Mostra Iranian beauty

di Francy Lizeth Dragotto Inguglia 5E

Il 30 Ottobre con la nostra professoressa di storia, Antonella Lo Sardo, abbiamo partecipato alla mostra Iranian beauty, dove attraverso delle foto ci sono stati presentati alcuni scorci della vita quotidiana delle donne iraniane. 

È stata un’indimenticabile esperienza che mi ha portato a diverse riflessioni tra cui il concetto di bellezza e come quest’ultima sia molto presente all’interno della nostra vita.

L’attività proposta dalla professoressa si divideva in due fasi: in un primo tempo abbiamo visualizzato le varie fotografie cogliendone la loro unicità e interiorizzando ciò che volevano trasmettere; mentre in un secondo tempo l’artista Aldo Palagonia, nonché il fotografo, ha raccontato la sua esperienza in Iran parlandoci della bellezza di questo Paese ma anche dei pericoli che in esso si nascondono; l’attività si è conclusa proponendo a ognuno di noi l’analisi di ciascuna fotografia con l’intenzione di riuscire a coglierne al di là dell’apparenza il concetto di bellezza.

Ammirando le fotografie ho potuto osservare tante storie, ognuna diversa tra loro ma al contempo unica, merito degli scatti sinceri e delicati dai quali traspare un mondo raccontato tramite piccoli dettagli, l’artista è riuscito a catturare attimi che in alcune foto, per quanto fuggenti possano essere, suscitano determinate emozioni senza mai soffermarsi sulla superficialità delle cose ma andando oltre, egli con la sua fotografia è in grado di instaurare un dialogo cono spettatore. Ho apprezzato tutte le fotografie, ma una più di tutte, la mia foto preferita è quella dove sono presenti tre bambine, tutte e tre coperte da un velo e illuminate da una luce calda e naturale che si posa principalmente sul viso della bambina centrale, come sfondo prevale un muro che mostra un effetto luci e ombre che notiamo anche negli indumenti, esse creano un senso di profondità all’immagine; penso che con questa foto il fotografo volesse esprimere la bellezza della fanciullezza, mostrando le tre bambine pronte a vivere un giorno pieno di sorprese e probabilmente anche incertezze. Notiamo che le tre bambine indossano il velo, questo fa capire come la religione sin da subito sia un elemento cardine della quotidianità di tutte le donne e bambine che appartengono a una etnia e cultura che impone tale costrizione. Ho apprezzato tanto questa foto perché i visi delle bambine suscitano dolcezza, nei loro occhi trapela curiosità, e l’incantevole sorriso della bambina che sembra essere la più piccola suscita nell’osservatore un’immensa tenerezza. Ho apprezzato ancora di più questa foto perché guardando queste tre bambine mi è tornato in mente il ricordo di me da piccola con le mie sorelline, ciò mi ha suscitato forti emozioni e mi ha fatto riflettere su cosa mi sarebbe successo se non avessi avuto la fortuna di essere stata adottata, sulla vita che avrei vissuto e sulle possibilità mancate. L’artista inquadra una bellezza spontanea, fatta di sguardi e sorrisi che immortalano emozioni.

È evidente come il concetto di bellezza prevale ed emerge in tutte le foto, ma non è semplice descrivere la bellezza, forse perché è complicato esprimere i concetti riguardanti la realtà astratta come l’amore, la gioia e il bello; “Potremmo definire la bellezza come il nome di qualcosa che non esiste, che io do alle cose in cambio del piacere che mi danno” (Fernando Pessoa). Bello è scoprire che ciò che non ci piaceva, adesso ci piace perché amiamo chi lo trova bello, bellezza è tutto ciò che fa pulsare il cuore, che suscita stupore, ebrezza, e rende indescrivibile l’emozione che essa suscita in ognuno di noi in quanto espressa in maniera diversa perché siamo tutti diversi e incredibilmente straordinari. Tutto questo è bellezza, d’altronde la bellezza non è descrivibile ma percepibile.