Lezione 14

Tempo è: tempo prima dimensione dello spazio

Il mondo tridimensionale in quanto noi siamo abituati a percepire in quanto oggettivo, in realtà non lo è affatto. Il nostro modo di capire il mondo dipende da una serie di componenti variabili.
Ad esempio, basti pensare alla differenza di concezione del tempo nelle varie epoche, a come ci si dava appuntamento nell’età medievale e come lo si dà ora, o alla presenza degli orologi, in punti specifici e simbolici allora e ovunque adesso. Il tempo assume un modo di essere scandito che è fondamentale per la società industriale, sistema rotatorio, come un ingranaggio. Il tempo di oggi è digitalizzato ed è ovunque.

Articolo: Tempo prima dimensione dello spazio.
L’interesse nasce dalla pubblicazione, nella collana “La rivoluzione informatica”, il libro di Emmer “Mathlandia”. Scritto da un matematico ma con volontà di chiarezza e divulgativa. Nel testo, l’autore spingeva il modo di ragionare dei matematici che ipotizzano matematicamente e fisicamente mondi a più dimensioni rispetto alle tre dimensioni che si praticano.
Si lega la nozione tempo a quella dello spazio, che non è data di solito dal ragionamento matematico. La forte relazione tra tempo e spazio è il pilastro del ragionamento di Einstein.
L’articolo è stato scritto, quindi, per far quadrare tutto questo in un’unica ottica, o almeno in un quadro più completo.

“Il tempo è la prima dimensione dello spazio”: non si dà spazio, quindi, se non si da tempo. Se si sta in uno spazio lungo un filo, è soltanto il percorso che si può fare lungo il tempo che dà le condizioni per percorrere questo spazio. <Il tempo diventa così la prima dimensione conoscitiva e descrittiva dello spazio>. In realtà anche di più, perché è anche la dimensione generativa.
“Lo spazio è un intervallo percorribile”
“Punto è ciò che non ha spazio, né tempo”: per la fisica e per l’astrofisica e per chi ha lavorato con il concetto di buco nero, che ha massa e curvatura infinita, non ha quindi né tempo né spazio. Quand’è che si creano? Nel momento in cui esplode. Anche sotto il punto di vista teologico rimane lo stesso pensiero, senza uno non esiste l’altro.

Problema tipico di Abbott è chiedersi come di faccia a percepire una figura tridimensionale se si vive in un mondo a due dimensioni.
Si pensi ad una sfera, oggetto in 3D, che si incastra in un piano, quindi oggetto in 2D. Se si girasse il piano solo nelle due dimensioni conosciute percepirei un cerchio, al posto della sfera, quindi ci sarebbe la trasformazione, per così dire, dell’oggetto da tre a due dimensioni. Adesso però si fa intervenire sulla sfera il fattore tempo, così che la sfera si muovi in su e in giù così che la sezione d’incastro diventi progressivamente più grande. Circumnavigando la sezione si vedrà il cerchio sempre più grande.
Da un mondo a due dimensioni si possono sperimentare mondi a una dimensione, ad esempio la linea, allo stesso tempo si può pensare che da due dimensioni possa andare ad una, allora è anche possibile che possa andare a tre.

“Ogni sistema di riferimento inferiore è contenuto da uno superiore, da un sistema inferiore si ha proiezione di uno di livello superiore e soprattutto ogni sistema di riferimento è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo.”
Ad esempio, si prenda un foglio, ha due dimensioni, si pensi di essere esseri viventi che abitano un mondo 2D; all’interno del piano è possibile percepire, comunque, un sistema inferiore, ad una dimensione, cioè la linea, ed è possibile averne all’infinito. Dalla linea si può scendere di dimensione: il punto. Nella sfera, nel caso specifico, ci sono infiniti piani, e via dicendo.
Parola significativa, nel testo, è “proiezione”. Quando si è in un mondo a due dimensione, si può avere una certa di proiezione, idea, ombra, di un mondo a dimensioni maggiori.
Ogni sistema è valido al suo interno e ha uno spazio e un tempo autonomo: per esplicarlo si torna all’esempio del foglio, il piano. Si uniscano due lembi di questo piano e immaginare l’essere vivente che si muove su di esso, da un punto iniziale e finale, per far si che percorra tutto il piano. Questo quando si tratta di un sistema a due dimensioni, ma quando si parla di tre dimensioni? Ha un riferimento diverso. Se con il primo caso, la percorrenza durava un totale di 10 min, per il secondo caso il tempo può essere diverso, si possono prendere altre strade per raggiungere l’obbiettivo.
Cambiano il sistema di riferimento, quindi, cambia sia lo spazio che il tempo.

Si inizia ad ipotizzare che esista un mondo a quattro dimensioni, non più solo tre. Questa è una dimensione geometrica che estende la geometria xyz nella progressione precedentemente descritta.