Sacrestia

Si trova dietro l’Abside

Vi si accede: o costeggiando l’Altare Maggiore, sia a destra che a sinistra,

o percorrendo il corridoio della sacrestia, a sinistra della "sala delle benedizioni”

L’opera è del pittore Martinelli, e si notano con evidenza nei tratti descrittivi dei personaggi i suoi precedenti di scultore. Il lavoro è stato realizzato su una superficie semicircolare nella sacrestia, luogo nel quale si conservano i paramenti, gli arredi sacri, i libri liturgici e le reliquie, e dove i sacerdoti si vestono e si spogliano per le funzioni liturgiche.

Il primo a sinistra:

Il Sacrificio di Abele

Leggiamo nel libro della Genesi: “Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta” (Genesi 4, 3-5).

Il Sacrificio di Elia

Dal I° Libro dei Re: dopo le invocazioni dei profeti di Ball che non ottennero il fuoco dal cielo sul loro olocausto, Elia eresse il suo altare con l’olocausto, lo bagnò del tre volte, quindi fece questa preghiera: “Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose per il tuo comando. Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!”. Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: “Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!” (I Re , 18, 36-39).

Il Sacrificio di Cristo

Dal Vangelo di San Giovanni: “Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritti: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei»” (Giovanni, 19, 17-19).

Il Sacrificio di Abramo

E’ scritto nel libro della Genesi: «Dio mise alla prova Abramo e gli disse… “Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò” … Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutte e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: “Padre mio!”. Rispose: “Eccomi, figlio mio”. Riprese: “Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?”. Abramo rispose: “Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!”. Proseguirono tutte e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse… “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male!…”. Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio, Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del Figlio» (Genesi, 22, 1-13).

Il Sacrificio di Melchisedek

Leggiamo nel libro della Genesi: «Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:

“Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,

creatore del cielo e della terra,

e benedetto sia il Dio altissimo,

che ti ha messo in mano i tuoi nemici” »

(Genesi, 14, 17-20).