REGOLA CARMELITANA
Alle fonti della nostra vocazione
La prima formulazione di questa “formula di vita” la troviamo nella Regola data da S. Alberto di Gerusalemme, le cui principali prescrizioni sono:
vivere in ossequio di Gesù Cristo e a Lui servire con cuore puro e buona coscienza, da Lui solo aspettando la salvezza; obbedire al superiore in spirito di fede, guardando a Cristo più che al superiore stesso;
meditare assiduamente la “legge del Signore” coltivando la “lectio divina”, irrobustendo il cuore con santi pensieri così che la Parola di Dio sovrabbondi e dimori sulle nostre labbra e nei nostri cuori e tutto si compia nella parola del Signore;
celebrare ogni giorno la Sacra Liturgia comunitariamente;
rivestirsi dell’armatura divina, coltivando con sempre maggior intensità la fede, la speranza e la carità; seguire l’esempio dell’Apostolo nella ascesi evangelica e nel generoso esercizio del lavoro;
instaurare la comunione di vita attraverso la fraterna sollecitudine per il bene dell’Ordine e la salute spirituale dell’anima; la carità della mutua correzione, la comunione dei beni, sotto la guida del superiore preposto a servire i fratelli;
coltivare soprattutto l’orazione continua in solitudine, silenzio e spirito di evangelica vigilanza;
usare in tutte le cose, specialmente in quelle non obbligatorie, la discrezione, che è moderatrice della virtù.
Questo genere di vita, praticato inizialmente informa eremitica, fu poi solennemente accolto e approvato dalla Chiesa la quale, mentre ne sanciva il titolo e lo stato di Ordine Mendicante, lo accoglieva ufficialmente a svolgere il ministero apostolico raccomandando insieme la fedeltà allo spirito primitivo.
Il carisma teresiano
La nascita della nostra famiglia (Carmelitani Scalzi) all’interno del Carmelo e la sua vocazione nel significato più profondo sono strettamente connesse con la vita spirituale di S. Teresa di Gesù e col suo carisma.
In tutto S. Teresa di Gesù volle conservare lo spirito del Carmelo: diede nuovo afflato al culto filiale verso la B. Vergine Maria del Monte Carmelo; volle che la comunione da lei professata con gli esemplari biblici – i Profeti e i grandi Padri del Carmelo – fosse patrimonio spirituale della sua famiglia; accolse la Regola nel suo spirito genuino e la propose a se stessa e alla sua famiglia, arricchita di nuove intenzioni apostoliche.
Volle che tutte queste realtà venissero contrassegnate da uno stile di vita tutto suo, favorendo le virtù sociali e tutti i lavori umani; coltivando la vita fraterna vissuta con gioiosa serenità e in sincero spirito di famiglia; inculcando la dignità della persona e la nobiltà d’animo; lodando e promuovendo la formazione di giovani religiosi, lo studio “delle lettere” e la cultura; ordinando la mortificazione e gli esercizi ascetici della comunità in funzione di una elevata vita teologale e del ministero apostolico; curando la comunione fra le varie case e una amicizia evangelica fra le persone.