IL “TRANSITO DI TERESA” o LE “CINQUE PAROLE”
Nota:
Dopo la guerra le “Settimane Teresiane” vennero postate in settembre per farle coincidere con il mese della morte di Teresa (30 settembre 1897) e con la sua festa liturgica (I° ottobre).
Alla sera del 30 settembre c’era un concerto dal nome: “Il transito di Teresa” o le “Cinque Parole”.
E’ un’opera musicale per Coro e Archi di Padre Virginio Bodei. Ogni Parola veniva presentata dal Predicatore di turno e poi eseguita dal Coro. Quindi si procedeva alla “seconda”, e di seguito.
La scelta delle Parole permetteva di toccare i punti fondamentali della vita e della dottrina di Teresa. Il concorso dei devoti era enorme, come anche la commozione.
Prima Parola: la Vergine Maria è invocata da Teresa sul letto di morte:
“Madre, il cui riso amabile
mi rifulse del vivere al mattino,
torna ancora a sorridermi
or che la sera incombe a me vicino”.
Seconda Parola: di fronte alla sacralità della morte, Teresa conferma il suo messaggio spirituale e si dichiara felice d’averlo vissuto. S. Giovanni della Croce aveva scritto: “Alla sera della vita saremo esaminanti nell’amore”. E Teresa ha sempre amato il suo Re:
“E’ Cristo l’amatore, è Lui la mia vita,
perché la sua bellezza il cuore mi rapì.
E del suo casto affetto la dolce melodia
già l’alma mia sentì.
Almen se il cuore l’ama, se la mia man lo tocca
il cuore si purifica, mi fo più casta ancor;
della verginità, col bacio di sua bocca
Cristo mi dié il tesor.
Ben venga il ferro e il fuoco; nulla mi fa paura,
nulla potrà turbare la mia felicità.
Il fuoco che mi strugge, d’amor la fiamma pura
giammai s’estinguerà”.
Terza Parola: è l’eco del “Sitio – ho sete” lanciato da Gesù morente in Croce che si ripercuote nel cuore di Teresa e si diffonde in un gemito che gli angeli raccolgono e portano in cielo:
“Scendendo in terra, in tuo divino affetto,
t’immolasti, o Gesù, tutto per me;
la vita mia ricevi, o mio Diletto,
io vo’ soffrire, io vo’ morir per te!
L’hai detto, o Iddio dolcissimo,
«Non si può far di più
che dar per quei che s’amano
la vita»….. E il solo amor mio sei tu!”.
Quarta Parola: Teresa ha cercato di piacere sempre a Gesù, e Gesù non si lascerà vincere in delicatezza. Egli verrà a prendere la sua piccola sposa e la immergerà nelle fiamme amorose del suo Cuore divino. Il tramonto della piccola vittima dell’amore misericordioso sarà come il tramonto del sole che si spegne in un oceano sfavillante di porpora e oro. (E’ un ‘a solo’ del tenore):
“Morir d’amore! Ohò qual martirio santo…
Ed è ben quello che vorrei soffrir!…
Sciogliete, o cherubini, il vostro canto,
l’esilio mio, lo sento, è per finir.
Dardo infiammato del mio dolce Iddio,
quaggiù ferisci e mi consuma il cuor;
adempi tu, Signore, il sogno mio:
fammi morir d’amor!”.
Quinta Parola: la morte è per Tersa un volo verso l’alto; verso l’azzurro del cielo, verso la gloria di Dio. Alle soglie dell’eternità gli Angeli l’accolgono osannanti; Gesù l’abbraccia con gli splendori della sua gloria, mentre la Vergine la corona di felicità:
“Noi discendiam dalla magion degli angeli
per ricondurti lieta al tuo Gesù;
portiamo la corona indefettibile
che brillerà sul capo tuo lassù!
Vieni, o diletta Vergine,
verso l’azzurro ciel!
Lascia l’esilio, vieni alla Patria.
Vieni alla vita, o donna a Dio Fedel!”.
Per il canto delle “Cinque Parole” e altri canti, rivolgersi al negozio degli oggetti religiosi e chiedere. “Le note dell’Anima”, Coro della Basilica di S. Teresa di Verona.
Per informazioni:
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