Operatività in modalità “split”.
Chi si avvicina all’ambiente dei DX e degli awards, potrebbe chiedere: “perché operare in questo modo e complicarsi la vita?”
Prima di formulare qualsiasi risposta è bene soffermarsi su alcune situazioni che possono venire a verificarsi quando in aria c’è una stazione “most wanted” e molti operatori da tutto il mondo cercano di collegarla.
Facciamo l’ipotesi che nei giorni scorsi su vari canali come “ARRL” o “The DXZone” sia comparsa la notizia che oggi sarà fatta un’attivazione da un isoletta sperduta nell’Oceano Pacifico.
Chi è fortemente appassionato di “attivazioni” e “dx expedition” sa perfettamente dove andare a leggere queste notizie ed è sicuro che oggi trovando un po’ di tempo per fare attività radio, si metterà a caccia degli spot su DxFunCluster.
Appena la Dx Expedition metterà su le antenne e comincerà ad operare, i primi fortunati a collegarla metteranno tempestivamente gli spot per far conoscere a tutti la frequenza dove la Dx Expedition sta operando.
Il risultato è scontato, mezzo mondo sarà su quella frequenza per collegare la Dx Expedition, creando così un pile-up infernale dove a malapena si riuscirà a capire se l’operatore della Dx Expedition stia rispondendo e/o a chi stia rispondendo.
Il problema dei pile-up selvaggi era già noto negli anni ‘80, quando cominciavano a moltiplicarsi le Dx Expedition e le date in cui avevano previsto la loro attività comparivano già con largo anticipo sulle riviste dell’epoca dedicate agli OM.
Adesso che sul web sono presenti diversi canali dedicati agli OM, la diffusione delle notizie e l’operatività in tempo reale sono diventate il reale motivo per cui i pile-up sono diventati veramente infernali.
Qualcuno potrebbe pensare “...eh va bene, ma così nel pile-up riusciranno a passare solo gli OM che vanno in aria con i KW…”
Niente di più sbagliato!!!
Grazie alla natura della ionosfera, il livello della propagazione è molto variabile ed è anche molto casuale, oltretutto non è detto che chi va in aria con i KW stia adottando un’antenna che abbia un buon rendimento o che stia sfruttando al meglio la propagazione in uno specifico momento, perché spesso può succedere che i cambi di polarizzazione durante le riflessioni o gli attraversamenti dei vari strati ionizzati più bassi, come un E sporadico, possano favorire una determinata polarizzazione rispetto ad un’altra, oppure che favoriscano determinate posizioni geografiche rispetto ad altre.
Questo fa si che nessuno sia privo di chance per riuscire a fare il collegamento ambìto.
Gli OM più navigati questo lo sanno perfettamente, quindi sperando nel collegamento con la Dx Expedition, si affolleranno sulla frequenza cercando di passare nel pile-up.
La situazione che si viene a creare è che nel pile-up non è facile capire se l’operatore della Dx Expedition abbia confermato il collegamento oppure no, così si assisterà ad un affollamento di stazioni che continuano a chiamare anche se l’operatore dall’altra parte gli ha già risposto più volte, generando un caos ingestibile.
Spesso il caos è scaturito anche dalla mancanza di buon senso da parte di chi partecipa ai pile-up e da un livello di nervosismo che aleggia sulla frequenza e che si percepisce chiaramente dal ritmo incalzante delle stazioni che chiamano.
Per questi motivi già dagli anni ‘80, vista l’impossibilità di gestire alcuni pile-up, si è pensato ad un sistema per liberare almeno la frequenza dove la Dx Expedition sta chiamando e permettere agli OM cacciatori di ascoltare con chiarezza la risposta, quindi di liberare subito la frequenza da chi ha ottenuto il contatto.
Il sistema è appunto quello di operare in split, cioè operare su una frequenza per trasmettere ed un’altra per ricevere, mantenendo libera la frequenza dove chiama la Dx Expedition e concentrando su un’altra frequenza le chiamate degli OM cacciatori.
Già da allora si è visto che questo metodo permette di velocizzare i QSO e di tenere più sgombra la frequenza per i cacciatori, dalle chiamate ripetitive a vuoto, perciò è un sistema ormai largamente adottato in tutte le attivazioni “most wanted”.
Attualmente con l’introduzione dei canali di informazione sul web, l’operatività in modo split è diventata non solo indispensabile, ma è anche stata sviluppata utilizzando più frequenze per la chiamata dei cacciatori ed una sola frequenza per la chiamata della Dx Expedition.
A conferma di questo, spesso negli spot su DxFunCluster si legge “split 5 to 10 up”, ma cosa significa questo?
Significa che la stazione attivatrice effettua ascolto alternativamente su 2 frequenze oppure ha anche la possibilità di ascoltarle simultaneamente ed avere quindi più facoltà a smaltire il traffico delle stazioni cacciatrici.
A questo punto qualcuno interessato ad operare in modalità split potrebbe avere degli interrogativi su come operare per ottenere i risultati sperati.
Innanzitutto se si sta andando a caccia di stazioni “most wanted”, è abbastanza utile ottenere le prime informazioni dagli spot su DxFunCluster, dove verrà indicato in callsign della stazione, la frequenza e l’eventuale split: “split 5 up”, “split 10 up”, split 5 to 10 up” o ancora “split frequenza RX”; in quest’ultimo caso significa che la stazione sta ascoltando su una specifica frequenza e non 5/10 KHz più sopra, una soluzione che viene adottata per motivi di band plan oppure per saltare segmenti di banda intasati.
Ma ci si può anche imbattere in una Dx Expedition most wanted semplicemente spazzolando sulle varie frequenze; può succedere di ascoltare qualcuno che chiama ed arriva basso e sembra come se ogni tanto parli da solo.
E buona norma ascoltare e capire come si è organizzato chi sta chiamando, prima di fare chiamate che andrebbero a disturbarne l’attività.
Generalmente si cerca di vedere dal callsign chi è la stazione che chiama, quindi basta vedere sul segmento di 10KHz più su di frequenza, se si ascolti a 5 o a 10 KHz un consistente pile-up.
Altro aiuto viene sempre dagli spot su DxFunCluster, dove ci sono già le indicazioni sullo split.
Una volta acquisiti i dati dello split, bisogna settare l’apparato per cominciare ad operare.
Ci sono vari modi per operare in split, partendo dai semplici settaggi dell’apparato e finendo all’ascolto con l’ausilio di qualche stazione SDR direttamente sul web.
I settaggi sull’apparato:
Ormai tutti gli apparati radio moderni sono predisposti per operare in split utilizzando i due VFO a disposizione (VFO A e VFO B), quindi il metodo più veloce per settare la radio è:
- posizionarsi sulla frequenza della stazione che opera in split col VFO A,
- premere il tasto “A=B”,
- passare al VFO B e sintonizzarsi più su di 5 o 10 KHz per sentire il/i pile-up,
- tornare sul VFO A e premere il tasto SPLIT.
A questo punto si è già pronti per tentare il QSO con la stazione voluta.
Alcuni apparati hanno anche un pulsante che permette di posizionarsi temporaneamente in “reverse”, cioè andare in ascolto sulla frequenza dove si chiama e controllare come va il pile-up, per tutti gli altri invece basta premere il tasto “A/B” per invertire lo split e controllare il pile-up sulla frequenza di chiamata.
Tuttavia ci sono anche alcuni apparati radio che accendendo il RIT o il RX Clarifier, permettono di spostare la ricezione di parecchi KHz, quindi permettono di operare ugualmente in split.
Di fatto, una volta individuata la stazione che opera in split da contattare, basta posizionarsi sulla frequenza dove ascolta,cioè dove si ascolta il pile-up delle stazioni cacciatrici, quindi accendere il RIT o Clarifier e spostarsi per sintonizzarsi sulla stazione da collegare.
Questo sistema però non è pratico oppure potrebbe essere inutilizzabile se lo split scelto dalla stazione most wanted è particolarmente ampio e supera i KHz di spostamento del RIT/Clarifier.
Altri sistemi per operare in split:
- Un sistema largamente usato nel passato per operare in split, era quello di operare con una “linea separata”, cioè avere un ricevitore e un trasmettitore separati e dotati di VFO indipendenti, dove bastava impostare le due frequenze usate dalla stazione che operava in modalità split da collegare e cominciare ad operare.
- Operare con un ricevitore supplementare, oltre alla possibilità di operare in split, offre la possibilità di ascoltare simultaneamente le 2 frequenze.
- Il medesimo risultato si può ottenere utilizzando un apparato con doppio ricevitore (es. FT1000), quindi ascoltando entrambe le frequenze.
- C’è infine chi usando un browser dal PC, sceglie una stazione SDR dal web dove è possibile ascoltare bene la stazione che opera in split e usare l’apparato solo sulla frequenza dove effettuare le chiamate, quindi di fatto avere la possibiltità di ascoltare le due frequenze, ma con in più il vantaggio di ascoltare meglio la stazione interessata.
Una volta acquisiti tutti i trucchi per operare con questa modalità non resta altro che mettersi a caccia di Dx Expedition most wanted e divertirsi, tenendo bene in mente che è possibile ottenere dei buoni risultati anche senza usare potenze estreme.
Spesso succede di ascoltare la stazione most wanted da collegare che arriva con un segnale basso, ma non bisogna disperare perché spesso la propagazione può essere unidirezionale, perciò potrebbe essere possibile una volta effettuata la chiamata, di essere ascoltati dalla stazione corrispondente con un buon segnale o addirittura sovrastare senza problemi il pile-up.
Adesso non resta che iniziare…
Buon divertimento a tutti i Dxer…
Saverio IK7IWF