seTTIMO numero 

Cari lettori e care lettrici, 

con un po' di ritardo pubblichiamo il settimo numero del giornalino scolastico. Durante la nostra assenza molti sono stati gli avvenimenti soprattutto nel nostro Istituto, tra cui la English Week, la Settimana delle competenze e diverse giornate mondiali. In questo numero tratteremo la Settimana delle competenze.

Il nostro ritardo è stato anche dovuto al fatto che ci siamo presi un po' di tempo per realizzare concretamente i contenitori per la differenziata di cui vi avevamo parlato nel numero precedente. Ora non avete più scuse per lasciare il cortile della Scuola Secondaria pulito ;) 

THE WINNER IS...

Questo numero lo apriamo con l'articolo vincitore del contest "Sfida all'ultima penna". 

The winner is... la classe 2^ A della Scuola Secondaria di Favria. L'articolo, che trovate qui di seguito, ha riscosso molto successo ed è piaciuto anche a noi della redazione. La classe 2^ A riceverà anche un piccolo premio, ma siccome abbiamo trovato tutti gli articoli molto interessanti, nei numeri successivi ne verranno pubblicati altri, anche senza premio.

Complimenti a tutti!

La Classe 2 A riflette sugli atteggiamenti umani nei confronti degli animali

Prima ti desidero e poi ti abbandono

E’ quasi una normalità trovarsi a camminare lungo le vie del paese, nei giardinetti o nelle piazze, ed incontrare uomini e donne in compagnia di un animale, solitamente un cane. Di razza o comuni, affiancano il padrone e, talvolta, sono così somiglianti, da chiedersi se la scelta avvenga per uno strano carisma che si instaura fra anime simili. Se tutto ciò fa pensare a qualcosa di bello, di tenero e di amore, perché all’inizio delle vacanze estive molti

cani vengono abbandonati? E perché nei canili ci sono così tanti orfanelli? Noi abbiamo provato, imitando l’autore Pennac, a scrivere una pagina di diario cercando di raccontarla dalla parte del cane.


Il diario di Whisky

Storia di un cane abbandonato

Lunedì 7 luglio

Caro diario,

io sono Whisky, un cagnolino di due anni, sono un maschio di Golden Retriever color mandorla e con gli occhi azzurri come il cielo.

Sono nato in una cucciolata di otto cagnolini e sono stato subito adottato ma, dopo poco tempo, sono stato abbandonato. Non so bene il perchè di quest’azione crudele, ma penso che quella famiglia proprio non sopportasse i cani adulti. Noi da cuccioli siamo bellissimi e ispiriamo tenerezza... però può essere sia un pregio che una disgrazia, perché crescendo si cambia e si diventa meno dolci. Ma torniamo a me e a quello che sto vivendo in questo momento.

Oggi, purtroppo, sono stato abbandonato per la seconda volta da una famiglia alla quale ero molto affezionato.

Da quando mi presero al canile ho passato molti momenti felici con loro, soprattutto con il mio piccolo padroncino: Marco. Lui ha sette anni ed è il più piccolo di casa Benvenuti. Dei tanti bei momenti trascorsi insieme, quello che mi torna sempre in mente è il giorno in cui si è avvicinato a me per la prima volta al canile ed ha espresso il suo sentimento con un gran sorriso e le lacrime agli occhi.

Quando mi trovavo con la famiglia che mi ha abbandonato mi sentivo sempre amato e apprezzato, mentre adesso, mi trovo qui, sul ciglio di una strada con altri due cani a raccontarti la storia della mia triste vita.

Questa mattina mi sono svegliato molto presto perchè sarei dovuto partire per le vacanze estive con Marco e i suoi genitori. Siamo saliti tutti e quattro in macchina per andare verso l'aeroporto di Fiumicino, vicino a Roma, però, ad un certo punto, il papà si è fermato ed ha accostato l’auto vicino ad un marciapiede. Mi ha fatto scendere, ed io ho pensato che mi portassero a fare i bisogni ed a prendere un po’ d’ aria fresca, invece sono stato legato con il guinzaglio al guardrail. Poi lui è salito in macchina e la famiglia è ripartita. Ho visto Marco, il

mio padroncino, che mi guardava dal finestrino ed era in lacrime. Adesso sono circa due ore che sono legato qui e sto cominciando ad avvertire un po' di sete e di fame.

Sto provando una strana sensazione, come se mi venisse da svenire, sento che sto cadendo in un lunghissimo sonno profondo.

Martedì 8 luglio

Questa mattina mi sono svegliato e mi sono ritrovato in un luogo non ben definito, ma del quale mi pareva riconoscere come un posto familiare, dove ho già vissuto. Solo quando ho ripreso del tutto conoscenza ho capito che mi trovo per la seconda volta dentro un canile.

Mi sto chiedendo che cosa non piace di me. Sono troppo irruente quando arrivano le persone perché le salto al collo per dimostrare il mio affetto? Ho sempre cercato di mangiare tutto quello che mi era messo nella ciotola ed anche quando i croccantini non erano di mio gusto li ho divorati ! Avevano deciso che in salotto non dovevo stare e allora nell’ora di pranzo o durante le cene con degli inviatati andavo a mettermi sul mio cuscino (onestamente un po’ piccolo per me) e attendevo con pazienza che mi dicessero quando potevo muovermi. Forse qualche volta ho fatto i miei bisognini in casa, ma era tutto il giorno che attendevo che qualcuno mi aprisse la porta per andare in giardino!

Mi sento molto triste ed anche un po’ deluso dal comportamento della mia, ormai, vecchia famiglia, ma sono anche un cucciolo molto speranzoso e nonostante tutto ho ancora fiducia nel genere umano.

Oggi, anche se mi trovo in questo triste luogo, spero che qualche famiglia finalmente mi adotti e che non mi scelga per un solo breve periodo o per accontentare i capricci del momento, ma che mi voglia per tenermi sempre con sé, accettando anche i miei limiti di un cane, che malgrado i suoi difetti sa volere un gran bene.


Prima mi diverto e poi ti abbandono

Un altro problema relativo gli animali e su cui si sta discutendo molto è se nel 2023 è ancora utile esibirli nei circhi. Molti hanno fatto la scelta di non usarli più , in quanto è risaputo che togliere un leone, un elefante dal suo habitat naturale significa in qualche modo rendergli la vita difficile e rischiare molto spesso l’estinzione di una specie. In un’era dove abbiamo i social , i documentari televisivi che ci trasportano in ogni luogo e ci consentono con un click di entrare dentro qualsiasi ambiente della Terra , ha ancora senso schiavizzare un animale per il gusto del divertimento? Noi abbiamo voluto portare in tal senso la riflessione di un leone che dopo aver prestato un onorato servizio in un circo ora si trova alla fine della sua vita.


Diario di Lionel

Storia di un leone schiavizzato

Domenica 23 aprile

Tra dieci minuti inizia il mio spettacolo, o meglio, quello del mio “padrone”. Mi chiamo Lionel, sono un leone e lavoro in un circo da dodici anni in un circo. La mia criniera è ormai rovinata, perché in questo posto non vengo curato abbastanza. Una volta, quando ero più giovane, ero il migliore tra i felini; tutti venivano a vedermi e ad ammirarmi per il mio aspetto possente e la mia agilità, ma da quando ho iniziato a perdere le forze gli spettatori sono diminuiti e i proprietari si arrabbiano con me, ma non è colpa mia!

Martedì 25 aprile

L’altro giorno, dopo uno spettacolo, ho sentito il mio padrone discutere con l’addestratore per decidere se abbattermi o vendermi. Ho sempre più paura, ma qualunque posto è meglio di questo.

Venerdì 28 aprile

Questa mattina, dopo due mesi, mi hanno fatto finalmente uscire e guardandomi intorno mi sono ricordato del mio passato, perciò credo sia ora di raccontarvi la mia storia.

Sono nato nel centro della Savana. Lì avevo una famiglia molto grande, ero il maggiore tra i miei fratelli. Ero felice ma, come tutti i leoni, sono dovuto andare via per cercare un mio gruppo e creare una famiglia. Quando avevo circa due anni, mentre tornavo nella mia tana sentii un rumore e poi qualcosa pungermi, dopo pochi secondi mi addormentai.

Quando mi svegliai mi accorsi di essere rinchiuso in una gabbia in movimento, ma ero troppo stanco per cercare di liberarmi. Dopo parecchie ore siamo arrivati a destinazione e due uomini mi hanno fatto uscire ed entrare in una struttura con delle sbarre che non avevo mai visto. Da quel momento vivo spostandomi costantemente.

Lunedì 1 maggio

Oggi, durante uno spettacolo, non sono riuscito a fare un esercizio; davanti al pubblico il mio padrone si è scusato sorridendo, ma appena l’esibizione è finita e siamo tornati dietro le quinte sono stato maltrattato e non ho ricevuto da mangiare. Fanno così ogni volta, pretendono che io svolga tutto con facilità, ma non è nella mia natura. Non riesco a sopportare questo ritmo vista la mia età; mi manca la mia vecchia vita e la mia famiglia, che

non rivedrò mai più.

Una cosa che mi dà molto fastidio è che davanti agli spettatori devo fingere di star bene , però la realtà è ben diversa. Spero che tutto ciò finisca il prima possibile perché ogni giorno sono costretto a fare cose contro natura, ma nessuno lo capisce.

Mercoledì 3 maggio

Oggi non sono riuscito a partecipare allo spettacolo, avevo finito le forze. Il mio padrone ha preso una decisione; ha chiamato un uomo che ha preso degli oggetti dalla sua valigetta e ha iniziato a montarli. Si sono avvicinati a me e ho sentito lo stesso dolore di quando sono stato preso, ero sempre più debole e assonnato, poi ho rivisto la savana e la mia famiglia. I miei occhi hanno iniziato a chiudersi da soli finchè non mi sono addormentato...finalmente dopo dodici anni mi sono sentito libero.