Lezione 1

Una definizione di informazione: il mistero dello zero 

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INFORMAZIONE. Importante è avere ben in mente cosa è e la definizione precisa di informazione, cosa è più utile e che cosa serve per procedere. L’antefatto significativo è che nasce da una crisi: l’informazione non può essere certo la materia prima dell’architettura. Da un punto di vista, è ovvio, perché per materia prima di intendono i materiali effettivi di costruzione e via dicendo. Dall’altro, però, si deve cercare di comprendere perché invece è proprio materia prima di questa (ad esempio il BIM, building information modeling). Però effettivamente per spiegarlo meglio bisogna fare un ragionamento di tipo teorico: provarlo logicamente.

Per capirlo meglio è necessario passare alla pratica: prendere un foglio bianco e disegnare un puntino. La prima cosa che emerge è una contraddizione in termini. Se ci si domanda quanto è grande questo punto, si entra in una vera e propria contraddizione. Se si usano i parametri della geometria euclidea, non ha parti. Per misurarlo quindi, bisogna ingrandire, si porta ad una serie di poligoni e calcolo l’area di questi. Questo tipo di loop spinge a riflettere diversamente. Se si pensi invece al foglio bianco, con il solito puntino, come si può chiamare il suo arrivo nel foglio bianco? La maniera più interessante è chiamarlo DATO, che prima su quel foglio non c’era. È’ un qualcosa che effettivamente esiste e cambia la situazione precedente. Il dato è il minimo elemento di modifica di una situazione precedente.

Ora, invece di un puntino sul foglio bianco, fare un segno. Ora la domanda cambia in: che cos’è? Ad esempio, disegnando un ellisse si possono fare tante supposizioni su cosa effettivamente possa essere: un ellisse, appunto, o uno zero, una serie di punti e così via. Questo dato, quindi, dipende dalla CONVENZIONE che io adopero. Nell’attimo in cui si decide che convenzione dare al dato si è creata un’informazione. I dati, quindi, sono soggetti a molteplici informazioni.

Ora bisogna capire se tutto questo apre a delle chiavi interpretative. Una delle prime verifiche è quella di vedere se, nel linguaggio comune di intendere il termine informazione, questo ragionamento possa funzionare. Avere un tipo di informazione, quindi, tendenzialmente oggettiva.

Un ulteriore passo avanti è quello di domandarsi se questo sistema funzioni nell’ambito elettronico. Di fatto lo è ancora di più: perché in questo mondo non ci sono dati ma solo informazioni. Riprendendo il segno precedentemente disegnato, nell’ambito elettronico, ci si è inseriti automaticamente in un mondo convenzionale, quello del RASTER: ambiente per punti. Di conseguenza, la domanda posta prima non si pone più, nel mondo raster, quello disegnato sul foglio, è direttamente una serie di punti. La convenzione nel sistema informatico è già costruita al suo interno.

La mano in quanto tale, che cos’è? E’ un dato a cui applico infinite domande e infiniti modi di interpretazione, convenzioni; non è informazione, la mano, ma ne ha, al suo interno, infinite.

Sulla realtà noi possiamo esercitare continuamente e sviluppare interpretazioni. In alcuni casi queste appartengono ad una vera e propria sfera scientifica.

Caso delle stelle: immaginare di essere uomini primitivi che si confrontano con il cielo stellato, che non è altro che un dato contenente infinite informazioni. Ma non avendone, effettivamente, nessuna, per l’uomo primitivo, il cielo stellato è il caos assoluto. Ne consegue che quando non si riesce ad applicare un set conoscitivo, allora quello è il caos.

In un determinato momento, però, si individua un fatto: osservando il cielo e il movimento continuo delle stelle, una rimane fissa, a differenza delle altre, la stella polare. Questa è la prima interpretazione della volta celeste che destabilizza il caos. Piano piano si è capito come la stessa polare gestisca il tempo, le ore. Questo caso è un punto a favore del concetto che in informatica non esistano dati ma solo convenzioni.

Se in informatica non esistono dati, ma solo informazioni, allora in questa è tutto IN-formazione. Il territorio in cui tutto questo avviene è ovviamente quello elettronico. E’ l’informazione in quanto tale che deve ancora prendere forma. E’ un punto decisivo: non è ancora formata, ma è in formazione, in continuo sviluppo. Per operare, quindi, si ha necessità di avere un MOLDING, cioè un sistema attraverso cui questa formazione prende forma. In parole povere l’informazione deve essere messa in dei vasi. In campo informatico, i molding sono dei MODELLI: modello strutturante e matematico. Consiste nel prendere informazioni e trasformarle in fatto operativo.

Tornando al sistema tradizionale, lo Zingarelli, informare, lo definisce: modellare secondo una forma.

Le MAPPE. E’ un mondo che ha rapporto con le informazioni molto interessante. Baricco racconta la storia della metropolitana di Londra, inizia facendone vedere svariate e della loro evoluzione. Molti dati cambiano, scompaiono. Infine mostra la mappa fatta da un impiegato della metropolitana stessa, che è la raffigurazione che la rende più attraente, non realistica. Vengono eliminate le curve, ci sono solo angolature da 90° e 45°; scrittura omogenea per tutte le stazioni, con alcune variazioni in corrispondenza di elementi più importanti; utilizzo di un sistema di distanze tra le stazioni uguali, o quasi, non realistiche (ha rilevanza politica, per così dire, come se il territorio sia più unito di quanto non lo sia).

La mappa è un modo di estrapolare dal reale un set di informazioni, scremandone altre, finché non si ha effettiva utilità.