Che cos'è la filosofia cristiana

Nell'ambito dei suoi 66 libri, la Bibbia contiene un sistema di pensiero completo.

    • Paolo ci dice che in Cristo Gesù: "...tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti" (Colossesi 2:3).

    • "Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo 3:16-17).

La Bibbia ci dice in che modo noi si possa conoscere la verità, quale sia la realtà, come noi si possa pensare ed agire, e persino che cosa dovrebbero fare i governi. I filosofi solitamente chiamano questi studi:

    • gnoseologia, la teoria della conoscenza;

    • metafisica, la teoria della realtà;

    • etica, la teoria della condotta; e

    • politica, la teoria del governo.

La prima di queste, la gnoseologia, è la più importante perché è quella maggiormente di base.

Conoscenza

La fede cristiana afferma che la conoscenza è rivelata da Dio in proposizioni scritte nei sessantasei libri della Bibbia. Punto di partenza della fede cristiana è la rivelazione, il suo assioma. L'assioma, il principio primo, il "concetto primitivo", del Cristianesimo è questo: la Bibbia è Parola di Dio.

Un assioma, per definizione, è un principio, un punto di partenza. Non è preceduto da nulla, è un principio primo. Tutte le filosofie comportano degli assiomi, devono tutte iniziare da qualche parte. È impossibile provare ogni cosa. Esigere una prova per ogni cosa è una pretesa irrazionale. Il cristianesimo assume come principio i sessantasei libri della Bibbia, perché la conoscenza - la verità - è un dono di Dio.

La verità è un dono che Dio, nella Sua grazia, rivela all'uomo; non è qualcosa che l'uomo possa scoprire con le sue forze. Così come noi non possiamo conseguire salvezza da noi stessi, ma è la grazia di Dio che ci salva, così non possiamo acquisire conoscenza da noi stessi ma la riceviamo come dono di Dio. L'uomo non può conoscere nulla indipendentemente dalla rivelazione. Questo non significa che possiamo conoscere solo le affermazioni oggettive che si trovano nella Bibbia. Possiamo conoscerne le implicazioni logiche, ciò che da esse possiamo dedurre.

La Confessione di Fede di Westminster, scritta nel XVII secolo ed una delle più note affermazioni della fede cristiana del passato, dice:

L'autorità delle Sacre Scritture, per la quale devono essere credute ed obbedite, non dipende dalla testimonian­za di alcun uomo, o chiesa, ma completamente da Dio (che è verità in sé stesso), loro autore, e devono quindi es­sere ricevute, perché è la Parola di Dio (I,4).

L'intero consiglio di Dio riguardo a tutte le cose necessarie alla sua propria gloria, la salvezza umana, la fede e la vita, può o venire esplicitamente espresso dal testo biblico, o venire dedotto come conseguenza buona e necessaria del testo stesso. Ad esso nulla mai potrà essere aggiunto, sia per nuove rivelazioni dello Spirito o per tradizio­ne umana. Ciononostante, per la comprensione salvifica di ciò che è rivelato nella Scrittura, riconosciamo necessaria l'illumina­zione interiore dello Spirito di Dio" (I,6).

Notate le parole della Confessione: "L'intero consiglio di Dio riguardo a tutte le cose necessarie alla sua propria gloria, la salvezza umana, la fede e la vita, può o venire esplicitamente espresso dal testo biblico, o venire dedotto come conseguenza buona e necessaria del testo stesso". Tutto ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra fede e la nostra vita si trova nelle proposizioni della Bibbia in modo sia esplicito che implicito. A questa rivelazione non è consentito aggiungervi nulla. È solo permesso quanto dalle Sacre Scritture è logicamente deducibile.

Logica

I principi della logica - il ragionamento attraverso deduzioni conseguenti buone e necessarie - sono contenuti nella Bibbia stessa. Ogni parola della Bibbia, da "In principio" di Genesi 1:1 all'Amen di Apocalisse 22:21 esemplifica la legge fondamentale della logica, il principio di non contraddizione. Ad esempio, "Nel principio" significa nel principio, all'inizio, non cento anni o anche un secondo dopo l'inizio. "Amen" esprime consenso, non dissenso. Quando Dio rivela il Suo nome a Mosè: «Io sono colui che sono» (Esodo 3:14), Egli affermava il principio logico di identità.

Le leggi della logica sono radicate in ogni parola della Bibbia. Il ragionamento (o metodo) deduttivo è uno dei principali strumenti per la comprensione della Bibbia.

La Bibbia è la nostra unica fonte di verità. né la scienza, né la storia, né l'archeologia, né la filosofia può fornirci tale verità. Il cristiano deve prendere seriamente l'ammonimento di Paolo:

"Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza" (Colossesi 2:8-10).

La soteriologia

La soteriologia, o "dottrina della salvezza" è un ramo della gnoseologia. La dottrina della salvezza non è un ramo della metafisica, perché gli uomini, quando sono salvati, non si trasformano in déi. Gli uomini e le donne salvate, anche nella perfezione del Cielo, rimangono temporali e creature limitate. Solo Dio è eterno. Solo Dio è onnisciente. Solo Dio è onnipresente. La dottrina della salvezza non è un ramo dell'etica, perché gli uomini non solo salvati facendo opere buone. Siamo salvati nonostante le nostre opere e in vista delle opere buone, ma non a motivo di esse. La soteriologia non è un ramo della politica, perché la nozione che la salvezza, sia temporale che eterna, possa essere raggiunta attraverso l'azione sociale e politica è solo un'illusione. I tentativi di portare il Cielo sulla terra non hanno prodotto altro che spargimento di sangue e morte.

La salvezza la si ottiene accogliendo per fede la grazia di Dio in Gesù Cristo. Fede è affidarsi senza riserve alla verità che Dio ha oggettivamente rivelato. "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti" (Efesini 2:8-9).

Pietro dice che è "mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù" che abbiamo ricevuto tutto ciò che riguarda la vita e la pietà (2 Pietro 1:2-4). Giacomo ci dice che è "mediante la parola di verità" che siamo stati rigenerati (Giacomo 1:18). Paolo afferma che "Dio fin dal principio vi ha eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità" (2 Tessalonicesi 2:13). Gesù stesso dice: "Santificali nella verità: la tua parola è verità" (Giovanni 17:17). È la verità che ci rigenera, la verità che ci giustifica e la verità che ci santifica!

La scienza

Coloro che ripongono la loro fede nella scienza come chiave per comprendere l'universo sono in grande imbarazzo quando si rendono conto come la scienza non scopra mai "la verità". Se la Bibbia è fonte di ogni verità, la scienza non può scoprire la verità.

Uno dei problemi più insolubili del metodo scientifico è la fallacia del metodo induttivo. L'induzione, infatti, è un problema per ogni forma di empirismo (apprendere per esperienze). Il problema è semplicemente questo: il metodo induttivo, procedendo dal particolare al generale, è sempre una fallacia logica. Per esempio, non importa quanti corvi potresti osservare essere di color nero, la conclusione che tutti i corvi siano neri non è giustificabile. La ragione è semplice: anche presupponendo che abbia una buona vista, che tu non sia daltonico e che tu di fatto stia guardando ai dei corvi, tu non hai visto e non potresti vedere tutti i corvi. Milioni ne sono già morti e milioni e più sono dall'altra parte del pianeta. Milioni nasceranno dopo che tu sarai morto. Il metodo induttivo è sempre fallace.

Nella scienza vi è pure un'altra fallacia: la fallacia di affermare il conseguente. Il filosofo ateo Bertrand Russell pone la questione in questo modo:

Ogni argomentazione basata sul metodo induttivo, alla fin fine, si riduce alla forma seguente: Se questo è vero, quello è vero; quello è vero, quindi questo è vero. L'argomentazione, naturalmente, è formalmente fallace. Supponete che io dovessi dire: Il pane di Alf è una pietra e le pietre sono nutrienti, quindi questo pane mi nutrirà; ora questo pane mi nutre, quindi è una pietra e le pietre sono nutrienti. Se io dovessi proporre una tale argomentazione, sarei certamente considerato un pazzo, eppure non sarei fondamentalmente diverso dall'argomentazione sulla quale sono fondate tutte le leggi scientifiche.

Riconoscendo che il ragionamento induttivo è sempre fallace, i filosofi della scienza, nel tentativo di difendere la scienza, hanno sviluppato la nozione che la scienza non si appoggi affatto al metodo induttivo. Al contrario, essa consiste di congetture, esperimenti per mettere alla prova quelle congetture, e confutazioni di congetture. Nel loro tentativo, però, di salvare la scienza dalla disgrazia logica, i filosofi della scienza hanno dovuto abbandonare ogni pretesa di conoscere. La scienza è solo fatta di congetture e confutazione di congetture. Karl Popper, uno dei più grandi filosofi della scienza del XX secolo, scrive:

In primo luogo, sebbene nella scienza noi si faccia del nostro meglio per trovare la verità, siamo consapevoli del fatto che non possiamo mai essere sicuri di averla raggiunta... Sappiamo che le nostre teorie scientifiche rimangono sempre ipotesi ... Nella scienza non c'è "conoscenza" nel senso compreso da Platone ed Aristotele con questa parola, nel senso che implichi sempre finalità. Nella scienza non abbiamo mai ragioni sufficienti per credere di aver raggiunto la verità ... Einstein dichiarava che la sua teoria era falsa: diceva che era un'approssimazione migliore alla verità che quella di Newton, ma dava ragioni per le quali egli non l'avrebbe considerata una teoria vera, anche se le predizioni venissero fuori corrette ... I nostri tentativi per vedere e trovare la verità non sono finali, ma aperti al miglioramento ... la nostra conoscenza, la nostra dottrina è congetturale ... consiste di cose indovinate, di ipotesi e non verità certe e finali.

L'osservazione e la scienza non ci possono fornire di verità sull'universo e tanto meno verità su Dio. La concezione del mondo secolarista, che inizia negando Dio e la divina rivelazione, non può fornirci assolutamente di conoscenza.

L'etica

La Bibbia insegna che la distinzione fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato dipende interamente da ciò che Dio stabilisce come tale, da ciò che Egli comanda. Non esiste alcuna "legge naturale" tale da rendere un'azione giusta o sbagliata, e le questioni di giusto e di sbagliato non possono essere decise attraverso il voto della maggioranza. Secondo le parole del Catechismo maggiore di Westminster: "Il peccato è una qualsiasi mancanza di conformità alla Legge di Dio, data come regola alla creatura ragionevole, o trasgressione ad essa" (D/R 24). Se non vi fosse legge di Dio, non vi sarebbe né giusto né sbagliato.

Possiamo vedere questo chiaramente in ciò che Dio comanda ad Adamo: "Dio il SIGNORE ordinò all'uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai»" (Genesi 2:16-17). È solo il comandamento di Dio che rende un peccato il mangiare dall'albero della conoscenza del bene e del male". Lo stesso lo possiamo osservare nell'ordine che Dio dà ad Abraamo di sacrificare suo figlio Isacco. È il comando di Dio che rende giusto quel sacrificio, ed Abraamo si affretta ad ubbidire. Per quanto strano possa sembrare alle orecchie moderne che tanto odono parlare di diritto alla vita, diritto alla salute, diritto di scelta, la Bibbia dice che non esistono "diritti naturali" di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. È solo il comandamento di Dio che rende le cose o giuste o sbagliate. Nell'Antico Testamento era considerato peccato nutrirsi di carne di maiale. Oggi godiamo a mangiare pancetta e salami. Ciò che rende sbagliato il togliere la vita ad un essere umano e mangiare carne di maiale, non è qualche qualità inerente a uomini e a maiali, ma semplicemente il comando stesso di Dio.

I diritti umani

Se avessimo dei diritti per il solo fatto di essere umani, i nostri diritti sarebbero naturali ed inalienabili e persino Di li dovrebbe rispettare. Dio, però, è sovrano. Egli è libero d fare con le Sue creature ciò che ritiene più opportuno. È per questo che noi non possiamo dire di avere "diritti naturali". I diritti naturali ed inalienabili sarebbero logicamente incompatibili con punizioni di alcun tipo. Le multe, per esempio, dovrebbero essere così considerate un furto, infrazione al diritto di proprietà. Mettere una persona in carcere violerebbe il diritto inalienabile alla libertà. La pena di morte violerebbe il diritto inalienabile alla vita. La teoria del "diritto naturale" (giusnaturalismo) è fondamentalmente incoerente con il suo stesso fondamento. I diritti naturali sono logicamente incoerenti con la giustizia. La concezione biblica non parla di "diritti naturali", ma di diritti imputati. Solo i diritti imputati, non i diritti intrinseci "naturali ed inalienabili", sono compatibili con la libertà e la giustizia. Quei diritti sono imputati da Dio.

Ogni tentativo di fondare l'etica su altro che non sia la Bibbia è destinato al fallimento. Il concetto di "legge naturale" è un fallimento, perché il "dovere" non deriva dal "essere". In linguaggio più formale, la conclusione di un'argomentazione non può contenere termini che non si trovino nelle sue premesse. I teorici del "diritto naturale", che iniziano le loro argomentazioni con affermazioni sull'essere umano e sull'universo, affermazioni in modo indicativo, non le possono far giungere ad argomentazioni con affermazioni nel modo imperativo.

La maggiore teoria etica in competizione oggi con la teoria della legge naturale è l'utilitarismo. L'utilitarismo ci dice che l'azione morale è quella che risulta nel bene più grande per il più grande numero di persone. Essa fornisce un complicato metodo per calcolare gli effetti delle nostre scelte. Sfortunatamente, l'utilitarismo è fallimentare perché non solo commette la fallacia naturalistica dei teorici della legge naturale, ma esige calcoli che di fatto non possono essere effettuati. Non possiamo sapere, infatti, quale sia il più grande bene per il più grande numero di persone. L'unica base logica dell'etica sono i comandamenti rivelati di Dio. Essi ci forniscono on solo la distinzione di base fra giusto e sbagliato, ma anche di descrizioni dettagliate ed esempi pratici di giusto e sbagliato. Essi ci assistono nella nostra vita quotidiana. I tentativi del secolarismo di fornirci d'un sistema etico sono fallimentari.

La società

La concezione biblica della società promuove quella che è stata chiamata la "sovranità delle sfere" o sovranità delle sfere sociali: concezione che afferma come ogni sfera di cui è composta la vita (ad es. stato, chiesa, famiglia, scuola, associazioni, industria, scienza, ecc.) derivi direttamente da Dio, sia autonoma dalle altre, sovrana su sé stessa e responsabile direttamente verso Dio del modo in cui si conduce. Ne consegue che la sovranità di ciascuna sfera debba essere rispettata, valorizzata e salvaguardata dalle altre sfere. Questo non esclude, anzi, esige, che ogni sfera si rapporti, dialoghi, si coordini (in modo paritetico) con le altre dando il proprio contributo alla vita dell'intero insieme sociale. La concezione di sovranità delle sfere si differenzia da quella cattolica del principio di sussidiarietà perché respinge un quadro gerarchico di rapporti. Essa, infatti, negativamente esclude che vi siano sfere "superiori" in rapporto ad altre "inferiori" e, positivamente, riconosce la legittima sovranità di ciascuna sfera, ognuna delle quali non è gerarchicamente sottoposta ad alcun'altra, ma si rapporta alla pari con le altre sfere in un quadro di cooperazione. Inoltre, mentre il principio di sussidiarietà si fonda su un concetto di collaborazione, che serva alla partecipazione armonica di tutti i settori sociali all'unico bene della persona, la sovranità delle sfere sostiene l'indipendenza dei settori sociali stessi come valore assoluto e la necessità di separarli con forza. La sovranità delle sfere ridimensiona e relativizza, per esempio, il potere delle chiese e degli stati, impedendo che, abusando del loro potere, sviluppino forme di totalitarismo e si immischino in ciò che è di competenza di ciascuna sfera (operino, cioè, indebite ingerenze). La sovranità delle sfere è un'alternativa alle concezioni dell'ecclesiasticismo, del secolarismo statalista. [vedi Wikipedia].

Un'altra concezione sociale politica derivante dalla filosofia biblica cristiana è quella del federalismo.

Il sistema filosofico

Ciascuna delle parti di questo sistema filosofico - gnoseologia (conoscenza), soteriologia (salvezza), metafisica (realtà), etica (condotta) e politica (governo) è importante e le idee guadagnano forza dall'essere strutturate in un sistema logico. In tale sistema, laddove le proposizioni sono logicamente dipendenti ed implicano logicamente altre proposizioni, ciascuna rafforza reciprocamente l'altra. Insieme esse costituiscono un'imprendibile fortezza che può resistere e sconfiggere quel che può dire ogni altra filosofia e religione. Storicamente - ma non in questo secolo decadente - i cristiani sono stati criticati per essere troppo logici! Questa critica è sciocca. Se dobbiamo essere trasformati dal rinnovamento della nostra mente, se dobbiamo portare tutti i nostri pensieri in conformità a Cristo, dobbiamo imparare a pensare come fa Cristo, cioè logicamente e sistematicamente.

Il cristianesimo è un sistema filosofico che procede per rigorose deduzioni da un assioma a migliaia di teoremi. È una visione complessiva e omogenea delle cose. Esso interpella ogni filosofia non cristiana in ogni campo dell'impegno intellettuale. Esso offre una teoria della conoscenza, una via che porta al Cielo, una confutazione della scienza, una teoria del mondo, un sistema coerente e pratico di etica, come pure i principi richiesti dalla libertà politica e dalla giustizia. È nostra speranza e preghiera che il Cristianesimo possa conquistare il mondo. Se non lo farà, se le chiese continueranno a declinare nella confusione e nel'incredulità, almeno pochi cristiani potranno rifugiarsi in una fortezza imprendibile, quella che Dio ci ha dato nella Sua Parola.

Vedi anche: Che cos'è la filosofia cristiana, di John W. Robbins