A rij coma l’artajor quand j'anciove a-j van an malor

A rij coma l’artajor

A la létera as podrìa volté an italian: "Ride come il salumiere quando gli vanno male le acciughe", ch'a corespond al proverbi italian "Far buon viso a cattivo gioco". La paròla "artajor" as dovra 'nchej pi nen e a corespond a "sautissé, salamé", an italian "pizzicagnolo", "salumiere". A-i è 'd vòlte ch'as dev rije quand ch'i loma gnuna veuja 'd rije, quand, al contrari, i manderìo tùit an malora... Përchè? Përché i l'oma ...le anciova ch'a son andàite an malor e ch'as peusso pì nen vende... Sensa dubi 'n dann econòmich, ma as deuv fé finta 'd gnente!

L'artajor, secondo quanto riferiscono i dizionari, è il salumiere, il salsamentario, il pizzicagnolo. E parola completamente morta, che vive solo più nella bocca dei pochi parlanti piemontesi che ricordano questa splendida frase. Alberto Viriglio nel suo Come si parla a Torino, definisce l'espressione scultoria ed insuperabile. E, a giudizio degli scriventi, ha profondamente ragione, perché è difficile rendere in modo più adeguato il sorriso apparentemente disinvolto di chi dentro schiuma di rabbia e che avrebbe voglia di mandare tutti alla malora anziché dover sottostare alle compatite esclamazioni delle sue compratrici (ma sotto-sotto un pochino sogghignanti, perché si sa come è fatta la natura umana...) al momento in cui, aprendo il barile delle acciughe, si accorge che sono andate tutte a male.