Lezione 12

Peter Vector. Le ricerche di Peter Eisenman nella superficie. 

Eisenman è sempre stato un architetto interessato alla concettualizzazione dell’architettura, ha sempre pensato che questa sia come un testo. Si deve anche alla sua storia, avendo un dottorato di ricerca, svolgo in Inghilterra, dove la sua tesi componeva e scomponeva opere di architettura moderna basandosi unicamente su concetti semantici e linguistici.
Inizia a lavorare su Terragni, principalmente su due opere: la Casa del fascio e Casa Giuiani Frigerio. Pubblica dei saggi con molti disegni.
La cosa interessante però sono i suoi studi su come interpreta nel vivo del progetto i ragionamenti che utilizzava come interpretazione. Un’opera che riguarda lo scavo mentre l’altra la disconnessione plastica degli elementi, implosione, che riporterà anche nelle sue opere.
Negli anni ’70, capisce che in questa nuova società della comunicazione, è molto più importante un ragionamento sull’opera: mondo vettoriale.

Per la biennale di Venezia del ’78, elabora un’idea che essenzialmente ha dei layer che reinterpreta da delle giaciture archeologiche precedenti e su questa griglia inserisce il modello di una stessa casa ruotata e scalata.

Agli inizi degli anni ’80 apre uno studio di architettura. Vince un concorso: dove si esplica il concetto dei layer, dove lui gli da una sua personale interpretazione e li chiama palinsesto. Va a cercare i tracciati urbani preesistenti nell’area urbana del progetto e su questi crea delle tessiture.