Intervista a Giovanni Prestinice, Alfiere della Repubblica


Giovanni Prestinice, il mio compagno di classe, è un volontario di Save the Children fin da quando aveva 10 anni. È un ragazzo estroverso e curioso, ma soprattutto sempre attento e sensibile a ciò che gli accade intorno. Con il senso civico che lo contraddistingue, ha prestato la sua massima attenzione alla strage che si è tristemente consumata sulle spiagge di Steccato di Cutro il 26 febbraio 2023, a discapito di quasi cento migranti. Da quel momento si è operato per diffondere la notizia e soprattutto per lottare contro l'indifferenza della gente.

Giovanni è diventato un testimone di solidarietà, di chi non vuole restare fermo a guardare, ma si batte per sensibilizzare la propria comunità ed evitare il ripetersi di simili tragedie. Per onorare la memoria dei tanti dispersi in mare, ha approfondito e condiviso le storie di chi è morto alla ricerca di una vita migliore. Con la sua partecipazione a eventi pubblici ha cercato, attraverso il dialogo e il confronto, di restituire dignità alle vittime, ai loro familiari e ai superstiti della strage.

Il suo sentimento di solidarietà non è passato inosservato, anzi, il presidente della Repubblica italiana gli ha conferito il titolo di Alfiere della Repubblica, riconoscimento riservato ai cittadini minorenni che si sono distinti in attività specifiche o si sono prodigati per gli altri con senso civico e solidarietà.

Attraverso alcune domande che gli ho posto, vorrei presentare Giovanni attraverso i suoi pensieri e le sue parole

Giovanni, potresti spiegare in cosa consiste Save the Children e com’è iniziata la tua avventura con questa associazione?

Save the Children è un’associazione che aiuta i bambini di tutto il mondo, ma io faccio parte di un sottogruppo, cioè Sottosopra, è il movimento giovani di Save the Children che ha sedi sparse in tutta Italia. Io faccio parte del gruppo Sottosopra Crotone”.

È stato difficile conciliare i tuoi impegni con le attività promosse da Sottosopra?

“No, anzi è stato abbastanza facile, perché mi sembrava quasi un dovere civico partecipare a Save the Children, soprattutto dopo quella terribile tragedia”.

Ci descrivi le emozioni che hai provato quando hai scoperto di essere stato nominato Alfiere della Repubblica?

“Non ci credevo, non ci pensavo nemmeno anche perché io ho fatto semplicemente quello che mi sentivo di fare e non pensavo di poter ricevere un riconoscimento così importante”.

Come hai vissuto la tua partecipazione attiva agli eventi inerenti la strage di Cutro?

“È stato molto toccante soprattutto riflettere sul fatto che in quel barcone c’erano molti ragazzi e molti bambini che hanno perso la vita ed è stato soprattutto questa riflessione a motivarmi per partecipare attivamente nelle attività che hanno avuto seguito a questa strage. Leggere una notizia su una pagina di giornale coinvolge emotivamente, ma toccare il dolore e la disperazione con mano, nella propria terra, è un’esperienza davvero straziante”.

Qual è un messaggio che vorresti condividere con i tuoi coetanei?

“Di non smettere mai di prodigarsi per gli altri, di non chiudere gli occhi davanti alla sofferenza altrui e di protestare per ogni discriminazione e per ogni pregiudizio. Ci tengo inoltre a ricordare e a ringraziare tutti coloro che hanno prestato il loro contributo in quella drammatica situazione, come i volontari e i giornalisti. Ognuno di noi può sempre dare il suo contributo, grande o piccolo che sia.”

Auguriamo a Giovanni di continuare a distinguersi per il proprio impegno civico e di poter essere un esempio positivo per tanti giovani affinché comprendano che, con l’impegno e la partecipazione di tutti, si può davvero migliorare questa nostra società.

Giorgia Liò, 3F