il BARBADENSE

Giornalino scolasticoISTITUTO STATALE  di  ISTRUZIONE SUPERIOREISAAC  NEWTON

"Non v'è grandezza dove non vi sono semplicità, bontà e verità"

D.S. prof. Daniele Marzagalli

Ripensare allo spettacolo teatrale “Sfiorivano le viole”, inscenato dal gruppo di progetto scolastico nella mattinata del 7 giugno u.s. al teatro parrocchiale di Sant’ Ambrogio (BRAVISSIMI!), mi dà ispirazione per riflettere brevemente insieme a voi sul tema sempre attuale della pace e dei conflitti, con l’auspicio a contribuire nel nostro “piccolo” alla serenità d’animo di tutti, sentimento ancora più necessario alla fine di un anno scolastico densissimo di sollecitazioni.

Ricordo di seguito il testo della nota canzone di Rino Gaetano, che ispirava il titolo dello spettacolo.

… “ L'estate che veniva

Con le nuvole rigonfie di speranza

Nuovi amori da piazzare sotto il sole

Il sole che bruciava

Lunghe spiagge di silicio e tu crescevi

Crescevi sempre più bella

Fiorivi, sfiorivano le viole

E il sole batteva su di me

E tu prendevi la mia mano

Mentre io aspettavo

I passi delle onde

Che danzavano sul mare a piedi nudi

Come un sogno di follie venduto all'asta

La notte, quella notte cominciava un po' perversa

E mi offriva tre occasioni per amarti e tu

Fiorivi, sfiorivano le viole

E il sole batteva su di me

E tu prendevi la mia mano

Mentre io aspettavo

Il sole che bruciava, bruciava, bruciava, bruciava

E tu crescevi, crescevi, crescevi più bella, più bella

Fiorivi, sfiorivano le viole

E il sole batteva su di me

E tu prendevi la mia mano

Mentre io aspettavo te

Mentre io aspettavo te

Si lavora, si produce, si amministra lo stato

Il comune, si promette e si mantiene a volte

Mentre io aspettavo te

Il marchese, La Fayette ritorna dall'America

Importando la rivoluzione e un cappello nuovo

Mentre io aspettavo te

Ancora penso alle mie donne

Quelle passate e le presenti le ricordo appena

Mentre io aspettavo te

Otto von Bismarck-Shonhausen

Realizza l'unità germanica e si annette mezza Europa

Mentre io aspettavo te

Michele Novaro incontra Mameli

E insieme scrivono un pezzo tuttora in voga

Mentre io aspettavo ” …

Come avete ben potuto constatare, si tratta di una ballata ricca di evocazioni poetiche, tra il personal-sentimentale e la realtà storica, anche con precisi riferimenti al nostro Risorgimento (Sic fiat). Il Tempo e la Storia scorrono, i sentimenti umani permangono e si perpetuano. Agli esseri umani tocca in sorte l’arduo compito di coesistere, ravvedendo nel prossimo un altro Sé, rispettandosi/(ci) filantropicamente.

Per chi li conosce, è l’insegnamento classico di HUMANITAS dei commediografi Menandro (autore di Ἀδελφοί = Fratelli) e Terenzio (autore dell’omonimo Adelphoe = Fratelli). In chiave religiosa, è il messaggio di “fraternità” del Cristianesimo (Caritas = Amore cristiano). Credo che nel rispetto interpersonale (anche laico) sia fondato e radicato in primis l’antidoto avverso la conflittualità. Stroncare la conflittualità significa operare per la pace in ogni senso e direzione, a tutti i livelli. E, così ragionando, si vive meglio, ne sono e siamo testimoni oculari.

Per alcuni filosofi, invece, l’Umanità è per Natura malvagia, “Homo homini lupus” (mutatis mutandis, da Plauto a Hobbes a Schopenhauer, a Sartre). Non lo condivido, perché nutro ottimisticamente SPERANZA in NOI. Per quanto la seduzione del Male sia invasiva e suadente nella storia di ogni persona e nella Storia “Magistra vitae”.

Quindi, “Si vis pacem para bellum” ? Così riflettevano con etica pragmatica gli antichi Romani, imperialisti “ideologici” (pre) globali, per certi versi impareggiabili docenti esistenzialisti.

Purtroppo, in maniera astoricamente costante, tale convinzione ha attraversato i secoli fino ai nostri giorni. Non c’è leader guerrafondaio che non abbia giustificato o giustifichi il conflitto militare con il nobile intento di garantire la pace. La Seconda Guerra Mondiale scaturiva proprio da questa convinzione. Da ultimo, dallo scorso anno, la Russia con la guerra in Ucraina, ancora tremendamente in atto, ormai (quasi) dimenticata dalle cronache quotidiane per quel principio di assuefazione che annoia fisiologicamente le coscienze anche rispetto alle problematiche più rilevanti.

Restringiamo ora il focus della questione. La nostra scuola in questo anno scolastico si è impegnata profondamente nel promuovere progetti di rilevante spessore umano e culturale, finalizzati alla trasmissione della MEMORIA. Tra questi, il più significativo secondo me è stata la collaborazione con A.N.P.I. della Provincia di Varese, di cui leggerete ancora proprio nel “Barbadense” più avanti. Abbiamo ospitato anche la testimonianza della Associazione Italia – Myanmar promossa dalla Senatrice Albertina Soliani per la pace, la libertà e la democrazia nel travagliato ma sempre eroicamente indomito paese asiatico. Mi piace ricordare con tutti voi il messaggio che ho recapitato in occasione dell’evento conclusivo del progetto del 27 aprile 2023 “Giornata per la pace e la libertà”, come exemplum paradigmatico e testimonianza autobiografica:

"Carissimi studenti, studentesse, docenti, ospiti tutti.

Vi condivido alcune riflessioni in occasione del 78° anniversario della Liberazione dal nazifascismo che celebriamo oggi a scuola. Non posso purtroppo essere presente con voi per il lutto della morte di mia nonna, scomparsa alla veneranda età di 103 anni proprio nella giornata del 25 aprile. Se ne è andata da questo tribolato mondo una delle testimoni oculari dei fatti relativi alla Seconda Guerra Mondiale e alla Liberazione, che per tutti voi oggi presenti a scuola (e anche per me) sono stati raccontati e studiati. Il ricordo dei defunti sopravvive nella memoria dei posteri vivi ed è nostro compito continuare a perpetrarlo e tramandarlo per onorare i nobili ideali che hanno animato e animano i patrioti della pace e della libertà del passato e del presente, ovunque nel mondo.

Nella mia esperienza autobiografica un primo appuntamento significativo con il "25 aprile" è avvenuto nel lontano anno scolastico 1987/1988, allorquando fui insignito del premio al merito scolastico "25 aprile" dal Sindaco di Varese. Si trattava allora di celebrare solennemente e trionfalisticamente i valori che ancora stamattina celebriamo e vivido è in me il ricordo del senso di onore che mi permeava nella consapevolezza di condividere un momento di solenne epica Memoria. Allora non esistevano "se" e "ma" rispetto alla interpretazione ideologica del momento, non si palesava ancora il travaglio spirituale che avrebbe attanagliato di lì a pochi anni la coscienza del nostro paese in senso nuovamente e purtroppo divisivo.

Un mio secondo appuntamento significativo con il "25 aprile" è avvenuto nell'anno 1995, quando, da studente liceale, collaborai alla realizzazione della mostra fotografica e documentaria "Varese, una città nella guerra civile, 1945 - 1995", una delle prime volte in cui in maniera sistematica e documentata si descriveva a Varese la guerra di Liberazione per quello che è stata a 50 anni dalla sua conclusione, ossia una guerra civile tra italiani, da una parte coloro che erroneamente ed ideologicamente sostenevano la dittatura fascista della Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione dell'Italia da parte della Germania (a buon diritto, dal loro punto di vista) e dall'altra coloro che combattevano eroicamente per la creazione di uno stato effettivamente libero, democratico ed indipendente, sostenuti dagli Anglo-Americani. Dal sacrificio e dalla vittoria di questi ultimi e delle Nazioni liberali deriva la nostra vigente Costituzione, a tutt'oggi sempre attuale, e se siamo cittadini politicamente liberi lo dobbiamo a loro. Il mio grazie sincero quindi va a chi ha operato in tal senso. Il nostro "25 aprile" significa semplicemente questo.


Mi piace qui ricordare anche quanto indicato ancora recentemente dalla senatrice Liliana Segre sul  "25 aprile": Festa dell'unità nazionale e non come data divisiva, un patto tra le generazioni tra memoria e futuro. Ed anche le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Tener viva la memoria di un periodo tra i più drammatici della nostra storia contribuendo in ampia misura a far conoscere e non dimenticare quanti hanno lottato per la difesa degli ideali di indipendenza e di libertà che permisero la liberazione dell'Italia dall'oppressione nazi-fascista".


Proprio in questa celebrazione oggi abbiamo la fortuna e l'onore di ospitare l'associazione Italia - Myanmar, che lotta per sensibilizzare da anni il nostro governo e parlamento e l'opinione pubblica in generale sulla tragica vicenda storica contemporanea del Myanmar (ex Birmania). Un paese oggi martoriato, nel quale una dittatura militare spietata viola sistematicamente i diritti umani e vasti strati della popolazione le si oppongono sia con la forza del pensiero che delle armi. Esattamente come ha fatto la nazione italiana contro la dittatura durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale ancora 78 anni fa e nelle scelte postbelliche. L'esempio del Myanmar ci faccia riflettere sul fatto che i valori democratici non sono mai scontati e compito di tutti noi come cittadini è coltivarli e vivificarli quotidianamente con l'onestà della nostra condotta e dei nostri intenti, offrendo ciascuno per quanto un proprio costruttivo contributo: per tutelare sempre il patrimonio di civiltà effettiva e di reciproco rispetto, di cui abbiamo la fortuna di godere. Quindi, sempre, unità spirituale nei comuni valori costituzionali, pace e libertà, all'interno della comunità scolastica e nella società civile.

Un caro saluto.

Dirigente Scolastico Daniele Marzagalli"

In una Comunità Scolastica si rileva quindi essenziale e vitale nutrire la CONCORDIA e “Non v’è grandezza dove non vi sono semplicità, bontà e verità”, per usare le parole del sommo scrittore Tolstoj. Trattasi veramente di strumenti del successo, rifletteteci!

Posso testimoniare (insieme a molti di voi) che ci sforziamo quotidianamente nel perseguimento di tali valori. Ad aprile, l’incontro con il Viceministro Frassinetti ha rappresentato in tal senso un momento di innegabile sforzo e promozione collettivi, a simboleggiare il nostro reale VALORE, figlio di Virtù e Fortuna. 

Per questo desidero qui ricordare tale circostanza, che ha evidenziato simbolicamente quanto di BENE sappiamo realizzare.

Che dire poi di tutti gli amici e maestri che ci hanno sostenuto nell’accompagnare i nostri studenti? Basti pensare alla vicinanza ormai storica di Sodalitas e del Rotary Varese, che, con la generosa condivisione della loro esperienza e la valorizzazione del merito non solo scolastico, condividono l’impegno e il supporto formativo per i nostri ragazzi. Ma tante, tantissime sono ormai le presenze dinamiche e fattive che con noi operano con semplice e vera bontà in progetti e iniziative sempre preziose e spesso anche prestigiose, oltre che sicuramente memorabili e significative per i nostri alunni (Generazione d’industria, Eco Run, Antibullismo, Audi Zentrum, Save Lake Varese, … solo per citarne alcune tra le più note). 

Ringrazio quindi infine di cuore davvero tutti coloro che operano e collaborano alla efficace riuscita delle finalità didattiche ed educative del Newton. Auguro a tutti buone vacanze, pronti per ripartire tra un paio di mesi!

Consigli utili (e diversi) per trascorrere qualche ora di sano otium “sotto l’ombrellone” durante l’estate:

Il flagello di Roma

Michele Gazo

Guerra e pace

Lev Tolstoj

La storia

Elsa Morante

E buona lettura del “Barbadense”, con un SINCERO grazie alla redazione e a tutti coloro che vi contribuiscono.

Un carissimo saluto, semplice e vero.

Dirigente Scolastico

Daniele Marzagalli