Auschwitz fra storia e memoria

di Aurora Pellizzon (4LC) con Anna Bonotto (4LB), Bianca Pinton (4E), Emma Carrara (IIA), Francesca Cavarretta (IIA), Giacomo Fusaro (4E), Eleonora Salin (IIA) ed Enrico Piccinelli (IIIA)

Questo autunno una sessantina di noi studenti e studentesse hanno avuto l’opportunità di partecipare al progetto “Auschwitz fra storia e memoria” che, dopo alcuni incontri informativi, ci ha permesso di vedere con i nostri occhi gli orrori consumati nei campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, in Polonia. Essendo un viaggio d’istruzione che ha un determinato peso culturale ed emotivo, sono state necessarie alcune approfondite lezioni di carattere storico e culturale per poter vivere questa esperienza con la maggiore serietà e comprensione possibile.

Il viaggio si è svolto in cinque giorni.

Durante il primo giorno abbiamo raggiunto la città universitaria di Olomouc (Repubblica Ceca) spostandoci poi verso Cracovia, nota per il suo centro medievale ben conservato e per il quartiere ebraico. Da lì, dopo una visita ai simboli della città e in particolare alla Fabbrica di Schindler, ci siamo spostati a visitare i campi di Auschwitz e Birkenau, per poi concludere il viaggio con una piccola tappa nella città di Brno (Repubblica Ceca).

Durante la visita, la domanda sorta spontaneamente è stata: “Come può l’uomo arrivare a commettere certe atrocità ed essere compiaciuto della propria cattiveria?”.

Alla vista dei luoghi dell’orrore, la riflessione è stata profonda e ragionata. Decidere di partecipare a questo progetto scolastico non è una scelta che va presa a cuor leggero, poiché si tratta di camminare nelle strade e stanze dove si è consumato uno dei più grandi genocidi della storia, nonché testimonianza viva della crudeltà umana.

Ogni parete, pavimento, muro o oggetto esposto nelle vetrine racconta una storia; racconta di anime che ora sono in cielo, di giovani e anziani, di milioni di sogni e prospettive distrutte per l’antisemitismo e l’odio.

Il maggiore rischio che la storia contemporanea corre è quello di ricadere negli errori già commessi in passato; la possibilità di toccare con mano questi luoghi è la prova che esiste un modo per non cadere in questo errore, ed è quello di conoscere per non essere corrotti.Ricordare non con le cifre o le date, ma con il cuore; dietro ad ogni cifra c’è un nome, un cognome, un sogno ed un cuore pulsante. Ora, quando si visitano i campi, ciò che si ode è il silenzio di morte e il leggero vociare delle guide e turisti che fanno domande, ma chiudendo gli occhi si possono immaginare le urla delle vittime, le lacrime di famiglie separate nella completa disperazione. Tornati da questo viaggio ci siamo accorti di aver maturato una sensibilità maggiore verso la vita umana e ad oggi ci risulta difficile leggere le cifre storiche solo come tali, avendo camminato i passi delle povere anime che lì hanno lasciato le loro orme, sofferto, perito e subìto le torture della macchina della morte hitleriana.

Per fortuna, ad accompagnarci in questo percorso nella storia ci sono stati insegnanti che ci hanno saputo indirizzare verso la giusta direzione, affinché questi luoghi fossero da noi considerati un cammino profondo nella memoria e non tappe di un viaggio come tanti. Una menzione speciale va proprio agli studenti e alle studentesse che hanno deciso di partecipare a questo progetto; sono sbocciate amicizie dalla sensibilità e dall’obiettivo comune di non lasciare che la storia rimanga solo l’insieme di parole stampate su dei libri. Non è stato emotivamente un percorso semplice per degli adolescenti, ma abbiamo saputo condividere tra noi le emozioni e supportarci. Da questa esperienza la frase che con molta consapevolezza ci portiamo con noi è di Primo Levi e recita: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente sedotte ed oscurate: anche le nostre.”


Aurora Pellizzon, Bianca Pinton, Emma Carrara, Francesca Cavarretta, Giacomo Fusaro, Eleonora Salin, Enrico Piccinelli, Anna Bonotto.