Lezione 11

Il mondo dei layer

Si sovrappone un dato in particolare: un discorso semantico, le entità nominabili dei vettori. Essendo un sistema, quello vettoriale, strutturato a seconda delle sue entità, ad un certo punto, questi due mondi fanno uno scatto ulteriore.
Si inventa il layer: se si passano tutte le informazioni in questo layer e si da anche un nome a quest’ultimo, passando poi altre serie di informazioni con il sistema vettoriale, si entra in un altro strato, si ottengono, di conseguenza, moltissime cose. E’ un sistema generativo, diventa un modo di pensare. Uno strumento attraverso il quale si pensa. Lo strumento del layer aiuta a guardare la realtà in maniera diversa e anche a progettare in modo completamente differente. Appartiene a quel gruppo di modalità riguardante l’informatica che rappresentano il livello di strumento: in quanto tale è capace di creare una crisi e di conseguenza affrontarla. Il layer è talmente uno strumento potente che è generatore di indipendenze.

Paesaggio di Rotterdam. Mondo vettoriale, piano come fossero appoggiati e fluttuanti. Implicito ragionare per layer, coperture e disegni a terra.

Si è in un nuovo paradigma ed una volta dentro non resta che ampliarlo.

Il layer è semanticamente rilevante.

Roma è la città della storia, e questo si nota dal layer, c’è una compresenza di molti strati storici. 

"Humpty Dumpty sat on a wall, Humpty Dumpty had a great fall, all the King's horses and all the Kings's man couldn't put Humpty Dumpty (in his place) together again."
Lewis Carrol

Idea che il mondo contemporaneo si muova sull’idea del frammento: diventa la chiave per capire la contemporaneità.
Ma cosa c’entra effettivamente con il mondo del layer? Da una parte c’è un filone filosofico che si chiama post strutturalismo/decostruzione: fenomeno che si analizza anche in chiave contraddittoria. Ha una sua rilevanza in architettura. Cosa comincia a succedere? Che il layer permetti di avere uno strumento agibile e flessibile, che renda indipendenti i vari strati, cioè cominciare a ragionare che ogni sistema è ottimizzato e indipendente la cui sovrapposizione generi un’immagine ambivalente e complessa.

EISENMAN. Cannaregio. Pianifica un sistema di griglie e giaciture astratte: su questa griglia inserisce le case, o meglio, sempre la stessa ma che vettorialmente cambia di scala o di rotazione.
Il progetto più noto: La villette. L’atteggiamento è quello di avere porzioni tra loro omogenee organizzate secondo delle adiacenze o giaciture. Adopera il sistema dei layer, collegati ma ognuno indipendente dall’altro.

KOOLHAAS. Villette. Ragionamento di sovrapposizione in senso orizzontale.

LIBESKIND. Altro grande maestro. Oltre ad avere grande esperienza per i suoi studi in giro per il mondo ha anche lavorato con Eisenman. Graficamente straordinario. Il suo mondo è un mondo, a fine anni ’80, è un mondo molto forte che si rivede anche nel museo ebraico.