GITA A OSPITALETTO
Quest’anno tutte le classi terze hanno svolto l’uscita didattica presso Ospitaletto di Marano. In questo articolo vi racconteremo la storia di Ospitaletto e della Repubblica partigiana di Montefiorino, cercando di interessarvi alla storia del nostro territorio.
Qual è la storia di Ospitaletto?
L’eccidio di Ospitaletto avvenne nei giorni 12,13,17 e 25 agosto 1944 e vide la morte di 32 persone. La Divisione partigiana di Armando, per sfuggire dalle forze tedesche, si divise in piccoli gruppi. I partigiani sono persone che hanno dato la loro vita per la nostra libertà, non sono stati fermi a guardare ma hanno preso parte attivamente alla storia. Per loro l’indifferenza non esiste. L’11 agosto 1944 il battaglione del “Toscano” entrò a Ospitaletto perché i partigiani avevano bisogno di cibo e di medicine. La loro presenza fu segnalata dalle spie del comune ai fascisti e ai tedeschi di stanza a Vignola. Verso le ore 16 del 12 agosto 1944, la Guardia Nazionale Repubblicana di Vignola inviò ad Ospitaletto un camion con dei soldati. Lo scontro ebbe luogo nel piazzale dello Spino e i fascisti, costretti a fuggire a causa degli spari dei partigiani, si ritirarono a casa Muzzarelli. Un nuovo scontro avvenne alla periferia del paese, e ad un certo punto il vice comandante Mario Allegretti guidò in contrattacco i suoi uomini, mettendo in fuga i tedeschi, giunti da Marano alle 19, che abbandonarono alcuni morti e diversi feriti. I partigiani lasciarono Ospitaletto e si diressero verso Monfestino. Verso le 22 i repubblichini comandanti arrivati da Modena entrarono ad Ospitaletto per cercare i partigiani nascosti, che però se ne erano già andati. I tedeschi arrivati il 13 agosto 1944 fecero avanzare verso Ospitaletto un autocarro in cui c’erano cinque antifascisti: Giorgio Ballestri, Antonio Maccaferri, Luciano Orlandi, Primo Terzi e Aldo Caselgrandi. Il mezzo proseguì effettuando 5 soste, in ciascuna delle quali il cappio di una corda veniva appeso al collo di una vittima. I morti rimasero appesi per 48 ore. Il 15 agosto i reparti addestrati iniziarono l’azione militare per la guerra e le truppe germaniche colpirono le abitazioni che erano sospettate di aver ospitato i partigiani, tra cui quella della famiglia di Maria Savigni, agendo in questo modo: picchiarono i civili, li fecero uscire e li allinearono contro il muro per ucciderli. Prima fucilarono il padre e la madre, poi toccò a Maria che però venne mancata dal colpo e riuscì a scappare. Raggiunta, fu violentata e uccisa. Nelle persecuzioni del 17 e del 25 agosto ingaggiarono un conflitto a fuoco in cui morirono sette partigiani.
Il 25 agosto altri persero la vita, 6 furono impiccati e uno fucilato.
Chi era Mario Allegretti?
Mario Allegretti è stato un militare e partigiano italiano, nato il 6 settembre 1919 a Vignola. L’8 settembre 1943 raggiunse le formazioni partigiane di giustizia e libertà e iniziò a combattere. A giugno 1944 entrò nelle bande attive di Montefiorino, partecipò nella Repubblica partigiana e a novembre gli fu incaricato il comando della formazione “Italia libera”, della 34° Brigata. Morì in combattimento il 10 aprile 1945 a Saltino e fu decorato con la medaglia d’oro al valor militare, per ricordare che in battaglia, in difesa del Monte Santa Giulia, penetrava nelle linee nemiche e cadeva gridando “Viva l’Italia!”. Oggi a lui è dedicato il Liceo di Vignola.
Qual è la storia della Repubblica partigiana di Montefiorino?
La Repubblica partigiana di Montefiorino è un territorio che durante la Resistenza si proclamò indipendente e avviò un autogoverno democratico. Nel 1944 a Montefiorino giunsero alcune centinaia di partigiani, e il 17 giugno la Rocca del comune fu occupata da quelli di origine laica e cattolica. La notte del 12 giugno i partigiani iniziarono la marcia per avvicinarsi al paese, dopo due giorni chiusero ogni via d’accesso e i fascisti non potevano più uscire, nemmeno per prendere un po’ d’acqua. Questa situazione durò fino al 17 giugno, quando in mezzo ad un grande nebbione i capi fascisti, approfittando del buio, fuggirono. I primi due nuclei di fascisti resistono poco e si arrendono, mentre altri 40 vengono fatti prigionieri. Entro mezza giornata, occupato il comando fascista, Montefiorino è libera. Dopo nel comune si stanziò il comando partigiano della Divisione Modena di Armando, guidata da Mario Ricci (conosciuto in battaglia con il nome “Armando”), che si occupò di soddisfare le esigenze politiche e sociali: ripararono i ponti e le strade, crearono un parcheggio, affrontarono il problema della democrazia eleggendo i sindaci dei comuni, a Fontanaluccia fecero un ospedale partigiano, la giustizia fu affidata a un tribunale partigiano, si formò un gruppo di polizia partigiana…
Però la Repubblica di Montefiorino durò poco, infatti a fine luglio le forze tedesche, appoggiate dai fascisti, attaccarono, dando alle fiamme i territori di Piandelagotti, Villa Minozzo, Gombola e Toano e deportando molti civili in Germania. La caduta della repubblica avvenne il 1° agosto 1944.
Valentina C.