Tesi di antropologia cosmonomica

1. Nello sviluppo del pensiero occidentale, le concezioni antropologiche possono essere fatte ricadere in quattro temi o motivi religiosi di base: (1) il motivo greco forma-materia; (2) il motivo biblico della fede cristiana: creazione, caduta e redenzione in Gesù Cristo; 3) il motivo della sintesi cattolico-romana di natura e grazia, (4) il moderno motivo umanistico di natura e libertà (l'ideale di determinazione nelle scienze naturali e l'ideale di personalità libera ed auto-determinante). [Four ground-motives].

2. Tutti questi motivi: il motivo forma-materia, il motivo natura-grazia (nella cui concezione di "natura" il motivo greco è stato assunto in forma riveduta e poi "adattato" dal motivo cristiano di base, come pure quello di natura-libertà (che cerca di includere tutti i precedenti motivi di base, ma li comprende in maniera riveduta), hanno un carattere interiormente dialettico, cioè sono divisi da un dualismo interno che spinge questo modo di pensare in direzioni polari opposte.

3. La base di questo dualismo polare può essere trovata in una frattura interna nell'idea dell'Origine di tutte le cose. Questa frattura è causata da una "fuga" apostata dall'idea dell'Origine (o completamente apostata, o solo apostata in parte, come mel caso del motivo cattolico-romano di natura e grazia). Dato che la conoscenza di sé stessi è completamente dipendente dalla conoscenza di Dio, ogni concezione antropologica orientata secondo questa idea dualistica di Origine, deve necessariamente manifestarsi nello stesso caratterem dualistico polare. Questa polarità è espressa nella concezione di "anima" e "corpo", e i loro rapporti reciproci.

4. Il motivo di base della Parola di Rivelazione di Dio - il motivo di creazione, caduta e redenzione in Cristo Gesù - esclude radicalmente ogni dualismo polare, sia nell'auto-rivelazione di Dio come l'Origine di ogni cosa, che nella rivelazione dell'essere umano a sé stesso. Senza dubbio la Scrittura evidenzia la frattura radicale nella radice religiosa dell'esistenza umana causata dalla caduta nel peccato, ma anche insegna il ristabilimento radicale di questa frattura attraverso l'opera redentrice di Cristo. Sotto il governo della grazia comune, l'opera redentrice di Cristo conduce ad una radicale antitesi fra il Regno di Dio e il regno delle tenebre, ma non conduce a un dualismo polare nella struttura dell'esistenza temporale. La Scrittura non insegna neanche minimamente che vi sia una tensione polare fra anima rationalis (come forma razionale essenziale della natura umana) ed un corpo materiale. Non può insegnare questo, perché essa ci dischiude la radice religiosa sovra-temporale, il centro integrale dell'esistenza umana temporale. Gli atti temporali di pensare e di volere sono semplicemente rami temporali, espressioni temporali di questa radice religiosa sovra-temporale.

5. Ogni qual volta la Scrittura parla nel suo conciso senso religioso di anima umana o di spirito, essa lo mostra come il cuore di ogni esistenza temporale, quello dal quale fluisce la vita temporale. La Scrittura non insegna una dicotomia fra "anima razionale" e "corpo materiale" nell'esistenza temporale, né insegna una tricotomia fra "materia-soma", "psiche" e spirito (corpo, anima e spirito). Al contrario, essa considera il corpo come questa esistenza temporale come un tutt'uno. Questo corpo temporale dovrà essere deposto alla sua morte.

Secondo la rivelazione scritturale, l'anima umana o spirito, come radice religiosa del corpo (o "uomo interiore") non è soggetta alla morte temporale, perché l'anima trascende le cose temporali (sebbene al di fuori di Cisto, l'anima - con il corpo - è soggetta a morte eterna). La rivelazione della "anima" dell'esistenza umana come centro integrale della sua intera esistenza terrena è completamente in accordo con la Rivelazione divina di Sé stesso in quanto Creatore integrale del cielo e della terra, il quale non h nessuna controparte autonoma (o principio di origine) opposto a Sé stesso. La rivelazione al riguardo della natura umana non può essere caratterizzata come una "antropologia" o teoria scientifica sull'esistenza umana. Al contrario essa dovrebbe servire come presupposto religioso da ritenersi fondamento di ogni vera antropologia cristiana.

6. Le attuali antropologie filosofiche, orientate verso uno dei motivi di base dialettici, ripetutamente cercano di darci una teoria metafisica dell'anima umana (o "spirito dell'uomo"), almeno nella misura in cui esse non siano condotte dal polo "materialistico" del principio greco di materia, o dall'ideale umanistico moderno, o dal motivo naturalistico (l'ideale della scienza umanistica). Tali "psicologie metafisiche" devono essere radicalmente respinte dal punto di vista scritturale riformazionale. L'anima umana, nel suo conciso senso religioso scritturale, trascende ogni concetto scientifico perché ogni concetto scientifico è legato al tempo. La conoscenza dell'anima umana è conoscenza religiosa di noi stessi, e la vera conoscenza di noi stessi è solo possibile attraverso la vera conoscenza di Dio dalla Parola rivelatrice di Dio.

7. L'effettiva conoscenza scientifica sul'essere umano rimane limitata in principio alla struttura del corpo umano, in senso lato, della forma temporale dell'esistenza della vita umana. Però, dato che la ricerca filosofica è determinata religiosamente, una tale ricerca sull'esistenza temporale dell'essere umano dovrebbe, da un punto di vista scritturale, essere guidata da un'idea di anima umana nella quale la divina rivelazione sul cuore dell'esistenza umana - in quanto presupposto religioso - è focalizzata sul problema di base dell'antropologia. Questo problema teorico fondamentale dell'antropologia può essere formulato come segue: In che modo l'esistenza temporale di un essere umano, che noi teoricamente noi suddividiamo nei suoi diversi aspetti ed individualità di strutture, può esser ciononostante colta ad un livello più profondo e rispetto ad un'unità più profonda? Il campo di ricerca dell'antropologia filosofica può quindi essere descritto come una scienza della totalità al riguardo dell'essere umano nella sua esistenza temporale.

8. A causa della radicale determinazione religiosa del pensiero teoretico, ogni antropologia filosofica presenta alla sua stessa base una particolare idea di anima. È quest'idea che, in virtù del suo carattere trascendente (cioè, quello che rende possibile la stessa investigazione filosofica) pure determina la propria concezione filosofica al riguardo della struttura del corpo umano. La concezione del corpo come "corpo materiale", quindi, è chiaramente dipendente dall'idea di anima come un astratto complesso di funzioni emotive, analitiche e volitive, e che concepisce l'anima come anima rationalis, caratterizzata dalla funzione logica del pensiero. Dal punto di vista scritturale della filosofa cosmonomica, né l'anima né il corpo possono essere caratterizzate come parte della natura umana. Allo stesso modo, la concezione che si tratti di un'unità individuale di anima e corpo deve pure essere respinta come punto di vista scritturale, dato che questa concezione, che procede da un dualismo polare nella sua concezione dell'esistenza temporale dell'essere umano, cerca di trascendere questo dualismo in maniera formale, senza essere in grado di dimostrare un'unità essenziale al di sopra dell'anima e del corpo.

9. L'antropologia della filosofia cosmonomica è fondata sull'idea scritturale dell'anima umana come radice religiosa integrale dell'intera esistenza temporale dell'essere umano. In questa radice religiosa, la vita umana è ancora "indivisa", perché nella sua unità profonda tutte le funzioni temporali sono concentrate nel rapporto religioso di base con l'Origine di tutte le cose. Il corpo umano, quindi, non deve essere concepito come un corpo materiale astratto, ma come l'intera esistenza temporale dell'essere umano, che trova la sua unità più profonda solo in virtù del suo rapporto con "l'anima". Il corpo, quindi, non potrà mai essere concepito come "qualcosa di indipendente", o come "sostanza", dato che il corpo, privato nella morte del suo rapporto con l'anima, si dissolve. L'intera esistenza umana è refratta prismaticamete dal tempo in una diversità di funzioni e di strutture d'invidualità. L'anima è "l'uomo interiore" del senso paolino, proprio come possiamo vedere nel "corpo" la rivelazione esterna dell'essere umano ("l'uomo esteriore"). "L'uomo esteriore" non è nulla senza "l'uomo interiore", ma "l'uomo interiore" non può`essere soggetto al temporale (vale a dire alla morte fisica) percé l'uomo interiore trascende il tempo cosmico.

10. Il corpo umano è costruito come un'intero encaptco di quattro strutture di individualità, di cui quelle più basse sono legate morfologicamente alle strutture più elevate. In questo modo la forma naturale del corpo è il punto nodale dell'intreccio delle varie strutture. Nell'ambito di questo intreccio reciproco, però, queste strutture conservano la propria legittimità interna e sfera di soranità.

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Fonte: http://www.members.shaw.ca/aevum/32Propositions.html che delinea: Herman Dooyeweerd: “De leer van den mensch in de Wijsbegeerte der Wetsidee”, Correspondentie-Bladen VII (Dec. 1942), first translated as “The Theory of Man: Thirty-two Propositions on Anthropology” (mimeo, Institute for Christian Studies).