Teresa e il Catechismo della Chiesa universale

La prima citazione della nostra Santa appare nel num.127, quando il Catechismo parla dei libri del Nuovo Testamento e in modo speciale dei Vangeli, che sono "il cuore di tutte le Scritture" (n.125). Ebbene "il Vangelo quadriforme occupa nella Chiesa un posto unico; lo testimonia la venerazione di cui lo circonda la Liturgia e la singolarissima attrattiva che in ogni tempo ha esercitato sui santi" (n.127). A conferma di questo viene offerta anche l'autorità di Santa Teresa di Gesù Bambino, la quale scriveva:

“Ma è soprattutto il Vangelo che mi intrattiene durante le orazioni, in esso trovo tutto ciò che è necessario alla mia povera piccola anima. Vi scopro sempre nuove luci, significati nascosti e misteriosi. Capisco e so per esperienza « che il regno di Dio è dentro di noi » (Ms A, 83v.).

La seconda citazione viene riferita quando si parla della santità della Chiesa e precisamente della carità, che è l'anima della santità (n.826). L'unica citazione addotta è quella classica della nostra Santa:

“Capii che se la Chiesa aveva un corpo, composto da diverse membra, il più necessario, il più nobile di tutti non le mancava: capii che la Chiesa aveva un Cuore e che questo Cuore era acceso d'Amore. Capii che solo l'Amore faceva agire le membra della Chiesa: che se l'Amore si dovesse spegnere, gli Apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i Martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue... Capii che l'Amore racchiudeva tutte le Vocazioni, che l'Amore era tutto, che abbracciava tutti i tempi e tutti i luoghi!... Insomma che è Eterno!..” (Ms B, 3v).

Il terzo testo riguarda l'intercessione dei santi in cielo in favore della Chiesa pellegrina: essi continuano a intercedere per noi presso il Padre (n.956). Santa Teresa di Gesù Bambino diceva sul tetto di morte:

“Voglio passare il mio Cielo a fare del bene sulla terra" (Novissima Verba, 17 luglio).

Il quarto testo viene riferito quando il Catechismo parla della morte, del momento in cui Dio chiama l'uomo a Sé (n.1011). Nel giugno del 1897 la Santa scriveva all'Abbé Ballière per dirgli come lei guardava alla morte:

"Ma io non muoio, io entro nella vita" (Lettera 244).

Il quinto testo riporta un lungo testo dell'Offerta all'Amore misericordioso e viene citato quando il Catechismo parla della carità di Cristo che è in noi la sorgente di tutti i nostri meriti (n.2011). La Santa scriveva:

“Dopo l'esilio della terra, spero di venire a goderti nella Patria; ma non voglio ammassare meriti per il Cielo, voglio lavorare per il tuo solo Amore, con l'unico scopo di farti piacere, di consolare il tuo Sacro Cuore e di salvare anime che ti ameranno eternamente.

Alla sera di questa vita, comparirò davanti a te a mani vuote, perché non ti chiedo, Signore, di contare le mie opere. Ogni nostra giustizia è imperfetta ai tuoi occhi. Voglio dunque rivestirmi della tua propria Giustizia e ricevere dal tuo Amore il possesso eterno di Te stesso” (Offerta all’Amore misericordioso).

Il sesto testo viene riportato quando si inizia a parlare della natura della preghiera (n.2558). Da quale definizione cominciare? Se ne sono date tante nella spiritualità. Viene scelta quella di Santa Teresa del Bambino Gesù:

“Per me, la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo lanciato verso il Cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia” (Ms C, 25r).