I legami tra l'occitano e il catalano
In uno stadio antico, come per tutte le lingue romanze, il catalano e la lingua d'oc non potevano essere differenziati. Il fatto che si scriva quasi esclusivamente in latino nell'alto Medioevo] rende impossibile qualsiasi categorizzazione formale. In ogni caso, i primi testi delle varie lingue volgari, nonostante molto simili, mostrano qualche differenza, che poi si vanno accentuando, sebbene non tanto da poter parlare di due lingue, ma al più di uno o più dialetti occitani distinti, sviluppatisi nelle terre del regno d'Aragona. Il guascone è stato spesso ritenuto un dialetto occitano; mentre il catalano, più vicino al linguadociano dal punto di vista linguistico rispetto ad altri, è stato considerato una lingua diversa. I poeti catalani scriveranno in occitano fino al XIV secolo. Il primo scrittore che scrisse tutta la sua opera in catalano, nonché in lingua d'oc, fu il valenzano Ausiàs March. Nell'opera del filosofo del XIX secolo, Friedrich Christian Diez, il catalano viene considerato parte integrante dell'occitano (chiamato « provenzale »); tuttavia vi si notano delle differenze.
Solo nel corso del Novecento, e per ragioni esclusivamente politiche, si è affermata la separazione tra Occitano e Catalano. Nel 1931, il recente ritorno allo statuto autonomo della Catalogna rischiò di essere ostacolato perché poteva significare la tutela dell'appartenenza dei catalani a un gruppo di maggioranza non spagnolo; onde evitare ciò, nel 1934 gli intellettuali catalani hanno proclamato solennemente che il catalano contemporaneo era una lingua distinta dall'occitano, rompendo la secolare unità linguistica Occitano-Catalano, facendo di una lingua transnazionale che andava dal Piemonte, sino alla Spagna meridionale (prov.di Murcia), un coacervo di piccole patrie linguistiche[57] nel manifesto Desviacions en els conceptes de llengua i de pàtria[58] rifiutando anche l'idea di una nazione pan-occitana che comprendesse i paesi catalani. L'occitano e il catalano si distinguono per la modalità di scrittura (grafia). Gli occitani di oggi hanno scelto in massima parte di utilizzare una grafia cercando di mettere insieme l'eredità della lingua medievale e importanti aggiunte contemporanee. Le scelte che sono state fatte in Catalogna, hanno portato i locutori a utilizzare una grafia incentrata allo stesso tempo sui modi di pronunciare (per esempio nessuna n finale come in català) ma anche sulla conservazione delle origini latine, per esempio aggiungendo la -r finale che è « caduca » in alcuni dialetti.Si è pure cercato, tramite la nuova grafia e con l'utilizzo dei termini più peculiari possibili, di evidenziare le differenze rispetto all'occitano, per confutare la tesi per cui il catalano sarebbe un dialetto occitano.
La pronuncia varia tra catalano e occitano, per esempio:
la «o»/«ó» si pronuncia sempre come se fosse [u], salvo quando porta l'accento grave «ò»: [ɔ] (pònt -pont-: /pɔnt/, onze: /'unze/, antropologia: /antrupulu'dʒiɔ/);
quando una parola termina con -a, o «á» (con l'accento chiuso), questa si pronuncia [o]/[ɔ] (plaça: /plásɔ/, sentiái -jo sentia-: /sentj'ɔj/) eccetto quando ha l'accento grave «-à»: [a];
l'occitano evita la pronuncia di due consonanti di seguito, spesso non pronunciandone la prima e rafforzando la seconda (abdicare: abdicar. « cc » si pronuncia « ts » in linguadociano, occitan si pronuncia quindi « utsità »);
nell'occitano la sillaba tonica delle parole si è avvicinata con il tempo al francese, a causa dell'influenza di quest'ultimo. La maggior parte delle sillabe accentate sulla terzultima in catalano mutano nell'occitano (MÚsica (cat) muSIca (oc), PÀgina (cat) paGIna (oc), boTÀnica (cat) botaNIca (oc), inDÚstria (cat) indusTRIa (oc)...). Soltanto ilnizzardo (niçois) e il vivaro-alpino delle valli occitane hanno mantenuto la pronuncia originale, prossima al catalano, forse anche per l'influsso delle parlate italiche, particolarmente conservatrici, rispetto al francese.
Per i catalanofoni, la grafia classica degli occitani ha il vantaggio di somigliare molto al catalano. Ciò è dovuto in buona parte a lavori di aggiornamento e di fissazione di questa grafia, condotti da Loís Alibèrt nel 1937, che adotta criteri molto simili a quelli di Pompeu Fabra per il catalano. Le due grafie sono basate sulla grafia medievale, formatasi quando le due lingue erano più vicine alla loro origine comune e quando i contatti erano più intensi (la poesia in Catalogna è stata realizzata principalmente in occitano anche nel XIV secolo). Nonostante tutto, vi è qualche differenza che bisogna prendere in considerazione per poter leggere con facilità i testi occitani:
si conserva la « n » finale delle parole anche se, nella maggior parte dei dialetti occitani, non si pronuncia (ad eccezione del provenzale e del guascone, incluso l'aranese). Esempi: « occitan », « concepcion »;
la « h » non si scrive quando non viene pronunciata (la « h » viene comunque utilizzata nel catalano): i a un òme (cat: hi ha un home). La « h » si usa nel guascone per indicare la sua pronuncia aspirata, quando in genere sostituisce la « f » degli altri dialetti occitani e catalani. Esempio: in guascone « hèsta », negli altri dialetti « fèsta », in catalano « festa »;
i digrammi « lh », « nh » e « sh » corrispondono in catalano a « ll », « ny » e « ix ». I digrammi « lh » e « nh » sono stati adottati anche dopo il Medioevo nelle norme portoghesi così come nell'attuale grafia romana per la lingua vietnamita;
Anche l'aspetto politico, culturale e religioso è importante. La Catalogna, contrariamente all'Occitania ha beneficiato per lungo tempo di un'indipendenza statale unita a un forte sviluppo economico. Inoltre, lo spazio occitano è complessivamente definito come appartenente alla Francia, contrariamente al catalano che territorialmente si situa nella Spagna. Tuttora le lingue continuano ad evolversi separatamente: il catalano è un insieme di dialetti che hanno tendenza ad ispanizzarsi a contatto con il castigliano; l'occitano, d'altra parte ha la tendenza a gallicizzarsi a contatto con il francese. Il ruolo importante che rivestono nel mondo le lingue spagnole e francesi pesa in modo consistente sui rapporti di dominio linguistico all'interno della Francia e della Spagna.
Tuttavia, non si deve concludere che siano lingue molto diverse, dato che vi è una inter-comprensione più che buona tra catalanofoni e occitanofoni.
Occitano e catalano a confronto
Ecco un testo in versione linguadociana (occitano sud-occidentale) e catalano maiorchino (parlato nelle isole Baleari). La forma letteraria o arcaica del catalano maiorchino è talvolta precisata nelle annotazioni.
L'insieme geografico occitano-romanzo è costituito da circa 23 milioni di persone in un'area di 259000 km2. Le regioni non sono uguali in rapporto alla percentuale di locutori della lingua. La Francia in certe regioni non conta che un quarto della popolazione veramente occitanofona (50% della popolazione comprende la lingua, senza poterla parlare correntemente)[59][60]. Al contrario, la comunità autonoma della Catalogna batte il record sul numero di locutori. Secondo le inchieste realizzate dalla Comunità della Catalogna nel 1993, gli abitanti della Val d'Aran (di cui il 72% non vi è nativo) parlano: il 64% aranese (guascone); il 28% castigliano (spagnolo); l'8% catalano.