"L'uomo della civiltà post-industriale ed elettronica può fare i conti con la natura, perchè se l'industria manifatturiera doveva dominare e sfruttare le risorse naturali, quella delle informazioni le può valorizzare"
L'attuale stato del nostro pianeta è il risultato di azioni passate, specialmente da parte dell'umanità.
La descrizione di un "passato turbolento" richiama una lunga sequenza di eventi legati all'introduzione dell'industria e alla rapida modernizzazione che ha accompagnato la crescita della popolazione e dell'economia. Nel corso dei secoli, l'uomo ha infatti esercitato un potere crescente sulla natura, sfruttando le risorse naturali senza considerare adeguatamente le conseguenze ecologiche di tale sfruttamento. Il risultato di queste azioni è un mondo in cui le risorse sono state svuotate, i paesaggi alterati, e i cicli naturali compromessi.
L’atteggiamento egoista dell’uomo, che ha cercato il proprio benessere immediato senza considerare le necessità delle generazioni future, è sicuramente il tema che più risalta. Questo atteggiamento è stato motivato da un desiderio insaziabile di progresso, consumo e crescita. La descrizione dell'uomo come "incontentabile per eccellenza" si collega alla nozione di un desiderio incessante, che porta a superare i limiti naturali e a danneggiare irreversibilmente l'ambiente.
Questa visione di un mondo dominato dall'egoismo umano rimanda a un’esigenza di riflessione e consapevolezza su quanto siamo disposti a sacrificare per ottenere benessere momentaneo.
L’introduzione della "società dell'informazione" segna un cambio di paradigma. Se prima il progresso era misurato principalmente in termini di sviluppo industriale e tecnologico, oggi, con l'avvento della digitalizzazione e della connessione globale, si ha una crescente consapevolezza delle implicazioni di tale progresso. La “società dell’informazione” è ora chiamata a un compito difficile, che consiste non solo nell’evitare il ripetersi degli errori del passato, ma anche nell’adottare una visione in cui l'equilibrio ecologico e il rispetto per la natura diventino priorità. In questo nuovo contesto, l'informazione, la conoscenza e l'educazione svolgono un ruolo cruciale nel sensibilizzare le persone riguardo alla necessità di proteggere l'ambiente.
Nonostante la crescente consapevolezza ecologica, il “retaggio dell’industria invadente” è ancora ben presente. L'urbanizzazione e l'industrializzazione hanno lasciato segni indelebili in molte città del mondo, con edifici, strutture e infrastrutture che sono diventati "mostri" dissonanti rispetto alla natura. Questi "mostri" sono il risultato di una continua spinta alla produzione e al consumo, che ha dato vita a un'architettura e a un paesaggio che non si integrano con l'ambiente circostante. Le città, purtroppo, spesso sembrano essere state progettate come contenitori per l'attività industriale, tralasciando il benessere e la bellezza del paesaggio naturale. Questo è un chiaro riferimento alle zone industriali dismesse o alle metropoli caratterizzate da un'urbanizzazione sfrenata e poco attenta all'estetica e alla sostenibilità.
L'architetto moderno si pone come una figura centrale per il cambiamento. La sua missione non è più quella di rimodellare il paesaggio a proprio piacimento, ma di partire da esso per creare spazi che siano in armonia con la natura. Questa visione implica una ripensamento della progettazione urbana e architettonica, dove il rispetto per l'ambiente è il principio guida. L'architetto è quindi chiamato a coniugare la necessità di sviluppo e la creatività con una responsabilità ecologica, cercando soluzioni che non solo soddisfino le esigenze umane, ma che possano anche preservare e valorizzare la biodiversità e i paesaggi naturali. L’idea centrale qui è che si può creare senza distruggere, costruire uno spazio che non oppone resistenza alla natura, ma che piuttosto la integra.
La transizione da un passato industriale invadente a un presente più attento e armonioso con l’ambiente è la sfida principale di questa nuova era, e la figura dell'architetto diventa centrale in questo processo. L’architettura, in questo contesto, diventa non solo una disciplina tecnica, ma una vera e propria arte al servizio del benessere collettivo e della salvaguardia del pianeta.
Questa immagine mostra un passaggio tra un passato industriale sfruttatore, e un presente che valorizza l'armonia con la natura, la riflessione sul compito della nuova società nel preservare il pianeta.