Professor Manzato Emiliano e la passione che vince su tutto

di Francescato Alma, Zennaro Nicole e Sitran Milena

PROF. EMILIANO MANZATO E LA PASSIONE CHE VINCE SU TUTTO

Chi è Emiliano Manzato?

Sono insegnante di storia e filosofia per il triennio al Majorana e sono arrivato in questa scuola tre anni fa. 

Com'è stata l'esperienza al liceo classico al tempo quando era studente?

L'esperienza al liceo classico è quella  che ricordo con grande nostalgia. E’ stata la scuola che mi ha dato lo stimolo utile per scegliere di  fare l'insegnante. Allora  ho capito che volevo fare l'insegnante ,  sia per gli stimoli che avevo ricevuto, sia in un senso negativo per tutto quello che non mi piaceva dell'insegnamento e che avrei poi cambiato quando sarebbe diventato il mio mestiere.

Quali sono le differenze tra liceo di una volta e liceo di questi anni?

Innanzitutto, la possibilità oggi di avere un'interazione molto più costruttiva  tra insegnante e allievi, soprattutto perché si è molto ringiovanita la classe insegnante. Anche l'uso delle tecnologie ha aperto degli spazi molto interessanti (ovviamente, sempre che l'insegnante si metta in gioco e anche gli studenti siano disposti a mettersi in gioco). Trovo che ci sia meno rigidità e meno separazione rispetto a una volta.

I contenuti sono funzionali alla formazione, non tanto e solo all'istruzione e alla presa di nozioni. Quindi,  oggi ci sono più stimoli, molte più attività, molte più connessioni con l'attualità che ai miei tempi erano ridotte.

Quali sono le cose che non le piacevano dei suoi professori che ha deciso di non adottare nel corso della  sua carriera?

Quello che non mi piaceva era innanzitutto la trasmissione a senso unico; ossia  il fatto che lo studente apprende perché io  insegno qualcosa senza in qualche maniera discutere dei fondamenti e anche dell'origine di quello che io trasmetto. E poi anche la forte formalità nei rapporti, quindi un certo distacco emozionale, l'assenza di empatia. Salvo dei rari casi.

Quali sono stati gli aspetti positivi che lei ha visto nei suoi professori, che ha voluto integrare nel proprio insegnamento?

Io ho avuto un’ insegnante al quale sono stato estremamente legato.

Anzi, è stata proprio lei a spingermi a fare questa professione .

Questa insegnante teneva relazioni anche al di fuori della scuola e ci faceva svolgere delle attività che per l'epoca erano estremamente all'avanguardia, come  ascoltare musica, vedere film, collegare i film alla letteratura e alla storia.

Quindi nel mio lavoro ho pensato di modificare l’ approccio statico al tipo di sapere.

Ogni classe è diversa e non si può avere lo stesso atteggiamento pur  lavorando allo stesso modo. 

Qual è lo scopo del suo insegnamento? Ha sempre saputo di voler insegnare?

L’insegnamento è sempre stato importante per me; è l'unico lavoro che avrei sempre voluto fare; infatti  già da bambino avevo riportato la mia idea in un quaderno di prima media. La mia è  una colpa antica.

E’ uno di quei lavori che ha molti vantaggi, al di là di alcune criticità.

Innanzitutto lascia una  grande libertà di organizzazione che  permette di gestire al meglio la didattica. E poter creare il proprio lavoro è al giorno d'oggi una cosa molto rara. E’ uno di quei lavori che farei anche senza essere pagato. 

Trovo nell’insegnamento una grande bellezza, che è quella di confrontarsi sempre  con nuove generazioni e quindi è uno dei modi per rimanere  giovani.  C'era uno scrittore greco, Plutarco, che diceva: “Non riempire i vasi, ma accendere delle luci, accendere delle lampade”.

Io spero e mi auguro sempre di poter fare questo.

Fornire degli stimoli che poi ognuno seguirà a seconda delle proprie inclinazioni, dei propri interessi. Qualunque cosa farà nel futuro.

Vorrei proprio, lo spero sempre, che gli studenti percepiscano l'idea che non stiamo parlando solo degli altri, stiamo parlando anche di noi, cioè parlare del pensiero filosofico, parlare di storia, non vuol dire parlare dei vecchi, dei morti, di antiquariato. Alla fine, quello che rimarrà non sarà soltanto Platone e Aristotele, ma una riflessione sui problemi che sono  gli stessi che abbiamo anche noi oggi.

Cosa direbbe all’ Emiliano studente?

Innanzitutto gli direi che quando si ha un'idea vale sempre la pena percorrere un cammino anche se lungo e difficile; sicuramente la strada non è semplice, perché per arrivare all'insegnamento e per arrivare alla stabilizzazione dell'insegnamento io ho impiegato più di dieci anni.

 Non bisogna spaventarsi: anche se il futuro è problematico vale la pena di essere affrontato.

Il metodo di insegnamento è preimpostato oppure cerca di cambiarlo circa ogni anno con le diverse classi?

Questo è uno dei problemi strutturali del sistema scolastico.

È tutto basato fondamentalmente sulla buona volontà e sulla volontà di aggiornarsi e di emanciparsi dell'insegnante, perché purtroppo ad oggi non esiste in Italia un sistema efficace di formazione degli insegnanti.

La gran parte degli insegnanti che si formano lo fanno per loro volontà e spesso anche a loro spese. Si è rovesciato il rapporto: invece di dare risposte collettive a problemi personali, si devono dare risposte personali a problemi collettivi; e questo è una deficienza a livello legislativo e istituzionale. 

Malgrado tutto, la gran parte della classe insegnante sono persone che credono nel proprio lavoro, che si impegnano  perché amano quello che fanno e non perché aspettano di avere una ricompensa  visto che, come è noto, gli stipendi sono i più bassi d'Europa.

È meglio dedicarsi al 100% alla scuola o coltivare anche le proprie passioni? 

La passione è il carburante della vita; l'importante è considerare questa passione all'interno di un progetto in cui la scuola non può essere completamente marginalizzata,  anche perché chi nutre  una passione  ha  i risultati migliori. 

Credo che il tema della passione mobiliti anche un altro tema fondamentale: quello della curiosità. Nella scuola, come nella vita, ci vuole curiosità.

Alla scelta dell'università è meglio seguire la propria passione o fare qualcosa con uno sbocco diretto dal punto di vista lavorativo?  

Non sono così convinto che esistano le facoltà della sicurezza che aprono il futuro e quelle invece dello "sbando"; dipende tutto dalla modalità con cui ognuno vive la propria individualità. Bisogna  dedicarsi a una passione senza chiudere gli occhi su quali siano le prospettive della realtà; di conseguenza, ci si guarda intorno e si cerca di trovare nuove strade (ovviamente c'è bisogno di attivarsi e di non aspettarsi la soluzione da qualcuno ).  Bisogna essere imprenditori di se stessi e osservare ciò che ci circonda.  Ad esempio per poter fare delle facoltà umanistiche, ci sono oggi in Italia alcune scuole di eccellenza dove tramite un concorso si può anche essere assunti regolarmente. Ci sono varie facilitazioni e  possibilità. Personalmente ho frequentato la Scuola Normale di Pisa che è la più antica tra quelle italiane, ma ormai ne hanno aperte molte su tutto il territorio, come  Padova e  Pavia.

Un insegnante può determinare in qualche modo il futuro di un ragazzo?  

Purtroppo può determinare il futuro nel bene come nel male; sicuramente  c'è bisogno a una certa età di avere dei consigli. L'adolescenza però non è certo il miglior periodo per riceverli e per sentirli propri, ed è per questo che bisogna lavorare. Tra le tante questioni, ormai è una battuta comune tra gli insegnanti che di fatto fare l'insegnante vuol dire fare contemporaneamente quello che trasmette nozioni, fare il pedagogo, fare lo psicologo, occuparsi  dei disturbi dell'apprendimento, educare alle relazioni,  e infine educare alla vita. Forse uno dei problemi attuali è quello che la connessione tra scuola ed insegnanti, tra scuola e famiglia si sia degradata. 

Sicuramente bisogna evitare a tutti i costi il conflitto; lo scontro è quello che potenzialmente può rendere questa professione dalla più bella alla più terribile.

Ha insegnato in altre scuole prima di diventare professore al Liceo Majorana-Corner?

La mia formazione è cominciata in un altro tipo di scuola che è sempre un liceo, ma un liceo paritario. Ho insegnato lì per circa  dieci anni prima di approdare al Majorana. Prima di fare l'insegnante ho portato avanti la carriera universitaria, ho seguito un dottorato e in seguito proseguito con l'insegnamento . 

Ho fatto anche un'esperienza all'estero di un anno come lettore madrelingua.

Qual è il prototipo di studente ideale secondo lei?

 Lo studente ideale è lo studente che impegna nello studio tutto se stesso, con tutte le sue forze, le sue fragilità, in collegamento con l’insegnante. 

Metaforicamente gli insegnanti provano a bussare, sono gli studenti che devono aprire la porta e lo studente ideale è lo studente che accoglie. 

Ma se uno studente avesse qualche problema con le sue lezioni o in generale con il suo approccio all' insegnamento, come dovrebbe comportarsi?

Vorrei che me ne parlasse per evitare il conflitto.

Alla fine dell'anno scolastico pongo un questionario anonimo alle classi in modo che possano esprimere nella maniera più libera quali sono stati i punti forti e i punti deboli del mio insegnamento e che cosa secondo loro modificherebbero.

Invece lei che cosa vorrebbe cogliere dagli studenti?

Dagli studenti mi piacerebbe cogliere tutto l'entusiasmo e anche l'affacciarsi alla scoperta. Inoltre, anche se sembra incredibile, a volte gli studenti trasmettono all'insegnante delle conoscenze o degli stimoli su cui  il docente non ha mai riflettuto prima. Dagli alunni ho avuto anche dei suggerimenti o delle idee per approfondire. Quindi, anche gli studenti possono offrire spunti di curiosità e di interesse agli insegnanti; l'importante è che i docenti si mettano nella prospettiva di ascoltare.

Quale consiglio darebbe ad uno studente che sta per iniziare il Majorana per perseguire un soddisfacente percorso scolastico?

Consiglierei di non soffocare mai la passione che lo anima che è fondamentale per raggiungere qualsiasi obbiettivo e di considerare la  fatica dello studio come un investimento nel futuro che, per quanto incerto,  dipende da un forte volontà e un impegno deciso.


Francescato Alma, Zennaro Nicole e Sitran Milena