Come non puoi confrontare 2 frazioni che non siano simili, per lo stesso motivo non puoi sommarle così come sono...
L'addizione è un'operazione possibile sempre e solo quando gli addendi sono simili: la somma altro non è che il risultato del conteggio degli addendi simili coinvolti dall'addizione, possibile grazie alla proprietà distributiva che permette di raccogliere il fattore che rende simili gli addendi e sommarne i coefficienti (che ne indicano la quantità).
Come vedrai, lo stesso vale per i radicali e per i monomi algebrici: anche per loro si introduce, infatti, il concetto di similarità che permette poi di sommarli.
2 numeri o 2 misure possono essere addizionati perché sono simili, cioè espressi nella stessa unità frazionaria (unità), ma non si possono addizionare 2 misure senza prima aver eseguito un'equivalenza che permetta di esprimerli nella stessa unità di misura: infatti, l'unità di misura altro non è che l'unità frazionaria dei sottomultipli.
Per esempio: 1 dag = 10/10 dag = 10 * (1/10 dag) = 10 g
Anche in questo caso, vale la proprietà distributiva:
Lo stesso vale, dunque, anche per le frazioni: soltanto le frazioni simili possono essere addizionate direttamente:
L'unità frazionaria è il fattore comune alle frazioni simili, la loro unità di misura.
Non disperare, ho una buona notizia per te: anche le frazioni non simili possono essere addizionate, ma solo dopo essere state rese simili... ricapitoliamo:
Quindi: se 2 frazioni non sono simili, allora prima si esegue un'equivalenza per renderle simili e poi si procede all'addizione o alla sottrazione, esattamente come si fa per le unità di misura. La trasformazione delle frazioni date in frazioni rispettivamente equivalenti che abbiano lo stesso denominatore è esattamente l'equivalenza necessaria per renderle simili.
Vediamo un esempio in dettaglio:
TUTORMATH
Guardiamo con attenzione l'esempio e, in particolare, la prima frazione.
Ogni terzo (unità frazionaria della prima frazione) è stato diviso in 4 parti per poter espresso in dodicesimi: diventa quindi uguale a 4 delle nuove unità frazionarie (dodicesimi).
Allora il numeratore, poiché indica il numero di unità frazionarie considerate, dovrà essere moltiplicato per lo stesso numero di parti in cui ogni unità frazionaria è stata divisa, cioè 4.
NOTA BENE: la scelta del minimo comune multiplo fra i denominatori è una scelta di comodo per ridurre il calcolo; qualsiasi altro multiplo comune permetterebbe comunque di rendere simili le frazioni, ma non favorirebbe il calcolo e richiederebbe alla fine la riduzione ai minimi termini della frazione risultante.
Ti è tutto chiaro? Lo verificherai subito, perché una nuova missione ti chiama...