Quante volte, nella nostra carriera scolastica abbiamo incontrato dei ragazzi che andavano avanti come treni? Qual è il loro segreto? E cosa possiamo fare per quelli che non riescono? La professoressa nel video ci insegna a trovare, studenti e docenti, la grinta per andare avanti.
'Non studiare per imparare, ma studia per spiegare!'.
Sicuramente questa è la frase che più mi ha colpito di Matteo Salvo, campione mondiale di memoria ed oggi pienamente impegnato a divulgare metodi di studio innovativi tra tutti coloro che ad ogni titolo studiano.
Ogni anno anch'io cerco di individuare studenti più preparati per aiutare, tutorare i 'meno svegli' e spiego loro che in realtà chi si avvantaggerà di più dell'apprendimento a due sarà chi spiega, non il contrario. Quindi, dopo qualche incontro invito la coppia a scambiarsi di ruolo. Questa tecnica può essere applicata in classe o a casa.
Quante volte, da docenti, ci rendiamo conto che i nostri alunni non riescono ad andare avanti, sono 'scarichi'? Proviamo ad analizzare l'ora in cui avviene, se questo sfinimento succede sempre lo stesso giorno e magari alla stessa ora. Una volta ho seguito un corso di cinese e la cosa che ho imparato non è stata la lingua ma un importantissimo metodo che i docenti cinesi applicano. Nelle scuole cinesi, le lezioni durano al massimo 40 minuti e sono sempre seguite da semplici e utili esercizi di stretching e yoga. Matteo Salvo ci spiega perché è assolutamente necessario rialzare la curva dell'attenzione con pause strategiche. E i compiti non devono essere troppo difficili e neppure troppo facili!
Se anche tu sei rimasto colpito da questo 'studioso della memoria e del metodo di studio', allora ti consiglio di comprare questo suo testo. Io ce l'ho, insieme ad un altro sulle mappe mentali.
Un altro video meraviglioso e divertente sull'educazione e la creatività è questo, uno dei tanti presentati alle TED conferences. Sir Ken Robinson ci spiega che la creatività andrebbe sviluppata e non mortificata; che agli alunni bisognerebbe insegnare a non perdere l'innato coraggio di sbagliare, perché è solo sbagliando che si impara.