Lezione 6

La Trasparenza: il catalizzatore dell'architettura della rivoluzione industriale - Il Bauhaus di Dessau 

Uno dei grandi concetti dell’informatica è il centro è dov’è l’azione. Il centro non si localizza sul centro fisico, ma sul punto l’emissione di informazione. Nella filosofia della rete è tecnicamente possibile.

Il cambio di paradigma è legato alle scienze primariamente, al pensiero scientifico, si deve a Thomas Kuhn: fa capire che il pensiero scientifico procede anche per cambiamento, in alcuni momenti, di un cambio della visione del mondo, intervengono nuovi strumenti ed elementi.

Cosa avviene nel periodo in cui non era ancora avvenuto questo cambio ma c’era un principio di idee e strutture mentali nuove per interpretarlo?

La società è profondamente mutata. La cosa interessante però non è capire quello che succede, ma vedere come l’individuo interpreta quello che è successo.

In lezioni come queste bisogna capire come la creazione del paradigma industriale in architettura, quando si realizza, cioè con l’edificio del Bauhaus nel 1926, modifica radicalmente tutti i parametri dell’architettura precedente.

Pensiamo a quale possa essere l’elemento prevalente dell’architettura in questi secoli. Il tema principale, guardando al programma, ha a che vedere con la celebrazione del potere, che è la chiave dell’architettura. In primis è poter religioso, poi potere borghese e in piccola parte anche quello civico. Ma cosa succede con i programmi del Bauhaus? Al potere come celebrazione, oppone l’idea del programma come se l’architettura si occupasse di tutto e non sia esclusivamente celebrazione del potere, attraversa tutti i programmi d’uso e pensa anche a tutti quelli che precedentemente erano stati tralasciati e abbandonati: ad esempio l’edilizia popolare e industriale. E’ un totale cambiamento del paradigma.

COSTRUZIONE. Sostanzialmente, è consolidato in millenni di lavoro; è basato sulla costruzione lapidea che si muove su una regola: continuità. Per funzionare deve essere continua, quindi avere il più possibile elementi che legano insieme tra loro le parti e di conseguenza minimizzare i momenti di discontinuità o se possibile ricondotti alla continuità.

Nell’edificio del Bauhaus la costruzione è praticamente l’opposto, è fondamentalmente discontinua. E’ un sistema basato su punti strutturali. La costruzione a scheletro porta un elemento decisivo, appunto, la costruzione discontinua. E’ bene che lo sia. Anche a basarci sui cinque punti di Le Corbusier.

IDEA DI CITTA’. Vuol dire due cose allo stesso tempo: idea di città vera e propria, in quanto città; l’altra è l’idea di città incorporata dentro l’architettura. La prima è un modello chiuso e si basa tutto su questo concetto; è un momento del tutto minoritario all’interno del mondo agricolo. L’idea dell’edificio che incorpora l’idea della città è un modello chiuso anch’esso. Perché proietta al suo interno l’idea della città. L’edificio è un simbolo. L’unica cosa che segue è la morfologia stradale e in casi più importanti è che li crea lui stesso.

La città industriale è estremamente aperta, la sua idea è quella della “conquista del mondo”. Anche gli edifici che incorporano questa idea rispecchiano l’idea.

METODO. La base del metodo è sul tipo edilizio: si hanno delle configurazioni base che hanno una loro lunga persistenza a cui  ci si appoggia per predeterminare una serie di situazioni che sono ben chiare che funzionano, almeno fino a quel momento. A questo sistema che è basato sul tipo, le forme a priori cercano di abbatterle, le sentono come costrizione. L’approccio di base è anti forma a priori, è quella invece, di tentare di liberare e ottimizzare le funzioni.

ESPRESSIONE. Bisogna capire che anche in architettura, come nelle arti, c’è il figurativo e l’astratto. L’architettura è figurativa nel senso che le sue parti sono nominabili; è sintetica. L’architettura è astratta, invece, non ha più parti riconoscibili e nominabili, di conseguenza diventa astratta anche nei termini. Tende a porsi come idea frammentaria.

Il Bauhaus nasce come risposta alla crisi. Quello che succede all’interno di questa scuola inorridisce le persone perché trattavano innovazione, nuove sperimentazioni. La crisi, di conseguenza, è lo spostamento della scuola dalla città originaria alla nuova sede. Il programma non è concepibile all’interno di un’architettura celebrativa, anzi. Si tratta di un ibrido, ha sia aule, che uffici, che laboratori. Ma essendo una sorta di mixitè, al suo interno ospita anche degli alloggi e la mensa.

Come funziona l’edificio?
Innanzitutto, l’edificio ha cinque differenti corpo collegati tra loro tramite dei ponti, ogni corpo ha la propria funzione. L’edifizio più alto ospita gli alloggi con al suo interno la cucina e la mensa, che ad ogni evenienza può essere trasformata in aula. Proseguendo si trovano i laboratori, ovviamente differenziati e dedicati ognuno al proprio mestiere. Collegato attraverso un ponte si trovane le aule più tradizionali, infine poi il corpo degli uffici.

La costruzione è principalmente a elementi portanti ed è quella che consente tecnicamente lo svolgersi dei laboratori e tutte le funzioni al suo interno. L’idea di città, nell’edificio, è interessante perché è indipendente, si pone in maniera libera rispetto al sistema viario, lo scavalca, quasi. E’ una città aperta. L’idea di espressione: scompaiono completamente gli elementi figurativi, scompaiono gli elementi decorativi, le finestre non hanno i cornici, non c’è l’idea di tetto. E’ la creazione di un modo di pensare all’espressione attraverso la frammentarietà. Per quanto riguarda il metodo, Gropius, ha un’idea legata al mondo industriale in quanto si ottimizzano le varie funzioni ognuna per quello che è e poi si collegano tra loro. Parte domandandosi quale sia la forma di organizzazione più efficiente per ogni ambiente e per ogni funzione.

L’elemento catalizzante serve ad unire le varie caratteristiche e determinare il prodotto. Crea contemporaneamente il momento estetico: momento in cui la conoscenza si fa per via sintetica, si fa per salti, non per ragionamenti organizzati analiticamente. Tutto è stato generato dalla prospettiva, che è una visione figurativa.

La visione di questo nuovo paradigma è la TRASPARENZA: è quanto in realtà diventa l’elemento che tiene insieme tutte le caratteristiche ma che allo stesso tempo le attraversa.