Il testamento pubblico è una delle forme testamentarie più sicure e affidabili, perché redatto in presenza di un notaio
Testamento pubblico: definizione e caratteristiche
Possibili vizi del testamento pubblico
Testatore muto, sordo o sordomuto
Testamento pubblico: definizione e caratteristiche
Il testamento pubblico, al pari delle altre modalità testamentarie, come stabilito dall’articolo 587 del Codice Civile, è un atto revocabile con cui il soggetto dispone la distribuzione dei propri beni in seguito al suo decesso. Tra le numerose tipologie di testamento che è possibile redigere, il testamento pubblico è certamente il modello più utilizzato, nonché quello più sicuro.
Questo testamento, infatti, è redatto direttamente dal notaio su dichiarazione del testatore e alla presenza di due testimoni maggiorenni: in questo modo viene garantita la massima sicurezza riguardo alla veridicità delle informazioni del disponente e all’esattezza delle disposizioni contenute nel documento. Attraverso questa particolare forma di testamento è dunque possibile dare maggiore forza probatoria alle proprie dichiarazioni e conservare il documento in un luogo sicuro.
Prima di redigere l’atto testamentario, il disponente deve fare una dichiarazione di volontà orale di fronte al notaio e ai due testimoni. In questa fase, il notaio deve accertare le capacità del testatore di intendere e di volere e, inoltre, deve tramutare le sue dichiarazioni in una forma giuridica appropriata, senza tradire o influenzare la volontà del soggetto: anche per questo motivo la presenza dei testimoni è fondamentale. Inoltre, occorre specificare che il notaio può avvalersi di un terzo soggetto per la trascrizione del testamento pubblico, purché sempre sotto la sua guida.
Per avere piena validità, il testamento pubblico deve contenere l’indicazione del luogo, della data e dell’ora e deve essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni e dal notaio. Qualora il disponente non possa sottoscrivere l’atto per cause di forza maggiore, lo stesso deve dichiarare il motivo dell’impedimento, il quale deve poi essere menzionato dal notaio prima della lettura dell’atto.
Vantaggi del testamento pubblico
Come si è visto, il testamento pubblico risulta una forma testamentaria estremamente sicura. Rispetto ad altre tipologie, dunque, questo testamento presenta numerosi vantaggi:
l’atto viene redatto davanti al notaio e, perciò, esso fa pubblica fede fino a querela di falso. Questo significa che tutto quello che il notaio attesta essere avvenuto in sua presenza e nell’esercizio delle sue funzioni è vero e dimostrabile;
affidarsi ad un notaio significa poter avvalersi della guida di un esperto in materia, così da evitare eventuali errori;
il testamento pubblico viene conservato con cura dal notaio. Il documento, infatti, è inserito in appositi fascicoli e registrato nel repertorio per gli atti di ultima volontà. Inoltre, una copia dell’atto viene inviata all’ufficio notarile;
infine, contrariamente a quello olografo e a quello segreto, questa particolare tipologia di testamento è accessibile a tutti, anche alle persone analfabete o con qualche impedimento.
Gli svantaggi
Per prendere una decisione totalmente consapevole e scegliere al meglio quale testamento utilizzare, è necessario conoscere anche gli eventuali svantaggi di ogni tipologia. Il testamento pubblico, pur avendo numerosi benefici, presenta infatti anche qualche possibile problematica.
Nello specifico, un primo svantaggio del testamento pubblico riguarda sicuramente il costo. Affidarsi ad un professionista, infatti, comporta il pagamento degli onorari del notaio per l’opera prestata. Inoltre, al contrario del testamento olografo o segreto, il contenuto di quello pubblico viene rivelato immediatamente a tre persone, ovvero il notaio e i due testimoni.
Possibili vizi del testamento pubblico
Così come altre forme di testamento, anche quello pubblico può presentare eventuali vizi e difetti che rendono l’atto nullo o annullabile. Occorre specificare che un testamento viene ritenuto nullo quando presenta anomalie gravi e, per questo, non produce alcun effetto giuridico, risultando, così, un documento mai esistito. Il testamento annullabile, invece, presenta anomalie meno gravi e, perciò, produce gli effetti a cui era diretto: tuttavia, questi possono essere eliminati con l’azione di nullità e l’impugnazione del testamento da parte degli interessati.
In particolare, come stabilito dall’articolo 606 del Codice Civile, il testamento pubblico può essere dichiarato nullo nei seguenti casi:
il notaio non ha riportato per iscritto la volontà del testatore;
il testatore non ha sottoscritto l’atto, oppure non sono state osservate le formalità richieste nel caso di impedimento alla sottoscrizione;
nel documento manca la sottoscrizione del notaio.
Impugnazione del testamento pubblico
Il testatore, durante la redazione dell’atto presso il notaio, dovrà tenere conto dei diritti dei legittimari alla successione, ovvero tutti i familiari appartenenti alla cerchia ristretta come il coniuge, i figli e i genitori. A questi, infatti, spetta una quota prestabilita del patrimonio che, se non corrisposta, può portare all’impugnazione del testamento da parte degli eredi legittimari.
Tale controversia, se non risolta tramite una mediazione, potrebbe sfociare nell’attivazione dell’azione di riduzione. Questo gesto avrebbe l’effetto di rendere inefficaci o parzialmente inefficaci le disposizioni testamentarie lesive della legittima, anche se contenute in un testamento pubblico redatto da un notaio.
Diseredazione
Recentemente, la giurisprudenza ha fornito al testatore la possibilità di arrivare ad una diseredazione di un proprio erede legittimo, ovvero un parente non della cerchia familiare stretta. Parte della dottrina ritiene addirittura possibile disporre la diseredazione di un legittimario. Tuttavia, in questo caso si rende attivabile l’azione di riduzione a danno dei beneficiari di donazioni o di altre disposizioni testamentarie. In ogni caso, è opportuno consultarsi con un notaio esperto e avere una compiuta idea del valore dei cespiti patrimoniali dei quali si vuole disporre.
Testatore muto, sordo o sordomuto
Infine, per avere una panoramica quanto più dettagliata del testamento pubblico occorre sottolineare che il testatore muto, sordo o sordomuto rappresenta un caso particolare, nel quale devono essere dunque presenti non due ma quattro testimoni. Nello specifico, quando il testatore è del tutto privo dell’udito, prima di approvare il documento deve leggere per intero l’atto trascritto dal notaio. Questa circostanza deve essere inoltre menzionata nell’atto stesso.
Nel caso in cui, invece, il testatore sia muto o sordomuto, è necessario ricorrere all’interprete. Un testatore muto o sordomuto in grado di leggere deve poi prendere visione dell’intero atto, specificando alla fine del documento, prima di sottoscriverlo, che lo ha letto e che lo riconosce conforme alla propria volontà. Nel caso in cui il disponente non sappia leggere, è necessario che uno dei testimoni capisca il linguaggio dei segni o che intervenga un apposito interprete.