Pitagora e la matematica

Pitagora (570-490 a.C.) fu un antico filosofo greco, un astronomo, un matematico e un politico che nacque sull’isola di Samo, nell’Asia minore e fuggì, a causa dell’invasione persiana, nella Magna Grecia, più in particolare a Crotone, dove fondò la scuola pitagorica, nel 530 a.C.

La sua corrente di pensiero si basa sulla ricerca dell’Archè (origine, principio di tutto) e le materie principali che la costituiscono sono: matematica, filosofia, astronomia e musica.

La sua opera più celebre, il teorema di Pitagora, nacque, secondo una antica credenza, nel palazzo di Samo, nell’attesa di un’udienza di Policrate. Pitagora, si mise ad osservare le piastrelle quadrate del pavimento e ne vide una perfettamente rotta su una diagonale così da formare due triangoli rettangoli uguali. Da qui si arrivò a dedurre che in ogni triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ ipotenusa è uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui due cateti.


Secondo Pitagora le leggi numeriche regolano tutto l’universo; attribuiva ai numeri, uno specifico significato:

·         Il numero uno, o monade denota il principio primo, geometricamente rappresentato dal punto.

·         Il numero due o diade. Rappresenta l'opinione e, geometricamente, si configura con la linea.

·         Il tre, o triade, definito e limitato, si può rappresentare geometricamente con il piano.

·         Il quattro, o Tetrade. Rappresenta la giustizia, in quanto divisibile equamente da entrambe le parti. Geometricamente rappresenta una figura solida.

·         Il numero cinque, o pentade. Rappresenta vita e potere.

·         Il dieci, o decade era il numero perfetto. Infatti secondo la loro concezione astronomica 10 erano i pianeti e questo numero veniva rappresentato con il tetraktys: il triangolo equilatero di lato 4 sul quale veniva fatto il giuramento di adesione alla scuola.

 

Pitagora, inoltre, affermava che: “il numero è il sovrano di forme e idee e l’origine di dèi e demoni. La forza di volontà si fonda sulla moderazione, poiché così la ragione non è annebbiata dalle passioni. La geometria è conoscenza di ciò che esiste in eterno. La ragione è immortale, tutto il resto è mortale.”

Possiamo, facilmente affermare che Pitagora aveva pensieri moderni e all’avanguardia rispetto ai dotti di quel tempo; associava la filosofia alla purificazione dell’anima, la matematica ai numeri e alle forme che governano l’universo e la religione era basata sulla reincarnazione, influenzata dai culti orientali e greci, fondata sul carattere esoterico.

Su questi principi si fondò la dimensione emisferica che la stessa scuola pitagorica ereditò.

Il matematico si presentava come un profeta, la bocca della verità, ispirato dal potere divino.


Quando si recò a Crotone fondò una setta basata sull’esoterismo dove i suoi seguaci erano suddivisi gerarchicamente; tale “comunità” finì per avere un ruolo politico prevalente nella città, fino a quando, non ci furono delle insurrezioni e delle rivolte spesso violente contro la setta pitagorica, che costrinsero il matematico a fuggire a Metaponto nel 490 a.C. dove morì.

 

“Scegli piuttosto di essere forte nell’animo che forte nel corpo.”

 

 

 

                                                                                                                                           Chiara Adamo 2B

                                                                                                                                              Chiara Leto 2B

                                                                                                                                           Luigi Mesuraca 2B