Cos'è il funerale con cremazione Come avviene la cremazione Metodi alternativi per la conservazione delle ceneri funerarie
Quando si organizza un funerale, una delle prime cose a cui occorre pensare è la sepoltura del corpo del defunto. Spesso, questa scelta è rimessa alla volontà della persona defunta espressa tramite lascito del testamento. In assenza del testamento, la scelta spetta alla famiglia. Quest’ultima è chiamata a decidere se seppellire il corpo del morto o cremarlo.
La cremazione è una prassi funebre che consiste nel bruciare il feretro, ovvero il corpo del defunto e la bara in cui è riposto. Le ceneri ottenute vengono conservate dai congiunti più stretti del defunto all’interno di un’urna cineraria. L’operazione di cremazione ha luogo in appositi centri autorizzati e si svolge con l’impiego di forni crematori. Il personale addetto si occupa della procedura di cremazione in presenza dei familiari del defunto, se richiesto.
La cremazione è una soluzione alternativa alla tradizionale sepoltura. Per molti, simboleggia la rinascita dell’anima o il ritorno della carne nel mondo naturale.
La procedura di cremazione dura circa un'ora e mezza. Prima che questa abbia inizio, viene organizzata una cerimonia di tributo nella sala cerimoniale del centro di cremazione, durante la quale un sacerdote o un officiante omaggia la persona defunta al cospetto di familiari e amici intimi. Concluso il rito laico o religioso, ai familiari è richiesto di allontanarsi dalla salma e il feretro viene introdotto nel forno crematorio.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la procedura crematoria non riduce subito il corpo del defunto in ceneri. La prima fase del processo prevede che il feretro venga bruciato all’interno del forno ad una temperatura di circa 850 gradi. La bara viene posizionata su una superficie piana e condotta all’interno del forno attraverso delle guide metalliche che la spingono nella parte superiore dell’impianto. Grazie alla presenza di un sistema di ventilazione, la circolazione dell’aria necessaria per la combustione è garantita per l’intera durata del processo.
Alla fine della combustione, i resti ossei vengono bruciati per circa 90 minuti. Ricavate le ceneri, esse vengono deposte all’interno di un’urna funeraria ed etichettate per l’identificazione del defunto. Concluso il processo, l’urna viene affidata al coniuge o a chi ha l'obbligo morale di conservare le ceneri del defunto.
Secondo le disposizioni amministrative, la cremazione del corpo può avvenire entro un minimo di 24 ore e un limite massimo di 6 giorni dalla data di decesso. Per procedere con la procedura di cremazione, occorre richiedere l’autorizzazione al Comune di residenza. La cremazione, in territorio italiano, può avere luogo se in possesso di uno dei seguenti documenti:
carta testamentaria, depositata in uno studio notarile e pubblicata;
testamento olografo, contenente le volontà del defunto e redatto secondo le norme prescritte dall’art. 602 del Codice Civile;
iscrizione in vita ad una associazione per la tutela dei diritti civili, legalmente riconosciuta e avente tra i propri scopi quello della cremazione del corpo dei propri associati.
In assenza di questi documenti, occorre che il coniuge del defunto o un parente prossimo (fino al 6°) manifestino la volontà di procedere con la cremazione del feretro. Tale manifestazione deve essere resa davanti all'Ufficiale di Stato Civile, il quale si occupa di redigere e sottoscrivere apposito processo verbale, previa identificazione dei dichiaranti.
A conclusione del processo crematorio, l’urna debitamente sigillata viene consegnata al destinatario con allegato un certificato di cremazione. Il certificato è un documento deve essere reso al comune in caso di dispersione o di furto dell’urna.
Le ceneri funerarie possono essere conservate nella propria abitazione o in cimitero, all’interno di un loculo o di una cappella di famiglia, se la famiglia ne possiede una. Le ceneri possono anche essere disperse. É vietato disperdere le ceneri del defunto all’interno dei centri abitati. Al di fuori dei centri abitati, invece, è possibile farlo, ma è sempre bene chiedere l’autorizzazione al Comune di appartenenza. La dispersione può essere eseguita dal coniuge, dai parenti del defunto o da un incaricato.
Un’innovativa modalità di conservazione delle ceneri del defunto è la diamantificazione. Si tratta di un processo chimico che consente di trasformare le ceneri del morto in diamanti. I diamanti ricavati possono essere incastonati in orecchini, bracciali o collane.
La diamantificazione delle ceneri prevede che, in laboratorio, venga estrapolato il carbonio contenuto nelle ceneri attraverso un processo chimico che ad alte temperature è in grado di trasformare i resti del defunto in grafite. La pietra viene introdotta in un particolare macchinario e, concluso il processo, il diamante grezzo viene trasformato in gioiello. Quest’ultimo può essere indossato o conservato in un luogo protetto.
La dimensione del diamante dipende dal tempo di lavorazione delle ceneri ad alte pressioni. Generalmente, i diamanti ricavati hanno un diametro di 4 o 6,5 millimetri. Inoltre, sul gioiello ottenuto tramite diamantificazione è possibile apporre delle incisioni per impreziosire il diamante.