secondi.
PETIZIONE PER
UNA RACCOLTA DIFFERENZIATA SPINTA
CON TARIFFAZIONE PUNTUALE
CONSIDERATO CHE
1. Il Parlamento europeo al fine di proteggere l’ambiente e la salute umana
a) sollecita buone pratiche in materia di rifiuti,
b) istituisce la gerarchia dei rifiuti,
c) impone la riduzione dei rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero
(Direttiva Europea 2008/98/CE).
2. Entro il 2014 è previsto:
a) un graduale divieto dello smaltimento in discarica
b) e per la fine di questo decennio progressivamente sarà abolito l'incenerimento dei rifiuti
riciclabili e compostabili (Risoluzione Parlamento Europeo 2011/2194 INI);
3. L’Italia entro il 2020, dovrà ulteriormente ridurre i rifiuti del 20% e le risorse economiche
dovranno essere destinate alla sperimentazione di percorsi nuovi e diversi da quelli
del passato;
4. I comuni della provincia di Pavia sono fermi a circa il 30% di raccolta differenziata
con costi per i comuni e cittadini elevatissimi, nonostante la normativa italiana prevedesse
il raggiungimento dell’obiettivo del 65% entro il 2012;
5. Il nuovo Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) di imminente
approvazione prevederà tra i suoi obiettivi il raggiungimento entro il 2020 del 67%
di raccolta differenziata a livello regionale e del 65% a livello di singolo Comune,
oltre alla diffusione, sul territorio regionale, della tariffa sui servizi di igiene urbana basata
sul metodo “puntuale”
PRESO ATTO DELLA NECESSITA’
di puntare su una “economia di comunità” basata sulla riduzione, il riuso e il recupero
dei materiali e dei beni, rendendo ogni cittadino partecipe e responsabile dei costi
di gestione dei rifiuti e mirando al contenimento, se non addirittura alla riduzione,
degli oneri finali a carico dell’utenza (la “bolletta dei rifiuti”);
di evitare conferimenti impropri di rifiuti da parte di cittadini poco consapevoli
dell’incisività del proprio comportamento sulla qualità dell’ambiente in cui vivono;
di perseguire il principio UE adottato da tutti gli Stati membri “chi inquina paga”;
di creare posti di lavoro sul territorio con scelte mirate al riciclo;
I CITTADINI FIRMATARI CHIEDONO
Per favorire il coinvolgimento della popolazione nei processi decisionali relativamente
all’applicazione di buone pratiche nella produzione, riciclo e smaltimento dei rifiuti
con la responsabilizzazione di comportamenti individuali e la disincentivazione
del fenomeno degli abbandoni dei rifiuti
1. L’adozione di un sistema della raccolta differenziata porta a porta spinta su tutto
il territorio con l'applicazione della tariffazione puntuale come modalità ordinaria
attraverso la messa a punto di sistemi di commisurazione precisa al fine di:
tenere traccia dell’effettivo conferimento dei rifiuti di ogni utenza con l’identificazione
del conferitore
un equo tributo sui rifiuti calcolato sull’ effettiva produzione dei rifiuti indifferenziati.
2. L’istituzione da parte delle autorità comunali di un Osservatorio verso Rifiuti Zero
con la partecipazione di cittadini e associazioni
ai fini del controllo e monitoraggio permanente della qualità del servizio di igiene urbana
ed attuazione della strategia Rifiuti Zero.
RACCOLTA DIFFERENZIATA SPINTA
CON TARIFFAZIONE PUNTUALE
Raccolta firme alla Petizione per una Raccolta Differenziata Spinta
Futuro sostenibile in Lomellina inizierà la raccolta firme per una RACCOLTA
DIFFERENZIATA SPINTA nel comune di Mortara a partire da venerdì 14 febbraio, ore 9,30 – 12,
al mercato di piazza Silvabella dove verrà allestito un banchetto informativo.
Altre date previste per i banchetti saranno venerdì 28 febbraio e altri due
venerdì di marzo.
L’iniziativa verrà estesa anche ad altri comuni.
La raccolta firme a Mortara avverrà anche presso la sede dell’Informatore
Lomellino in via Roma 35 e presso la Libreria Mille e una pagina
in corso Garibaldi 7.
Riguardo al comune di Mortara, pur apprezzando gli sforzi che sta facendo
per allargare la raccolta differenziata a tutta la città, sottolineamo che se
effettivamente gli amministratori intendono:
1. Abbassare i costi a carico del Comune della raccolta rifiuti
2. Abbassare la tassa rifiuti ai cittadini
3. Incrementare i posti di lavoro nel comparto della Raccolta Rifiuti e del Riciclo
4. Eliminare il problema dei rifiuti abbandonati,
La strada da percorrere è solo quella della RD SPINTA
con TARIFFAZIONE PUNTUALE
in atto in tanti comuni italiani e diffusissima all’estero.
Difatti, come dimostrato nei comuni dove si effettua, mentre i sistemi
domiciliari e di prossimità, dopo il livello iniziale elevato di RD,
presentano in breve tempo un calo di partecipazione più o meno evidente,
la tariffazione puntuale consente di ottenere una partecipazione costante
e duratura nel tempo.
La singola utenza con la tariffazione puntuale beneficia direttamente
del risultato del suo impegno nel ridurre i rifiuti residui e ne valuta il
risultato dall’importo tariffario che è tenuta a corrispondere, calcolato in
base, non solo al grado di utilizzo del servizio di raccolta del rifiuto,
ma anche in base alla quantità di rifiuti che conferisce.
Questo è l’unico sistema che facendo prendere coscienza a tutti i cittadini
del valore del rifiuto, permetterà in breve di tempo di raggiungere
entro il 2020 gli obiettivi imposti dal nuovo Programma Regionale
di Gestione dei Rifiuti (PRGR) di imminente approvazione che sono:
1. Il 67% di raccolta differenziata a livello regionale
2. Il 65% a livello di singolo Comune
3. La diffusione su tutto il territorio regionale della tariffa sui servizi di
igiene urbana basata sul metodo “puntuale”.
Lettera inviata il 4 gennaio 2014
ai 42 sindaci dei comuni aderenti al CLIR
L’Assessore regionale all’Ambiente Terzi ha inviato ai Sindaci dei Comuni facenti parte
del CLIR, la richiesta del parere di ogni singola Amministrazione circa la
partecipazione, in qualità di socio del suddetto Consorzio, all’impresa promossa
dalla Società ACTA tendente alla realizzazione di una discarica di cemento amianto
in territorio di Ferrera Erbognone.
Contro tale progetto si sono unanimemente espresse le Amministrazioni comunali di
Ferrera Erbognone, Sannazzaro de’ Burgondi, Scaldasole, Mezzana Bigli, Lomello,
Galliavola e l’Amministrazione provinciale.
Le ragioni di tale netto rifiuto sono molteplici: le più evidenti si rifanno alla
pericolosità derivante dalla realizzazione della discarica nelle immediate vicinanze,
qualche decina di metri, dal grande complesso industriale della Raffineria, il primo
e più evidente sito R.I.R. ( Rischio di Incidente Rilevante) della provincia.
A riprova di ciò si riporta testualmente quanto contenuto nella relazione tecnica
predisposta dall’ACTA a corredo della richiesta:
Come si evince dalla Fig. 20, di seguito riportata, sulla base di quanto stabilito
dalle delimitazioni individuate dall’Elaborato R.I.R. dei Comuni di Sannazzaro
de’ Burgondi e di Ferrera Erbognone, il sito di ubicazione della discarica ACTA srl
è parzialmente compreso nella zona ad elevata letalità, per quanto riguarda il settore
più prossimo alla Raffineria Eni (porzione settentrionale dell’area oggetto di
intervento), ed è via via interessato dalla presenza dell’area di inizio letalità,
di lesioni irreversibili e, infine, di lesioni reversibili (che si sviluppano secondo
cerchi concentrici di raggio via via crescente).
Un deprecabile ma sempre possibile incidente rilevante nella contigua raffineria,
caratterizzato da scoppi di elevata entità, potrebbe innescare il cosiddetto “ effetto
accumulo” dei potenziali pericoli determinando la frantumazione degli involucri
contenenti l’amianto e la polverizzazione delle micidiali particelle di tale materiale
disperdendole nell’atmosfera.
Sussistono poi ulteriori rischi connessi alla compromissione della falda freatica,
all’ulteriore incremento di traffico merci nell’area, alla mastodontica dimensione
dell’impianto, 600.000 mq., corrispondente all’amianto di due medie province,
più di 200 tonnellate al giorno per i prossimi dieci anni che circoleranno per le
strade lomelline.
Alla luce di ciò si comprende la legittima preoccupazione delle popolazioni più
direttamente interessate e delle Amministrazioni che le rappresentano.
A fronte di queste palesi criticità, si può tuttavia comprendere l’evidente interesse
della ditta proponente che spera di ricavare un considerevolissimo guadagno;
assai meno si comprende la volontà di “dividere la torta” con un altro soggetto,
il CLIR, cedendogli gratuitamente quote e ancor meno si comprende la decisione
di alcuni amministratori che caldeggiano appassionatamente tale scelta.
In verità la “generosità” dell’ACTA la si comprende benissimo; infatti la società
ritiene che, solo presentando il loro affare come espressione, in qualche modo,
della volontà del territorio, si potranno superare, a livello regionale, gli inaccettabili
aspetti negativi presenti nel progetto.
Quindi se questo è lo scotto da pagare lo si paghi pure purché l’obiettivo venga
raggiunto.
Inoltre, da parte da un Ufficio di presidenza del CLIR, già decisamente schierato a
fianco dell’ACTA, sono stati presentati ai sindaci, ulteriori, consistenti vantaggi
derivanti dai cosiddetti patti parasociali che si andrebbero a sottoscrivere.
Al di là di molte fumose espressioni, siamo in grado di dimostrare che assai ridotti
sono i vantaggi lasciati al CLIR, in particolar modo per ciò che riguarda le possibilità
di controllo e di intervento e per ciò che riguarda le condizioni di favore riservate
ai Comuni facenti parte del Consorzio, in ordine alle tariffe di smaltimento.
Qualora foste interessati ad un’analitica disanima dei suddetti patti, la nostra
Associazione è disponibile a trasmetterla.
Tuttavia, è su un ultimo, fondamentale aspetto che si vorrebbe richiamare
l’attenzione delle SS.LL. e delle rispettive Amministrazioni.
Noi siamo convinti che l’associazionismo e, dove sia possibile, una più efficace
integrazione delle Amministrazioni comunali rappresentino condizioni indispensabili
per la realizzazione di servizi pubblici più adeguati e, soprattutto per una visione più
ampia e coerente delle problematiche territoriali.
L’impressione che si ricava, invece da questo episodio, ma anche da quello analogo
del CIPAL con la volontà di cedere terreno alla periferia di Mortara per la realizzazione
dell’ennesima fabbrica che tratta fanghi, è che il Consorzio venga visto solo come
strumento per un immediato riscontro economico da raggiungere anche
danneggiando e contro la volontà delle Amministrazioni e dei cittadini direttamente
interessati.
Sembra quasi di capire che per alcuni amministratori valga il motto latino
“ mors tua, vita mea”, in altre parole che si ricerchi un interesse immediato
per il proprio paese anche a costo di danneggiare pesantemente un altro.
Per questo crediamo che ciascun Sindaco debba attentamente valutare queste scelte
perché, se la logica predominante fosse quella sopra descritta, prima o poi potrebbe
trovarsi nella stessa identica situazione in cui si trovano oggi i sindaci di Sannazzaro
e degli altri comuni per la discarica di amianto o di Mortara per i fanghi al CIPAL.
Le entità sovracomunali devono essere invece viste come espressione di un territorio
omogeneo e coeso, un territorio dove i problemi, soprattutto quelli connessi con
la vivibilità ambientale e la salute dei cittadini, debbano costituire la primaria
responsabilità da parte di chi si è assunto l’onere di rappresentare una comunità.
La Lomellina ha bisogno di vedere Sindaci che, insieme, assumano la consapevolezza
di costituire il più importante e fondamentale mezzo di difesa e di salvaguardia di
un’unica terra e di coloro che ci vivono e ci vivranno domani.
Vorremmo terminare auspicando che finisca il tempo caratterizzato
da un’altra espressione latina: “ divide et impera” ossia “ fa in modo che gli altri
( in questo caso i comuni lomellini) siano divisi e così noi vinceremo
( in questo caso aumenteremo i nostri conti in banca).
Si ringrazia vivamente per l’attenzione prestata.
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
Comunicato stampa - 9 dicembre 2013
Eco –Trass e Cipal
Sulla stampa locale apprendiamo del progetto di 22000 mq della ditta
Eco-Trass che tratterà rifiuti industriali a Mortara. Ci è più chiaro oggi
il motivo dell’assenza di molti amministratori alla serata “Rifiuti e
Responsabilità” con Ezio Orzes da noi organizzata l’8 novembre.
Orzes ha indicato agli amministratori quali strade percorrere
per rilanciare l’occupazione tutelando l’ambiente e la salute di tutti,
facendo pagare meno ai cittadini e migliorando il bilancio dei comuni.
Il confronto con i cittadini e con un amministratore pubblico virtuoso
come Orzes avrebbe messo in difficoltà quegli amministratori che
rinunciano sempre a tutelare la nostra salute e la terra dove viviamo.
Il sindaco di Mortara oggi afferma che se dipendesse da lui, direbbe di no
a Eco-Trass. Si rende forse conto dell’impatto negativo che subirà la sua città
e poi a raggera i comuni limitrofi e la Lomellina intera? Si rende forse
finalmente conto che in questo territorio non si può aggiungere più nulla
di inquinante? Ricordiamo solo a chi volutamente se ne dimentica
che tutte le criticità presenti sono state da noi denunciate al Ministero
dell’Ambiente, che sta monitorando la situazione per la miraide di impianti
IPPC presenti, per l’inceneritore di Parona, tra i più inquinanti della
Lombardia, per il divieto di consumare a Parona uova e pollame del posto
per la presenza accertata di diossine, per le polveri sottili per lunghi periodi
di gran lunga oltre i limiti di legge. E che in quest’ottica la Regione
ha istituito il Tavolo di Parona per analizzare gli inquinanti già oggi presenti
nell’aria e sui terreni della zona compresa tra Vigevano, Parona, Mortara e
Olevano.
E ora si pensa veramente di dare il via all’insediamento presso il Polo
Logistico di Mortara di una ditta che tratta rifiuti industriali da spalmare
sui terreni agricoli, quando c’è già un depuratore che tratta liquami
industriali rilasciando odori nauseabondi facendo ben capire quali
sostanze tratti?
Un ulteriore sfregio all’ambiente che non si può più giustificare con il solito
refrain dell’incremento di posti di lavoro perché tutti sanno che è una frase
priva di alcuna sostenibilità. Basti pensare alle promesse delle imprese
che fino a poco tempo fa favoleggiavano l’assunzione di altri lavoratori
per avere autorizzazioni al raddoppio dei camini e poi ne hanno mandati
a casa a decine. Se si vogliono veramente creare posti di lavoro si pensi a
una ditta di riciclo e si faccia una seria raccolta differenziata spinta.
Suggeriamo poi al presidente del Cipal, Colli, di non pensare che la sua
missione sia solo quella di vendere i terreni del Cipal come dichiara
alla stampa. Si prefigga invece l’obiettivo di vendere i terreni solo a ditte
che danno reali garanzie di tutela del territorio perché il Cipal non è
un’agenzia immobiliare, ma un consorzio di comuni che può mettere paletti
ben definiti. Non basta certo la visita di agosto nel bergamasco a garantire
la sostenibilità ambientale di una ditta. Se è così ecologica, come dice il suo
nome, convinca Eco-Trass a presentare un serio progetto di riciclo con il
vincolo di assumere solo persone del posto. Tante sono le pratiche virtuose
da intraprendere che non vengono mai prese in considerazione
privilegiando al bene della comunità gli interessi e i profitti di pochi
senza alcuna attenzione al futuro dei nostri figli.
Comunicato stampa - 4 dicembre 2013
Discariche di amianto in provincia di Pavia
Abbiamo appreso con favore la notizia che la discarica di amianto
prevista nella zona di Carbonara e dei paesi limitrofi non si farà;
è una bella vittoria che le amministrazioni ed i cittadini del Siccomario
si portano a casa.
Al contrario, sembra più vicina l’approvazione della discarica di Ferrera
a dimostrazione che la Lomellina continua ad essere considerata il luogo
ideale per riversare i rifiuti, anche quelli più pericolosi, di intere
province.
Non dimentichiamo, infatti che in quella discarica ci starà tutto
l’amianto di scarto di un paio di medie province.
Il “merito” di questo risultato andrebbe innanzitutto all’Ammistrazione
regionale che, appena uscita dallo scandalo della discarica di Cappella
Cantone dove esponenti autorevoli di quella maggioranza sono stati
trovati con le mani nel sacco, prosegue imperterrita alla faccia
dell’Amministrazione provinciale e comunali interessate.
Ma una grossa responsabilità compete anche a diversi sindaci della
Lomellina che, attraverso il coinvolgimento del CLIR in questo affare,
hanno fortemente sponsorizzato l’approvazione di questo sciagurato
progetto. Basti citare gli appassionati appelli del sindaco di Mede e di quello di Sartirana per sapere chi i cittadini di Sannazzaro, Ferrera, Mezzana Bigli, Scaldasole, Galliavola dovranno ringraziare.
Tuttavia uno sgambetto all’ultimo momento queste amministrazioni
lo potrebbero fare ad un Consorzio che, anziché migliorare il servizio di raccolta
e smaltimento rifiuti costosissimo e poco rispettoso dell’ambiente, pensa al modo
di far arrivare in zona altri rifiuti, per di più pericolosi.
Basterebbe che, come ventilato recentemente dall’assessore Fazzini di Sannazzaro,
trovassero altre strade per il servizio di raccolta dei rifiuti e uscissero dal CLIR,
come hanno fatto altri comuni.
In questo caso la partecipazione del consorzio all’affare della Gallona sarebbe bloccato
perché per statuto tale organismo può operare solo nel territorio di competenza.
Coraggio dunque, le amministrazioni e i cittadini interessati non si perdano d’animo
e facciano sentire ancora più forte la loro voce: quando si combatte per la salute
nostra e di chi verrà dopo di noi, ogni sforzo va perseguito fino in fondo.
Nota alla stampa su Autostrada Broni-Mortara-Stroppiana
Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
20 novembre 2013
Il 19 novembre il sindaco di Sartirana Prevedoni Gorone interviene
sulla stampa locale sui problemi della Lomellina e sul toccasana di tutti i guai
dell’autostrada Broni–Mortara–Stroppiana, offrendoci l’occasione per ribadire
la nostra opinione. L’autorevole amministratore inizia la lettera affermando che
la contrarietà espressa da Giulia Crespi e dal prof. Guderzo sull’autostrada conta poco
perché “ entrambi non vivono in Lomellina”.
Constatazione sconvolgente, considerato che l’autostrada prima di tagliare in due la
Lomellina, transita per il Siccomario e l’Oltrepo e forse la casa del prof. Guderzo
è più prossima a questa infrastruttura di quella del sindaco. Forse dimentica che
5 su 6 sindaci lomellini hanno detto lo stesso no dei due “stranieri”,
di tutte le associazioni agricole e ambientaliste e di centinaia di cittadini.
I sostenitori della Bro-Mo-Stro affermano che l’autostrada è l’unica risposta
alla disoccupazione. Argomento di sicura presa, considerata la drammatica situazione
odierna, ma la causa della crisi, della chiusura delle fabbriche, dei licenziamenti,
della cassa integrazione, dipendono da una carenza infrastrutturale?
Forse la Cablelettra o le decine di imprese lomelline, hanno chiuso perché non passava
un’autostrada sotto la fabbrica?
No, perché se così fosse le imprese avrebbero spostato le sedi in zone ben servite
mentre o le hanno chiuse per sempre o le hanno aperte in Bosnia, in Ucraina
dove l’efficienza infrastrutturale non è il massimo.
No, perché se così fosse lungo l’A7 non ci sarebbero decine di cartelli “vendesi”
che pendono malinconici da bellissimi capannoni splendidamente serviti da un’autostrada.
La crisi industriale ha cause ben più complesse e profonde. I lavori di realizzazione
dell’opera determineranno una momentanea ripresa occupazionale ma, a che prezzo?
Recenti dati della Camera di Commercio di Pavia testimoniano come, a fronte di pesanti
cadute occupazionali nel settore industriale e terziario, si è registrato una sostanziale tenuta
e una leggera ripresa in ambito agricolo. L’impatto dell’autostrada porterà invece forti
ricadute sul consumo di suolo agricolo pregiato, sull’industria risiera, l’allevamento,
l’industria lattiero casearia e meccanica.
Mentre tutte le ricerche economiche evidenziano che la “ green economy”, con lo sviluppo
di fonti energetiche veramente ecocompatibili, di un’agricoltura sostenibile,
e un uso intelligente del territorio che valorizzi le bellezze naturali, storiche e culturali,
sia l’unico strumento che possa ridare fiato a un’economia esausta,
il modello proposto dal sindaco di Sartirana e dai fautori del sì è la battaglia di retroguardia
che il tempo dimostrerà perdente.
Fermiamo l’Ecocidio in Europa
Un’iniziativa dei cittadini europei per garantire diritti alla Terra
C’è ancora tempo (fino a Gennaio 2014) per sottoscrivere
questa importante iniziativa ICE: www.endecocide.eu
Si tratta di una petizione a livello europeo (una sorta di proposta di legge)
per rendere l’Ecocidio un crimine e per proteggere il nostro futuro.
L’ Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) è una forma di democrazia diretta che permette ai cittadini europei di proporre emendamenti o nuove leggi europee. Possiamo dire che sottoscrivere un’ICE ha dunque lo stesso potere di un voto …
LA LEGGE DELL’ECOCIDIO
La distruzione ambientale deve diventare un crimine.
Un crimine per il quale le persone colpevoli devono essere ritenute responsabili. Questo crimine ha un nome: Ecocidio.
Eco-cidio deriva dal greco oikos, che significa casa. In latino, caedere significa distruggere, demolire, uccidere. Ecocidio si può intendere come la distruzione della nostra casa.
Attraverso questa ICE, si invita dunque la Commissione Europea ad approvare una legislazione che proibisca, prevenga ed ostacoli l’ecocidio – il danneggiamento estensivo, la distruzione o la perdita dell’ecosistema di un determinato territorio.
Per fare qualche esempio concreto, potenziali casi di ecocidio possono essere le sabbie bituminose di Alberta, la fratturazione idraulica (fracking), lo spianamento delle montagne, lo spopolamento degli alveari …
Obiettivi principali:
1. Introdurre il reato di Ecocidio e garantire che sia le persone fisiche quanto quelle giuridiche che commettono un Ecocidio siano considerate responsabili secondo il principio della responsabilità di comando (e sottoporre le persone fisiche o giuridiche ad una valutazione pubblica del rischio e/o dell’effettivo danneggiamento estensivo).
2. Proibire e prevenire ogni atto di Ecocidio sul territorio europeo o nelle acque territoriali sotto giurisdizione europea, in aggiunta ad atti esterni all’UE commessi da persone giuridiche ufficialmente riconosciute nell’UE o da cittadini dell’UE.
3. Instaurare un periodo di transizione per agevolare l’evoluzione
verso un’economia sostenibile.
Perchè ne abbiamo bisogno:
- Per disporre di una legge che ponga fine a
diversi tipi di distruzione ambientale
- Perché le persone in grado di decidere siano ritenute responsabili dirette
- Per preservare e proteggere la biodiversità
- Per proteggere gli ecosistemi, non solo i suoi componenti come il suolo, l’aria,
la flora e la fauna
- Per avviare la trasformazione verso un mondo sostenibile
- Per assicurare un futuro alle prossime generazioni
- Per contribuire a un cambiamento nei valori e nei diritti che attribuiamo alla terra
Le firme possono essere prodotte in modo tradizionale ma anche direttamente via web, sullo specifico sito (a livello europeo lo strumento web viene infatti formalmente ed ufficialmente accettato):
Occorre raggiungere almeno un milione di voti di cittadini europei da almeno 7 Paesi, in tal modo la legge dovrà essere discussa a livello europeo: come potete notare questa petizione, essendo vincolante, ha dunque il potere di influenzare il mondo della politica.
Al momento, le firme raccolte solo attraverso la sottoscrizione on line raggiungono
circa quota 60.000: è necessario l’impegno di tutti per raggiungere il traguardo!
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a Futuro sostenibile in Lomellina
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e ogni nostra iniziativa viene finanziata solo con il tesseramento e le donazioni
di chi ci sostiene.
Per questo motivo vi chiediamo
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Dal Mattino di Padova - 19 agosto 2013
Intervista al ministro Orlando
Orlando: «Stop ai termovalorizzatori»
19 agosto 2013 — pagina 06 sezione: Nazionale di Natalia Andreani
ROMA Pochi soldi, tanti guai. Ma la volontà di fare non manca al ministro
dell’Ambiente, Andrea Orlando. Allora ministro. Questi cento giorni di governo sul filo del rasoio non devono essere stati facili.
«No ma le posso dare subito una notizia che riguarda il Sistri. A breve presenteremo in Consiglio dei ministri una modifica al sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che ridurrà fortemente
il complesso carico di incombenze per aziende e imprese. Senza intaccare la base
informatica a tutela del ciclo. Sarà una rivoluzione».
Tre impegni per i prossimi cento giorni? «Fortissima accelerazione delle bonifiche industriali su cui si traccheggia da anni
con conferenze dei servizi che non approdano a nulla.
Approvazione del ddl sul consumo del suolo appena varato. Rafforzamento
delle norme sul riuso e il riciclo dei rifiuti. E, se posso aggiungere, sto valutando
una moratoria sulla costruzione di nuovi termovalorizzatori oltre a quelli già previsti.
Quelli già esistenti sono ampiamente sottoutilizzati».
In Campania, intanto, nella “terra dei fuochi” continuano i sequestri di terreni avvelenati
da discariche abusive.
«Anche là abbiamo fatto molto. Abbiamo fatto un protocollo per la raccolta
dei copertoni utilizzati come letto per i roghi. Abbiamo introdotto un emendamento
che vieta alla Regione di importare rifiuti industriali.
Con la Sanità abbiamo esteso i protocolli tumori alla provincia di Napoli e con
l’Agricoltura abbiamo avviato un censimento dei terreni agricoli “puliti”, esenti da forme di inquinamento. Poi abbiamo fatto un bando per dare contributi ai commissari
dei comuni sciolti per mafia, fondi destinati alla realizzazione della raccolta
differenziata dei rifiuti. In più abbiamo attivato una presenza molto forte dei
carabinieri del Noe sul territorio che sarà controllato anche dal cielo».
In che senso?
«Che nella guerra alle discariche della camorra impiegheremo anche droni e satelliti. Stiamo lavorando a un’integrazione».
Passiamo al capitolo Costa Concordia. A settembre la nave potrà
veramente lasciare l’Isola del Giglio?
«Ad oggi mancano alcuni elementi da chiarire. Ci sono alcune incognite in attesa
di risposte tecniche».
Può indicarcene alcune?
«Ad esempio in relazione al piano di trattamento delle acque interne alla nave e
al collaudo della piattaforma sul quale lo scafo dovrà poggiare una volta raddrizzato.
Poi manca un piano di rimozione dei sedimenti da terra e manca un cronoprogramma
degli ultimi dieci giorni del piano di raddrizzamento. Siamo in attesa di una relazione
zoom».
Un piano per trainare via lo scafo una volta rigalleggiato, invece,
l’armatore lo ha consegnato?
«No, per il momento no».
Restano le polemiche sul porto di destinazione. A Piombino sono in corso
lavori di dragaggio i cui tempi potrebbero non coincidere con la tabella
di marcia del cantiere.
«Non appena sarà pronto per essere portato via il relitto della nave lascerà il Giglio per
raggiungere il più vicino porto disponibile. La vicinanza è stata il solo criterio che ha
reso Piombino la meta possibile, ma non vincolante».
Passiamo al capitolo prospezioni petrolifere, una minaccia non
indifferente per le coste italiane. I comitati antitrivelle si moltiplicano.
Il ministero che fa? «Il ministero non può prescindere dalle leggi in vigore. Personalmente sono convinto
che il nostro petrolio sia il mare, ma che la ricerca possa andare avanti seppure a
precise condizioni». Abbiamo ottomila chilometri di coste e le isole più belle del Mediterraneo. Davvero possiamo mettere a rischio Pantelleria per una risorsa non rinnovabile dai costi ambientali altissimi?
«Lungi da noi il pensare che l’eventuale ritrovamento di un giacimento possa risolvere i problemi energetici del Paese, questo sia chiaro. Ma penso che il punto
corretto di equilibrio sia quello di sia imporre vincoli alla ricerca, ad esempio sulla
distanza dalle coste che va vista al ribasso. La materia va inoltre discussa in Europa.
Credo che la Ue sia la sede più giusta per sviluppare un modello di governance».
Un’ ultima domanda su Venezia, patrimonio dell’umanità.
E mai possibile che ancora oggi le grandi navi continuino a entrare in Laguna?
«A ottobre vareremo una normativa che in attesa della soluzione definitiva
- come indicato dal decreto rotte - ridurrà progressivamente il numero dei passaggi. Nel frattempo abbiamo Nel frattempo abbiamo chiesto all’Autorità portuale di prendere misure per ridurre
il rischio»
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NO AUTOSTRADA BRONI-MORTARA-STROPPIANA
Un lungo corteo di 50 e più trattori stamattina ha sfilato stamattina da Castello d'Agogna a Mortara per
DIRE NO ALL'AUTOSTRADA BRONI-MORTARA-STROPPIANA
e
a questo link
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xehmoMJtcBg#!
LO SPOT REALIZZATO DURANTE LA MANIFESTAZIONE
contro L'AUTOSTRADA BRONI-MORTARA-STROPPIANA
QUASI TUTTI I SINDACI LOMELLINI,
TUTTE LE ASSOCIAZIONI DEGLI AGRICOLTORI
DI PAVIA E VERCELLI
LA RETE ASSOCIAZIONI E COMITATI AMBIENTALISTI
DELLA PROVINCIA DI PAVIA
IL COORD. DEI COMITATI ED ASSOCIAZIONI CONTRO L’AUTOSTRADA BRONI-STROPPIANA
MANIFESTANO IL LORO
NO ALL’AUTOSTRADA
In vista della Conferenza di Servizi che si terrà martedì 18 dicembre a Mortara, tutti coloro che hanno da sempre giudicato la realizzazione dell’autostrada Broni–Stroppiana un’opera inutile, costosa che danneggerà profondamente un territorio e la sua economia, hanno organizzato una manifestazione pubblica a cui sono invitati tutti coloro che condividono questa battaglia di civiltà
SABATO 15 DICEMBRE 2012
Ore 9,30 Castello d’Agogna, via Kennedy : concentrazione di trattori e
mezzi partecipanti alla manifestazione
Ore 10,00 Partenza del corteo in direzione di Mortara con il seguente
percorso: s.s. 494, circonvallazione sud di Mortara, rotonda del Bennet, via Lomellina, via Ariosto, via Trento e Trieste, arrivo davanti al campo sportivo.
Ore 11,00 Interventi delle autorità , dei rappresentanti delle Associazioni Agricole, Ambientaliste e dei Comitati.
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Altre iniziative sono previste per :
- Venerdì 14 dicembre a Mortara con presidio e volantinaggio
durante il mercato settimanale
- Martedì 18 dicembre dalle ore 14,00 MILANO
Presidio davanti al Pirellone, via Fabio Filzi 22,
in occasione della Conferenza di Servizi.
=====
PER LA NOSTRA TERRA E PER NOI CHE CI VIVIAMO DICIAMO
NO
A COLORO CHE PER I PROPRI INTERESSI VORREBBERO
DANNEGGIARE PER SEMPRE IL NOSTRO TERRITORIO
Stampato in proprio - Informazioni : Rete Associazioni e Comitati per Salute, Ambiente e Sviluppo sostenibile della Provincia di Pavia mail : retesaluteambienteprovinciapv@gmail.com – nobronimortara@gmail.com – 3477558637 - 3487030266
AUDIZIONE DI FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA
ALLA CONFERENZA DI SERVIZI PER L'AUTOSTRADA BRONI_STROPPIANA,
RACCORDO AUTOSTRADALE INTERREGIONALE MORTARA-STROPPIANA/A26
Queste le argomentazioni espresse durante l'audizione
da Alda La Rosa,
in qualità di presidente
dell'Associazione Futuro sostenibile in Lomellina
Considerazioni sul progetto di autostrada
Broni-Pavia-Mortara-Stroppiana
Raccordo autostradale interregionale Mortara Stroppiana /A26
Audizione 12 novembre 2012
Esprimiamo innanzitutto la nostra protesta più forte e sentita per avere accordato alla nostra associazione solo 10 minuti di ascolto, relegando in secondo piano le istanze dei cittadini e delle associazioni che li rappresentano come se le scelte che incidono sulla qualità della vita, sulla salute e sul benessere psicofisico di ognuno di noi non fossero essenziali nelle deliberazioni che andrete a fare.
Approfittiamo comunque di questo breve lasso di tempo per ribadire con forza le ragioni del nostro No a un progetto che in modo sempre più evidente un intero territorio respinge con ogni mezzo.
Basti considerare il rifiuto clamorosamente manifestato dalla maggioranza dei partecipanti alla Conferenza di Servizi del 25 settembre e in modo particolare dal voto contrario della Provincia di Pavia e da 5 su 6 sindaci lombardi.
E come non sottolineare la farraginosa e a nostro parere dubbia procedura seguita nelle diverse fasi di progettazione e di autorizzazione dell’opera che denota la chiara volontà di superare limiti e vincoli normativamente stabiliti?
L’irrisorio tempo messo a nostra disposizione non consente però un’articolata e puntuale presentazione delle ragioni del nostro No che abbiamo comunque ampiamente motivato per il primo tratto nelle osservazioni presentate al Ministero dell’Ambiente il 16 marzo di quest’anno.
Ci preme però farvi sapere innanzitutto che questa autostrada NON CI SERVE.
Abbiamo bisogno di collegamenti rapidi tra sud e Nord e voi ci proponete un collegamento da est a ovest.
E che cosa ce ne facciamo? Forse non siete a conoscenza del fatto che la maggior parte delle persone che risiedono nella provincia di Pavia ha, per esempio, la necessità di raggiungere Milano in tempi brevi, senza interminabili e logoranti incolonnamenti sulla Vigevanese?
E voi per farci arrivare a Milano che cosa ci proponete? Ci proponete di andare fino a Gropello per prendere poi l’A7 Milano-Genova, aumentando gli sprechi di tempo e denaro in un periodo di crisi profonda.
E a proposito di denaro, vorremmo solo ricordarvi che il denaro pubblico è dei cittadini e vorremmo che fosse speso bene. Vorremmo non AUTOSTRADE ma STRADE senza rattoppi e buche. Vorremmo avere i collegamenti ferroviari di un paese che dice di essere all’altezza degli altri paesi europei. Ma non è forse la Lombardia, la regione dell’eccellenza, così come viene definita?
Quindi venite qui a casa nostra a costruirci un’inutile autostrada devastatrice senza alcun vantaggio per noi che invece dovremo subire quanto qui sotto vi elenchiamo:
1. La deturpazione della nostra terra che è caratterizzata da precise e ben definite peculiarità fisiche che nel corso dei secoli ne hanno fatto, grazie alle risorse naturali e all’indefesso lavoro dell’uomo, uno straordinario ambiente universalmente riconosciuto, ovvero quello della risaia.
2. Il pesante intervento sul complesso reticolo idrico sia superficiale sia profondo che connota questa realtà territoriale, contrassegnata dal fenomeno delle risorgive e dalla presenza di vaste zone umide.
3. La compromissione, soprattutto nella fase di realizzazione dell’opera, di un habitat naturale unico caratterizzato dalla presenza di esemplari in pericolo di estinzione in ambito botanico e zoologico.
4. La sottrazione di un’enorme quantità di suolo destinato a una finalità produttiva di straordinario valore, in quanto la Lomellina rappresenta l’area di più intenso sviluppo dell’attività risicola a livello nazionale ed europeo.
5. L’ipertrofica previsione di caselli e di svincoli che amplificano in modo abnorme il consumo di suolo.
6. La prevista realizzazione di un numero particolarmente alto di cave sull’intero territorio provinciale, ma soprattutto lomellino, con ulteriore compromissione dell’ambiente e sottrazione di suolo fertile. E non vogliamo soffermarci sull’uso illegale delle cave che si è fatto in territorio lombardo.
7. Il danneggiamento, in diversi casi irrimediabile, dell’attività produttiva degli agricoltori, determinato dall’attraversamento delle loro proprietà e la conseguente frammentazione di intere tenute.
8. Una ricaduta negativa sull’occupazione in quanto dai dati economici recentemente elaborati risulta chiaramente come l’attività primaria e i settori a essa connessi rappresentino l’unico settore che denota non solo una buona tenuta ma un significativo incremento.
9. La compromissione di aree naturalistiche di straordinario valore, che godono della qualifica di interesse europeo: parliamo di Zps e Sic.
Naturalmente ciascuno dei punti critici sopraelencati meriterebbe un’approfondita e documentata disanima, ma i pochi, risicati minuti messi a nostra disposizione ci impediscono di farla.
Ci limitiamo allora ad analizzare il danno irreparabile e irreversibile che la realizzazione dell’autostrada determinerà alla Zona a protezione speciale “Risaie della Lomellina” nel tratto compreso tra Castello d’Agogna e Langosco.
Premettiamo che con delibera n. 22233 del 18 aprile 2005, la giunta regionale della Lombardia individuò 23 nuovi siti che avevano le caratteristiche per essere designati Zona a Protezione Speciale (Z.P.S.), per complessivi 60.000 ettari circa, di cui oltre la metà in un’unica, grande area in Lomellina.
La caratteristica specifica del territorio preso in esame consiste nella grande quantità di acqua presente in superficie e nel sottosuolo prossimo; una zona di risorgive, con falda freatica poco profonda, con la presenza di vaste zone umide rappresentate da stagni, canneti, e soprattutto garzaie.
In questo contesto si sviluppa una flora autoctona e una fauna particolare. Infatti nelle acque stagnanti delle risaie è presente una molteplicità di vertebrati ed invertebrati che rappresentano la risorsa alimentare fondamentale per numerose specie di uccelli .
Nella relazione illustrativa predisposta in vista della determinazione regionale del 2005, il sito viene indicato da regione Lombardia (testuali parole) come “ di importanza assoluta per la quantità e la dimensione delle garzaie contenute (le più grandi della Lombardia) che ospitano una parte rilevante dell’intero contingente nazionale per alcune specie di Ardeidi” e continua evidenziando come “la presenza di habitat idro-igrofili e di fontanili costituisce un ulteriore elemento di importanza del sito”.
Sottolinea anche: “ … gli elementi di criticità sono molteplici e differenziati a seconda delle aree. Un problema di fondo è la necessità di manutenzione per ecosistemi dal fragile equilibrio. A questo proposito sono importanti la costanza della falda freatica, l’utilizzo delle migliori pratiche colturali ed una corretta gestione delle aree boscate”.
Anche nelle relazioni della Provincia di Pavia per la definizione delle ZPS, l’ecosistema di queste zone umide viene definito come fragilissimo e bisognoso di particolari e straordinarie attenzioni per ciò che riguarda l’intervento antropico.
Considerando ora solo il raccordo autostradale Mortara - Stroppiana e partendo dal casello di Castello d’Agogna, non si può non evidenziare che l’area in questione, in gran parte destinata a risaia, costituisce l’habitat naturale in cui numerose colonie di uccelli rientranti tra le specie protette nidificano nelle vicine aree umide e trovano di che sfamarsi.
L’asse autostradale interrompe subito dopo il casello di Castello d’Agogna la naturale continuità dell’area destinata a Z.P.S. tra quella a sud, in direzione di Zeme e quella a nord in direzione di Ceretto Lomellina e Sant’Angelo Lomellina, penetrando nella Z.P.S. all’altezza della cascina Porra a Castello d’Agogna e tagliando trasversalmente l’intera area protetta.
La sostanziale separazione della Z.P.S. in due aree poste a nord e a sud dell’arteria rappresenta un significativo danneggiamento per l’equilibrio biologico degli animali che vivono e che sono protetti da convenzioni internazionali.
Inutilmente lo sviluppo del percorso autostradale tende ad assumere un aspetto a zig zag, tentando di evitare, con una sorta di spericolato slalom, l’impatto diretto con i S.I.C. e i Monumenti naturali.
E mentre si raccomanda agli agricoltori impegnati nelle normali attività di predisposizione del terreno, di semina e di raccolto, un uso attento dei mezzi agricoli, come si può ragionevolmente sostenere che un intervento così invasivo e prolungato con mezzi di assai maggiore potenza e capacità distruttiva possa non incidere significativamente e, ahimè, perennemente su questi particolari contesti?
Come si può sostenere che gli imponenti interventi di sbancamento del terreno non incideranno negativamente sulla falda freatica assai superficiale e sulle risorgive?
Come si può immaginare che lavori prolungati per mesi, con la continua presenza di uomini e di mezzi in movimento non incideranno sulle fasi biologiche delle colonie di uccelli che, a pochi metri di distanza dovrebbero vivere, accoppiarsi, nidificare e covare?
Tali domande nascono spontaneamente in coloro che in questi territori vivono ed hanno considerato un dono provvidenziale tornare a vedere il volo di uccelli che da tempo erano praticamente scomparsi, ridotti come erano a poche unità.
Per tutte queste ragioni, qui espresse in modo molto, forse troppo sintetico, l’Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ribadisce in maniera chiara e ferma la netta contrarietà al raccordo autostradale interregionale Mortara – Stroppiana/A26.
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a Agronotizie
Stop ai biocarburanti, l'Ue taglia
aiuti e quote
Brusca frenata di Bruxelles sui carburanti da derivati agricoli a favore di quelli "sostenibili" per limitare l'impatto negativo su produzione alimentare, prezzi e ambiente
di Laura Serassio
Svolta di Bruxelles sui biocarburanti: la Commissione europea propone di abbassare al 5% la quota di quelli ottenuti da derivati alimentari sul totale dei combustibili usati nel settore dei trasporti.
Due le ragioni: da una parte, l’impatto negativo sulla produzione alimentare, a cui i biofuels sottraggono la risorsa primaria, ovvero il suolo. E, di conseguenza, sui prezzi.
Inoltre, studi scientifici hanno dimostrato anche effetti deleteri sull’ambiente, con una produzione di emissioni di CO2 pari, se non addirittura superiore, rispetto ai combustibili fossili.
5% della quota di combustibili nei trasporti
Un contrordine che arriva inaspettatamente e che taglierà le gambe chi ha investito nei biocombustibili, secondo l’industria. Un processo inevitabile e risaputo, messo in atto non appena si sono sviluppate sufficienti conoscenze scientifiche nell’ambito, secondo l’esecutivo di Bruxelles.
Con la proposta annunciata mercoledì 17 ottobre, il target di rinnovabili nel settore del trasporto rimane fisso al 10%, ma solo per metà potranno contribuirvi i cosiddetti “biocarburanti di prima generazione”. Si tratta di quelli ottenuti da diversi tipi di coltivazioni: barbabietola, canna da zucchero, mais (bioetanoli), nonché dall’olio di piante quali colza, soia, palma etc. (biodiesel).
“Non si tratta di chiudere le imprese dall’oggi al domani – rivendica uno dei due Commissari incaricati della proposta, la danese Connie Hedegaard, responsabile al Clima, di fronte a chi parla di investimenti vanificati e posti di lavoro da tagliare – bisogna però dare un segnale chiaro all’industria: sì ai biocarburanti, ma solo se sostenibili”.
Secondo l’Esecutivo di Bruxelles, inoltre, quel 5% indicato come tetto massimo corrisponde all’incirca all’attuale produzione (che oscillerebbe intorno al 4,5%): di fatto, quindi, non si impongono drastici tagli al settore, ma si chiede che non cresca ulteriormente.
Impatto ambientale dei biocarburanti
Il target del 10% di rinnovabili nel trasporto entro il 2020 rimane fisso, ma i biocarburanti di prima generazione potranno contribuire solo per metà all’obiettivo.
Ecco che il resto del lavoro, dunque, spetterà ai biofuels “di seconda e terza generazione”, quelli che sfruttano piante non di consumo alimentare (paglia, alghe) o residui di colture (rami, foglie, rifiuti alimentari).
Questo soprattutto perché, rispetto ai loro predecessori, hanno un minore impatto ambientale.
Nel passato, infatti, anche quelli di prima generazione erano stati incentivati nell’ottica di ridurre l’uso di combustibili fossili e, quindi, l’emissione di anidride carbonica.
Ma studi più recenti hanno dimostrato che anche i biofuels producono un consistente quantitativo di CO2: sottraendo terreno alle colture, impongono la creazione di nuove superfici per coltivare, che vengono ottenute disboscando, distruggendo ecosistemi, erodendo suoli.
Un effetto noto come “cambio di destinazione agricola” (in inglese Iluc, Indirect land use change) che, se calcolato nell’impatto ambientale dei biocarburanti, li rende inquinanti tanto quanto i combustibili fossili, se non di più.
Stop agli incentivi dal 2020 per i biocarburanti di prima generazione
Nel futuro, quindi, bioetanoli e biodiesel non riceveranno più incentivi (a partire dal 2020), mentre i sussidi andranno ai carburanti che sfruttano rifiuti o piante non alimentari, proprio perché non hanno “effetti collaterali” sull’ambiente, ma anche perché non concorrenziali rispetto alla produzione di cibo.
L’ultima proposta di modifica dell’attuale normativa, infine, è l’aumento dal 35% al 60% della soglia minima di riduzione dei gas a effetto serra per i nuovi impianti, per scoraggiare ulteriori investimenti in questo tipo di combustibili che hanno dato scarsi risultati nella riduzione delle emissioni.
D’altro canto, la Commissione promette di quadruplicare il peso dei carburanti più avanzati nel computo del raggiungimento del target fissato al 10%.
“Non si può espandere una produzione non sostenibile - scandiscono la Commissaria Hedegaard e il suo collega Günther Oettinger, responsabile al portafoglio Energia - non possiamo permetterci che un problema già grande cresca ulteriormente. Stiamo dando un segnale: che i biocarburanti non sostenibili non rappresentano il futuro dell’Europa, e che bisogna guardare altrove”.
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da Repubblica, 19 ottobre 2012
IL CASO
Enel contro Maire Tecnimont in Sudamerica
"Centrale in ritardo, sequestrate le fidejussioni"
Tramite la controllata Endesa Chile, il gruppo elettrico ha escusso le somme in garanzie dei lavori per 112 milioni. La società milanese di difende: "Azione inaspettata e del tutto illegittima". Probabile ricorso in tribunale
di LUCA PAGNI
MILANO - Duello sudamericano tra Enel e Maire Tecnimont. Anche se si svolge dall'altra parte del globo, sulla costa pacifica del Cile, le ricadute sono tutte milanesi. Con i due gruppi, l'ex monopolista e ancora numero uno del mercato elettrico e la società leader nel campo della costruzione di centrali e impianti industriali. Con la prima che accusa di aver ricevuto un lavoro in ritardo oltre che realizzato non proprio a regola d'arte. Al punto di aver escusso le fidejussioni consegnate in banca come garanzia degli impegni. E la seconda che protesta per l'atto unilaterale giunto inaspettato e definedolo senza mezzi termini "fraudolento".
Oggetto del contendere la costruzione di una centrale a carbone sulla costa dell'oceano Pacifico, a Coronel, regione del Bio Bio per conto di Endesa Chile, controllata sudamericana di Enel. L'impianto è stato consegnato il 12 ottobre scorso. E come si legge in una nota, Maire ritiene "di aver raggiunto i requisiti per l'accettazione provvisoria, circostanza che ha come conseguenza la restituzione delle garanzie bancarie e il pagamento integrale del saldo".
Invece, sempre secondo Maire "del tutto inaspettatamente" il 16 ottobre Enel ha escusso tutte le garanzie bancarie a garanzia dell'esecuzione dei lavori, accusando l'appaltatore di ritardi. Complessivamente si tratta di fidejussioni per 112 milioni di euro. Per Maire la sorpresa sarebbe doppia. Da una parte perché il 4 giugno era stato raggiunto un accordo per avere una ulteriore estensione del periodo per il completamento dei lavori, oltre a un aumento del prezzo complessivo dei lavori. Dall'altra perché aveva già fatto sapere di non essere responsabile dei ritardi accumulati. Imputati invece alle "violentissime e ripetute sommosse da parte delle popolazioni locali contro la centrale, nonché dei terremoti di elevatissima magnitudo verificatisi nel febbraio 2010 e febbraio 2011".
Un punto di vista che non verrebbe condiviso da Enel. La società elettrica oltre a contestare il rispetto dei tempi e la qualità del lavoro, afferma di aver pagato alcuni lavori affidati a subfornitori e sottolinea come Maire abbia un contenzioso simile con un gruppo concorrente cileno che ha realizzato un'altra centrale a carbone nella stessa località.
Da cui si capisce la reazione "violentissima" delle popolazioni assediate da ben due centrali a carbone, sia il fatto che il contenzioso tra le due società italiane non è certo destinato a terminare qui. Anche se la società non conferma, è più che probabile un ricorso da parte di Maire al tribunale per riottenere in tutto o in parte le fidejussioni.
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E' iniziata la raccolta firme alla seguente petizione:
PETIZIONE PER ESPRIMERE LA PROPRIA CONTRARIETA’ A:
PdL 146 bis regione Lombardia
“Modifiche alla legge regionale 4 maggio 2001 n. 9 ‘Programmazione e sviluppo della rete viaria di interesse regionale’ – Ampliamento dei contenuti della concessione di autostrada regionale e costo delle opere e misure compensative” (n. 146 bis)
Per la terza volta è stato ripresentato dalla giunta Formigoni il progetto di legge regionale per favorire la realizzazione delle autostrade riducendo l’importo delle mitigazioni ambientali e dando in concessione a privati non solo le infrastrutture, ma anche aree attorno ad esse per gli usi più diversi, centri commerciali, logistiche, capannoni, case, ecc.
La Giunta Formigoni aveva tentato di approvarlo già nel 2007 (con il pdl 226) ma era stato bocciato. Quest’anno per la seconda volta viene ripresentato a distanza di pochi mesi.
Cosa significa la proposta? Significa che il meccanismo speculativo dell’aumento dei prezzi per attività edilizie attorno ai caselli e all’autostrada viene istituzionalmente sancito da legge e che, in parole povere, le nuove autostrade non si fanno se e nella misura in cui servono, ma si fanno perché diventano strumento per il business immobiliare. Altro che investire in vero sviluppo e sostegno alle imprese, le banche (e non solo loro…..) investiranno in lucrose scorciatoie ai danni dell'ambiente e chi deve riciclare avrà grandi opportunità….
I SOTTOSCRITTI CHIEDONO
Al Consiglio Regionale della Lombardia di bocciare questa proposta e di votare un ordine del giorno che impegni la Giunta a non ripresentarla più!
seguono le firme
Per firmare on line
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NO AGLI INCENERITORI
FIRMA LA PETIZIONE
http://www.avaaz.org/it/petition/facciamo_un_passo_indietro/?fLtDvbb&pv=26
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L'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità
riconosce che i gas di scarico dei motori diesel
provocano il cancro
Da Ansa.it, 12 giugno 2012
ROMA - Non e' piu' solo un'ipotesi, bensi' una certezza: i gas di scappamento dei motori diesel sono "cancerogeni certi" per gli esseri umani e l'esposizione a tali gas è associata ad un "rischio accresciuto di tumore al polmone" ed anche ad un maggior rischio di cancro alla vescica. Il 'verdetto' arriva dal Centro internazionale di ricerca sul cancro (Circ/Iarc) dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che nel 1988 aveva classificato le emissioni dei motori diesel tra i cancerogeni "probabili" per l'uomo.
Gli esperti Oms, riuniti oggi a Lione, hanno dunque stabilito che ci sono oggi "prove sufficienti" dell'associazione tra emissioni dei motori diesel e insorgenza del cancro: "Le prove scientifiche sono inconfutabili e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state unanimi: le emanazioni dei motori diesel causano il tumore del polmone", ha dichiarato il presidente del Circ Christopher Portier, sottolineando la necessita' che "l' esposizione a questa miscela di prodotti chimici sia ridotta in tutto il mondò". I gas di scarico sono stati dunque oggi classificati nel 'gruppo 1', quello appunto delle sostanze cancerogene certe, mentre in precedenza erano annoverati nel 'gruppo 2' delle sostanze ''probabilmente'' cancerogene per l'uomo.
La pronuncia dell'Oms ''apre nuovi scenari'' secondo l'associazione dei consumatori Codacons: ''Ora le Procure della Repubblica - afferma l'organizzazione - potranno finalmente procedere contro i sindaci che non bloccano la circolazione dei veicoli e non prendono provvedimenti seri per scongiurare il superamento del valore limite di 50 µg/m3 di PM10, che per legge non andrebbe superato per più di 35 volte in un anno".
Finalmente, commenta il Codacons, ''spariscono le parole 'probabilmente' e 'potenzialmente', e ciò rende possibile procedere con maggior successo non solo per il reato di getto pericoloso di cose (674 cod. penale) ma anche per omissione d'atti d'ufficio nei confronti dei sindaci e dei presidenti di regione inadempienti''. Possibile anche, annuncia l'associazione, una class action con persone ammalate di tumore ai polmoni.
La notizia riguarda un mercato non da poco: Le vetture diesel sono molto diffuse principalmente nell''Europa occidentale, dove incentivi fiscali, a costruttori e automobilisti, ne hanno favorito la diffusione. In Italia, nei primi cinque mesi del 2012 sono state vendute 371.995 vetture diesel, con una flessione del 20,74% rispetto all'anno scorso. La percentuale di vetture diesel vendute nello stesso periodo e' stata pari al 54,5% del totale. Al di fuori dell'Europa la trazione diesel e' confinata quasi esclusivamente ai veicoli commerciali, soprattutto grazie ai migliori consumi. Costruttori tedeschi stanno tentando di aumentare la diffusione del diesel negli Usa, dove le lunghe distanze da coprire in autostrada sono adatte a questo tipo di motori.
Sorpresi dell'affermazione dell'Oms l'Associazione europea dei costruttori d'auto (Acea). L'industria - afferma un portavoce - ''dovra' studiare il documento in tutti i dettagli''. ''Queste tecnologie - ha aggiunto - sono state sviluppate proprio per rispondere a queste preoccupazioni. E le ultime tecnologie diesel sono veramente molto pulite''. Allen Scheffer, direttore esecutivo del Diesel Technology Forum, associazione di settore basata a Washington, sottolinea che miliardi di dollari sono stati spesi nella ricerca e lo sviluppo di motori diesel puliti e con emissioni ridotte. , ''i motori diesel che si basano sulle nuove tecnologie - afferma Schaeffer - utilizzano carburanti a bassissima quantita' di zolfo, con sistemi e tecniche avanzate di controllo delle emissioni, sono ormai vicino alle zero emissioni per quanto riguarda gli ossidi di azoto, gli idrocarburi e il particolato''.
Centrale elettrica a cippato di pioppo Biolevano
L'APPELLO DI FUTURO SOSTENIBILE IN LOMELLINA
SPEGNETE LE LUCI DELLA CENTRALE
Il 31 marzo in tutto il mondo verranno spente le luci dei monumenti e dei luoghi simbolo per l’Ora della Terra. Sui giornali è riportato che anche la Lomellina aderisce. Vigevano spegnerà i fari della Torre del Bramante, Sannazzaro quelli della Madonna della Fontana, Pieve Albignola quelli del parco giochi e altri ancora aderiranno a questo evento che simboleggia la lotta al cambiamento climatico.
Chiediamo quindi che anche la Biolevano, che ogni sera illumina a giorno la sua centrale e i campi della Lomellina, contribuendo con l’ inquinamento luminoso a incrementare l’effetto serra, disturbando la fauna delle nostre risaie, spenga le sue sfavillanti e inutili luci per una sera.
Per un breve lasso di tempo rispetti i parametri del protocollo di Kyoto non dissipando energia elettrica e protegga per qualche ora quella campagna che è venuta a deturpare per i propri interessi economici con una mega centrale a cippato di pioppo per la quale prende gli incentivi pagati da noi cittadini italiani per la lotta al cambiamento climatico.
Per una notte ci sembrerà di non essere più a Las Vegas ma semplicemente in Lomellina e qualche tasso o qualche airone potrà anche lui, finalmente, per una notte riposare tranquillo.
Il 16 marzo 2012 Futuro sostenibile in Lomellina ha presentato le osservazioni per la Valutazione Ambientale al Ministero dell'Ambiente e alla Regione Lombardia.
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COMUNICATO STAMPA
ESPOSTO AL MINISTERO DELL'AMBIENTE
Castello d’Agogna, 28 febbraio 2012
L’Associazione Futuro sostenibile in Lomellina ha inviato al Ministero dell’Ambiente un’ampia ed esauriente documentazione attestante la criticità della situazione ambientale della Lomellina, in particolar modo per ciò che riguarda i comuni di Parona, Mortara, Olevano e Castello d’Agogna.
La constatazione che immancabilmente gli amministratori locali non prendono seriamente in considerazione lo stato ambientale fortemente compromesso adottando le misure necessarie per tutelare la salute dei cittadini, nonostante l’appello di medici, scienziati e tecnici, ci ha indotto a questa iniziativa fortemente voluta da tutti i cittadini che hanno coscienza civile e che ci sostengono.
La Direzione Generale Valutazioni Ambientali ha quindi sollecitamente inviato in data odierna alla Prefettura, alla Regione Lombardia, alla Provincia, all'Arpa, ai comuni di Mortara, Olevano, Parona, Castello d'Agogna, al Corpo Forestale e alle varie Direzioni generali del Ministero la richiesta di chiarimenti in ordine allo stato di criticità ambientale da noi denunciato e la trasmissione di informazioni sullo stato dei luoghi e la sussistenza di situazioni di pericolo per la salute dei cittadini e per l'ambiente.
Il ministero ha inoltre inviato all'ISPRA la nostra documentazione su supporto informatico, chiedendo a questo Isituto di redigere un'apposita relazione di approfondimento tecnico-scientifico e di valutazione del danno ambientale.
DOCUMENTO DELLA RETE DEI COMITATI E DELLE ASSOCIAZIONI PER SALUTE, AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA PROVINCIA DI PAVIA NELL'INCONTRO CON IL PRESIDENTE E GLI ASSESSORI DELL'AMBIENTE E DEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI PAVIA
Presentazione RETE incontro giunta Bosone 5 novembre 2011
Abbiamo rappresentato graficamente la RETE in questa mappa che giorno dopo giorno si infittisce.
Ci piace definirci le sentinelle del territorio che amiamo, che abitiamo e che controlliamo sotto tutti i suoi aspetti da nord a sud, da est a ovest.
Ci rivolgiamo a voi, a Lei, presidente, per mettere in atto ciò che questa provincia desidera da troppo tempo.
In un periodo di crisi come questa, i tempi sono stretti. Le persone raccolgono le proprie forze, i propri averi, li contano e cercano di non dissiparli ulteriormente, chi non lo fa è colui che non si rende conto della portata della crisi. Una crisi industriale, energetica e ambientale. Ma è anche un periodo in cui il processo per uscirne è già iniziato perché i pericoli da evitare sono già evidenti come i vantaggi da ottenere. Entrambi sono presenti ora. Basta riuscire a coglierli, basta operare al momento giusto che è oggi, che è il presente.
Penserà forse che siamo incorreggibili idealisti, Presidente, ma le assicuro che siamo anche fortemente realisti. Vorremmo che la nostra provincia fosse prima e non ultima come è stata per troppo tempo. La vorremmo prima nel dire basta al consumo di suolo, prima nella RD, prima nella viabilità, prima nel controllo delle emissioni, prima nell’agricoltura conservativa, prima nella cura del paesaggio, nella tutela dei beni comuni, prima nello smaltimento dell’amianto con metodi innovativi, prima nell’ascoltare la saggezza di chi un territorio lo vive appassionatamente. Vorremmo che fosse la prima provincia virtuosa.
Vorremmo che il lavoro ripartisse investendo forze nella rivalutazione di quello che abbiamo, che è un patrimonio immenso, un patrimonio dissipato in anni di muscoloso attivismo privo di progettualità.
Per questo motivo siamo qui. Le chiediamo di collaborare con noi con un impegno politico chiaro e forte, Chiediamo a Lei e ai suoi collaboratori, di adottare tutte quelle misure che possono contribuire a far primeggiare la nostra provincia, vi chiediamo di essere voi i nostri portavoce in regione e perché no i nostri sostenitori, perché no i tenaci oppositori a una politica regionale che non rifiuta mai nessun progetto gli venga sottoposto.
Vi chiediamo di agire in tempi brevi, perché proprio in questa provincia in assenza di controlli, di prospettive, di un progetto, chi pesca nel torbido, chi fa solo i suoi interessi e non quelli della comunità prospera e continua a creare guai.
Rifacendoci poi alle risposte che Lei, Presidente, ci diede 6 mesi quando sottoponemmo a Lei e agli altri candidati le nostre domande, le diciamo che:
Redatta la mappatura delle criticità, non possiamo aspettare OLTRE AFFINCHE’:
In aree critiche ci sia compensazione del carico inquinante con obbligo di revisione degli impianti più vecchi, soprattutto in caso di richiesta di raddoppio dell’esistente. Che si faccia attenzione a autorizzare altri impianti anche da 1MGW a ridosso di aree critiche, anche se la richiesta viene da comuni confinanti con l’area critica.
Si lavori fianco a fianco per quegli impianti ancora in fase di autorizzazione.
Ci venga fornito un elenco dettagliato degli impianti autorizzati in questi mesi del suo insediamento
Ci sia:
- un potenziamento della rete di rilevazione dell’aria, applicando la direttiva nazionale introdotta con il D.lgs. 155/10 di recepimento della Direttiva sulla qualità dell’aria 50/08/CE
- un monitoraggio dello stato del suolo e delle acque continuando anche lo studio del suolo del 2004, adottando metodi per la rilevazione delle diossine molto più avanzati.
Si valuti la possibilità di fare una Convenzione con Arpa per avere un presidio operativo con verifiche ispettive non solo per gli impianti soggetti a Aia, (i cui controlli sono per legge 3 all’anno per totale di 24h. annue su 8.000 ore annue di funzionamento) ma anche per quelli al di sotto di 1mgw che bruciano spesso di tutto.
Ci siano controlli sulla filiera corta per il rifornimento delle centrali a biomassa con relativo catasto dei terreni coltivati a combustibile per le centrali elettriche.
Chiediamo quindi, Presidente, il suo impegno reale, e politico, nel caso non sia tutto di competenza provinciale, affinché:
1. Il PTCP abbia una forte impronta di sostenibilità con limitazione al consumo di suolo.
2. La provincia sviluppi un piano energetico che serva da stimolo alla regione per assegnare a ogni provincia obiettivi precisi e per dimostrare che la provincia di Pavia sta producendo 2/3 in più del suo fabbisogno energetico.
3. Che quali strumenti associati al PGT da parte dei comuni, ci sia l’adozione della classificazione acustica e, da parte dei comuni con impianti a rischio chimico-industriale, anche dell’ ERIR (Elaborato Rischi Incidenti Rilevanti) per la prevenzione e la mitigazione del rischio.
4. Si operi per la riduzione della produzione dei rifiuti in collaborazione con la Grande Distribuzione Organizzata promuovendo anche progetti innovativi di smaltimento e recupero dei rifiuti (Vedelago ma non solo) non raggiungendo il 65% del 2012 con la sola differenzazione dell’umido, come funzionari della Provincia e addetti ai lavori ci hanno sbandierato prima che lei si insediasse, mentre Clir e ASM lamentano che il Piano Provinciale Rifiuti frena la raccolta differenziata.
Che si esca dalla politica dell’incenerimento.
5. Si restituisca alla collettività porzioni di territorio a suo tempo destinate a discariche da considerare ormai come una fase sempre più residuale del ciclo integrato dei rifiuti.
6. Si individui presto una strada per lo smaltimento del cemento amianto che non può essere quella della discarica tout court, ma si avviino le pratiche per il rilascio delle autorizzazioni a impianti di smaltimento di cemento amianto, dopo una corretta informazione attraverso iniziative pubbliche per favorire;
lo sviluppo di modalità innovative
la partnership pubblico-privato
l’utilizzo di materiali derivanti dall’inertizzazione dell’amianto in opere civili.
7. La rete viaria non sia solo rappezzata, perché per ora quando si guida sembra di essere su un’ottovolante.
8. I collegamenti ferrioviari e su gomma sia vivibili.
9. Sia prioritaria la gestione pubblica dell’acqua.
10. Ci sia chiarezza sul fronte Autostrada Broni-Mortara che sottrarrà 19mila ettari all’agricoltura, provocando danni e esborso da parte dei cittadini senza alcun vantaggio.
11. Si avvi un progressivo potenziamento dell’agricoltura conservativa con riduzione progressiva di diserbanti e in genere di fitofarmaci e una Valorizzazione dei beni pubblici non remunerati dal mercato, quali paesaggio, gestione equilibrata del territorio, inverdimento. Abbiamo aspettato sempre risposte dalla politica. Oggi vi chiediamo di darcele. La nostra richiesta viene dal basso, viene da chi lavora nella scuola, in officina, da chi è imprenditore di se stesso, da chi è disoccupato, cocopro a vita, da chi è pendolare… insomma da tutti i cittadini. Noi rappresentiamo, Presidente, il cuore della Sua provincia.
Abbiamo proposte da farvi operative e oggi ci interessa capire, sapere, se ritenete importante la nostra collaborazione, se ritenete OPPORTUNO confrontarci presto e periodicamente con intervalli di tempo ravvicinati. Dalle sue risposte chiare, dal suo impegno in prima persona e da quello dei suoi assessori capiremo se finalmente la provincia di Pavia vuole cambiare rotta, vuole provare ad essere prima in breve tempo. Il progetto è ambizioso ma pensiamo che bisogna che lo sia.
Bisogna avere l’ambizione di primeggiare oggi qui in Lombardia, qui in provincia di Pavia. Chiediamo a lei e ai suoi collaboratori di avere questa ambizione e di condividerla con noi.
COMUNICATO STAMPA DELLA RETE DEI COMITATI E DELLE ASSOCIAZIONI PER SALUTE,
AMBIENTE E SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA PROVINCIA DI PAVIA
Vigiliamo sull'ambiente e la salute
Sabato 5 Novembre, alle ore 12 presso la Provincia di Pavia, la Rete delle Associazioni e dei Comitati per la salvaguardia della salute e la tutela del territorio incontreranno il Presidente della Provincia Daniele Bosone, l'Assessore all'Ambiente Alberto Lasagna, l'Assessore al territorio Michele Bozzano, il Presidente della Commissione Ambiente Pierangelo Fazzini e il Presidente della Commissione Territorio Ezio Stella. Gli oltre 30 Comitati e Associazioni della Rete, dopo l'incontro interlocutorio di questa estate con l'Assessore Lasagna, intendono ora proseguire nell'opera di sensibilizzazione e dialogo con l'Amministrazione Provinciale considerato che purtroppo la nostra Provincia è disseminata di criticità che minacciano sia l'ambiente sia la salute dei cittadini. Tale situazione richiede interventi immediati e volontà di agire.
Per questi motivi all'incontro con l'Amministrazione la Rete chiederà:
1) L'apertura di un confronto serio e soprattutto regolare con l'Amministrazione Provinciale per portare le istanze dei cittadini e del territorio all'attenzione della politica, nonché per esaminare congiuntamente le criticità della Provincia e le possibili soluzioni.
2) Il mantenimento delle promesse elettorali vigilando sull'attuazione del programma politico dell'Amministrazione negli ambiti cruciali e dirimenti della tutela del territorio e della salute dei cittadini.
3) La formulazione di piani di intervento puntuali, rigorosi, dalle tempistiche certe partendo da inquinamento, gestione dei rifiuti, consumo di suolo, pianificazione energetica sino alla mobilità intelligente. Nelle precedenti amministrazioni è mancata una visione d'insieme e capacità di pianificazione, sono state favorite soluzioni di breve termine e prive di prospettiva, e spesso senza alcuna progettualità. Di fronte a una situazione ormai insostenibile è necessaria una svolta. Per questo intendiamo offrire la nostra collaborazione affinché la Provincia elabori programmi di sviluppo, di tutela e di valorizzazione del territorio che siano a lungo termine, documentati, aperti al vaglio e al controllo dell'opinione pubblica.
CENTRALE A BIOMASSA DI OLEVANO DI LOMELLINA
OTTO DOMANDE ALLA BIOLEVANO
Abbiamo letto sui giornali dell’incontro tenutosi ad Olevano, organizzato dalla Biolevano srl, alla presenza del sindaco di Olevano e dei più o meno potenziali partners della centrale elettrica in avanzata fase di costruzione.
Certamente, in quella sede, prima del ricco buffet offerto nella prestigiosa sede della Tenuta San Giovanni, si saranno illustrati nei minimi particolari i progetti dell’impianto e si saranno date le risposte più esaurienti alle domande degli intervenuti. Naturalmente non essendo partners della centrale non siamo stati invitati e non abbiamo potuto porre le domande che interessano parecchi cittadini della Lomellina.
Sappiamo dal progetto che la Maire Technimont ha presentato che:
La Biolevano brucerà 180.000 tonnellate all’anno di pioppelle
E' previsto il transito di almeno 100 camion al giorno per le strade adiacenti all’impianto per garantire il rifornimento del legname richiesto.
Il cippato per la centrale sarà ricavato da pioppelle con almeno 2 o 3 anni di vita coltivate nel raggio di 70 chilometri.
Chiediamo allora alla Maire Technimont/Biolevano:
Considerato che con un taglio di alberi ogni 2 anni è necessario prevedere un’estensione di coltivazione doppia o tripla rispetto a quella necessaria per l’approvvigionamento annuo, quanti ettari di terreno si renderanno allora necessari per garantire il funzionamento della centrale?
Dagli studi previsionali che certamente la ditta ha fatto, quanti ettari di terreno coltivato a cippato sono attualmente disponibili entro i 70 chilometri della filiera corta?
E’ in grado la ditta di dire approssimativamente quanti sono gli ettari di terreno coltivato a pioppelle attualmente disponibili in tutto il nord Italia e quante centrali elettriche dovranno approvvigionarsi del cippato prodotto in questi ettari di terreno?
Dove smisterà la Biolevano la grande quantità di ceneri che prevede di produrre ogni anno dalla combustione del legno?
La ditta ritiene che una massiccia riconversione al cippato di terreni attualmente destinati a colture tradizionali, quali il riso e il mais, possa avere una qualche conseguenza sull’economia agricola locale e nazionale?
Considerate le dichiarazioni dei responsabili della ditta in cui si dice che: “L’impianto contribuirà allo sviluppo occupazionale del territorio Pavese e della Lomellina sia nell’ambito della filiera di produzione del pioppo sia in relazione alla centrale stessa” e considerato altresì il raffronto tra l’impiego di manodopera necessaria per un campo di pioppelle e un campo occupato da altre scelte colturali, quale ritiene possa essere lo sviluppo occupazionale realizzabile in provincia di Pavia?
Quanti dipendenti avrà la centrale una volta entrata a regime?
Perché con un impatto così forte sull'ambiente non ha previsto il recupero del calore per contribuire allo spegnimento di almeno alcune caldaie con riduzione dell'inquinamento?
Aspettiamo risposte precise a questi semplici quesiti che non richiedono grandi sforzi.
Anticipiamo però che noi una certa, fondata idea su quali dovrebbero essere queste risposte ce l’abbiamo e quindi siamo particolarmente curiosi di poterle confrontare con quelle che, certamente, ci verranno date.
COMUNICATO STAMPA 29 LUGLIO 2011
L’Associazione Futuro sostenibile in Lomellina, preso atto della sentenza del Consiglio di Stato del 25 luglio 2011, che ripristina le autorizzazioni alla costruzione della centrale a biomassa Biolevano a Olevano di Lomellina annullate dalla sentenza del Tar n. 7136 del 28 ottobre 2010, comunica che non intende rinunciare al proseguimento della propria azione di contrasto alla realizzazione di tale centrale, facendosi così portavoce delle migliaia di cittadini che, pur non avendo avuto riconosciuto il diritto di parola nei vari passaggi amministrativi, hanno manifestato la loro contrarietà a tale progetto firmando diverse petizioni per uno sviluppo industriale che tenesse conto della salute degli abitanti del territorio e della tutela dell’ambiente. Futuro sostenibile in Lomellina si batterà nelle sedi opportune affinché venga sospesa la costruzione della Centrale Biolevano/Maire Tecnimont in attesa che si proceda alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) del territorio interessato che certifichi la sostenibilità o no di tale impianto sulla base delle criticità, evidenziate dallo studio dei progetti autorizzati, di cui riportiamo solo alcuni punti: - Nessuna cogenerazione, nessuna rete di teleriscaldamento: il calore prodotto sarà
disperso nell’aria.
- Passaggio di circa 100 camion al giorno solo per fornire la centrale di 180.000 tonnellate all’anno di pioppelle.
- Nessuna possibilità di reperire tutte le 180.000 tonnellate annue di biomassa legnosa nel raggio di 70 km come la legge prescrive per la filiera corta in seguito all’applicazione del protocollo di Kyoto.
- Incremento di polveri sottili per il solo funzionamento della centrale pari a oltre 12 kg di polveri sparse in atmosfera ogni giorno senza contare quindi l’aumento delle polveri dovuto al passaggio giornaliero dei camion per rifornirla in una zona che nonostante sia classificata Zona B ha un’alta densità di emissione di PM10, NOX e NH3.
- Effetto sommatorio dell’inquinamento dovuto allo sviluppo del Polo Logistico di Mortara, ai 10 impianti industriali IPPC, registrati (sito Regione Lombardia) come impianti potenzialmente inquinanti, presenti in pochissimi km tra Parona e Mortara e a quelli in via di realizzazione, come il raddoppio dell’Inceneritore della Sit con autorizzazione a bruciare CDR, combustibile derivato da rifiuti in tutta Europa non incentivabile, ma che solo in Italia viene incentivato con i soldi dei contribuenti. - Criticità al sistema fognario e al depuratore di Olevano. Stravolgimento di un territorio, danni all’agricoltura e alla salute dei cittadini per una centrale che offre pochi posti di lavoro quando lavorerà a regime e che per legge può ricevere incentivi statali solo per un periodo che va da un minimo di 8 anni a un massimo di 15 anni, periodo presunto di ammortamento dei costi dell’impianto. Senza incentivi non sarà più conveniente per l’imprenditore. Difatti come riportato testualmente nel progetto autorizzato “i contratti con il mondo agricolo per la produzione di pioppelle avranno una durata di 12 anni”. Finito questo periodo che cosa brucerà?
L’Associazione chiede quindi alla nuova giunta provinciale Bosone di esprimere come intende procedere, considerato che in sede di dibattimento al consiglio di Stato il 10 maggio la Provincia di Vittorio Poma si è battuta con grande fervore a favore della ditta Biolevano della Maire Tecnimont. Chiede anche alla nuova giunta, come già formalmente fatto per iscritto il 15 giugno 2011, la risposta alla diffida presentata il 12 aprile dalla nostra Associazione all’allora presidente della Provincia di Pavia Poma per il mancato rispetto della sentenza del Tar da parte di Biolevano che ha proseguito i lavori, ultimando praticamente l’impianto, per ben 5 mesi priva di tutte le autorizzazioni, dopo aver dichiarato con atto formale agli atti della Provincia e trasmesso all’Associazione che i lavori di messa in sicurezza erano terminati il 10 dicembre 2010.
COMUNICATO STAMPA