Recensione: La fattoria degli animali di George Orwell

La fattoria degli animali, scritto da George Orwell, è sicuramente uno dei classici più letti e conosciuti. Il libro è ambientato nell’Ottocento e parla di una fattoria dove gli animali, dopo essersi ribellati al proprio fattore e averlo scacciato via, riescono finalmente a gestire la propria vita da soli, senza dover sopportare la schiavitù e le sofferenze che venivano loro imposte dall’uomo. Nella fattoria si viene quindi a creare una sorta di odio e paura per l’uomo in generale; viene quindi stabilito che tutti gli uomini, e le cose che ne riprendevano i vizi, erano un vero e proprio nemico. Inoltre venne creato il motto: “tutti gli animali sono uguali”, come punto di riferimento. Durante il libro, però, avvengono dei cambiamenti che influiranno sul finale della storia: i maiali iniziano a diventare superiori agli altri animali, fino a diventare dei veri dittatori. Iniziarono a diventare sempre più simili all’uomo, fino a diventare una sua copia.


Alla fine del libro vediamo che il motto “tutti gli animali sono uguali”, era stato sostituito con “tutti gli animali sono uguali, ma alcuni più degli altri”. Questo ci fa capire il concetto del libro: alla fine i maiali, diventando superiori, rendono “più uguali degli altri” gli altri animali.


Il libro, come si può dedurre, non parla della storia di una fattoria, ma è una vera e propria critica sui regimi totalitari dell’epoca. Se ci pensiamo, infatti, l’Animalismo citato nella storia corrisponde perfettamente al Comunismo e tutto il libro è una grande analogia della guerra dell’ex unione sovietica. I maiali, ormai protagonisti del libro, sono la personificazione di alcuni personaggi: Napoleone è Stalin, Palla di Neve è Trotsky mentre Squillo è la propaganda. Tutti gli animali corrispondono a qualcosa o qualcuno.


Il libro infatti può essere sottovalutato per il nome e per la trama, ma bisogna scavare in fondo per capire che in realtà è un libro molto complesso e potente: Orwell ha la capacità di saper scrivere in maniera semplice e lineare, utilizzando termini leggibili a tutti, ma allo stesso tempo è riuscito a raccontare un argomento molto ampio e articolato in poche pagine e utilizzando degli animali come protagonisti.


Per questo credo che il libro possa essere letto a tutte le età: sicuramente a distanza di anni ne si può comprendere meglio il significato, ma anche per i più piccoli è possibile leggerlo, interpretandolo come una normale storia.

La cosa che colpisce di più è la tristezza disarmante delle scene accadute nella storia: il fatto che gli animali non possano ribellarsi ai maiali, la continua manipolazione, la speranza disillusa degli animali sono veramente sconfortanti.

Una delle tante cose che Orwell vuole trasmettere al lettore è l’importanza dell’istruzione, infatti ai maiali serve che gli altri animali non sappiano leggere, poiché se non fosse stato così avrebbero capito l’inganno e si sarebbero ribellati. Questa cosa succede anche nella realtà, ovviamente.

Credo che questo sia un libro da leggere ameno una volta nella vita, sia per la sua bella storia che per la pregnanza del suo contenuto.

Federica Scida 3E