23.10.24
DENTRO I BITS: IL MONDO RASTER
Una grande rivoluzione è rappresentata dallo schermo, che possiede una doppia valenza:
· grafica → si presenta come un insieme di puntini;
· informativa → è in grado di leggere e catturare diverse informazioni presenti al suo interno.
Per comprendere meglio questo concetto, è necessario introdurre il mondo raster e, per far ciò, occorre che vengano trasmesse delle informazioni. Il mondo raster comunica per punti e conosce lo schermo. Il colore è una sotto invenzione del mondo raster: RGB è il colore standard.
Il mondo raster nato dalla presenza dello schermo, ha avuto un impatto nel mondo dell’architettura, della ricerca, ad esempio nei videogiochi.
L’elemento raster influenza in modo naturale il modo di vedere le cose perché la nostra nascita è avvenuta nel momento in cui questo mondo già esisteva, era già molto presente e quindi fa parte del nostro ambiente visivo naturale.
VISIONE DEL MONDO
Le arti come la pittura, il cinema o la letteratura, rappresentano una visione del mondo a loro contemporanea.
Il mondo digitale rappresenta una visione del mondo che si lega con l’architettura. Lo schermo è superficie (uno schermo della televisione ha una risoluzione minore rispetto ad uno schermo per il computer).
Attraverso una griglia o uno schermo bitmappato è possibile trasmettere un’informazione raster, ovvero un dato che corrisponde direttamente alla struttura stessa dello schermo. Questo avviene tramite un codice che fornisce un'informazione binaria: "c’è" o "non c’è".
Il codice è una convenzione utilizzata per comunicare, ma risulta estremamente basico, poiché riflette la natura elementare dello schermo stesso.
Nel computer, non esistono dati statici, ma solo informazioni. Le informazioni raster sono semplici, appartenenti alla categoria "bottom". Essendo bidimensionali, la loro interpretazione dipende esclusivamente da chi legge.
Lo schermo opera a una determinata risoluzione, che misura la densità della griglia. Ad esempio, una risoluzione di 72 dpi (= 72 dot per inch²) è lo standard degli schermi. Anche le fotocamere digitali, che catturano immagini in pixel, lavorano con lo stesso principio raster e, per questo motivo, si parla di risoluzione in entrata.
Per quanto riguarda il colore, è necessario introdurre un codice, come il modello RGB. Si parte da una rappresentazione binaria (bianco e nero, ovvero presenza/assenza di colore), per poi arrivare a una base cromatica composta da quattro colori fondamentali (rosso, giallo, blu e nero). Variando le concentrazioni dei singoli colori, è possibile creare nuove tonalità, aumentando esponenzialmente il numero di combinazioni. Mentre i primi computer gestivano solo 16 colori, oggi si raggiungono milioni di sfumature, introducendo così il concetto di profondità di colore.
Il BIT è l’unità minima di misura della profondità; esso lavora esclusivamente sullo schermo e ha consapevolezza solo della sua esistenza e del suo colore. L’unico modo per manipolare un bit è agire su una porzione di schermo per isolarla e modificarla, senza però influire sulla sua sostanza, ma unicamente sulla rappresentazione.
La nostra mente è abituata a percepire il mondo in modo fluido, senza pixel. Paradossalmente, un’immagine raster ad altissima risoluzione offre più informazioni di quelle che possiamo cogliere a occhio nudo da una distanza naturale.
Perché un'immagine ha più informazioni del reale?
La realtà ha infinite informazioni, quindi allo stesso tempo nessuna informazione.
Ad esempio, visitando virtualmente una galleria con Google Arts & Culture, possiamo osservare dettagli impercettibili di opere d’arte. Ma questa rappresentazione ultra-dettagliata non è "reale" nel senso diretto del termine: è una interpretazione convenzionale, una trasposizione dell’opera attraverso il sistema raster. Vediamo i puntini, non il quadro.
Un esempio emblematico è il dipinto “Gli Ambasciatori” di Hans Holbein: l’immagine nasconde un teschio distorto, visibile solo da un’angolazione specifica. È un’opera che interagisce con la percezione e sfida il sistema grafico convenzionale.
L’EVOLUZIONE DEL RASTER: DAI LAYER ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
In origine, i programmi di grafica raster non prevedevano layer (strati), un concetto più tipico del mondo vettoriale. I layer sono stati successivamente introdotti, rivoluzionando la grafica raster e consentendo un controllo molto più preciso sulle immagini.
Oggi, Photoshop e le fotocamere stesse integrano l’intelligenza artificiale, permettendo operazioni come il riconoscimento automatico di oggetti e volti, fino alla ricostruzione delle immagini.