Lezione 15

FOG: Frank Owen Gehry - Masse, collisioni, traiettorie

Gehry è un architetto più tridimensionale, rispetto a quelli precedentemente visti. Il suo approccio infatti riguardano le masse, le dimensioni. Inoltre, a cominciare da una certa fase della sua vita ha affrontato il mondo nuovo che si stava iniziando a instaurare, quello dell’information technology; forma anche un gruppo chiamato Gehry Technologies.

Il paesaggio mentale originario di Gehry è quello del negozio di ferramenta del nonno, che la base, il DNA dell’architetto.
Partendo dal nome, Owen, che era quello di un pensatore e industriale socialista dell’800, che è il simulacro di un pensiero liberale quasi socialista. Da questo si capisce come Gehry parta da un mondo molto popolare, a Toronto, da famiglia ebrea e soprannominato “fish”.

Nell’immediato dopoguerra la famiglia emigra a Los Angeles e va a vivere in centro città, che di solito rappresentano anche la parte più criminale, per così dire, di questa. Si sposa con una segretaria e riesce ad andare all’università, anche sostenuto dalla moglie; dopo di che lavora in un grande studio di Victor Gruen, che è uno di quegli architetti che si trasferisce a LA. Dopo vince una borsa di studio per andare ad Harvard; fa il servizio militare, lavora a qualche piccola cosa ma dopo di che si rende conto di aver bisogno di un cambiamento, questo lo porterà a trasferirsi in Francia e lavorare per un architetto francese per circa un anno, per poi tornare nel ’62 in America, dove effettivamente comincerà ad essere il Gehry che si conosce oggi. 

ASSEMBLARE. In questa fase, la prima appena rientrato, fa dei lavori basici, per così dire, per un normale e tradizionale architetto americano; è molto legato al mondo degli artisti. Lui qui fa delle piccole opere che sono fatte principalmente per dei suoi amici artisti, appunto.
Casa studio Danzinger: approccio di chiusura all’esterno, come fosse una scatola. Quasi come una fortezza chiusa con due fasce laterali. Un’architettura secca, precisa.
Casa studio Davis: qui si interessa molto a fare una pianta trapezoidale. Si pone sia all’interno che all’esterno con una sensazione di densità dinamica, o di instabilità.

Nel 1978 Gehry si azzera. Concetto molto interessante per la persona. Fa notare questo azzeramento anche attraverso a scelte che fa verso questa direzione: chiude lo studio, va in analisi, divorzia e si risposa. Ricomincia dal fatto che lui aveva iniziato con le sue opere pensando all’arte, lo userà come caposaldo. E in quegli anni, l’arte, dal punto di vista di Gehry, era principalmente la pop art.

Questa logica del commerciale, del popolare e del materiale, per così dire, lui la sposa alla perfezione perché si collega al suo imprinting, quello del ferramenta del nonno.

Tutto questo apre a una delle sue opere simbolo, una casa: parte un modo diverso di fare architettura. Casa classica unifamiliare americana. Il contesto è il classico dei quartieri statunitensi, con piccole case vicine, tetto spiovente e circondata da un praticello. La casa di Gehry fa un salto, si basa su criteri completamente diversi dai presenti: sull’assemblare. Parola tridimensionale. Assemblare non significa comporre, ma la è la forza del verbo del mettere insieme cose. Infatti, qui lui fa proprio questo, assembla cose eterogenee che avvolgono l’estensione della casetta delle bambole, per così dire. Partendo anche dall’esterno, dove è presente anche la rete metallica, che sarà quasi il simbolo dell’architettura di Gehry di questa fase. Spazialmente mette una L al piano inferiore, in quello superiore crea una camera da letto unendo due ambienti e disponendo la parte privata.

Casa Wagner: gioca sempre sull’idea del trapezio dove mette in tensione due oggetti, uno che fa esterno, l’altro interno.

Casa Familian: anche questa lavora su un sistema binario di tensione; la parte lineare e un altro elemento che è come se volesse entrare nella precedente.

Casa Spiller: progetto più grande. Usa una strategia prettamente americana. La famiglia compra un lotto molto vicino al mare. La casa è divisa in due unità immobiliari, una casa patio, per così dire. Ha una parte più ampia che si estende con una parte più piccola accanto. Da quest’opera Gehry tira fuori un concetto molto importante: il cheapscape, riferendosi al paesaggio povero. Nasce una nuova estetica. 

SPAZIARE. Idea che l’architettura si fa sulla base dello spazio intercluso, lo spazio tra gli oggetti è l’elemento decisivo, non l’elemento in sé. È’ un’idea che si percepisce soprattutto nei suoi disegni.
Casa per un film maker: da come è disegnata sembra un villaggio, con elementi, o pezzi, distanti tra loro che parlano l’uno con l’altro.
Da dove viene quest’idea dello spaziare? Dallo spazio urbano barocco, della scenografia urbana in quanto gioco concertato delle parti.
Per fare questa composizione, ha l’idea che gli attori di queste scene urbane sono dei personaggi, quindi sono delle figure: elementi riconoscibili e figurativamente riconoscibili.
Ha modelli mentali organizzativi ben stabiliti, che sia una piccola casa di 50 mq o che sia un museo di 5000 mq.
La strategia dello spaziare diventa molto utile anche per affrontare problemi di ordine pratico, economico, organizzativo, e così via. Forte e chiaro, questo, avviene nella facoltà di legge nella Loyola Law School, dove Gehry viene chiamato per rinnovarla. Inizialmente ha un blocco con un palazzo per uffici, nelle aree limitrofe che la facoltà acquisisce, lui propone un ampliamento della facoltà, fatta con il concetto dello spaziare, in cui le parti sono dotate di immagine. Il grande blocco lo lascia, ma crea tensione con un elemento che si muove, per così dire. Dagli schizzi si può evincere la sua passione per le chiese romaniche, perché è fatta da episodi.
La strategia dello spaziare è importante anche da un punto di vista pragmatico, perché si può fare per pezzi; una cosa per volta, si costruisce e realizza per fasi.

SEPARARE. Trasformazione, forte accentuazione stilistica.
Centro commerciale, uffici e museo Edgemar: progetto prototipico, perché gli atteggiamenti di insieme di taglio con la memoria anche delle operazioni precedenti. Rappresenta un piccolo progetto di mixité. Dal punto di vista commerciale è un progetto molto utile.
Casa Norton: casa sul mare, quasi, che è rappresentata come una casa sull’albero. Infatti, è una torretta che è poi la caratteristica principale. I luoghi sono residuali, contesto prediletto dell’architetto, di conseguenza le opere si innestano perfettamente nel paesaggio.
Istituto e clinica psichiatrica Yale: qui si rivedono molti approcci già visti. Interessante elemento è la scala, la rende oggetto all’interno della composizione, con due rampe esterne che poi diventano volume, conseguentemente attore della scena.
Museo California Aerospace: opera in cui avviene un ulteriore passaggio. Siamo a metà degli anni ’80, la tecnica del separare e avere dei pezzi, ad un certo punto, questi non si hanno a sé, ma diventano dei veri e propri pezzi pop art, dilatati nella scala delle dimensioni incastrati nell’insieme compositivo. L’edificio è una sorta di terminale di un grande hangar, risolto in maniera brillante sotto l’aspetto organizzativo. La chiave è la decisione di prendere un vero aereo e metterlo come elemento proprio della composizione, molto pop.
Uffici Chiat/Day/Mojo: ditta di pubblicità. Inventa una foresta pietrificata, piazzando un oggetto pop all’interno.
Ristorante Fishdance: qui affronta le sue turbe, infatti, chiamandolo da giovane con il soprannome di fish, cerca di ribaltare la situazione trasformando un fatto negativo in positivo. Diventa quasi un marchio.
Centro commerciale e Piazza, villaggio olimpico di Barcellona: altra versione del pesce di prima. Lungo mare dove ci sono edifici anche molto importanti dal punto di vista finanziario. Da qui comincia, per così dire, il percorso del Gehry che si conosce oggi.
Biblioteca Francis Goldwyn: smentisce i luoghi comuni di Gehry. Pianta molto razionale, quasi basilicale, con grande asse centrali e due parti laterali per la lettura. Gioca con la simmetria bilaterale. Invece di specchiare, sono simmetriche lateralmente.
Casa Sirmai-Peterson/Casa Schnabel: comincia ad avere commissioni più importanti, case per ricchi, anche, dove, avendo il denaro, può sperimentare di più. Le piante sempre con lo stesso approccio, con forme che colpiscono molto l’occhio. Forte è anche l’utilizzo di materiali nuovi e diversi, nonché più sofisticati.

FONDERE. Allestimento della retrospettiva The Architecture of Frank Owen Gehry, curatore M. Friedman, Walker art center: mostra fotografica sulle opere di Gehry, è anche un riconoscimento molto importante nei suoi confronti. E’ una mostra installazione, dove lui stesso produce cose da mostrare.

Fondere è l’idea booleana di pezzi che sono incastrati insieme, quasi, appunto, a fondersi. Il passaggio è quello dove i pezzi che prima si separavano, ora si rimettono insieme; momento diverso, approccio completamente differente. La prima volta che lo fa è con il Museo e fabbrica della Vitra: ditta che produce mobili di design. Gehry fa una piccola parte museale; i pezzi sono completamente fusi, quindi la forza della composizione non è più sullo spaziamento, ma nel combinare insieme gli elementi. Gli incastri e queste forze determinano degli interni molto significativi. Con la tecnica del “moroccan effect”, cioè nel concentrare le figure e forme plastiche in un unico punto e poi il resto trattarlo come una struttura scatolare. Tecnica di sopravvivenza per gli architetti.
Edificio dell’American center: edificio con successo forte nell’immaginario, in realtà molto sfortunato perché gestito molto male con conseguente chiusura. Punti di accelerazione del sistema è nell’atrio, dove avvengono appunto gli elementi più forti di tutta la composizione.
Sede degli uffici nazionali olandesi: il fondere rievoca l’idea della danza come fossero due ballerini. Armonico con il contesto, sia considerando il barocco di Praga che il fiume adiacente.
Centro di arti visive, University of Toledo: schema molto semplice, una galleria, da cui si distribuiscono vari corpi. La galleria crea una sorta di relazione con gli edifici preesistenti, quasi a formare una piazza. Dopodiché ci attacca i vari pezzi in maniera totalmente libera. Sistema organizzativo prescinde dalla forma.

SLANCIARE. Importante conseguenza al fondere. L’idea è quella di fondere, ma farlo per slanciare, creare traiettorie nello spazio. Far scuotere il mondo intorno a sé.
Auditorio Walt Disney: Ha una serie di variazioni e studi.
Museo Guggenheim: Opera simbolo e di grande rilevanza da tutti i punti di vista. Punto di incrocio delle cose viste finora. Partiamo dalla storia. La città di Bilbao è una città industriale della Spagna, come tale basa il suo sviluppo lungo il fiume, che è la chiave, avendo anche un grande porto. Dal modello industriale a quello informatico porta ovviamente grande crisi, che vanno a colpire anche il territorio, quindi grandi aree non più produttive. Ad un certo punto, la capacità industriale, capisce che deve andare in una direzione differente, ovviamente capisce di andare verso l’informazione. Fanno varie operazioni per la riqualifica della città, tra cui anche avere architettura di qualità. [I Guggenheim, chi sono? Sono una famiglia di ricchissimi americani che ad un certo punto capiscono che altro mercato molto importante in cui investire è quello dell’arte.] Gehry arriva a Bilbao e vede l’edificio preesistente nella zona indicata dove si sarebbe dovuto andare ad operare, dopo di che si fa accompagnare da un giovane architetto a fare un giro per la città, con gli occhi di questo lui la vede. Di conseguenza, avendo una mappa della città dice che il museo non bisogna farlo dove avevano indicato le amministrazioni, ma da tutt’altra parte. Gehry indica quel determinato punto perché è il luogo dove si concentra la confusione, più critico, della città, quello del suo passaggio mentale. Sceglie il luogo più incasinato della città. Allora Bilbao apre un concorso per inviti ma su quell’area. La proposta vincente ovviamente è di Gehry. Progetto inaugurato nel 1997 ad un costo di 100 mln di dollari.
L’opera la si può leggere in alcune parole chiave:
- URBANSCAPE: il fatto che l’architettura parli di un suo mondo possibile e di una sua idea di città possibile è un dato costitutivo. Gehry costruisce una sorta di paesaggio della città nuova che si insedia nella città ex-industriale, lavorando sulle intersezioni e sugli incroci, facendone una maniera ideale di vivere la città. Qui è fortissimo perché l’edificio è un edificio prettamente contestuale, tutti i suoi movimenti sono dettati e coinvolti dallo spazio urbano. L’idea fondamentale è che gli spazi sono conformativi dello spazio urbano.
- IPERFUNZIONALISMO: punto di vista organizzativo. Non si è mai visto un museo tanto funzionale quanto questo. Il trucco per il quale questa macchina museo funziona è la conquista del centro. Lo spazio si organizza ovviamente non occupando mai il centro, ma di metterlo sul perimetro. I sistemi distributivi sono intorno al centro. Altra idea geniale è la diversità dei diversi corpi, questo dovuto perché ogni area è occupato da correnti stilistiche e di arte sono differenti. I vari tipi di arte hanno a loro volta ambienti confacenti. E’ anche un evento di collegamento tra la città e il fiume.
- CATTEDRALE: come se fosse una cattedrale contemporanea, oltre agli aspetti organizzativi, ma anche morfologico, ma soprattutto dal punto di vista sociale culturale ed economico. La presenza del museo è stata per anni meta di pellegrinaggio intellettuale.
- TRAIETTORIA: parola chiave perché il punto fondamentale su cui si basa l’opera. 
- COSTRUZIONE: ottimizzazioni delle varie equazioni precedentemente citate. Soluzioni tramite concorso. Non ha etica, ma basta che sia accessibile, costruibile ed economico. Equazioni indipendenti. Ha la sua logica economica. Mesh a strati.
- COMPUTER: ha bisogno di un sistema che sia dinamico, che segue passo dopo passo tutte le modifiche e i cambiamenti. Entra come acceleratore, uno degli studi più avanzati, che consento effettivamente la realizzazione dell’opera.

LIQUEFARE. Oltre la traiettoria. Diventa tutto sciolto, liquido, per così dire.
Centro EMR: paesaggio libero. Di nuovo galleria con spina centrale dove libera i corpi con la conquista del centro.