Triade Vitruviana: pensando l’architettura attraverso la bellezza, la funzione e la costruzione. E’ storicamente data dai tempi di Giulio Cesare.
Serve a capire uno dei valori fondamentali della nozione di architettura, cioè che si espande e si ridefinisce.
I confini dell’architettura sono dinamici.
Per ridefinire i confini bisogna utilizzare due grandi esempi:
IL PAESAGGIO. La nostra nozione di paesaggio non equivale al concetto di natura. Il primo implica un concetto di natura estetica, distante dal concetto di natura vero e proprio.
E’ la rappresentazione estetica condivisa collettivamente e culturalmente ma in costante evoluzione di una parte del mondo.
La nozione di paesaggio entra nell’individuo con uno sguardo estetico, ad esempio grazie alla pittura; non si da la nozione di paesaggio senza una nozione di condivisione, concetto di socialità; questa rappresentazione è in costante evoluzione, è sempre in mutazione.
Da ciò discende un punto fondamentale: il paesaggio nasce, è arrivato in un determinato momento. Il paesaggio non è una cosa, ma è un modo di rappresentare, è un’interpretazione. Nasce con degli affreschi del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti a Siena, nel palazzo comunale. Da questi si vede un paesaggio campestre in uno e prevalentemente urbano nell’altro. E’ un paesaggio antropizzato. Ha valore estetico, sociale e politico allo stesso tempo.
Mondrian e il suo “Broadway boogie woogie”: concetto, anche questo, di paesaggio stratificato; è discontinuo. E’ un processo di antropizzazione della natura in vie diverse.
Paul Klee, ha un pensiero completamente opposto al precedente. Pensa ad un mondo fatto di tessiture e di continuità.
In inglese non esiste la parola paesaggio, ma si forma con due parole: SCAPE, che significa visione, cui è sovrapposto un sostantivo che ne caratterizza l’ambito (esempio: landscape, moonscape).
PAESAGGIO MENTALE. Ibrido dove gli architetti lavorano, ma non si può dire che è condiviso da tutti. E’ uno stato di formazione.
Blur. Una struttura ovoidale, accessibile, con la caratteristica di avere circa 10.000 ugelli, hanno dei sensori e con la variazione di agenti atmosferici producendo una nuvola, di grado e intensità diversi a seconda del momento e delle condizioni. Quest’opera afferma un nuovo paesaggio.
STRUMENTO. Quando arriva un nuovo strumento in un determinato scenario, questo rappresenta nella comunità una forte criticità. Quest’ultima spinge a riconsiderare al dare uno sguardo al mondo in modo diverso. Consente anche a costruire delle idee di paesaggio ogni volta differenti.
Per capirlo, bisogna fare degli esempi:
L’arrivo della macchina fotografica: prima metà dell’800; strumento nuovo e potentissimo, consente di riprodurre quanto già si conosceva dalla pittura. A poco a poco si iniziò a comprendere l’effettiva utilità di tale strumento e come questo riuscisse a cambiare il punto di vista di molte cose. Induce alla modernità, all’innovamento.
Una definizione interessante può essere quella di Koyré: strumento come materializzazione dello spirito.
Si distinguono due ordini di strumenti: COGNITIVI e OPERATIVI. I primi rappresentano un modo di conoscere il mondo diverso; i secondi sono legati a delle prassi operative che l’uomo fa.
Disegno molto importante da cui si parte per poi arrivare alla sezione aurea.
Cosa dice il disegno? Che io posso costruire una buona parte del mondo usando una corda e un picchetto. Con questi due strumenti si possono disegnare molteplici forme geometriche. E’ quasi come avere un compasso.
La prima operazione è puntare con il picchetto e con la corda poi formare un cerchio (D); dopo di che posso indicare il diametro (A-B); di conseguenza posso dedurne il raggio; si determina poi un altro punto (G), un punto magico, che è la metà del raggio, da questo punto si possono dedurre molteplici informazioni.
Ne consegue la sezione aurea.
Rapporto tra strumento e architettura. La presenza di uno strumento si solidifica e si materializza nelle scelte dell’architettura, diventa reale.
Nella prospettiva si era arrivati a pensare all’utilizzo di qualche strumento ottico, basti pensare alla nascita del cannocchiale durante il ‘600. Grazie a quest’ultimo, infatti, si inizia a studiare il mondo degli astri, il loro movimento; si prende atto di come il mondo non sia più al centro dell’universo, il tutto su base sperimentale.
Lo strumento di Caravaggio. Il prof. Saggio sostiene che la visione rivoluzionaria dell’artista sia una visione dovuta anche all’arrivo degli strumenti ottici, creando in modo teatrale quello che lui percepiva e vedeva; creava delle messe in scena teatrali, utilizzando la camera ottica. Qui, come detto precedentemente, con l’arrivo del nuovo strumento si crea della crisi, e dalla crisi si crea una nuova estetica.
Pensando al movimento illuminista, il pensiero scientifico, in cui la rappresentazione è contestuale, legata al punto di vista e alla prospettiva, diventa una rappresentazione astratta, meccanica. Nasce un’architettura che non è più legata alla prospettiva ma diventa sempre più astratta e legata al movimento moderno.