Scelto dall’Amore
Il 13 marzo i Cardinali hanno scelto Jorge Mario Bergoglio, già arcivescovo di Buenos Aires, ora Papa Francesco, come successore di Pietro, nuovo vescovo di Roma e capo della Chiesa universale.
Il suo motto episcopale recita: «Miserando atque Eligendo». Sono parole tratte dall’Omelia 21 di S. Beda il Venerabile, che si legge nella Liturgia delle Ore nel giorno di S. Matteo, l’esattore delle tasse chiamato a diventare apostolo ed evangelista: Vidit ergo Iesus publicanum, et quia miserando atque eligendo vidit, ait illi, Sequere me. Sequere autem dixit imitare. Sequere dixit non tam incessu pedum, quam executione morum. Ovvero: «Vide un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: «Seguimi». Gli disse «Seguimi», cioè imitami. Seguimi, disse, non tanto col movimento dei piedi, quanto con la pratica della vita».
Una scelta che viene dall’amore e conduce all’amore.
Santo Padre,
la nostra famiglia di carmelitani e carmelitane scalze Le dà il più caloroso benvenuto. Con la semplicità che ci hanno trasmesso i nostri padri e le nostre madri nel Carmelo, le apriamo da subito la porta del nostro cuore. Conti su di noi, Santità, su questi suoi figli e figlie in Cristo Gesù. La nostra Santa Madre Teresa ci ha insegnato a vivere il dono della fede in comunione di amore con la Chiesa, in spirito di obbedienza al Vicario di Cristo, mettendo le nostre vite al servizio del Regno. Lo abbiamo fatto con i suoi predecessori e adesso lo faremo con Lei. Portando nel cuore un senso di profonda gratitudine verso il suo predecessore Benedetto XVI, la cui vita ci ha tanto aiutato a fissare lo sguardo su Cristo, abbiamo vissuto con serenità fiduciosa, in attesa orante e con gioia commossa l’elezione del nuovo Papa. Dicevamo ogni giorno al Signore: «Mostraci chi hai scelto per guidare la barca di Pietro in questo tempo di grazia». E ora che l’abbiamo vista, accogliamo in Lei colui che Dio ci ha inviato.
Grazie di cuore per aver detto di sì. Immaginiamo che non sia stato facile di fronte agli ardui compiti che La attendono. Ma abbiamo scorto nel suo volto l’umiltà vera di chi si offre come strumento del Signore, di chi lascia che sia Lui stesso a operare nelle sue parole, nelle sue scelte, nelle sue azioni. In Lei abbiamo riconosciuto ancora una volta l’opera dello Spirito, la sua forza rinnovatrice, che riserva costantemente sorprese ai suoi fedeli, e di questo rendiamo grazie a Dio.
Vorremmo dirLe con un po’ di audacia che desideriamo essere Suoi amici. Vorremmo che la nostra famiglia del Carmelo fosse per Lei come una nuova Betania, dove possa riposare dalle Sue fatiche e dove insieme possiamo parlare con libertà delle cose che più amiamo: del nostro Amico Gesù Cristo, della sua Chiesa, degli uomini più bisognosi del nostro tempo. Il nome che ha scelto ci incoraggia a farlo: è il nome di chi, sulle orme di Cristo, ha voluto farsi sempre più piccolo dei suoi fratelli.
Saremo con Lei missionari quando si metterà in cammino per annunciare il Vangelo a tutto il mondo. Ci uniremo a Lei quando proclamerà con coraggio e forza la pace e la giustizia del Regno di Dio. Quando apparirà la croce, ci avrà al Suo fianco per abbracciarla insieme a Lei. E saremo con Lei ancora, quando si ritirerà in preghiera, per parlare al cuore di Cristo.
Mettiamo il suo pontificato sotto la protezione di Maria, che per noi è «fiore del Carmelo, vite fiorente, splendore del cielo, vergine feconda, tenera madre, stella del mare».
Che Dio la benedica!
I suoi figli e figlie del Carmelo teresiano
P. Saverio Cannistrà ocd
"NELLE SUE MANI"
In un libro-intervista ( in spagnolo, di Rubin e Ambrogetti) , il card. Bergoglio (ora papa Francesco) rispondeva alla domanda su quale fosse il santo a cui si rivolge in caso di bisogno: "Santa Teresa di Lisieux. Ho una sua foto su di un piano della mia libreria, davanti alla quale metto un vaso di rose bianche. Quando ho un problema, domando alla Santa non di risolverlo ma di prenderlo nelle sue mani e di aiutarmi ad accettarlo".
Dans un livre d'entretiens, le Pape François répond à la question : vers quel saint préférez-vous vous tourner en cas de besoin ? "SAINTE THERESE DE LISIEUX. Je garde une photo d'elle sur une étagère de ma bibliothèque, devant laquelle je mets un vase de roses blanches. Quand j'ai un problème je demande à la Sainte, non de le résoudre, mais de le prendre dans ses mains et de m'aider à l'accepter."
Papa Francesco e s. Teresa di G. B.
di Michelangelo Nasca
da “La Stampa”,
martedì 19 marzo 2013
Quando Papa Francesco era ancora Arcivescovo di Buenos Aires e si recava a Roma per gli impegni legati al suo ministero, era solito fermarsi nella piccola Chiesa di Santa Maria Annunziata in Borgo (popolarmente chiamata Annunziatina) – un oratorio di Roma sito sul lungotevere Vaticano, a pochi passi dalla Basilica di S. Pietro – per pregare. Nell’ottobre del 2002 i Frati Francescani dell’Immacolata – che dal 1998 hanno la custodia della piccola chiesa – cominciarono a notare la presenza di un sacerdote che, puntualmente alle nove del mattino, si fermava a pregare con grande raccoglimento e devozione davanti alla statua di S. Teresa di Gesù Bambino, e poi andava via. “Era un sacerdote non troppo giovane, – racconta P. Rosario M. Sammarco nella pagina Facebook dei Frati Francescani dell’Immacolata – dalla figura alta e prestante. Incuriosì sia per la puntualità con cui arrivava, sia per l'atteggiamento molto devoto e semplice. Per darvi un'idea, al termine della preghiera era solito fare come fanno tante disprezzate vecchiette dei nostri paesi: toccava la statua e la baciava. La curiosità aumentò quando una volta i frati notarono che il sacerdote aveva la talare con i bottoni rossi. Un cardinale, dunque? Ma chi poteva essere?”. Uno dei frati, Fra Anselmo M. Marcos, addetto alla sacrestia, incuriositosi, decise un giorno di avvicinarsi per chiedere al devoto pellegrino chi fosse, e questi – con altrettanta semplicità – disse di essere il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, che in quel periodo si trovava a Roma per il disbrigo di alcuni impegni ministeriali. Tra i due nacque un’amicizia. Fra Anselmo M. Marcos si trova adesso missionario in Nigeria e quando ha saputo del Conclave – rivela P. Rosario M. Sammarco – “ha pregato tanto la Madonna di Fatima affinché diventasse Papa quel suo grande amico, che non ha mai dimenticato, ed è stato esaudito”. Chissà – si domanda P. Sammarco – se Papa Francesco si ricorda ancora, a distanza di 10 anni di quel fraticello, e chissà se prima di entrare in Conclave non si sia fermato ancora una volta in quella chiesetta per pregare dinnanzi alla statua di Santa Teresina, di cui a quanto sembra è particolarmente devoto. E chissà che non vi torni a pregare adesso anche da Papa. Una possibilità, questa, che non ci sentiamo di escludere, viste le tante sorprese a cui Papa Francesco ci sta abituando.