06.11.2024
IL MONDO DEI LAYER
L‘USO DEI LAYER NELL’ARCHITETTURA MODERNA: INTERPRETAZIONE, RAPPRESENTAZIONE E GENERAZIONE
Nell’architettura contemporanea, il concetto di layer (o strato) non si limita alla suddivisione grafica di elementi su uno schermo, ma diventa uno strumento concettuale capace di scomporre, analizzare e generare nuove forme del mondo costruito. Questo approccio si sviluppa su tre livelli principali: interpretativo e critico, rappresentativo e generativo.
1. Il Layer come Strumento Interpretativo e Critico: a livello interpretativo, il layer si comporta come una lente analitica attraverso cui leggere e comprendere l’architettura. Ogni edificio è il risultato di una stratificazione di materiali, epoche storiche, funzioni e significati. Un esempio emblematico è la Chiesa di San Clemente a Roma, dove ogni epoca ha lasciato tracce visibili, creando una sovrapposizione di stili e strutture. Analizzare questa architettura attraverso i layer consente di distinguere e comprendere la coesistenza di elementi appartenenti a periodi diversi, rivelando l’evoluzione storica e culturale dell’edificio.
2. Il Layer come Strumento Rappresentativo: nel disegno architettonico, i layer assumono una funzione organizzativa, permettendo di separare e categorizzare gli elementi costruttivi. Grazie a strumenti digitali come CAD e BIM (Building Information Modeling), ogni layer può rappresentare un aspetto specifico dell’edificio, dalla struttura portante agli impianti, fino ai dettagli decorativi. Questa metodologia facilita la progettazione e la comunicazione tra i professionisti, rendendo il processo più efficiente e intuitivo.
3. Il Layer come Strumento Generativo. Creazione di Nuovi Spazi: il livello generativo rappresenta la dimensione più innovativa del concetto di layer. Qui, gli strati non sono solo strumenti di analisi o rappresentazione, ma diventano elementi attivi nella creazione di nuovi spazi. Un esempio iconico è il Parco de La Villette a Parigi di Bernard Tschumi, in cui il progetto è suddiviso in tre layer principali: Folies (padiglioni disposti secondo una griglia geometrica), spazi aperti e percorsi. Questi strati operano in modo indipendente ma interagiscono tra loro, generando un paesaggio architettonico stratificato e dinamico.
Altri architetti hanno sperimentato l’uso dei layer con approcci diversi:
Rem Koolhaas ha sviluppato una versione verticale del progetto La Villette, creando un intreccio di prospettive sovrapposte;
Daniel Libeskind ha esplorato la potenzialità dei layer per costruire spazi complessi e carichi di significato.
I layer non sono solo strumenti di lettura e rappresentazione, ma anche mezzi per creare spazi innovativi che rispecchiano una visione stratificata della realtà. Che si tratti di interpretare un’eredità storica, rappresentare un progetto con precisione o generare nuove forme architettoniche, i layer si confermano come una risorsa indispensabile per l’architetto contemporaneo.