A Land Without People for a People Without Land

("Una terra senza popolo per un popolo senza terra")

di Giulia Tavella 5 D

Una formula che ha sconvolto il Medioriente

La fase principale del conflitto tra Israele e gli Stati arabi ebbe luogo dal 1948, anno della proclamazione dello Stato di Israele, al 1973, e fu costituita da una serie di guerre arabo-israeliane: la guerra del 1948, la guerra di Suez del 1956, la guerra dei sei giorni del 1967 e la guerra del Kippur del 1973.

Oltre a questo, nella prima metà del XX secolo, furono scoperti immensi giacimenti petroliferi in tutta l'area e ciò rese ancora più interessante il territorio vicino-orientale per le potenze europee che, bisognose di quell'elemento per la loro crescente industria hanno approfittato della situazione e da sempre cercato di colonizzare l'intera area, imponendo un'occupazione militare che mira allo sfruttamento della zona da parte delle economie europee. Come buona parte del Vicino Oriente, anche la Palestina ha subito l'occupazione britannica, a causa della sua rilevanza economica e strategica derivante dalla vicinanza con l'Egitto e il canale di Suez, nonché con l'area siro-libanese assegnata invece sempre in forma di mandato alla Francia. Le popolazioni che vivevano in tale zona erano da secoli a forte maggioranza araba, ma al termine del XIX secolo e, in misura sempre più consistente nei primi anni del XX secolo, fu consentito l'insediamento di comunità ebraiche, molte delle quali guadagnate alla causa sionista.

A partire dagli anni trenta del XX secolo, e ancor più dopo il termine del secondo conflitto mondiale e la tragedia dell'Olocausto, la Palestina vide fortemente alterata la sua composizione demografica, con la minoranza ebraica cresciuta dall'11,1% totale nel 1922 al 33% nel 1947, grazie all'acquisto di terreni reso possibile dai fondi concessi ai profughi ebrei sfuggiti alla persecuzione nazista.

Cerimonia di firma degli accordi di Abramo

Tale processo è stato bruscamente interrotto dall’attacco di Hamas del 7 ottobre partito dalla striscia di Gaza

I territori a est del fiume Giordano, talvolta considerati parte della Palestina, erano compresi invece nella porzione meridionale del vilayet di Siria. Già nel 1887, Gerusalemme aveva ottenuto una certa forma di autonomia dall'Impero ottomano, a dimostrazione della sua politica sovraetnica e sovraculturale. Nell'ambito di questa volontà, parte del movimento sionista per giustificare l'esistenza di un futuro Stato ebraico in loco, sovente si rifaceva allo slogan A Land Without People for a People Without Land ("Una terra senza popolo per un popolo senza terra"), frase coniata nella metà del XIX secolo da Lord Anthony Ashley Cooper, settimo Conte di Shaftesbury (politico britannico dell'era vittoriana), che venne però spesso interpretata non nella accezione originale (secondo cui la 

Palestina, sotto il dominio ottomano, non aveva nessuna popolazione che mostrasse aspirazioni nazionali specifiche), ma come la negazione della presenza di una significativa popolazione preesistente all'arrivo dei primi coloni ebrei.

Grazie all'appoggio dei britannici (che vedevano di buon occhio la possibilità di insediamenti nella zona di popolazioni provenienti dall'Europa) e alla grande disponibilità economica di cui godevano alcuni settori delle comunità ebraiche della diaspora, Herzl organizzò il primo convegno sionista mondiale a Basilea nel 1897 e in esso furono poste le basi per la graduale penetrazione ebraica in Palestina, grazie all'acquisto da parte dell'Agenzia ebraica di terreni da assegnare a coloni ebrei originari dell'Europa e della Russia, per poter poi conseguire la necessaria maggioranza demografica e il sostanziale controllo dell'economia che potessero giustificare la rivendicazione del diritto a dar vita a un'entità statale ebraica. Nel 1978 l'invasione del sud del Libano da parte dell'esercito israeliano indusse l'ONU a creare una zona cuscinetto, tra i due paesi, presidiata dai "caschi blu". L'anno successivo, dopo lunghe trattative si è arrivati agli accordi di Camp David con cui è stato avviato il processo di pace tra Israele e i paesi arabi che è proseguito in tempi più recenti con gli accordi di Oslo prima e gli accordi di Abramo poi.

Per quanto riguarda i giorni d'oggi, l'8 ottobre 2023 Israele ha dichiarato lo stato di guerra con lo scopo ufficiale di cancellare Hamas definitivamente, iniziando prolungati bombardamenti diretti alla Striscia di Gaza dove si trovano le basi dell'organizzazione palestinese. Il 26 ottobre è iniziata anche l'avanzata di terra dell'esercito israeliano nella Striscia, con violenti combattimenti sviluppati all'interno di zone urbane densamente abitate, dove Hamas ha costruito le proprie fortificazioni. Il conseguente coinvolgimento della popolazione civile palestinese nei bombardamenti e negli scontri, con un alto numero di sfollati, feriti e vittime, ha generato una crisi umanitaria destando l'allarme di numerose organizzazioni umanitarie e di alcuni governi, i quali hanno denunciato apertamente i metodi israeliani anche in sede ONU.

C’è chi auspica come soluzione quella di favorire la fondazione di un vero e proprio stato palestinese secondo lo slogan “ due stati per due popoli” , ma la presenza degli insediamenti dei coloni nei territori assegnati all’Autorità palestinese rende difficile l’attuazione di tale sogno di pace.