Le leggi fondamentali della logica

La maggior parte delle persone oggi sembra dire: "Odio pensare. Pensare 'troppo' è faticoso e 'rischioso', genera ansia e potrebbe condurre a prese di posizione e decisioni 'sconvenienti'. Meglio rimanere 'alla superficie' e al 'minimo comune denominatore' di quello che pensa la maggior parte delle persone. In ogni caso, stare lì a riflettere sulla vita e sulla morte, e magari su Dio, 'non c'è tempo'. Abbiamo già tanto da fare e dopo il lavoro rimane solo più il tempo per riposarsi e distrarsi". E' così che il pensiero di molti oggi è solo un collage confuso ed irrazionale di idee che rispecchiano slogan di facile effetto, privo di approfondimento e spesso privo di logica. Quali sono le leggi fondamentali della logica, i criteri universali di un 'pensiero rigoroso', il solo che ci renda davvero umani? Tracce incoerenti di questi criteri pure rimangono nel pensare corrente, ma averne coscienza vuol dire resistere all'alienazione contemporanea e tornare ad essere "esseri pensanti".

Le leggi fondamentali della logica

del dott. C. Matthew McMahon

Comprendi questa frase? Bene, allora stai pensando, e stai applicando le leggi oggettive di base che governano l'universo. Questo non vuol dire che sia il tuo pensiero a stabilire ciò che è giusto, solo che stai pensando ed applicando le leggi di base della logica [1].

Ti conformi alle leggi di base della logica anche se non te ne rendi conto. Senza quelle leggi di base noi non saremmo in grado di comunicare. Senza quelle leggi avresti già abbandonato la lettura perché queste frasi sarebbero state per te completamente prive di senso. Ognuna di queste parole avrebbero potuto significare qualcosa di totalmente diverso, se non stessi applicando le leggi della logica. Queste parole avrebbero potuto significare qualsiasi cosa, se quelle leggi non fossero in vigore e tu non le seguissi. Hai però continuato a leggere e continui a leggere comprendendo ciò che vien detto in ciascuna parola qui utilizzata. Se tu avessi avuto a che fare con una parola più difficile, come per esempio "solipsismo", potresti sempre cercarla su un vocabolario e continueresti ad aderire alle leggi di base dell'universo, le leggi di base della logica: stai cercando di mettere in pratica ciò che è logico. Senza queste leggi di base, è del tutto impossibile comunicare, comprendere, o conoscere alcunché. Il teologo riformato John Brown disse: "Dato che la legge di natura deve necessariamente corrispondere con la natura di Dio, che la impone, e con gli uomini, che ne sono soggetti, come pure con il loro rapporto vicendevole, esse devono essere considerate attentamente, se vogliamo ottenere una conoscenza appropriata di esse" [2]. Speriamo, così di considerarle attentamente in questo articolo.

Il mondo moderno vive in un grande dilemma, e questo è particolarmente vero per tutti coloro che aderiscono in qualche modo a false religioni o a qualche ideologia settaria. Sembra che oggi molti siano coloro che fondano le loro persuasioni non su una verità oggettiva, ma su una loro esperienza soggettiva. Diventiamo noi stessi il centro della verità e la verità assoluta prende posto, se le va bene, nelle ultime file dei nostri sentimenti esperienziali o idee. Al centro dell'universo sta "l'ego" sebbene, per qualche strana ragione, esso è sfacciatamente ignorante che le leggi che usa per difendere la propria soggettività, di fatto la governano. Questo fatto farebbe ridere, se non fosse tragico.

Tutto questo sorge come risultato dell'ignoranza delle leggi di base che governano l'universo e che sono state stabilite da Colui che tiene insieme tutta la realtà. Negarlo vorrebbe solo dire, come si dice, darsi la zappa sui piedi. La maggior parte delle persone oggi sono relativiste [3] (spesso anche quelle che frequentano chiese evangeliche). Sono disposte a credere a qualsiasi cosa, basta che le renda felici. Dicono: "Tu credi a quel che vuoi, e io credo a quel che voglio io". Non intendono veramente, però, quel che dicono. Perché? Perché un semplice test sul loro modo di pensare riporta la loro mente alla realtà e sovverte velocemente il loro relativismo. Eccone un esempio:

Uomo: "Io sono un relativista".

Filosofo: "No, non lo sei e te lo proverò in meno di trenta secondi".

Uomo: "Va avanti".

Filosofo: "Prendi la tua busta paga, compila una distinta di deposito per un milione di euro, firma il tuo assegno e chiedi al cassiere di depositarlo in banca per un milione".

Uomo: "...ma non lo farà mai!".

Filosofo: "Perché?".

Uomo: "Perché vale solo 1500 euro".

Filosofo: "Allora digli che tu sei fermamente convinto che valga un milione".

Uomo: "...ma non accetterà comunque la mia richiesta".

Filosofo: "Perché?".

Uomo: "Perché il solo fatto che io lo creda non lo rende tale".

Filosofo: "Vedi, è lo stesso con il relativismo!".

Uomo: "Smettila di fare accademia".

Filosofo: "No, sei tu che fai accademia. Io mi attengo a ciò che è reale".

Non è solo nel mondo che la gente odia dover pensare, ma pure nelle chiese vi sono tanti che odiano pensare. La filosofia è stata messa in ridicolo come qualcosa che, rispetto alla teologia, ha uno statuto di molto inferiore. Pure la logica è molto disprezzata. Sfortunatamente, molti non capiscono che per impegnarsi in teologia, in qualsiasi forma, è necessario applicare le leggi di base della logica che sono spesso discusse e insegnate nel regno della filosofia.

Quando si parla di "filosofia", questo non si riferisce all'idea che le persone si avvicinino alla verità secondo qualche interpretazione soggettiva. Spesso è qui che della filosofia viene fatta una caricatura. Quando la gente pensa ai filosofi, pensa ad Aristotele, Socrate e Platone che "si inventano" le leggi dell'universo. Ma non stiamo qui parlando di semplice speculazione.

Ogni cristiano, ad esempio, è necessariamente sia teologo che filosofo. Certo, la maggior parte dei cristiani sono poveri teologi e poveri filosofi perché odiano dover pensare, ma sono comunque entrambi. I filosofi, tuttavia, se stanno davvero cercando di essere buoni filosofi, non stanno provando a creare un modello dell'universo dall'esperienza soggettiva. Questo di solito è ciò che accade con false religioni e culti basati su alcune esperienze personali (ad esempio l'Islam). Piuttosto, i filosofi sono quelli che indagano e scoprono le realtà già in azione nell'universo. In questo senso sono "scienziati". Ecco perché la filosofia e la teologia vanno di pari passo e l'una non può essere separata dall'altra. Le leggi di base che governano il pensiero intellettuale vengono rilevate come realtà oggettive da seguire e scoprire. Anche se possono essere definiti o scoperti in momenti diversi, ogni essere umano, tutto ciò che vive del pianeta e tutto ciò che esiste, è governato da queste leggi. È utile, tuttavia, sapere che ci sono pensatori che di fatto ci hanno aiutato sistematizzando queste idee in una visione del mondo che rimane oggettiva e vera. La filosofia e la logica sono insostituibili.

Come dice Gordon Clark, “Non si tratta di una tautologia arbitraria, una struttura tra le tante. Sono possibili vari sistemi di catalogazione dei libri nelle biblioteche e molti sono ugualmente convenienti. Sono però tutti arbitrari. La storia può essere designata dal numero 800 con la stessa facilità del 500. Ma non vi è alcun sostituto per la legge di non contraddizione. Se un cane equivale al non-cane e se 2 = 3 = 4, non solo scompaiono la zoologia e la matematica, anche Victor Huge e Johann Wolfgang Goethe scompaiono. Questi due uomini sono esempi particolarmente appropriati, poiché sono entrambi, in particolare Goethe, dei romantici. Anche così, senza logica, Goethe non avrebbe potuto attaccare la logica del Vangelo di Giovanni ... per ripetere, anche se sembra stancante: la logica è fissa, universale, necessaria e insostituibile. L'irrazionalità contraddice l'insegnamento biblico dall'inizio alla fine. Il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe non è irrazionale" [4].

Questo articolo è scritto da un cristiano professante. Egli crede che la fede cristiana corrisponda al vero e che sia possibile addurre prove convincenti che sia così. Sono basate su fatti storici, la realtà oggettiva, la realtà della parola parlata, dati biblici infallibili ed inerranti e simili: tutti fattori oggettivi che riguardano l'esclusività della fede cristiana rispetto a qualsiasi altra religione, culto, setta, o idea che sia esistita o esista. L'autore di questo articolo ha considerato questi fatti ed è giunto alla conclusione che la fede cristiana corrisponda al vero. Ha considerato il Gesù della storia e la verità delle proposizioni della Bibbia.

Altri non condividono queste sue persuasioni, anzi, non lo fa la maggior parte delle persone. Di fatto, il tenore generale della concezione cristiana del mondo e della vita è diametralmente opposta ad ogni altra cosa che sia stata scritta nei termini di una concezione del mondo generale. Per esempio, non si può credere che la fede cristiana sia semplicemente una parte di una concezione del mondo complessiva (una Weltanschauung) [5] e che dimostri un parallelismo con altre concezioni del mondo. Coloro che che sottoscriverebbero una certa qual "somiglianza" con altre religioni, semplicemente non hanno letto o ignorano i dati biblici al riguardo dell'esclusività e opposizione diametrica del Cristianesimo rispetto ad ogni altra cosa.

Il Dio biblico ha "una mente molto ristretta". La Bibbia è molto esclusiva. I culti ed altre religioni sono fondamentalmente ignoranti e cercheranno di combinare gli insegnamenti del Cristo con quelli di altre religioni per dimostrarne la compatibilità. I loro tentativi di dimostrare questa unità sono fatti in maniera frivola e ignorante. Diranno: "Gesù era solo un buon maestro esattamente come Buddah e Maometto". Queste affermazioni violano le leggi stesse che essi stessi utilizzano per parlare in generale. Due punti di vista opposti contraddicono direttamente l'un l'altro e non possono essere alleati per quanto improbabili. L'insegnamenti dell'Islam e l'insegnamento del Cristianesimo sono diametralmente opposti, anche a livello di base. L'insegnamento del Buddismo e l'insegnamento del Cristianesimo sono diametralmente opposti, anche a livelli di base. I loro messaggi di base sono differenti. Negarlo vuol dire non conoscere o ignorare dati oggettivi.

Ovviamente, si troverà sempre chi lo vorrà ignorare o cercherà di "spiegare" questa discontinuità radicale dicendo che il loro messaggio generale sia "comunque" simile. Ad essi piace dire che "il principio divino" là fuori abbia inviato ad ammaestrarci messaggeri diversi - che Buddah, Maometto e Gesù siano solo maestri che hanno compreso "il principio divino" ed hanno cercato di comunicarci ciò che lo riguarda, e che coloro che lo negano stiano semplicemente equivocando questa realtà "la fuori" e la reinterpretino. Dicono così, ma semplicemente non considerano tutti i fatti. Per esempio, se Buddah dice che "tutte le strade conducono in cielo" e Cristo dice: "Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me", questi due pensieri sono diametralmente opposti l'uno all'altro. Non sono compatibili. Nemmeno il messaggio complessivo del Buddismo (l'illuminazione), che è ateo, è compatibile con la concezione cristiana del mondo e della vita, che è "dalla mente chiusa", monoteista, e trinitaria. Il problema è che alla gente non piace studiare per dibattere correttamente, e desiderano unità e conformità contro l'evidenza stessa della realtà. Questo, però, è semplicemente negare le leggi di base che governano noi tutti, non importa ciò che crediamo o ci piacerebbe che fosse. Tutto questo non è altro che respingere, o cercare di respingere, quelle leggi di base: è questo che porta la gente ad una falsa unità: negare ostinatamente la realtà quando si tratta di stabilire gli standard di riferimento e preferirvi le proprie infondate fantasie o aspirazioni.

Le regole della logica

Per capire che le leggi che governano l'universo e tutto il pensiero ed influenzano le visioni del mondo, dobbiamo prima guardare alle regole della logica.

Certamente vi stati coloro che hanno demolito le leggi della logica. Credono che nulla sia conoscibile. Tuttavia, li troverai a scrivere libri su ciò che non è conoscibile. Li troverai persino nel tentativo di spiegarti che nulla è conoscibile. Come Immanuel Kant che aveva affermato che l' "altro mondo" non è conoscibile, ma poi lui stesso ci diceva tutto su ciò che non possiamo sapere. E se un mondo del genere esistesse e non fosse conoscibile, come farebbe Kant a saperlo o addirittura che esiste? Questa è una contraddizione. Se non fosse conoscibile, come potrebbe spiegarlo a qualcuno? Le leggi di base della logica restano ferme anche se molti vorrebbero eliminarle. Sono le leggi di base della logica che divideranno punti di vista diversi se le persone si impegnassero semplicemente nel pensiero razionale e non nella follia del soggettivismo [6].

Nemmeno è consentito ridefinire le leggi solo per soddisfare i propri desideri, come ha fatto Hegel. Invece di confrontarsi con la legge della non contraddizione, la ridefiniva, ed entrava in contraddizione dicendo che tale "sintesi" è accettabile. Tuttavia, la dialettica di Hegel non dura a lungo sotto un attento esame. Tesi e antitesi sono opposti. Non sono complementari. Hegel ha detto che dovremmo superare tutto questo... Ma farlo significa negare le leggi fondamentali del pensiero. Ha preso i due (tesi e antitesi) e ha creato una sintesi. Eppure, persino uno studente di logica del primo anno dovrebbe già essere in grado di vedere bene questo fatto.

La logica consiste in un insieme di principi di base chiamati "concetti primitivi" [7]. Questi concetti primitivi sono fondamentali per la nostra conoscenza di qualsiasi cosa. I concetti primitiv sono il fondamento della conoscenza. Se non sottoscrivessimo a questi principi di base, la comunicazione sarebbe impossibile. Non capiresti mai una parola di questo articolo se non ti impegnassi nell'esercizio dei principi di base della logica. Sarebbe "impossibile" farlo. Ma dal momento che hai considerato ciò che è stato detto finora e continui a leggere, ti sei impegnato nelle leggi di base e sembri seguire ciò che è stato finora (si spera). Il fatto stesso che tu sia d'accordo o in disaccordo con quanto è stato detto dimostra la realtà e la verità, l'assoluto obiettivo, che sei impegnato nell'esercizio di almeno quattro dei principi di base della logica, anche se magari desideri negare con forza quelle leggi. Negandole, pure le difendi in modo esplicito e implicito.

Esistono numerose leggi di base che regolano l'universo come concetti primitivi. essi sono stati scoperti non fabbricati. Quattro di questi sono degni di una nota "introduttiva" [8]:

    1. 1. la legge (o principio) di non contraddizione (B non è non-B),

    2. 2. la legge dell'identità (B è B),

    3. 3. la legge del Tertium non datur (B o non-B), e

    4. 4. la legge dell'inferenza razionale.

Senza aderire a queste leggi della logica, è impossibile pensare correttamente. Logica significa davvero, mettere in ordine i tuoi pensieri. Senza queste leggi sarebbe impossibile mettere in ordine i tuoi pensieri. L'ordine sarebbe irrilevante. Il significato sarebbe irrilevante. La comunicazione cesserebbe. Saremmo tutti una specie di solipsisti [9].

Cosa insegna la legge della non contraddizione? La legge di non contraddizione ci insegna quanto segue: B non può essere sia B che non B contemporaneamente e nella stessa relazione. Gordon Clark lo definisce in questo modo: "Lo stesso attributo non può riguardare e non riguardare la stessa cosa nello stesso tempo. [10] Ad esempio, un orologio non può essere sia un orologio che un albero allo stesso tempo e nella stessa relazione. Deve essere l'uno o l'altro in un dato momento. Sarebbe una contraddizione essere diversamente. Non puoi dire: "Credo in qualche modo alla legge della non contraddizione". O ci credi o entri nell'assurdo. Qualcuno che non crede alla legge della non contraddizione non crede al contrario della sua affermazione, il che sarebbe immediatamente autolesionistico. Ad esempio, quando qualcuno dice, "Tutte le religioni sono uguali" non significano certamente "tutte le religioni non sono uguali" allo stesso tempo e nella stessa relazione. Sarebbe autolesionista. Il tuo vicino di casa non potrebbe essere sia un uomo che un albero allo stesso tempo e nella stessa relazione. Potrebbe essere un attore in un'opera teatrale che interpreta un albero, ma non è lo stesso che essere un uomo e un vero albero allo stesso tempo e nella stessa relazione, dato che accidenti e descrizione di un uomo e un albero sono diversi. Gli esseri umani sono diversi dagli alberi. Dire il contrario è entrare nell'assurdo.

Cosa insegna la legge dell'identità? La legge dell'identità insegna quanto segue: quando qualcuno dice che un orologio è un orologio, significa che è un orologio. Non può essere altro che un orologio (orologio da polso, nonno, ecc.). Non può essere un pianeta o una tazza di succo. È un orologio. Se non lo fosse, allora ci porterebbe immediatamente all'irrazionale. Ciò che diciamo intendiamo, ed è per questo che definire i nostri termini su ogni dato dibattito è di vitale importanza. Vogliamo identificare esattamente cosa intendiamo e come lo intendiamo per affermare ciò che stiamo affermando in modo razionale. Senza questo, potresti dire "Vado in spiaggia", ma il tuo amico potrebbe pensare che "stai andando a teatro". La legge dell'identità non ci permetterà di entrare nell'irrazionale,

Cosa insegna la legge del Tertium non datur (o mezzo escluso)? La legge del Tertium non datur insegna quanto segue: qualcosa è B o non è B. Ciò significa che qualcosa deve essere una cosa o l'altra. Non può essere entrambi. Non può essere qualcosa di mezzo (un miscela) o sarebbe qualcos'altro di quello che è. Questo è ciò che Hegel ha negato ferocemente, ma ha fallito nei suoi tentativi di far funzionare le sue idee perché nessuno aveva bisogno di credergli.

Cosa insegna la legge dell'inferenza razionale? La legge dell'inferenza razionale può essere facilmente compresa in questo sillogismo:

    • Premessa principale: tutti gli uomini sono mortali.

    • Premessa minore: Socrate è un uomo.

    • Conclusione: Socrate è mortale.

Potresti averlo sentito prima. Dobbiamo tenere a mente che siamo limitati e potrebbe non necessariamente disporre di tutte le informazioni di cui potremmo aver bisogno per comprendere completamente le proposizioni. Questo è dove il nostro studioso deve passare attraverso qualsiasi definizione di descrizione se ciò che stiamo dicendo o pretendiamo. Socrate può essere un personaggio immaginario che rende il sillogismo falso. Ma alla luce del fatto che sappiamo di non essere onniscienti e che tutte le cose siano uguali, dovremmo essere in grado di inferire la struttura logica del sillogismo con ragionevole certezza che abbiamo inferito correttamente. Ma ciò può essere dedotto solo se anche gli altri concetti primitivi sono rispettati. Tutti operano insieme. La legge di inferenza razionale insegna che se le premesse A e B sono valide, allora, secondo ciò che Martin Lutero chiamava logica senza resistenze, questa conclusione C ne consegue. Monitora le inferenze tra premesse e conclusioni, come un arbitro che fischietta quando c'è un errore nel gioco. Quando i giocatori sono in fuorigioco l'arbitro fischia.

Quando i sillogismi non vengono considerati, dobbiamo necessariamente chiamarli errori. Senza questi concetti, la parola e la comunicazione sarebbero impossibili. Dio è tanto legato a questi come noi da quando hanno avuto origine con Lui. Scopriamo semplicemente queste verità mentre tentiamo di comunicare. Sono realtà oggettive che ci sovrastano per governarci. Come afferma Ronald Nash, "L'incoerenza è sempre un segno di errore, e l'accusa di incoerenza dovrebbe essere presa sul serio" [11] Sfortunatamente le persone non ne sono consapevoli e, quando vengono informate, non la prendono sul serio. Si crogiolano in palesi contraddizioni.

L'epistemologia [12], o la base della conoscenza, è ciò che questo articolo fondamentalmente intende trattare e stabilire. In che modo "sappiamo" le cose Molti hanno udito ciò che Descartes ha detto: "Penso dunque sono". Egli credeva in un certo tipo di razionalismo che può essere sintetizzato in questa affermazione, "alcune conoscenze umane non derivano dall'esperienza sensoriale", che insegna, "tutta la conoscenza umana deriva dall'esperienza sensoriale". Tuttavia, Cartesio e altri come lui hanno respinto l'idea che la legge di non contraddizione limiti Dio. Credeva che un essere onnipotente, come Dio, qualcuno totalmente "diverso" dagli esseri umani che dipendono dalle leggi di base, potesse fare qualsiasi cosa, inclusa la violazione della legge di non contraddizione. Credeva che l'Essere onnipotente avrebbe potuto creare un mondo in cui 2 + 2 = 4 non è vero. Ovviamente, questo contraddice la legge della non contraddizione.

Il problema è che molti oggi seguono Cartesio nell'assurdo. Perché? In primo luogo, è impossibile discutere con Cartesio, e di conseguenza per lui discutere con chiunque altro, se ritiene che la legge di non contraddizione non possa essere infranta. Non solo sta violando la legge, ma sta anche violando la natura fondamentale di Dio, che sosteneva potesse essere trovata e confermata nella Bibbia. Secondo, la Bibbia dice che ci sono cose che Dio non può fare; cioè menzogna, peccato, ecc. Ad esempio, come quelli che direbbero "Può Dio creare una roccia così grande da non poterla sollevare?". Questa domanda è palese negazione della legge di non contraddizione. Non è una domanda razionale da porre poiché pretende il possibile di un'azione impossibile. È autolesionista. È come chiedere: "Esiste un cerchio quadrato?" La risposta è no, in qualsiasi età, in qualsiasi dimensione e in qualsiasi stato dell'essere. Piuttosto che aderire al fallace e deviante razionalismo di Cartesio, può essere più utile assistere Tommaso D'Aquino nella sua affermazione: "Sono quindi penso." Questo è il fondazionalismo che aderisce alle leggi fondamentali della logica. Se dovessimo seguire quelli come Cartesio (e molti oggi che seguono sette che insegnano la stessa cosa di Cartesio), entreremo nel regno in cui nulla è veramente significativo.

Se Cartesio avesse ragione, se quelli che dicono che il cristianesimo è proprio come qualsiasi altra cosa là fuori, violando la legge della non contraddizione, allora tutto va bene. In realtà, tuttavia, "tutto va bene" si traduce davvero in "incomprensibile". Dio non sarebbe solo responsabile della creazione di situazioni che non può gestire perché non è tenuto alla coerenza con le leggi di base, ma può anche gestire situazioni che non può gestire. Ciò sarebbe "coerente" [sic] con ciò che alcuni credono che violare la legge di non contraddizione. Ma ancora una volta, come potevano crederci, perché ogni volta che viene scritta una frase per definire la loro convinzione di violare la legge o consentire tale violazione, potremmo entrare in una reductio ad infinitum [13].

Da dove provengono queste leggi?

Le leggi di base della logica hanno origine nella mente di Dio. Non hanno origine in noi stessi. Noi siamo dotati di idee a priori, di idee e concetti innati, non conoscenza fattuale , che ci forniscono gli strumenti per aderire ai concetti primitivi. Per esempio, sebbene noi si prendano per scontati i concetti primitivi, dobbiamo scoprirli o impararli in modo sistematico. Prendiamo ad esempio l'idea di "identità". L'empirista prenderà due aste identiche e le metterà fianco a fianco su un tavolo. Le studierà, le misurerà e osserverà empiricamente tutto ciò che è osservabile su di esse. Tuttavia, se non avesse la forma innata di "identità" a priori, non giungerebbe mai alla conclusione dell '"identità" delle aste o della loro somiglianza perché non sarebbe mai in grado di creare, o fabbricare il concetto di "uguaglianza". Alcune idee innate ci consentono di guardare due aste relativamente "uguali" in legno, lunghe cinquanta centimetri, spesse due, dello stesso colore, ecc. e concluderne che sono le stesse perché abbiamo il concetto di uguaglianza innato nella nostra mente. Ma le leggi della logica non sono innate. Se lo fossero, tutti sarebbero sulla stessa pagina di verità ed errore. Se fossimo tutti dotati dello strumento inconfondibile della legge in maniera innata, allora non la violeremmo mai. Tuttavia, come dimostra la storia, le persone hanno costantemente insegnato idee incoerenti (come Cartesio, Kant, Hegel, ecc.). Appurato che non siamo pieni di sillogismi logici dalla nascita, la logica è una parte importante del modo in cui dovremmo pensare. Gordon Clark disse: “La logica non è psicologia. Non descrive ciò che la gente pensa o il modo in cui di solito si giunge a conclusioni; descrive come dovrebbero pensare se desiderano ragionare correttamente ... la logica riguarda tutto il pensiero; è fondamentale per tutte le discipline, dall'agricoltura all'astronautica. Non ci sono diversi tipi di logica, una per la filosofia e una per la religione; ma le stesse regole di pensiero che si applicano in politica, per esempio, si applicano anche in chimica" [14].

Perché la logica, o per esempio, la legge della non contraddizione, è una legge dell'essere e non una legge del pensiero? Perché la forma ontologica è fondamentale per la verità fondamentale. Tutta la logica che deriva da questa forma base è proprio quella, una sua derivata, ma non "essa" stessa. Pensare è una cosa, usare le leggi per pensare è anche una cosa, ma il fondamento della legge, o il suo stato ontologico è qualcosa di completamente diverso.

Qualcuno potrebbe giustamente dire: "Io sono, e quindi penso." Tuttavia, il pensiero non dimostra la realtà. Il pensiero e i pensieri derivati da quell'atto devono conformarsi alla realtà pensando in maniera corretta. Pensiamo solo "ripensamenti", non pensieri originali. Potrebbero essere originali per noi, ma anche passare attraverso uno sguardo superficiale della storia filosofica dimostra esattamente il contrario. Potremmo pensare di essere cervelli disincarnati su Alpha Centauri, dove scienziati pazzi condizionano il nostro cervello per farci vedere la realtà che vogliono, e stiamo semplicemente sognando. Siamo oggi nella Matrix? Niente affatto.

Le visioni del mondo sono estremamente importanti

Sono la percezione finale e attuale (o almeno al momento) che abbiamo dell'universo. Ci sono agnostici, razionalisti, fideisti, esperienzialisti, sperimentalisti, pragmatici, deisti, panteisti, atei, teisti e una miriade di combinazioni nel mezzo. La realtà, tuttavia, è che non possono avere tutti ragione. Nessuno che pensasse in ciascuno di quei campi lo ammetterebbe. Questo è il motivo per cui mantengono una posizione particolare e che ci sono posizioni diverse. Perfino i New Age che desiderano unirci tutti in una qualche "coscienza divina" relativa non sono d'accordo fra di loro, se stanno pensando, con tutte le altre forme di pensiero e filosofia oggi. Molti New Age non credono a ciò che affermano altri New Age in molti casi. Vorrebbero credere di si, ma un breve estratto di questo tipo di pensiero dimostra l'assurdità della loro unificazione.

Ad esempio, a una New Ager è stato chiesto: "Credi nella verità assoluta?" La sua risposta è stata: "Sì". Quindi, nella conversazione ha detto: "La mia opinione è ciò che conta. È vero per me”. Questo tipo di pensiero (o non pensiero) è ciò che dimostra l'inettitudine del mondo di pensare razionalmente oggi. Non aveva pensato a tutto ciò che doveva essere pensato. Non ha considerato tutto ciò che doveva essere considerato. Si ferma di colpo. Dice di credere che la verità assoluta esista, ma solo quando le conviene. Altrimenti, la sua intera visione del mondo sarebbe caduta a terra. Questo è di solito il motivo principale per cui le leggi di base dei concetti primitivi vengono respinte - non si adattano allo schema della mentalità relativa di un determinato individuo.

Le visioni del mondo di oggi hanno un elemento comune: sono spesso opinioni personali basate sulla soggettività. Non sono verità oggettive e realtà apprese. Sono "nuove realtà" (o, piuttosto, fantasie) fabbricate e fatte passare come in qualche modo speciali. Molti dei culti delle celebrità e le idee del mito oggi sono concetti basati sull'opinione personale e non dimostrabili (convenientemente). Le persone non stanno applicando le leggi di base, i concetti primitivi del pensare e della conoscenza, anzi, si stanno deprezzando dal pensare realmente attraverso la loro visione del mondo e accettando la loro personale opinione relativistica su "x", qualunque sia "x". Negano le leggi di base che danno per scontate in ogni altra area della vita perché non vogliono sottomettersi o essere sottomessi a un Dio onnipotente che giudica la malvagità dell'uomo e garantisce giustizia.

La verità oggettiva è quella in cui ogni creatura deve dimorare. Il più delle volte lo fanno senza davvero "praticamente" vedere che di fatto lo stanno facendo. Ad esempio, quando ti sei seduto per leggere questo articolo sui "concetti primitivi", hai presupposto che le parole usate in questo articolo significassero ciò che dicevano. Hai seguito una particolare linea di pensiero fino alle sue conclusioni, basate su proposizioni. Alcuni di voi potrebbero pensare che le proposizioni siano sbagliate. Anche così, provi che non dovevi sederti e pensare ai concetti primitivi per mettere in pratica la logica e il pensiero. Lo fai perché hai concetti innati e gli strumenti della lingua italiana (o di qualsiasi lingua) per comunicare in modo efficace e per essere comunicabili in un modo in cui capisci. Usiamo la logica ogni giorno della nostra vita.

Essendo un cristiano, molti si chiedono come si possano congiungere teologia e filosofia. A molti non piace questa idea. Speriamo a che questo sia stato brevemente, ma adeguatamente, qui risposto. Esistono prove bibliche del fatto che i due sono congiunti? Il giudizio relativo alle leggi della logica appartiene alla ragione, e lo dice la Bibbia? La Bibbia presuppone la logica in ogni sua pagina. Potresti aver osservato "perché nella Bibbia ci sono così tanti 'perciò'?" La risposta è che la Bibbia presuppone il pensiero logico. Quindi, tutti presuppongono la logica. Tutti presumono che tu stia seguendo una discussione. Perfino il Figlio di Dio, l'onnipotente Creatore dell'universo, è chiamato il logos, la logica di Dio (Giovanni 1: 1). Puoi verificare tu stesso passaggi come Matteo 7:15 , Matteo 16: 6 ;Colossesi 2: 8 , 1 Tessalonicesi 5:21 , Ebrei 5:14 e simili. Tutti lo attestano. Tutti attestano il pensiero corretto e la legge del giudizio in materia di "contraddizione". Se non state pensando correttamente, come mai potreste attestare una verità proposizionale di qualsiasi tipo?

È fondamentale distinguere che la logica non è solo da Dio, ma è anche Dio

Ovunque le Scritture testimoniano la verità che Dio è verità e comunica verità. Ecco perché coloro che sostengono l'ispirazione della Bibbia (che essa è inerrante e infallibile) è l'unica posizione coerente, logicamente parlando, proprio per questo assioma secondo cui Dio è verità. L'assioma non significa che Dio sia una frase sulla pagina, una semplice proposizione, ma che la verità dietro un tale "truismo" qualunque sia, riposi alla fine nella mente di Dio. Gesù Cristo è l'incarnazione della perfezione di Dio. È Dio, e quindi trasmette la verità di Dio. La legge di non contraddizione non è sottomessa a Dio. È qualcosa che Dio è (cioè non contraddittorio) e non può che esserlo. La mente di Dio è in costante stato di conoscenza. Non pensa progressivamente come noi. La logica e le leggi della logica, i primi principi, non sono qualcosa a cui Dio pensa o attraversa, ma qualcosa che conosce come vero. Fanno parte della sua mente perché li conosce in uno stato di "eterno ora". Quando nasciamo, noi arriviamo a scoprirli, o meglio, le loro definizioni, quindi possiamo continuare a pensare correttamente. Non c'è mai stato un tempo in cui Dio non è riuscito a conoscere la logica e i concetti primitivi, o qualcosa del genere. Dio non dimentica. Lui sa. Non può dimenticare. Dimenticare o pensare progressivamente significherebbe distruggere la "bontà" della mente di Dio, la logica di Dio. Quando leggiamo che "Logica" era "all'inizio" "con" Dio, ciò non significa "Dio non era Logica". Dio è la logica. Come giustamente disse Gordon Clark, “Dio non è un substrato passivo o potenziale; è attualità o attività. Questa è la terminologia filosofica per esprimere l'idea biblica che Dio è un Dio vivente” [15]. Dio e la logica sono gli stessi e concetti primitivii. Negare questo significa negare del tutto Dio.

Per coloro che desiderano approfondire in modo più esplicito queste leggi, Geisler ha un paragrafo base di "principi della realtà" [16].

    • Essere è (B è) = Il principio di esistenza.

    • Essere è essere = Il principio di identità

    • Essere non è non essere (B non è non-B) = Il principio di non contraddizione

    • Essere o non essere (o B o non-B) = Il principio del mezzo escluso

    • Il non-essere non può causare l'essere (non-B> B) = il principio di causalità

    • L'essere contingente non può causare l'essere contingente (Bc> Bc) = Il principio di contingenza (o dipendenza)

    • Solo l'essere necessario può causare un essere contingente (Bn-> Bc) = il principio positivo della modalità

    • L'essere necessario non può causare un essere necessario (Bn> Bn) = Il principio negativo della modalità

    • Ogni essere potenziale è causato da un essere necessario (Bn-> Bc) = Il principio della causalità esistenziale

    • Necessario essere esistente (Bn esiste) = Principio di necessità esistenziale

    • Essere contingente esiste (Bc esiste) = Principio di contingenza esistenziale

    • L'Essere necessario è simile all'Essente (i) simile (i) che provoca (Bn-similar-> Bc) = Principio di analogia

Nel definire le leggi di base di cui sopra, inclusi in esse sono i concetti primitivi di cui abbiamo discusso in breve, Geisler formula il seguente sillogismo:

1. Qualcosa esiste (es. Io lo faccio) (n. 1)

2. Io sono un essere contingente (n. 11)

3. Il Nulla non può causare qualcosa (n. 5)

4. Solo un essere necessario può causare un essere contingente (n. 7)

5. Pertanto, io sono fatto esistere da un essere necessario (segue dai nn. 1-4)

6. Ma io sono un tipo di essere personale, razionale e morale (dal momento che mi impegno in questo tipo di attività).

7. Pertanto, questo Essere Necessario deve essere un tipo di essere personale, razionale e morale, poiché io sono simile a lui per il principio di analogia (n. 12)

8. Ma un Essere necessario non può essere contingente (cioè non necessario) nel suo essere che sarebbe una contraddizione (n. 3)

9. Pertanto, questo Essere necessario è personale, razionale e morale in un modo necessario, non in modo contingente.

10. Questo Essere Necessario è anche eterno, non provocato, immutabile, illimitato e uno, poiché un Essere Necessario non può diventare, essere causato da un altro, subire un cambiamento, essere limitato da qualsiasi possibilità di ciò che potrebbe essere (un Essere Necessario ha nessun'altra possibilità di essere diverso da quello che è) o di essere più di un Essere (poiché non possono esserci due esseri infiniti).

11. Pertanto, esiste un essere necessario, eterno, non causato, illimitato (= infinito), razionale, personale e morale.

12. Un tale essere è appropriatamente chiamato "Dio" in senso teistico, perché possiede tutte le caratteristiche essenziali di un Dio teista.

13. Pertanto, il Dio teista esiste.

Da un semplice sillogismo, basato sulle leggi dei concetti primitivi, siamo così in grado di giungere a conclusioni basate su come questi principi ci guidano a pensare e su come ci governano nel mondo reale. Come dice Geisler, “dati questi principi dell'essere, si possono conoscere molte cose sulla realtà; riguardano il pensiero e le cose. Conoscere si basa sull'essere. Con questi principi si può persino provare l'esistenza di Dio” [16]. Negare questo significherebbe negare i principi stessi ed entrare nell'assurdo. Non saresti mai in grado di dire nulla o pensare nulla. La tua comunicazione sarebbe irrilevante perché le parole potrebbero significare qualsiasi cosa tu voglia che significhino, e allo stesso tempo, potrebbero significare qualsiasi cosa per la persona che le legge. Ad esempio, la frase "Giovanni corse su per la collina" potrebbe significare ciò che dice a chi l'ha scritto, ma poi il lettore potrebbe dire che significava "Metti la gelatina di fragole sul burro di arachidi". Perché? Perché eliminare la Legge di non contraddizione significa eliminare le linee guida sul significato di "cose".

Quando eliminiamo i concetti primitivi o leggi di base, finiamo per cadere nell'errore. Questi errori nella "logica" sono chiamati "fallacie". Ci sono un certo numero di fallacie logiche che entrano in gioco una volta che le leggi di base della logica vengono capovolte, specialmente nel trattare con i primi principi. Ecco gli errori di base:

    • gli errori di composizione (equivoci, anfibologia, ecc.);

    • Petitio principi ("petizione di principio" o "risposta con la premessa");

    • Argumentum ad hominem ("argomento contro l'uomo") è una strategia della retorica con la quale ci si allontana dall'argomento della polemica contestando non l'affermazione dell'interlocutore, ma l'interlocutore stesso;

    • L’ignoratio elenchi (conosciuta anche come conclusione irrilevante);

    • Argumentum ad misericordiam (Appello alla pietà: "Chi si prenderà cura della mia famiglia se mi uccidi?");

    • Argumentum ad populum (o ad judicium) (ricorso al popolo) è un tipo di fallacia di consistenza nella quale si afferma che una tesi sia corretta perché è sostenuta da un gran numero di persone;

    • Argumentum ab auctoritate, detto anche argomento autorevole e appello all'autorità, è uno speciale argomento induttivo solitamente presentato sotto forma di sillogismo statistico, che sostiene la tesi dal generale allo specifico.

    • Non causa pro causa (fallacia causale, identificare falsamente una causa);

    • Domanda complessa ("hai smesso di picchiare tua moglie?"),

    • Post hoc ergo propter hoc (locuzione latina che alla lettera significa dopo di questo, quindi a causa di questo), un sofisma che consiste nel prendere per causa quello che è un antecedente temporale, ovvero si pretende che se un avvenimento è seguito da un altro, allora il primo deve essere la causa del secondo.

    • Argumentum ad baculum (appello alla forza o minaccia),

    • l'errore di incidente (ciò che è irrilevante viene argomentato invece dell'idea centrale o questione cruciale),

    • A fortiori ratione (ma più spesso semplicemente a fortiori) a maggior ragione. Sottintende l'uso di un ulteriore argomento che viene portato in una discussione per rafforzare una tesi già di per sé valida e comunemente accettata.

    • Argumentum ad ignorantiam è una fallacia logica che implica l'affermazione della falsità o verità di una proposizione, basandosi sull'ignoranza esistente sulla proposizione discussa (cioè una premessa è vera o falsa finché non è provato il contrario). Ciò rappresenta un tipo di falsa dicotomia, in cui la terza opzione ignorata è: vi è stata un'investigazione insufficiente, e perciò ci sono insufficienti informazioni per provare se la proposizione sia vera o falsa.

La Bibbia non è contraddittoria

La Bibbia non è contraddittoria, è la parola di Dio e Dio non è contraddittorio. Ma per riportare questo punto a casa e dimostrare l'errore con cui le persone “si mettono nei guai” nel crogiolarsi in contraddizioni, c'è la lezione del vecchio profeta di Beel. C'era un uomo di Dio in 1 Re 13 che era stato inviato al re Geroboamo per parlare contro di lui. Una delle condizioni per adempiere a questo compito era quando il profeta, o uomo di Dio, disse: “Io non posso tornare indietro con te, né entrare in casa tua; e non mangerò pane né berrò acqua con te in questo luogo; poiché mi è stato detto, per ordine del SIGNORE: "In quel luogo tu non mangerai pane, né berrai acqua, e non tornerai per la strada che avrai fatta all'andata". "Queste erano le clausole. L'uomo di Dio non doveva fare 3 cose: 1) mangiare pane, 2) bere acqua e 3) o tornare dal modo in cui era venuto. Ci sono ragioni per questo, ma per il punto a portata di mano, l'uomo di Dio fa un errore logico e lo paga caro. Dopo aver dato il messaggio che doveva portare al re, parte e viene accolto da un profeta che lo aiuta a sellare il suo asino. Questo profeta voleva che l'uomo di Dio mangiasse con lui e trascorresse del tempo con lui. Il testo dice: "Anch'io sono profeta come te; e un angelo mi ha parlato per ordine del SIGNORE, dicendo: "Riportalo con te in casa tua, perché mangi del pane e beva dell'acqua"». Egli mentiva.". Così l'uomo di Dio, come dice il testo, "tornò con lui e mangiò pane in casa sua e bevve acqua". L'uomo di Dio si crogiolava in contraddizioni. Dio aveva già detto che non doveva farlo, ma poi il "profeta" dice che Dio gli aveva detto che era giusto farlo. Questa è una contraddizione e l'uomo di Dio avrebbe dovuto prenderla come tale. Mentre stavano mangiando a tavola, Dio parla attraverso questo profeta bugiardo e dice: “gridò all'uomo di Dio che venne da Giuda, dicendo: “«Così parla il SIGNORE: "Poiché tu ti sei ribellato all'ordine del SIGNORE, e non hai osservato il comandamento che il SIGNORE, tuo Dio, t'aveva dato, e sei tornato indietro, e hai mangiato del pane e bevuto dell'acqua nel luogo del quale egli t'aveva detto: Non vi mangiare del pane e non vi bere dell'acqua, il tuo cadavere non entrerà nella tomba dei tuoi padri"».". "Dio non onora quest'uomo di Dio a causa del suo errore logico. Invece, come dice la narrazione, Dio uccide l'uomo di Dio per disobbedienza. Il testo dice: “L'uomo di Dio se ne andò, e un leone lo incontrò per strada, e l'uccise. Il suo cadavere rimase steso sulla strada; l'asino se ne stava presso di lui, e il leone pure presso il cadavere"!.

Gli errori logici non sempre causeranno problemi come questo, ma è indispensabile sapere che anche a Dio non piacciono quelli che ascoltano le contraddizioni. Anche Dio sostiene i concetti primitivi. Dio non ha detto una cosa e quindi ha contraddetto direttamente ciò che ha detto allo stesso tempo e nella stessa relazione. La teologia di quell'uomo era difettosa. Le sue idee sulla verità in questa situazione erano devianti. Avrebbe dovuto smettere di pensare che Dio non gli avrebbe detto una cosa direttamente, e quindi contraddire ciò che dice poco dopo attraverso qualcun altro. Questo incidente è costato la vita all'uomo di Dio.

Le persone non possono violare i principi di base della logica. Dio è la logica . È una logica perfetta. Mandò suo Figlio, il Logos, la Logica di Dio, a venire da noi e a rivelarci il Padre. Non possiamo crogiolarci in contraddizioni. Dobbiamo sostenere ciò che Dio ha inviato come Sua perfetta parola. Perché senza le basi dei concetti primitivi a cui aggrapparci, entreremo tutti continuamente in errori che potrebbero avere effetti disastrosi sulla nostra vita e sulla nostra teologia. Né Dio ne è contento. Non ci dà mai il diritto di sbagliarci su qualcosa. Non è un dio dell'errore, ma della verità, ed è legato a questi concetti primitivi come lo siamo noi. Che possiamo sforzarci continuamente di essere più attenti di quell'uomo di Dio nella nostra teologia e nelle nostre vite intorno alle parole di Dio.

Note

    • [1] La logica (dal greco λόγος, logos, ovvero "parola", "pensiero", "idea", "argomento", "ragione", da cui poi λογική, logiké) è lo studio del ragionamento e dell'argomentazione, rivolto in particolare a definire la correttezza dei procedimenti inferenziali del pensiero. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Logica

    • [2] John Brown, Systematic Theology, Reformation Heritage Books, Grand Rapids, MI: 2002. Page 1.

    • [3] Il relativismo è una posizione filosofica che nega l'esistenza di verità assolute, o mette criticamente in discussione la possibilità di giungere a una loro definizione assoluta e definitiva. In Europa se ne riconosce la prima comparsa all'interno della sofistica greca; in seguito posizioni relativiste furono espresse dallo scetticismo antico e moderno, dal criticismo, dall'empirismo e dal pragmatismo. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Relativismo

    • [4] Gordon Clark, Logic, The Trinity Foundation, Unicoi, TN: 1998. Page 125.

    • [5] Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Weltanschauung

    • [6] Il soggettivismo è la tendenza a interpretare ogni fatto o evento in modo soggettivo. Secondo l'antico significato etimologico e meta-personalistico del termine «soggetto», la sua radice latina sub-jicere («porre sotto»)[1] indicava qualunque entità ideonea a costituire il soggetto principale di un discorso o un argomento, ovvero che soggiacesse all'osservatore. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Soggettivismo

    • [7] In molte presentazioni di nozioni matematiche per concetto primitivo o nozione primitiva si intende un concetto che, per la propria semplicità ed intuitività, si rinuncia a definire mediante termini e concetti già definiti all'interno di un sistema formale, e che al contrario si sceglie di sfruttare per formulare la definizione di altri concetti; pertanto un concetto primitivo si accetta senza spiegazioni perché il suo significato è ovvio. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Concetto_primitivo

    • [8] Il principio di non contraddizione [https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_non_contraddizione], il principio di identità [https://it.wikipedia.org/wiki/Identit%C3%A0_(filosofia)], Il Tertium non datur [https://it.wikipedia.org/wiki/Tertium_non_datur], l'inferenza razionale [https://it.wikipedia.org/wiki/Inferenza].

    • [9] Il solipsismo (dal latino solus, "solo" e ipse, "stesso": "solo se stesso") è un termine che si riferisce alla dottrina filosofica secondo cui l'individuo pensante può affermare con certezza solo la propria esistenza poiché tutto quello che percepisce sembra far parte di un mondo fenomenico oggettivo a lui esterno ma che in realtà è tale da acquistare consistenza ideale solo nel proprio pensiero, cioè l'intero universo è la rappresentazione della propria individuale coscienza. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Solipsismo

    • [10] Gordon Clark, Thales to Dewey , The Trinity Foundation, Unicoi, TN: 2000. Pagina 88.

    • [11] Ronald Nash, Life's Ultimate Questions , Casa editrice Zondervan, Grand Rapids, MI: 1999. Pagina 26.

    • [12] L'epistemologia (dal greco ἐπιστήμη, epistème, "conoscenza certa" ossia "scienza", e λόγος, logos, "discorso") è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza. In un'accezione più ristretta l'epistemologia viene a volte identificata con la filosofia della scienza, la disciplina che oltre ai fondamenti e ai metodi delle diverse discipline scientifiche si occupa anche delle implicazioni filosofiche delle scoperte scientifiche. Cfr. https://it.wikipedia.org/wiki/Epistemologia

    • [13] Un argomento che crea una serie infinita di cause che non sembrano avere un inizio. Come errore, si basa sull'idea di Aristotele che tutte le cose devono avere una causa, ma che tutte le serie di cause devono avere una causa sufficiente, cioè un motore impassibile. Una discussione che non sembra avere un tale inizio diventa difficile da immaginare. Se si può stabilire, separatamente, che la catena deve avere un inizio, allora una reductio ad infinitum è una tecnica di confutazione valida.

    • [14] Gordon Clark, Logic , The Trinity Foundation, Unicoi, TN: 1998. Pagina 8.

    • [15] Ibid. Pagina 117.

    • [16] Norman Geisler, Baker Encyclopedia of Christian Apologetics , Baker Books, Grand Rapids: MI, 1999. Pagina 250.

    • [17] Norman Geisler, Baker Encyclopedia of Christian Apologetics , Baker Books, Grand Rapids: MI, 1999. Pagina 253.

https://www.apuritansmind.com/apologetics/mcmahonfirstprinciples/