Inaugurazione solenne il 20 Settembre 1931, presenti i Superiori Religiosi di vari Istituti e anche Autorità Civili, con grande concorso di popolo. Era presente, ma quasi in forma privata, il pittore Prof. U. Bargellini. La relazione ufficiale fu tenuta dal Prof. Mons. Costante Chimenton, Presidente della Commissione di Arte Sacra di Treviso.
“L’opera pittorica del Bargellini (144 metri quadri, e 220 figure) fu definita: «L’apoteosi del Carmelo »”; così iniziava la relazione di Mons. Chimenton.
Nella parte superiore abbiamo il mondo angelico, il Paradiso, con al centro l’incoronazione della Vergine.
Al centro del dipinto la Chiesa dei Santi, con predilezione particolare per i Santi del Carmelo: sotto la Vergine vediamo S. Simone Stock che innalza uno scapolare e S. Teresa di Gesù con una penna e un libro con la scritta che sintetizza la sua vita: “Aut pati, aut mori” (O patire o morire). Un po’ discosto: S. Elia.
Più sotto, a sinistra, figure di Santi, Figli o Patroni del Carmelo: S. Giuseppe, S. Eliseo, S. Antonio Ungaro, S. Anastasio, S. Giovanni della Croce, S. Alberto patriarca di Gerusalemme, B. Battista Mantovano, S. Alberto di Sicilia, S. Andrea Corsini, e altri.
A destra le grandi figure delle Sante: S. Maria Maddalena de’ Pazzi, B. Anna di S. Bartolomeo, S. Margherita Redi, B. Amboise, B. Angela Girlani, B. Maria dell’Incarnazione, B. Maria degli Angeli, le sedici Martiri di Compiègne, e altre.
Alla base: la nuova vita. E’ costituita da una lunga teoria di bambine che salgono il Sacro Monte, seguite da una seconda schiera di vergini, che, con la fronte circondata di rose, portano gigli e indossano il velo bianco del Carmelo. Alle une e alle altre è maestra Teresa del Bambino Gesù che indica la strada di santità: la salita al Monte Carmelo.
Di fronte a questo gruppo, a sinistra di chi guarda, una bella scena ricavata dalla vita missionaria: sono convertiti appartenenti a diverse nazionalità, che in ginocchio o in piedi invocano l’assistenza di Teresa, proclamata dal Pontefice Pio XI, che nel quadro sta in testa allo stesso gruppo, la “grande Patrona delle Missioni”.
Al di sotto del grande affresco di U. Bargellini è stata eretta la Bussola nel 1942. E’ tutto un lavoro delicato e insieme sontuoso, di colonne, capitelli, modanature, guglie che s’innalza leggero e insieme grandioso, in cui il rosso vivo dei marmi di S. Ambrogio è armonizzato con gli specchi di verde antico e di breccia di Serravezza.
Le statue, di fattura armoniosa ed espressiva, sono disposte a tre a tre; al centro di ogni terna una Virtù Cardinale, e attorno le Beatitudini: (da sinistra) Beati pauperes, Fortituto, Beati mundo corde; Beati misericordes, Justitia, Beati mites; Beati qui persecutiones patiuntur, Prudentia, Beati qui esuriunt justitiam; Beati qui lugent, Temperantia, Beati pacifici.
La bussola è sormontata da una statua di Teresa del B. Gesù in marmo bianco di Carrara, della Ditta Arrighini. Teresa è presentata con un libro aperto sulla mano sinistra; vi si legge: “Omen Novum” (Il nuovo messaggio). La mano destra è alzata nell’atto di diffondere il suo messaggio a tutto il mondo. La statua è una riproduzione ridotta di quella che si trova nei pressi della Basilica di Lisieux.
Da notare i due confessionali con le due formelle scolpite: l’incontro del Figliol prodigo con il Padre e la peccatrice che lava i piedi al Signore, opera di Vincenzo Moroder junior, Val Gardena.