La lotta al razzismo dal passato al presente


Sono passati sessant’anni da quando Martin Luther King ha pronunciato uno dei suoi discorsi più belli: I Have a Dream (Io ho un Sogno), che è un grido di speranza per un mondo diverso da quello che dominava l'America degli anni Sessanta. Le discriminazioni razziali erano profondamente radicate nella società americana e la politica allora compiva solo i primi passi verso un'emancipazione dal razzismo, infatti il primo che presentò un programma politico che includeva anche la questione dei neri fu John Kennedy e poi suo fratello Robert, caro amico di Martin Luther King.


I have a Dream fu pronunciato il 28 agosto 1963 a Washington, precisamente davanti al Lincoln Memorial, il monumento dedicato al presidente americano che abolì la schiavitù in America con il proclama di Emancipazione del 1863. Il sogno di King è un'America nuova, una civiltà unita, scevra dal razzismo e dall'odio che fino a quegli anni regnava sovrano in quasi tutti gli stati americani. Quel discorso pronunciato per 17 minuti nel 1963 davanti a 250.000 persone che avevano preso parte alla marcia per i diritti civili cambiò la storia: da allora la questione dei neri diventò una priorità per il governo che, seppur con una lenta prassi, emanò nel 1964 il Civil Rights Act con il quale si rese illegale la pratica di discriminazione di razza e la segregazione razziale. Da questo punto in poi, tutti i cittadini americani, indipendentemente dal colore della pelle, iniziarono a convivere nelle stesse strutture, potevano muoversi sugli stessi mezzi e potevano consumare un pasto nello stesso posto. Il sogno di King iniziava a diventare realtà. 


King sacrificò la vita per questa causa e solo dopo la sua morte nel 1968 si iniziarono a muovere dei passi verso il mondo tanto sognato nel suo bellissimo discorso. Anche se dal punto di vista legale tutti abbiamo gli stessi diritti, sfortunatamente in ambito sociale non è così, infatti ancora oggi dopo sessant’danni, nonostante tutti i sacrifici e le battaglie di Martin Luther King dei suoi sostenitori, ascoltiamo al telegiornale o assistiamo a scene razziste. Mi rattrista tanto pensare che esista ancora gente cattiva e ignorante, capace di fare del male ad un’altra persona solo per il colore della pelle. Esiste l’uomo e come tale va rispettato indipendentemente dalla religione, dalla nazionalità o dal colore della pelle. Solo quando, oltre alle leggi, sarà cambiato il modo di pensare della gente, il sogno di Martin Luther King potrà diventare una tangibile realtà.


Giorgia Iocca, 3F


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