Punto di partenza: il significato, non l'essere

Quando cerchiamo di spiegare la natura delle cose, tutti noi partiamo da certi presupposti che diamo per scontati. Alcuni chiamano questo la nostra concezione del mondo ("Weltanschauung"). La nostra concezione del mondo sorge da un presupposto ancora più profondo che abbiamo sulla natura della realtà stessa, chiamato: "Motivo di base".

La maggior parte del pensare, agire e vivere in Occidente oggi è fondato sul motivo di base "Determinismo contro Libertà": le cose sono o determinate o libere, e, secondo la percezione corrente delle cose, crediamo che non possano esserlo entrambe. Un tale motivo di base è di natura essenzialmente dualistica: contrappone due cose l'una all'altra come opposti inconciliabili. Nella vita reale, però, ci troviamo di fronte a fenomeni sia deterministi che non-deterministi: non possono quindi essere completamente inconciliabili.

Dooyeweerd rileva come il nostro pensiero dualista trovi le sue radici nel pensiero greco e lo contrappone al pensiero ebraico: un modo di pensare diverso.

    • Il pensiero greco è inesorabilmente dualista. Anche se certi filosofi greci non lo sono stati, il loro assunti di base conducono inevitabilmente a dualismi, a spaccature artificiose della realtà. Uno di questi assunti era che l'Esistere è la caratteristica principale di tutto ciò di cui facciamo esperienza. A sua volta, questo è basato sull'assunto che la realtà di cui facciamo esperienza è auto-dipendente e che persino gli déi ne facciano parte.

    • Il pensiero ebraico, d'altro canto, vedeva la realtà di cui facciamo esperienza come creata da Do, il quale se ne pone all'esterno benché vi interagisca. Questo vuol dire che la proprietà principale di tutto ciò di cui facciamo esperienza è IL SIGNIFICATO, non l'ESISTENZA. È questo che può tenere le cose assieme senza dualismi.

Questo approccio non è ben conosciuto, ma è certamente interessante, e non solo intellettualmente, e si applica a moltissime cose.

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