S. Teresa del Bambino Gesù fu presente negli interventi dei Padri Conciliari del Vaticano II? Ma fino a che punto e sotto quale aspetto?
La risposta è affermativa. Il nome della nostra santa risuonò nella Basilica di S. Pietro per ben 15 volte a sostegno di alcune verità basilari della vita della Chiesa, quando si tratta di illuminare il rapporto fra vita di preghiera e sacrificio, tra preghiera e missioni, fra immolazione nascosta e apostolato e nella devozione alla Madonna. Sono richiami semplici, o meglio, sono pure allusioni, che non hanno la pretesa di dimostrare le affermazioni della Santa, ma quella di richiamare un pensiero, un concetto, una forma di vita a sostegno di qualche verità che i Padri volevano esplicitamente richiamata dal Concilio.
Ecco l'elenco di tali interventi desunti da Acta Synodalia Sacrosancti Concilii Oecumenici Vaticani II. .
Mons. P. Boillou, vescovo titolare di Maina, coadiutore c.j.s., di Verdun (Francia), in commento al compito riservato al magistero di interpretare la bibbia, notava: "È compito di tutta la Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, del sacerdozio regale, illustrare e approfondire ciò che è implicito nel Vangelo. Che cosa fanno i santi, se non un'ottima illustrazione? Che cosa ha fatto il povero diacono S. Francesco, che cosa Teresa di Avila, che cosa Teresa del Bambino Gesù, e De Foucauld?".
Mons. G. D'Avack, arcivescovo di Camerino (Italia), parlando dell'importanza della preghiera e della penitenza per il buon esito del Concilio, ripeteva: "Ricordiamoci di S. Teresa del Bambino Gesù, Patrona delle missioni come san Francesco Saverio".
Mons. A. Vuccino, arcivescovo titolare di Apro, parlando dell'amore alla Chiesa, faceva notare: "Mi piace ripetervi le parole della mia figlia Teresa di Gesù Bambino: “Nel cuore della Chiesa io sarò l'amore”.
Mons. E. Westermann, vescovo di Sambalpur (India), sempre a proposito dell'aiuto per le missioni, riprendeva: "Giova solo ricordare i nomi dei due patroni delle missioni: san Francesco Saverio e santa Teresa di Gesù Bambino".
I vescovi dell'Inghilterra e dei Galles, presentando uno schema sulla Madonna, osservavano che Maria santissima non è solo Regina, ma anche Madre, e in nota richiamavano le parole di S. Teresa del Bambino Gesù: "Maria è più madre che regina".
Mons. Pacifico M. Perantoni, arcivescovo di Lanciano (Italia), parlando del valore apostolico dell'offerta della vita religiosa a vantaggio di tutta la Chiesa, offriva come esempio "S. Teresa del Bambino Gesù, che, benché claustrale, da Pio XI venne dichiarata Patrona delle missioni.
Anche il P. Aniceto Fernández, Maestro Generale dei Domenicani, volendo provare come la missione l'apostolato appartengono all'essenza della vita cristiana, citava "S. Teresa del Bambino Gesù, la quale con S. Francesco Saverio fu dichiarata Patrona delle missioni".
Mons. V. McCauley, vescovo di Fort Portal (Uganda), suggeriva un paragrafo da inserirsi nel testo del Decreto sulle missioni: "Tutti abbiano sempre presente l'esemplare della vita contemplativa, santa Teresa del Bambino Gesù, Patrona principale delle missioni".
Il card. P.P. Meouchi, Patriarca dei Maroniti di Antiochia, ripeteva lo stesso concetto, proponendo come conclusione del Decreto queste parole: "Il richiamo al grande e primo missionario del Padre, nostro Signore Gesù Cristo, della Vergine santa, dei Santi Francesco Saverio e Teresa del Bambino Gesù, potrebbe benissimo concludere lo Schema, che termina stranamente senza una conclusione generale".
Mons. C. De Provenchères, arcivescovo Aix (Francia), richiamava che tanti Ordini e Congregazioni assumono come proprio il compito dell'evangelizzazione, che è proprio di tutta la Chiesa. Spesso si dà un comando di obbedienza come peculiare vocazione missionaria. Ma "se l'attività non è direttamente missionaria, come la vita puramente contemplativa (v.g., santa Teresa del Bambino Gesù), allora viene diretta e offerta all'intenzione missionaria".
Da parte sua, Mons. Guy-Marie Riobé, vescovo di Orléans (Francia), auspicava che "tutti avessero presente Teresa del Bambino Gesù esemplare di vita contemplativa e principale Patrona delle missioni. Bisogna infatti sottolineare il legame tra la missione e la vita contemplativa".
Mons. L. Trevor Picachy, vescovo di Jamshedpur (India), ricordava pure che "Patrono delle missioni non è solo san Francesco Saverio, che ha sopportato tante fatiche, ma anche Teresa del Bambino Gesù, che vivendo nell'ambito del monastero presso Lisieux, non ha meno lavorato per le missioni". E tutto questo per far vedere il rapporto tra la preghiera - contemplazione e le missioni.
Mons. G. Corboy, vescovo di Monze (Zambia), affermava che moltissimo giovano alle missioni le preghiere dei fedeli. Non senza motivo "Teresa del Bambino Gesù da Pio XI venne dichiarata Patrona delle missioni lei che mai aveva prestato fatiche di apostolato esterno nelle missioni".
Mons. A. Del Pino Gómez, vescovo di Lérida-Lleida (Spagna), sottolineava il rapporto tra santità e apostolato nel commento al Decreto Presbyterorum Ordinis, e diceva: "Vediamo san Francesco Saverio che evangelizza l'India e il Giappone, e S. Teresa del Bambino Gesù, che offre la sua vita per gli infedeli in un'umile cella. Pensiamo all'altissima gloria del Patronato delle missioni e capiremo l'ineffabile efficienza della santità nell'apostolato".
È vero che alcuni suggerimenti tecnici dei Padri Conciliari non sono stati accettati dalla maggioranza, ma il richiamo agli aspetti dottrinali, spirituali e apostolici di S. Teresa del Bambino Gesù rimangono chiari e indiscussi: segno ormai evidente che la santa di Lisieux appartiene al patrimonio dottrinale e spirituale della Chiesa intera.