Se Chanto

Se chanto, ò Se canta a sconda dël dialèt, a l'é na canson popolar an lenga ossitan-a motobin conossùa an tuta la Fransa meridional e ant le valade ossitan-e 'd Piemont.

A l'é considerà l'inn nassional ossitan, contut che a sia na canson ch'a parla d'amor. La melodìa a l'é motobin sempia e orijàbil, e j'ossitan a l'han la costuma 'd cantela tuti ansema an tenendse për man.

A la difusion ëd costa canson a l'han dàit soa contribussion ij grup musicaj ositan (tanme ij Lou Dalfin) ch'a son sòlit terminé ij sò consert

Alla diffusione di questo canto hanno contribuito i gruppi musicali occitani (come i Lou Dalfin) che usano concludere i loro concerti con questo brano. Gli spettatori si legano in catena tenendosi con le braccia sulle spalle di fronte ai musicisti e seguono l'esecuzione rispondendo in coro e ondeggiando lentamente. La melodia struggente, il significato simbolico e la partecipazione di tutti contribuiscono a creare un momento di grande emozione. L'abitudine di utilizzare se chanto come chiusura delle feste di danze occitane ha contribuito a diffondere la conoscenza di questo brano anche al di fuori delle vallate occitane, nel mondo delle danze tradizionali il repertorio occitano è discretamente conosciuto ed apprezzato, i gruppi che lo propongono, spesso giovani, sono molto attivi e portano la loro tradizione in Italia ed in Europa.

Inno d'amore, serenata di nostalgia per la donna amata: l'amore da lontano dei trovatori che nel XII secolo percorsero le corti d'Europa cantando i valori di Jovent-Gioventù/ Jòi-Gioia di vivere/ Paratge-Lealtà/ Pretz-Valore/ Larguessa-Generosità; periodo in cui la lingua d'oc ha goduto del maggiore splendore, e che può essere comparata nell'estensione del suo uso presso tutte le corti europee, all'inglese di oggi.

Canzone cifrata usata dai catari-albigesi per farsi coraggio e inviarsi messaggi per resistere alla grande conquista di Simone IV di Montfort, la famosa "crociata contro gli albigesi" e per raggiungere l'elevazione spirituale: Nella notte nera della repressione, l'usignolo, simbolo mistico per i catari, canta solo per chi lo può comprendere, per chi desidera elevarsi spiritualmente. Da ogni parte si frappongono ostacoli materiali (quelle montagne che tanto alte sono) che impediscono la pratica della religione perseguitata, e ostacoli interiori, che rendono impervia la salita dell'anima verso il fin'amor e la purezza.