Le città sono centri abitati in cui vivono e lavorano molte persone
Cosa sono le città, le infrastrutture, vantaggi e svantaggi del vivere in città
Per soddisfare le proprie necessità, economiche e logistiche, l’uomo ha trasformato il territorio, costruendo strade, autostrade, ferrovie, tunnel, viadotti, dighe, centrali energetiche, oleodotti, elettrodotti, ecc.
Tutti questi interventi sul territorio prendono il nome di infrastrutture.
Servono a rendere produttivo, organizzato e fruibile il territorio.
Le infrastrutture possono essere:
Nel sottosuolo la città nasconde una serie di infrastrutture fondamentali per il buon funzionamento del sistema.
Nelle grandi città si trovano le reti di trasporto pubblico della metropolitana, autorimesse sotterranee a più piani, reti di distribuzione dell’acqua potabile, dell’energia elettrica, delle fogne, del telefono, del gas, ecc.
In seguito all'industrializzazione, le popolazioni di molti paesi si sono spostate dalle campagne ai centri urbani, alla ricerca di un lavoro in modo da migliorare le proprie condizioni di vita.
Vivere in città ha molti vantaggi, ma anche diversi svantaggi:
maggiori servizi per i cittadini (scuole, ospedali, negozi, mezzi di trasporto)
maggiore possibilità di trovare lavoro
inquinamento atmosferico e acustico
traffico
costi elevati per gli alloggi
mancanza di aree verdi
zone periferiche talvolta degradate e senza servizi essenziali
Questi lati negativi stanno causando un lento abbandono dei centri urbani, a favore di piccoli centri (paesi) o campagne limitrofe.
E' importante trovare dei rimedi efficaci ai problemi delle città per evitare che diventino le cosiddette città "fantasma" e renderle invece dei vivaci centri di aggregazione e socializzazione. Ad esempio:
riutilizzare le strutture esistenti, abbandonate, ed evitare di costruire nuovi edifici
costruire edifici sostenibili
incentivare l'uso di mezzi di trasporto ecologici (biciclette, auto elettriche)
valorizzare le zone periferiche
Ha come obiettivo la costruzione di edifici ecosostenibili, completamente autonome da un punto di vista energetico, prive di emissioni nocive, in un rapporto equilibrato con l’ambiente.
I principi della bioarchitettura:
Scelta adeguata del luogo;
Costruzioni in grado di mutare nel tempo: cioè le costruzioni devono essere realizzate con materiali leggeri, smontabili e riciclabili in grado di subire quelle trasformazioni che l’adozione di nuove tecnologie richiedono;
Uso dell’energia solare: con tetti e pareti in grado di catturare la radiazione luminosa e trasformarla in corrente elettrica;
Adozione di nuovi materiali eco-compatibili in grado di assicurare l’isolamento termico ed acustico;
Orientamento e ventilazione che siano ottimali per assicurare il riscaldamento naturale d’inverno e il fresco d’estate;
Recupero dell’acqua piovana, per irrigare il giardino;
Impianti di riscaldamento e raffreddamento a costo ed emissioni “zero”, tramite l’utilizzo di pannelli solari o solare termico.
Hanno una conformazione diversa dalle città e un numero minore di abitanti, zone residenziali con case a pochi piani, con spazi verdi autonomi, con orti, aree coltivate, zone artigianali. Le attività svolte dai suoi abitanti sono, in molti casi, legati al territorio (agricole) o talvolta legati alla presenza di stabilimenti industriali.
Per molti versi il paese dipende dalla città più vicina, pur se la presenza di scuole, servizi, uffici amministrativi, ambulatori medici, farmacie, garantiscono agli abitanti una certa autonomia.
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