Recensione: L'amico ritrovato

L'amico ritrovato è un romanzo scritto da Fred Uhlman, nato a Stoccarda nel 1901 e morto a Londra nel 1985. Il libro è incentrato sull’amicizia tra un ragazzo ebreo e un ragazzo tedesco nel periodo della Germania nazista: l’amicizia sarà difficile da custodire e ci saranno mille ostacoli da superare a causa delle dure leggi razziali imposte da Hitler.

Uno dei protagonisti è Hans Schwarz che è anche la voce narrante. Appare come un ragazzo timido e intelligente; ha tanti interessi come la lettura e la collezione di monete. Egli ha una visione romantica e idealizzata dell’amicizia.

Konradin Von Hohenfels è il secondo personaggio importante. È di famiglia nobile e come tale ha ricevuto un’ educazione diversa dagli altri ragazzi, basata sull’orgoglio e il rispetto per la propria condizione di superiorità rispetto agli altri; anche per lui l’amicizia ha un valore profondo.

Nonostante le differenze sociali, hanno molte cose in comune: sono bravi a scuola, sono collezionisti, amano la storia e la letteratura, conoscono le religioni e caratterialmente sono introversi.

Le madri dei due ragazzi, invece, sono completamente diverse: la madre di Hans è una donna dolce, mentre la madre di Konradin è molto concentrata sulle regole del loro ceto sociale.

Il padre di Hans è un medico molto stimato, in quanto ha partecipato con onore alla prima guerra mondiale. È una figura di riferimento importante per suo figlio. Quando capisce che per gli ebrei non ci sarebbe più stata una speranza, manda il figlio in America per tutelare la sua incolumità.

Essendo un’autobiografia il romanzo è narrato in prima persona, il linguaggio è semplice nonostante la presenza di frasi che sono rimaste volutamente in tedesco.

“Nobile è colui che cade in battaglia, combattendo coraggiosamente per la sua terra natale e miserabile è l’uomo che, rinnegando la patria, fugge dai fertili campi per vivere di elemosina”.

Questa frase esprime che è stimabile colui che è pronto ad affrontare momenti difficili pur di combattere per una causa con un alto valore morale. Ci insegna a difendere la nostra terra e i nostri ideali a discapito della stessa vita, altrimenti si sopravvive da miserabili.

Un'altra frase significativa è: “Ho esitato un po’ prima di scrivere che avrei dato la vita per un amico… ma sono convinto che non si trattasse di una esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma che l’avrei fatto quasi con gioia”.

Questa frase ci permette di capire quale concezione profonda e disinteressata abbia Hans dell’amicizia, nonostante all’inizio fosse soltanto lui a esternare questo sentimento fraterno. Konradin invece appariva ritroso, anche se, al termine del libro dimostrerà con le sue scelte e le sue azioni l’affetto sincero che nutre per Hans. Lui verrà giustiziato per aver complottato contro Hitler a dimostrazione del fatto che era disposto a rischiare la vita per i suoi valori e soprattutto per il suo migliore amico.

Con il suo gesto Konradin dimostra i suoi sentimenti in un modo che non avrebbe mai potuto esprimere con le parole. Paradossalmente, è proprio nel momento in cui scopre che è morto che Hans ritrova il suo amico perduto. Lo ritrova nel sacrificio che ha compiuto per difendere la sua dignità e di tutte le persone discriminate e perseguitate ingiustamente come lui.

Giulia Ligorio e Giorgia Liò 2F