Siamo sicuri che per essere intelligenti o per provare sentimenti, occorra un cervello? E siamo sicuri che il nostro sia il più adatto a ciò? In questa pagina una serie di video e di articoli ci farà riflettere sui nostri limiti e soprattutto ci farà capire che è ancora molto quello che non abbiamo capito della Natura.
In questo video si vede un protozoo, un'ameba, che attrae a sé altri due protozoi spirotrichidi del genere Stentor, probabilmente con la produzione di una molecola a loro gradita. Quando, dopo aver avvolto uno dei due, l'ameba inizia a produrre acidi per la digestione esterna della preda, lo Stentor fuggito torna spesso indietro sulla scena del crimine ed è facile attribuirgli sentimenti di paura, solidarietà per il compagno, frustrazione per il fatto di non riuscire a liberare l'amico che d'altro canto mostra grande voglia di fuggire, di libertà, di sopravvivenza. E allora la domanda è: se questi esseri sono unicellulari, i loro sentimenti dove sono? Essi non hanno un cervello, però hanno sentimenti. La scienza ci ha insegnato che i sentimenti sono mediati da neurotrasmettitori che agiscono su strutture, organi, cerebrali e non. Ma in questo caso?
Neurobiologia vegetale sembra un ossimoro e forse lo è, non avendo le piante un sistema nervoso propriamente detto. Gli studi del professor Mancuso ci fanno riflettere sui ruoli che noi umani abbiamo attribuito alle piante e su quanto ancora c'è da comprendere sul mondo della Natura.
Questo divertente video mostra chiaramente come esseri microscopici unicellulari (Stentor sp.) e pluricellulari (Rotifera), siano in grado di comunicare pur non avendo organi di senso veri e propri o centraline di analisi dati come un seppur primordiale cervello.
Ogni commento a queste immagini appare superfluo. Questi organismi unicellulari sembrano dotati di una chiara consapevolezza di sé.
Secondo Konrad Lorenz, premio Nobel per i suoi studi di etologia, la vita è un processo che cerca conoscenza: vivere è imparare. E lo è per tutte le forme viventi, dalla più piccola alla nostra. Tutti gli esseri viventi hanno necessità di conoscere l'ambiente in cui vivono. Si potrebbe dire a questo punto che la scuola è vita e che la vita è una scuola.
La nostra anima, la nostra mente, il nostro cervello sono davvero misteriosi. Dov'è l'anima? Lo scopriremo mai? E come potremmo? Come fanno gli scienziati a capire dove risiedono le nostre funzioni, le nostre sensazioni? In questo video davvero eccezionale troverai qualche risposta.
La fisica classica non prevede il libero arbitrio, la fisica quantistica invece sì, perché ci dà la probabilità che un evento accada, non la certezza. In questo video Faggin ci suggerisce come la coscienza non sia una proprietà emergente della biologia ma probabilmente una qualità intrinseca dell'Universo nel quale gli esseri senzienti costituiscono dei campi, espressione di quell'unica coscienza generatrice che vuole attraverso loro conoscersi con punti di vista differenti.