02.10.2024
COMUNICAZIONE MARSUPIALE: INFORMAZIONE E FIGURE DELLA COMUNICAZIONE IN ARCHITETTURA
“Google è la cosa più vicina a Dio che l’uomo abbia potuto creare”
È onnisciente progressivamente (ogni secondo sa qualcosa in più), intelligente, onnipresente, onnipotente e infinito. Il concetto di infinito è interessante perché non esiste in quanto tale, ma come qualcosa che si espande continuamente. I lavoratori di Google lavorano per l’80% a programmi da sviluppare e per il 20% sono liberi e si mettono d’accordo per elaborarne di nuovi. Viene lasciata questa libertà perché si ritiene che questo 20% sia educativo per la creatività, per formare un gruppo anche se così non sembra. Se il progetto verrà sviluppato dalla casa madre, i lavorati riceveranno una percentuale.
Un punto di svolta fondamentale si verifica negli anni Cinquanta con il progetto dell'Opera House di Sidney, realizzato da John Utzon. Questo edificio rompe il tradizionale nesso forma-funzione, proponendo una serie di “gusci” che ospitano spazi funzionali diversi senza un ordine rigido. Si assiste, quindi, alla rottura di un tabù, anche se si dovranno attendere circa trent’anni prima di assistere alla concretizzazione di questa questione; quest’ottica, il progetto non acquisisce validità semplicemente assolvendo la sua funzione, ma partecipa al grande mondo contemporaneo della comunicazione e dell’informazione, le quali altro non sono che valori economici. L’Opera House rappresenta una società in trasformazione, capace di riconoscere il valore comunicativo come parte integrante della progettazione.
In questo nuovo scenario le figure retoriche assumono un ruolo molto importante, partendo dal fatto che la comunicazione diventa valore strutturale della società. La figura retorica rappresenta “una parte di armamentario” legato a una comunicazione che ha sia l’obiettivo di comunicare, sia di riuscire ad attivare processi. Ad esempio, la metafora (trasferimento di significato) si distingue come strumento chiave per comunicare significati complessi e per attivare un processo di personalizzazione e soggettivazione del messaggio architettonico.
Ad esempio, l’Opera House può essere letta attraverso metafore che suggeriscono ali di gabbiano, tende che coprono un ritrovamento o vele che galleggiano nella baia. Queste letture ampliano l’interpretazione dell’edificio, creando connessioni emotive e culturali con il pubblico.
L’architettura degli anni Novanta si caratterizza come "FATTO COMUNICATIVO". Il suo valore si basa sempre più sulla narrazione e meno sulla mera funzione.
Un esempio paradigmatico è il Museo Ebraico di Berlino, progettato da Daniel Libeskind. L’edificio, realizzato dopo la caduta del muro, è interpretabile solo attraverso le nuove categorie della comunicazione architettonica, le quali non interessano solo il linguaggio, il quale risulta dinamico, astratto e basato su una serie di rotture, ma anche il suo rapporto con la storia (sia per quanto riguarda il periodo storico nel quale viene realizzato, sia per l’evento che si vuole ricordare). Libeskind utilizza una serie di operazioni spaziali teatrali, come percorsi che evocano una via crucis straziante, giocando sapientemente con luci e materiali per trasmettere emozioni e significati.
Altri edifici simbolo di questa svolta sono:
· Il Museo Guggenheim di Bilbao (Frank Gehry): rappresenta il riposizionamento della città di Bilbao dall’industria all’informazione;
· Kiasma - Museo di Arte Contemporanea a Helsinki (Steven Holl): anticipa concetti successivi grazie all’uso di un linguaggio metaforico. Holl introduce il concetto di "sovrapposizione" (“chiasma”), integrandolo direttamente nella genesi progettuale dell’edificio, e creando un dialogo con il contesto urbano e culturale.
Possiamo quindi dire che la trasformazione dell’architettura è stata guidata da una progressiva integrazione del parametro dell’informazione. Questo ha portato a una ridefinizione del suo ruolo nella società, che non è più legato esclusivamente alla funzione o alla rappresentazione, ma si estende al campo della comunicazione e della narrazione.