Introduzione

Introduzione alla filosofia riformata

(Il documento originale si trova qui)Le cose possono essere considerate da diversi punti di vista.

Immaginiamo questa situazione. Voglio andare in un negozio a comprare una bottiglia di whisky e lungo la strada incontro diverse persone. Incontro prima di tutto un teologo che mi chiede se sia giusto per un cristiano acquistare e consumare dell'alcool visto che è dannoso per la salute di una creatura come noi creata ad immagine di Dio e chiamata a preservarne l'integrità. Inoltre, non sarebbe questa una cattiva testimonianza per la fede che professo? Poi incontro un esperto di etica che vorrebbe discutere dove e quale whisky comprare, perché sarebbe maggiormente etico acquistare una merce prodotta e commercializzata secondo i criteri del commercio equo e solidale. Inoltre, dovrei forse acquistare un prodotto pregiato e costoso, oppure accontentarmi di un prodotto di valore inferiore realizzato miscelando whisky di diversa provenienza? Potrei poi incontrare un giurista che vuole discutere sull'ammontare delle tasse che sono applicate alla vendita di alcoolici e quali leggi siano più appropriate per prevenire e colpire l'abuso di alcool. Un esperto di estetica, poi, potrebbe considerare la grandezza, la forma della bottiglia e il colore del whisky, il modo in cui è confezionato e potrebbe prestare pure attenzione al modo in cui le bottiglie sono disposte nel negozio e il suo arredamento. Un economista potrebbe essere interessato al costo ed al valore della bottiglia. Un sociologo che assistesse alla vendita potrebbe considerare come avviene l'interazione fra il negoziante e me come avventore. Il modo di comunicare fra i clienti e il negoziante interesserebbe un linguista. Potrebbe esaminare la struttura del mio discorso, la mia intonazione ed accento, e magari il contenuto dell'etichetta posta sulla bottiglia. Che cosa vuol dire, poi, l'atteggiamento compiacente del negoziante che mi propone, esaltandoli, articoli più costosi? Questo potrebbe interessare un sociologo. Uno psicologo potrebbe magari riflettere su che cosa mi abbia spinto a voler acquistare del whisky e il mio approccio all'acquisto. La bottiglia di whisky ha pure un certo numero di altri aspetti da considerare: vi è un certo numero di bottiglie sullo scaffale e ciascuna occupa una certa quantità di spazio: quanto? Il whisky nella bottiglia potrebbe essere descritto con una formula chimica: qual'è la sua composizione organolettica? La bottiglia stessa sta sullo scaffale perché obbedisce a certe leggi della fisica, quali?

Probabilmente dopo aver incontrato tutti questi "esperti", annoiato, rinuncio al mio acquisto... Questo, però, è solo un esempio fra tanti per rilevare come qualsiasi cosa possa essere considerata sotto diversi aspetti o facce.

La molteplicità degli aspetti secondo i quali si può vedere la realtà è stata descritta ed elaborata da pensiero e dagli scritti del giurista e filosofo olandese Herman Dooyeweerd (1894-1977). Dooyeweerd è uno dei maggiori architetti di ciò che va sotto il nome di Filosofia riformata. È stata pure chiamata l'idea cosmonomica, traduzione dell'olandese de Wijsbegerte der Wetsidee WdW o "la Scuola di Amsterdam".

Dooyeweerd è uno di un certo numero di calvinisti olandesi che si sono occupati di elaborare un'intera filosofia cristiana basata su principi biblici e riformati. Gli altri esponenti più notevoli di questo gruppo sono Vollenhoven, H. Van Riessen (n. 1911), J. P. A. Mekkes (1898-1987), K. J. Popma (1905-1987), il sudafricano H. G. Stoker (1899-1993) e S. U. Zuidema (1906-1975).

Le origini di questa filosofia possono essere tracciate alle idee formulate da Van Prinster e Kuyper, già primo ministro olandese.

Guillaume Groen van Prinster (1801-1876)

Van Prinster era un aristocratico olandese. Studia all'università calvinista di Leida e, in seguito alla predicazione udita a Bruxelles di J. M. Merle d'Aubigne, giunge ad una viva fede in Cristo. Scrive l'importante opera "Incredulità e Rivoluzione" (1847) dove rileva come l'eliminazione del Cristianesimo dalla vita pubblica conduca ben presto a rivoluzioni violente. Fonda così il Partito Anti-rivoluzionario olandese (opponendosi ai principi della rivoluzione francese). Il partito, però, non ha il successo sperato, fintanto che van Prinster trova in Abraham Kuyper, naturale suo successore.

Abraham Kuyper (1837-1920)

Kuyper è forse il più noto fra coloro che vengono associati alla prospettiva riformazionale. Nel 1898 B. B. Warfield dice di lui: "Il dott. Kuyper è probabilmente la figura più considerevole dell'Olanda dal punto di vista sia politico che religioso" (Citato in Rodgers 1992:1).

Kuyper rileva da Van Prienster la guida del Partito anti-rivoluzionario e a suo tempo diventa Primo Ministro (1901-5). Fonda un'università cristiana: la Libera Università di Amsterdam e diventa direttore di un quotidiano a diffusione nazionale. Trova pure il tempo di scrivere circa 200 libri ed articoli. Le sue opere principali includono: Principi di Teologia sacra (1980), l'Opera dello Spirito Santo (1946) e le prolusioni Stone del 1898: Lezioni sul Calvinismo (1931). In quest'ultima opera egli sviluppa l'idea del Calvinismo come Weltanschaung (concezione complessiva del mondo e della vita). Il suo Calvinismo non era certo limitato ai "Cinque punti" della soteriologia calvinista!

Commentando su questa sottolineatura kuyperiana, il dott. D. M. Lloyd Jones scrive: "Il cristiano non deve interessarsi solo della salvezza a livello personale. E' suo dovere avere una visione complessiva della vita così come ci è insegnata nelle Scritture. Dobbiamo avere una concezione del mondo. Tutti noi che abbiamo letto Kuyper ed altri lo abbiamo insegnato per anni" (Citato da: Rodgers 1992:12).

Un'esposizione completa della vita ed opere del Kuyper può essere trovata nella sua biografia scritta da Vanden Berg (1978) e McGoldrick (2000).

Dirk Hendrik Theodoor Vollenhoven(1892-1978)

Vollenhoven era il cognato di Dooyeweerd e suo contemporaneo alla Libera Università (1911-1914). Studia letteratura classica, filosofia e teologia. Scrive la dissertazione dal titolo: "Filosofia della matematica da un punto di vista teistico" . Diventa pastore nella Gereformeerde Kerk in Oostkappelle dal 1918. Nel 1921 è pastore all'Aia e ingaggia molte discussioni con Doyeweerd. Vollenhoven in seguito diventa professore di filosofia alla Libera Università di Amsterdam. Sviluppa un approccio particolare alla storia della filosofia che sarà conosciuto come il Metodo Storico Problematico Coerente [Consistent Problem-Historical Method (CPHM)]. Già studente di Vollenhoven, Calvin Seerveid così descrive l'approccio di Vollenhoven alla storia della filosofia:

"Il metodo di Vollenhoven sorge dalla sua preoccupazione con i pre-socratici. Come Heidegger egli crede che la sorgente di ogni filosofia sorga fra i pensatori greci precedenti a Platone. A differenza di Heidegger, però, egli non crede che questo sia una sorta di giardino dell'Eden da riconquistare, ma la fonte della miseria teoretica i cui peccati si sono sviluppati poi non solo fino alla terza e quarta generazione, ma alla centesima... Quello è così il metodo di Vollenhoven nello scrivere la storia della filosofia: tracciare i peccati dei presocratici fino alla centesima generazione [l'influenza negativa dei presocratici a tutt'oggi]" (Seerveld in Bartholomew, 2000, p. 83).

L'idea di Doyeweerd e Vollenhoven sul principio cosmologico ha contribuito a fornire significative introspezioni nel campo dell'estetica, dell'arte, dell'economia, dell'educazione, del femminismo, del football, della matematica, filosofia, tecnologia, scienze sociali, dogmatica, come pure della scienza. Questo soltanto fornisce ampia prova di quanto sia vasta questa prospettiva.

Il numero dei termini tecnici usato da Doyeweerd ed altri, come pure i termini comuni ai quali sono stati dati significati specifici, hanno contribuito ad oscurare in un certo qual modo la comprensione delle idee del Doyeweerd. È quindi utile delineare i contorni di questa prospettiva cosmologica. Vedi il glossario dei termini?.

Le due più importanti influenze sul pensierio di Dooyeweerd si trovano nel neo-calvinismo olandese e della filosofia tedesca contemporanea (Wolters, 1985). Su quest'ultima saranno sufficienti alcune osservazioni prima di delineare in dettaglio la prima.

L​a principale delle influenze della filosofia tedesca proviene dal neo-kantismo e dalla fenomenologia. Doyeweerd scrive: "Originalmente ero sottoposto all'influenza prima della filosofia kantiana e più tardi della fenomenologia dell'Husserl" (NC I:v). Dei neo-kantiani Doyeweerd ha "affinità particolari" con Wilhelm Windelband (1848-1915) e Heinrich Rickert (1863-1936) della scuola di Heidelberg. Questo lo si rileva particolarmente nella distinzione fra norme e le leggi della natura (Wolters 1985:12).​ Un altro filosofo che ha influenzato Doyeweerd è Nicholai Hartmann (1882-1950). Pure l'Harmann attraversa una fase neo-kantiana e fenomenologica. L'influenza di Hartman la si rileva nella concezione di Doyeweerd sugli aspetti modali benché l'opera di Doyeweerd sia più sviluppata e sofisticata di quella dell'Hartmann​. L'Hartmann pure postula diversi livelli ontologici, ciascuno dei quali irriducibili al precedente (Wolters 1985).

L'influenza neo-calvinista sul Doyeweerd è più marcata.

Contorni di Filosofia riformata

L​'opera maggiore di Doyeweerd è l'opera in tre volumi: "Nuova critica del pensiero teoretico" (quattro, incluso un vasto indice analitico!). ​ La tesi principale del primo volume è che "esiste una connessione intrinseca fra l'attività teoretica del filosofo e la sua fede religiosa" (Freeman 1958: 46). I volumi seguenti sviluppano una filosofia sistematica basata sul "motivo di base" di creazione, caduta e redenzione.

D​iversi temi dominano la Filosofia riformata, la maggior parte dei quali sorge dalla sovranità di Dio, la sovranità delle sfere e la distinzione necessaria fra Creatore e creatura. Questi elementi traggono chiara origine dal neo-Calvinismo.

B​ ernard Zysla nella sua introduzione (Kalsbeek 1975:31) scrive: "La premessa più importante di questa filosofia si trova nell'assunto che la realtà è creata da Dio, la cui volontà si trova nella legge sovrana e redentrice che domina sulla realtà".

L​ a sovranità di Dio. È stato Abraham Kuyper a dicharare: "Non esiste un solo centimetro quadrato dell'intero cosmo sul quale Cristo, Signore sovrano, non possa dire: Questo è mio". Questo riassume la motivazione della Filosofia riformata: riasserire la signoria di Cristo in ogni area della vita. La sovranità di Dio significa che Egli è Signore di ogni cosa, inclusa l'arte, la storia, la filosofia, la teologia, gli affari, la politica, la matematica, la scienza, ecc.

L​a sovranità delle sfere

La legge come confine fra Creatore e creazione

L​a Filosfia riformata accentua fortemente l'idea di legge. È così forte che in olandese questo approccio alla filosofia è chiamato: "Filosofia dell'idea di legge", o "Filosofia cosmologica".

Doyeweerd considera la legge come il confine esistente fra Dio e la Sua creazione. Dio trascende la legge, ma non la viola. Egli non è soggetto alle Sue proprie leggi.

P​unti d'Archimede e filosofie immanenti e trascendenti

A​rchimede aveva posto così tanta fiducia nel principio della leva​ da affermare "Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo". Questo punto è chiamato "Punto d'Archimede". Tutte le filosofie hanno bisogno di un "Punto d'Archimede"​, un punto di riferimento sul quale poggiarsi in modo ultimo. È possibile distinguere due tipi di filosofie: quella trascendente e quella immanente. Le filosofie immanenti pongono il loro punto d'Archimede all'interno del creato, mentre le filosofie trascendenti lo pongono al di fuori del creato.

Q​ uesta distinzione può essere chiarita con un esempio. I filosofi immanentisti includono Cartesio e Kant. Il punto di partenza di Cartesio era il pensiero e quello di Kant la ragione. La filosofia riformata è una filosofia trascendente: il suo punto di partenza è Cristo, fonte e sostenitore d'ogni cosa .

L​ e filosofie immanenti sono inerentemente riduzioniste e pagane, cioè, deificano un aspetto della creazione rendendolo auto-esistente.

L​egate al punto d'Archimede ​sono le motivazioni religiose di base.

Motivazioni religiose di base

D​oyeweerd identifica quattro motivazioni religiose di base che hanno plasmato lo sviluppo della cultura occidentale. Esse sono:

  • forma / materia

  • grazia / natura

  • libertà / natura

  • creazione, caduta e redenzione

L​e prime​ tre sono "internamente dualistiche e frammentarie", l'ultima è biblica. Un'utile panoramica di queste motivazioni religiose di base si trova in Doyeweerd (1979).

Dooyeweerd commenta: "Lo sviluppo della cultura occidentale e stato influenzato da diverse motivazioni religiose di base. ​ Queste motivazioni acquisiscono la loro influenza centrale sullo sviluppo storico dell'umanita attraverso determinate forze culturali che, lungo i secoli, guadagnano il loro ruolo trainante nello sviluppo storico. La più importante di queste forze è stata lo spirito della civiltà antica (Grecia e Roma), la cristianità ed il moderno umanismo",

Tre differenze di base

Per Doyeweerd ogni cosa è sottoposta alla legge di Dio e a Dio. "Ogni cosa" include, ad esempio, gli angeli, sia buoni che malvagi, e le cose terrene. Fra le cose terrene vi è diversità di regni, domini o reami: umani, animali, piante e cose non viventi (umani, animali, vegetali e minerali, Hart 1981;268 ss). Nell'ambito di questi regni vi sono diverse specie.

​Fra queste specie vi sono tre differenze di base: buono e cattivo, questo e quello, e differenze modali.

(1) La differenza buono-cattivo.

Essa è auto-evidente. Sebbene sia importante menzionarlo, questa differenza non esiste come una virtù intrinseca del creato. Come nota Wolters (1986:48), il peccato è "un'invasione aliena del creato".

​(2) La differenza questo-quello.

​ La seconda differenza significa che questo iglù (o qualsiasi altra cosa) non è quell'iglù (o qualsiasi altra cosa). Questo iglù è diverso da ogni altro iglù, possiede una struttura di individualità.

(3) Differenze modali

Nel tentativo di descrivere l'unità e la diversità della realtà, Doyeweed identifica quindici diversi aspetti modali o sfere di leggi.

​Aspetti modali

Ciascuno degli aspetti modali possiede certe leggi o norme che lo caratterizzano. In ordine di complessità sempre più grande, questi aspetti modali sono: numero, spazio, cinematico, fisico, biotico, sensitivo, analitico, culturale, linguistico, sociale, ecomomico, estetico, giuridico, etico, e fede. Tutte queste dimensioni sono presenti nella realtà e nessuna di esse può essere ridotta all'altra, cioè, esse sono irriducibili.

​ Clauser nota che a questi aspetti modali si è giunti assumendo su vasta scala ogni tipo di proprietà e leggi che siano stati distinte come tali nella storia della filosofia e della scienza (1991:205).

​ Non si tratta di categorie arbitrarie ed anche l'ordine in cui sono poste è significativo. Le modalità più alte presuppongono quelle ad esse inferiori. Per esempio, la modalità economica presuppone una modalità sociale e linguistica. Senza una modalita sociale non può sussistere quella economica, e senza la modalità linguistica, come potrebbero essere comunicati i valori sociali? Questo non significa necessariamente che le modalità più alte siano più importanti e che le modalità più basse siano più basilari. Ciascuna modalità dipende da Dio.

Stafleu (1987), nel discutere questa teoria, dimostra come i pitagorici, Platone, Cartesio, Galileo e Newton abbiano sostenuto l'irriducibilità rispettivamente delle modalità numeriche, spaziali, cinematiche e ​fisiche.

​Ogni aspetto modale - fra l'altro - comporta:

  • ​un nucleo di significato

  • un aspetto di legge

  • un aspetto fattivo

  • rapporto con gli altri aspetti modali in termini di analogie anticipatorie e retrocipatorie.

Q​ uesti aspetti modali o sfere di leggi forniscono, fra l'altro, uno strumento eccellente per evitare il riduzionismo ed identificare, così, l'idolatria.

​Funzioni guida

​Ogni cosa possiede un aspetto importante che la caratteristica: è chiamata funzione guida. La​ funzione guida degli umani è la fede, per gli animali quella senstiva, per le piante quella biotica, per le rocce quella fisica. Ovviamente questa è una classificazione generale. Alcuni doyeweerdiani suggeriscono che gli animali possano funzionare a modalità più alte (ad es. Hart 1984:181). Un altro (Zysla) suggerisce che alcuni organismi moco-cellulari non possano essere classificati né come animali, né come piante.

​Soggetto ed oggetto

​ Si opera una distinzione fra soggetto ed oggetto. Ogni cosa ha una propria funzione guida o aspetto qualificante. In modalità più alte della propria funzione-guida (talvolta chuamata superstrato) ha una funzione oggetto. Per ogni aspetto più basso della propria funzione guida (talvolta chiamata substrato) vi è una funzione soggetto.

Per un albero, la sua funzione guida, o aspetto qualificante, è quella biotica. Ne consegue che, per i suoi aspetti inferiori (cioè: numerico, spaziale, cinematico ed fisico) esso ha una funzione soggetto, funziona"attivamente": ha una dimensione che può essere misurata, occupa un certo spazio, si muove sotto l'impulso del vento, ha certe proprietà fisiche, è un essere vivente. Rispetto, però, alle modalità superiori, ha una funzione oggetto, "funziona" passivamente: è oggetto di azione ma non può agire esso stesso su ciò che ha una funzione superiore. La sua dimensione, forma e colore può essere percepita, ma non può percepire sé stessa (funzione sensitiva); non può dare un nome a sé stesso, ma gi si può dare un nome (funzione linguistica); non può pensare, ma può essere essere oggetto di pensiero (funzione analitica); ha un certo valore economico, ma non può ingaggiarsi in attività economiche (funzione economica); può essere posseduto, ma non può possedere (funzione giuridica), ecc.

N​ e consegue che ogni coa può avere una funzione soggetto o oggetto in tutti gli aspetti modali. Solo gli esseri umani possono funzionare attivamente in tutti gli aspetti modali.

U​ n'ascia è soggetta alla legge di gravità, così come gli esseri umani, ma l'umanità degli esseri umani è più evidente nel loro essere soggetti a norme morali, analitiche e giuridiche. Pensate ai ruoli ed alle responsabilità dell'essere umano e di un ascia nel contesto di un tribunale. L'ascia giace su un tavolo come evidenza in un caso d'omicidio. Il colpevole ha violato norme morali e giuridiche, ma non l'ascia. L'ascia, inoltre, ha u suo ruolo in questi aspetti normativi; non è importante nell'udienza come evidenza legale. Il suo ruolo è quello di una fuzione oggetto negli aspetti morali e giuridici, ma la sua funzione soggetto termina nel campo fisico (Kalsbeek, 1975:122).

U​ ko Zysla, del Calvin College illustra come gli aspetti modali si applichino alle cellule: "La cellula è l'unità minima in grado di vere una vita indipendente. In contrasto alla molecole, possiamo riferirci alla cellula come un essere vivente. Questo è possibile perché riconosciamo come la cellula funzioni in modo biotico (vitale). Una cellula funziona negli aspetti dell'essere: numerico, spaziale, fisico-chimico, cinematico e fisico. L'aspetto numerico è visibile nella proporzione particolare della superficie della cellula rispetto al volume della cellula di ciascun tipo. Se questa proporzione diventa troppo piccola a causa dell'aumento di volume, il trasporto di materiale attraverso la membrana potrebbe limitare e quindi impedire il funzionamento della cellula. La cellula, inoltre, possiede un aspetto fisico-chimico evidente nei processi metabolici, in cui l'energia, requisito per le varie reazioni implicate, sono determinati dalle leggi fisico-chimiche. Inoltre, la natura colloidale del citoplasma è di fatto una funzione fisico-chimica del citoplasma, anche se estremamente importante per le attività vitali della cellula" (Zysla 1977: cap. 14).

​ Possiamo applicare i 15 aspetti modali alle scienze naturali. Le scienze naturali tiguardano le modalità numerica, spaziale, cinematica, fisica e biotica: questi sono i campi delle sue investigazioni.

​Obiezioni

​ Nonostante la fecondità, carattere comprensivo e coerenza, questo approccio non è stato privo di detrattori. Una delle critiche che ha ricevuto è la mancanza di una larga accoglienza. Questa non può essere un'obiezione valida: la democrazia non ü arbitro della verità. La prevalenza del positivismo logico, l'influenza dello scolasticismo e la sua natura altamente sistematica, hanno spesso impedito la sua diffusione.

Un​a camicia di forza imposta alla realtà?

​ Dillier (1990) solleva un certo numero di obiezioni alla filosofia riformata. Ad esempio, egli l'accusa di imporre alla realtà, con la sua lista di 15 sfere modali, una sorta di camicia di forza limitante. Le sfere modali, però, sorgono dalla realtà. Il fatto che ve ne siano 15 non è da considerarsi un dogma. Di fatto, la scuola doyeweerdiana discute su di esse e sulla loro posizione.

Confronto fra diverse classificazioni modali

​Olthius (1969) cambia la modalita etica in verità (o fedeltà umana). L'etica, egli rileva, è la disciplina​ che determina "la bontà". Essere "economicamente buono" è molto diverso dall'essere "esteticamente buono". A molti non piace il termine "storico" e suggeriscono: "storico-culturale", tecno-formativo​ e tecno-culturale. Clouser preferisce non usare sostantivo per descrivere le modalità. "Sostantivi", infatti, tendono ad incoraggiare l'equivoco che queste siano classi o gruppi di cose (Clouser 1991:205).

​ Fowler (1991) in discussione con W. J. Ouveneel (1985) suggerisce che la modalità sensotiva o psichica sia sostituita da due modalità distinte ed irriducibili caratterizzate da "sentimenti emotivi".

​ Duncan Roper pure rivede l'ordine della lista, ponendo la modalità estetica prima di quella logica (1991:221) e concorda col Roper nello spostare la modalità estetica dato che egli ritiene che l'estetica non dipenda da formazioni culturali. Egli prefsce porla fra la lohica e quella storico-culturale.

Così, più che essere una camicia di forza, le modalità sono aperte al riaggiustamento alla luce di osservazioni della realtà: esse sono una risposta all'osservazione della realtà.

U​na filosofia cristiana?

​ Le altre obiezioni del Dillier sorgono soprattutto sulla questione del rapporto fra filosofia e cristianesimo. Dillier nega che vi possa essere un approccio distintamente cristiano alla filosofia: "Io te​ ndo a pormi dalla parte di coloro che (inclusi Heidegger e Barth) che negano la possibilità di una filosofia cristia (1990:140). La concezione riformata afferma l'esistenza della filosofia cristiana. Negare l'esistenza di una filosofia distintamente cristiana implica un antagonismo contro la filosofia riformata in quanto filosofia cristiana.

​È possibile una filosofia distintamente cristiana?

​ La maggior parte dei filosofi contemporanei della scienza concordano sul fatto che i concetti di neutralità e di oggettività siano insostenibili. La nostra percezione dei fatti è condizionata dalla nostra concezione del mondo. I fatti dipendono dalle teorie e le teorie sono dipendenti dalle concezioni del mondo. ​ Se la fede cristiana è una concezione del mondo, allora, come ogni concezione del mondo, esso determina la forma e la struttura delle teorie e quindi dei fatti. Questo deve allora significare che un approccio distintamente cristiano alla scienza ed alla filosofia sia del tutto plausibile.

La prospettiva filosofica riformata è distintamente cristiana?

P​ otrebbe un non-cristiano accettare i lineamenti generali della filosofia riformata? Se fosse così, questo metterebbe in questione la sua pretesa di essere distintamente cristiana. La risposta è no. Tutti i non-cristiani rendono un qualche aspetto della creazione (di solito una delle sfere modali) esistente di per sé stesso. Si tratta così di approcci fondamentalmente riduzionisti (e pagani). La teoria modale respinge il riduzionismo. Essa afferma che nessun aspetto della creazione sia l'unico aspetto autentico o sia in grado di dare l'esistenza ad altri aspetti. Tutta la creazione, ogni singolo aspetto modale, dipende ugualmente da Dio. Nessuno di essi è riducibile all'altro (vedasi pure Clouser 1991: cap. 10).

P​ er poter accogliere la prospettiva riformata è necessario accettare la distinzione biblica fra Creatore e creatura. Ogni cosa che non sia Dio è creazione. Nulla nella creazione, quindi, è esistente di per sé stesso; dichiarare che lo sia implica che qualcosa non sia creato ma eterno, e quindi accordargli lo status di divino. L'approccio riformato alla filosofia è cristiano almeno prima facie. È però necessario sottolineare che si tratta di un approccio cristiano, e non l'approccio cristiano. Altre prospettive potrebbero essere ugualmente cristiane. Accogliere una pluralità di approcci cristiani non nega la validità di qualcuno d'essi.

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