Giornata della Memoria
27 Gennaio
27 Gennaio
14/02/2023
Giornata della Memoria
Intervista alla vicesindaca di Castelvetro:
Giorgia Mezzacqui
Oggi, 27 gennaio 2023, in occasione della Giornata della memoria, la vicesindaca Giorgia Mezzacqui si è recata presso la nostra scuola per la consegna delle candeline. In questa occasione ha incontrato anche la redazione del blog e ci ha concesso un’intervista.
Buongiorno Giorgia, quello della consegna delle candeline è un appuntamento ormai consolidato. Ti ricordi da quanto tempo consegni le candele presso il nostro Istituto?
Buongiorno, certo che lo ricordo! Abbiamo iniziato dal 2014, è una cosa in cui credo e che mi piace fare molto, soprattutto quest’anno che ad accompagnarmi c’è anche la nostra sindaca del CCR, Sara.
Perché avete scelto di consegnare proprio delle candele?
Ha un valore simbolico: consegno le candele per accendere la memoria. Credo che bisogna impegnarsi, non solo oggi, ma sempre a non dimenticare quello che è successo nella seconda guerra mondiale.
Come hai trovato gli studenti? Sono coinvolti da questa iniziativa?
Molto. Credo che sia anche merito dei loro docenti. Ci sono insegnanti che tengono molto a questo argomento, quindi gli studenti risultano più preparati e interessati.
La nostra scuola infatti ha un legame molto speciale con ANNA FRANK.
Io ho frequentato questa scuola e per me è una grande emozione ritornarci. C’è una frase di Anna Frank, sulla porta d’entrata, che mi ha sempre colpito particolarmente: “Nonostante tutto io continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo”
Grazie per l’intervista, Giorgia! Al prossimo anno!
Alice, Carlotta e Sofia
Foto di Mathias
21/02/2023
Il club di lettura consiglia
Per il 27 gennaio,Giornata della memoria, il club di lettura “Penso quindi leggo” consiglia film e libri per non dimenticare. Molti di questi forse li avrete già visti o ne avrete sentito parlare, ma noi li consigliamo comunque, perché sono molto belli e vale la pena guardarli o rileggerli.
Ora passiamo alla lista!!
Bibliografia
La stella di Andra e Tati, di Alessandra Viola Rosalba Vitellaro
Una bambina e basta, di Lia Levi
Il commerciante di bottoni, di Erika Silvestri
La storia di Erika, di R. V. Zee, Roberto Innocenti
Un sacchetto di biglie, di Joseph Joffo
Solo una parola, di Matteo Corradini
Il baule dei segreti, di Andra e Tatiana Bucci
L’amico ritrovato, di Fred Uhlman
Le valigie di Auschwitz, di Daniela Palumbo
Fratelli, di Chiara Lossani
Otto l’orsacchiotto, di Tomi Ungerer
Due amici e un nemico, di Carla Maria Russo
La porta di Anne, di Guia Risari
L’albero di Anne, di Irène Cohen-Janca
Scolpitelo nel vostro cuore, di Liliana Segre
Il diario di Anne Frank
Il pianoforte di Mara, di Maria Luisi Valentini Ronco
Il baule dei segreti John Boyne
Filmografia
Jojo Rabbit, di Taika Waititi
La vita è bella, di Roberto Benigni
Il viaggio di Fanny, di Lola Doillon
La ladra di libri,di Brian Percival
Belle e Sebastien, di Pierre Coré
Il bambino col pigiama a righe,di Mark Herman
Ludovica
21/02/2023
LA GIORNATA DELLA MEMORIA : STORIA
Il 27 Gennaio è stata celebrata la Giornata della memoria. Vi raccontiamo brevemente quali sono gli avvenimenti ricordati in questa giornata.
Che cos’è la giornata della memoria?
La giornata della Memoria è una ricorrenza internazionale che ricorda le vittime della Shoah, termine ebraico che indica una “tempesta devastante”. Questo termine definisce lo sterminio nazista del popolo ebraico durante la Seconda Guerra Mondiale: tra il 1939 e il 1945. Durante quegli anni, circa 6 milioni di Ebrei vennero sistematicamente uccisi dai nazisti del Terzo Reich con l’obiettivo di creare un popolo ariano geneticamente “puro”. Alla base di questo feroce sterminio c’era un’ideologia razzista e, nello specifico, antisemita.
Perchè si è scelto di ricordare la Shoah proprio il 27 Gennaio?
Perché il 27 Gennaio 1945, vennero aperti i cancelli di Auschwitz dalle truppe dell’Armata rossa. Questa data è anche un’occasione per ricordare che ogni giorno siamo circondati da discriminazioni, grandi o piccole, e che a volte potremmo essere proprio noi i responsabili o le vittime.
Approfondimento su Liliana Segre
Liliana Segre è una Senatrice a vita della Repubblica italiana e una dei sopravvissuti alla Shoah. Ha scelto di essere testimone attiva della sua esperienza all’interno del campo di concentramento di Auschwitz. Ricorda l’importanza del giorno della memoria, dicendo che il male estremo è sempre possibile e che può accadere di nuovo, per questo, occorre non essere mai indifferenti alle discriminazioni.
La sua storia:
Liliana Segre aveva solo tredici anni quando venne deportata ad Auschwitz. Era il 30 gennaio 1944 ed è stata subito smistata e separata da suo padre (che non vide più e che morì il 27 aprile del 1944). Anche i suoi nonni paterni vennero deportati nel medesimo campo e uccisi dopo qualche settimana dall’arrivo (il 30 giugno 1944 nelle camere a gas). Durante la sua prigionia subì altre tre selezioni, in una delle quali perse un’ amica che aveva conosciuto al campo. Alla fine del gennaio 1945 affrontò la marcia della morte. Venne liberata il 1° Maggio 1945 dal campo di Malchow dall’armata Rossa.
Valentina, Sofia M., Alice e Sofia C.
28/02/2023
Storia di Anna Frank
"CONTINUO A CREDERE NELL’ INTIMA BONTA’ DELL’UOMO"
La nostra scuola, in onore di Anna Frank, ha fatto incidere questa frase fuori dalla scuola.
La giornata della memoria
Il 27 gennaio si ricordano i fatti più brutti della seconda guerra mondiale. La sera stessa nel nostro comune si accende un lumino, in memoria delle vittime.
Per fortuna possiamo imparare dalla testimonianza diretta di chi ha vissuto questo orrore e ha scelto di scrivere e raccontare.
Biografia di Anna Frank
Il 12 giugno 1929 la piccola Anne (Anna, in molte edizioni "italianizzate") nasceva nella città tedesca di Francoforte sul Meno da Otto ed Edith Frank. La sua era una famiglia abbastanza agiata - il padre Otto era un imprenditore, ma la crisi finanziaria globale aveva messo in ginocchio l'intera Germania.
Il diario di Anna Frank è una cronaca preziosissima di quegli anni: una descrizione minuziosa delle vicissitudini di due famiglie costrette a convivere in pochi metri quadrati di spazio, in un costante clima di ansia.
Dal suo diario: “ieri mi sono terribilmente spaventata. Alle otto, un'improvvisa e forte scampanellata. Ebbi un solo pensiero, che stessero venendo; chi, lo sai bene."
1 ottobre 1942
Il diario di Anna Frank
Grazie al diario abbiamo una descrizione minuziosa di come si svolgeva una giornata tipo. La mattina era uno dei momenti più difficili, dalle 8.30 alle 12.30; bisognava stare fermi e zitti per non generare il minimo rumore: non camminare, bisbigliare solo per stretta necessità, non usare la toilette. Durante queste ore, con l'aiuto del padre di Anna, uomo colto e preparato, i ragazzi studiavano per non rimanere indietro nelle materie scolastiche. Anna detestava la matematica, la geometria, e l'algebra, mentre adorava la storia e le materie letterarie. Inoltre, seguiva un corso di stenografia per corrispondenza. Aveva poi i suoi interessi personali: la mitologia greca e romana, la storia dell'arte. Studiava meticolosamente tutti gli alberi genealogici delle famiglie reali europee e nutriva una passione per il cinema, fino al punto di tappezzare le pareti della sua cameretta di foto delle star. Intanto dal mondo esterno le notizie che arrivavano erano sempre più tragiche. La polizia nazista, con l'aiuto dei collaborazionisti olandesi, compiva ogni sorta di razzie e di retate: i bambini tornavano a casa da scuola e non trovavano più i genitori, la casa sbarrata e rimanevano soli al mondo senza nemmeno sapere il perché. I beni delle persone scomparse, ebrei o loro parenti, erano confiscati dalle autorità tedesche. Anche coloro che aiutavano queste persone disperate a trovare un nascondiglio correvano gravissimi pericoli, poiché la Gestapo aveva iniziato a praticare la tortura in maniera indiscriminata. L'Olanda versava in uno stato di povertà. Procurarsi il necessario per vivere era diventato un'impresa per tutti. Anna racconta che la dieta dei reclusi era basata su ortaggi (anche marci), fagioli ammuffiti, cavoli, rarissimi pezzetti di carne, e, soprattutto, patate.
Eleonora & Milena
7 Marzo 2023
Giornata della memoria nella nostra scuola
Il 27 gennaio, per celebrare la giornata della memoria, la vice-sindaca di Castelvetro Giorgia Mezzaqui e la sindaca del C.C.R. sono passate in tutte le classi per consegnare ad ogni alunno delle candele da accendere la sera e mettere fuori dalla finestra; le candele servono a farci ricordare quello che è successo, affinché nessuno commetta più gli stessi errori.
Molte classi hanno sfruttato alcune ore di lezione per parlare della giornata della memoria; ad esempio, in una classe hanno letto una poesia di Joyce Lussu:
Le Scarpette rosse
"C'è un paio di scarpette rosse numero ventiquattro quasi nuove: sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica Schulze Monaco c'è un paio di scarpette rosse in cima a un mucchio di scarpette infantili a Buchenwald più in là c'è un mucchio di riccioli biondi di ciocche nere e castane a Buchenwald servivano a far coperte per i soldati non si sprecava nulla e i bimbi li spogliavano e li radevano prima di spingerli nelle camere a gas c'è un paio di scarpette rosse di scarpette rosse per la domenica a Buchenwald erano di un bimbo di tre anni forse di tre anni e mezzo chissà di che colore erano gli occhi bruciati nei forni ma il suo pianto lo possiamo immaginare si sa come piangono i bambini anche i suoi piedini li possiamo immaginare scarpa numero ventiquattro per l'eternità perché i piedini dei bambini morti non crescono c'è un paio di scarpette rosse a Buchenwald quasi nuove perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole".
In un'altra classe, invece, hanno letto la storia di Erika; questo è l’inizio:
“Era il 1995, cinquanta anni esatti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando incontrai la donna protagonista di questa storia. Me ne stavo seduta insieme a mio marito su un muretto a Ruthemburg, in Germania, intenta ad osservare una squadra di netturbini che ammassavano ai bordi della strada cumuli di macerie e tegole rotte cadute dal tetto del municipio. La notte prima, una violenta tormenta si era abbattuta su questo incantevole villaggio medievale, lasciandosi dietro gli sfregi della sua furia devastatrice. Un anziano commerciante ci disse di non aver più visto niente di simile dall’ultimo attacco delle truppe alleate. Rimase ancora qualche istante a guardare, poi rientrò nel negozio. Fu allora che la donna seduta vicino a noi si presentò. Si chiamava Erika. Ci chiese se eravamo in viaggio di piacere. Le risposi che eravamo appena rientrati da Gerusalemme, dove avevamo trascorso due settimane per motivi di studio. Lei aveva sempre sognato di vedere Gerusalemme, confessò, ma fino ad allora non aveva potuto permetterselo. Notai che portava al collo una catenina d’oro, con appesa una piccola stella di David, così le dissi che dopo il viaggio in Israele, avevamo attraversato tutta l’Austria, per andare a visitare il campo di concentramento di Mathausen. Una volta Erika era stata a Dachau, ma non aveva trovato la forza di varcare il cancello. Poi ci raccontò la sua storia….”
Vi consigliamo di leggere il libro.
In un’altra classe hanno guardato le immagini e ascoltato il racconto della loro prof.ssa che, qualche anno fa, ha visitato il campo di concentramento di Auschwitz. Insieme hanno riflettuto su quanto è successo.
"Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo".
Emma
Federico