La bellezza: da Leopardi ai giorni nostri

Al giorno d'oggi è inutile, oltre che ipocrita, ignorare il fatto che la bellezza, come la bruttezza, rappresenti l’aspetto caratterizzante di una persona: la prima cosa che si guarda in una persona è il suo aspetto fisico. Anche se agiamo inconsapevolmente, nell’attimo in cui vediamo una persona nuova, che non conosciamo, andiamo ad associare alla sua bellezza l’immagine di una brava persona, quando in realtà nella maggior parte dei casi non è così. Se invece la persona non ha una bella presenza noi tenderemo a giudicarla negativamente, ignorando le sue capacità nascoste e la sua effettiva intelligenza, ma ovviamente non è possibile generalizzare. La cosa sicura, però, è che nel momento in cui osserviamo qualcuno inneschiamo una catena di pregiudizi nella nostra mente che sono quasi sempre errati. Inoltre, se andiamo a giudicare negativamente una persona per il suo aspetto, non solo abbassiamo la sua sicurezza e la sua autostima, ma ci rendiamo noi stessi incapaci di vedere al di fuori di un semplice corpo.

La cosa che personalmente mi innervosisce è che, prima di tutto, della persona poco attraente, vengano in qualche modo offuscate le sue abilità a causa dell’aspetto fisico; inoltre, può addirittura capitare che le venga attribuita una mente poco aperta. La società odierna è sempre più incapace di guardare oltre l’esteriorità di una persona; anzi da molti i valori di una persona, i suoi atteggiamenti e i suoi pensieri sono sottovalutati.

Per capire meglio la situazione, immaginiamo di essere ritenuti brutti da tutti e, di conseguenza, di ritrovarci da soli e senza poter dimostrare quello che siamo realmente. Sicuramente non solo ci darebbe fastidio, ma causerebbe in noi anche una sensazione di vuoto, perché ci sentiremmo incompresi nonostante la nostra intelligenza.

Questo è quello che avviene a Saffo, poetessa dell’antica Grecia, che per la sua bruttezza viene rifiutata da Faone, l’uomo di cui si era innamorata. In questo concetto si rivede anche Leopardi che infatti scrive un’opera chiamata ‘’L’ultimo canto di Saffo’’, nella quale racconta la storia della poetessa e si identifica in lei, perché anche lui è incompreso per il suo aspetto e il suo comportamento solitario. Questo ci fa capire che il problema non è solo attuale, ma esiste da moltissimo tempo solo che oggi, purtroppo, siamo arrivati addirittura a considerarlo normale.

Siamo incapaci di vedere la parte più profonda di una persona; ormai la società è stereotipata anche nell'aspetto, adattata ad un modello che viene ritenuto accettabile da altre persone. A volte arriviamo a privarci della nostra libertà perché criticati per qualsiasi nostro difetto. La verità è che ognuno di noi, almeno un po', è ostacolato nelle proprie scelte dalla società.

Le persone che non giudicano per l’aspetto fisico, a parer mio, sono le uniche capaci di vivere realmente, perché non costruiscono dei pregiudizi sulle persone, ma le giudicano per come sono interiormente e sono indifferenti alle critiche. Queste persone sono quelle che hanno amicizie vere e in generale rapporti sani, nei quali basta essere se stessi per creare un legame sincero. Purtroppo sembrano essere molto poche.

In merito all'aspetto fisico, invece, dovremmo iniziare a creare una nostra immagine, solo nostra e di nessun altro. Dovremmo iniziare a mettere da parte l’esteriorità e considerare la vera essenza di una persona che è l'unico "aspetto" che conta davvero.

Federica Scida 3E