INTERVISTA ALLA MAESTRA MARIA LUPICA

Alcuni ragazzi della nostra redazione sono stati gli alunni della maestra, ormai in pensione, Maria Lupica e avevano piacere di farle un'intervista e così, incontrarla di nuovo. E' stato bello rivederla.

  1. A che età ha cominciato a lavorare? Per quanti anni ha insegnato? Sempre alla Scuola Primaria?

Ho cominciato a lavorare intorno ai 25 anni, ho sempre lavorato alla Primaria perchè ho fatto un paio di giorni all’Infanzia e non mi è piaciuto. Ho insegnato per 35 anni.

  1. Ha sempre voluto fare questo lavoro?

In realtà non era la mia scelta iniziale.. andando a scuola e prendendo il diploma poi ho deciso.

  1. Ha mai pensato di cambiare mestiere?

No.

  1. E’ contenta che sua figlia abbia deciso di seguire la sua strada?

  1. Le manca insegnare?

Mi mancano specialmente i bambini.

  1. Le mancano degli alunni in particolare?

Voi, gli ultimi alunni che ho avuto.

  1. E’ rimasta in contatto con le sue vecchie colleghe?

Sì, ci sentiamo e ci vediamo quando riusciamo ad organizzarci.

  1. Si è abituata facilmente al cambiamento (non insegnare più)?

Sì, non ho avuto molte difficoltà, ma perchè voi sareste andati alle medie. Se foste rimasti alla Primaria, forse avrei fatto più fatica.

  1. Quali sono, secondo lei, le difficoltà che si incontrano facendo l’insegnante?

Ce ne sono tante, ma credo soprattutto conoscere bene gli alunni, essere sicuri anche di ciò che si insegna e come e la gestione della classe.

  1. Nell’ultimo periodo, quali sono le difficoltà che ha incontrato lei personalmente?

La difficoltà maggiore che ho avuto è quella dell’utilizzo delle nuove tecnologie.

  1. Perché insegnava matematica e non un’altra disciplina?

Innanzitutto perchè sin da quando mi sono diplomata, avrei voluto studiare matematica all’Università e mi è sempre piaciuta. Poi, ho sempre trovato colleghe che facevano altre discipline quindi mi è andata bene con quel che avrei voluto fare. Ho anche insegnato altro negli anni, ma matematica la sentivo più mia.

  1. Ci descriva la classe peggiore che ha mai avuto e quella migliore.

A dir la verità, non ho avuto mai classi così tremende da essere ricordate come peggiori, ma la migliore in assoluto che ricordo è la V B dell’anno scolastico 2016-2017 che mi ha dato tante soddisfazioni.

  1. Un’esperienza bella che si ricorda con gli alunni?

Ce ne sono tante in realtà, ma quella che mi ricordo con più piacere è quella che ho fatto a Rivara con un laboratorio di terracotta.

  1. Ha mai avuto problemi con i genitori? E con le colleghe?

Con i genitori no, ma con qualche collega sì, non a livello personale, ma per quanto riguardava la classe e la gestione.

  1. Ci sono mai stati bambini che non riusciva proprio a sopportare? Come affrontava la cosa?

Sì, ci sono stati alcuni bambini che mi hanno creato problemi.

  1. Le è piaciuto fare questo lavoro? Lo rifarebbe?

Sì, lo rifarei.

  1. Ci sono delle cose che cambierebbe in quel che ha fatto durante i suoi anni di lavoro? E’ soddisfatta comunque?

Sono soddisfatta ma sicuramente, potessi, cambierei qualcosa: avrei potuto essere migliore e più brava in alcune cose. Non si smette mai di imparare.

  1. Cosa le ha dato questo lavoro, a livello personale?

Mi ha dato tanto a livello personale: sono cresciuta insieme ai miei alunni e anche insieme alle mie colleghe e ai miei colleghi.

  1. Consiglierebbe questo mestiere ai giovani di oggi? Perchè?

Lo consiglierei ai giovani di oggi perchè è un lavoro molto bello: si ha una bella soddisfazione a veder crescere i bambini e a vederli cambiare, è un lavoro che arricchisce.

  1. Quali caratteristiche si devono avere per essere un buon insegnante, secondo lei?

Ci vogliono tante cose: molta pazienza, consapevolezza di ciò che si sta facendo in classe, tanta costanza, amore verso gli altri, il sapersi mettere in gioco e al livello dei più piccoli per saperli ascoltare.


Intervista di Daisy Gumari, Iris Gumari, Giulia Coha,

Yasmine Saqil, Sofia Schillaci e Amelia Picchiottino