MFJ Cub, alias MFJ-9320K

Ricetrasmettitore CW QRP

Il prodotto MFJ Cub.

Dall’incontro con Luca IW7EEQ in veste di Ambassador per MFJ Enterprises ci è stato proposto un prodotto da provare e sul quale esprimere le nostre impressioni.

Si tratta di un ricetrasmettitore QRP per CW, un kit da montare e cablare, ottimo per gli OM che amano le autocostruzioni ed operare in telegrafia.

Il ricetrasmettitore in questione è il MFJ-9320K chiamato anche MFJ Cub, un piccolo RTX costituito da una scheda inserita in un buon contenitore in alluminio, dall’aspetto essenziale, ma ben rifinito.

Descrizione dello schema.

Lo schema elettrico del MFJ Cub è abbastanza semplice, un numero di componenti ridotto all’essenziale per raggiungere lo scopo di trasmettere e ricevere in telegrafia.

Per la realizzazione sono stati impiegati componenti discreti allo stato solido, come transistors, FET, MosFET e tre circuiti integrati SA602A.

Particolare attenzione merita proprio la scelta del componente SA602A, si tratta di un circuito integrato monolitico espressamente fabbricato per impieghi radio, contenente un mixer a doppio bilanciamento a bassa potenza per VHF, un amplificatore di ingresso, un oscillatore e un regolatore di tensione.

Andiamo a vedere nel dettaglio il circuito e i particolari.

Lo schema è composto da una sezione ricevente, una sezione trasmittente, un regolatore di tensione e vari componenti che operano la commutazione RX/TX.

Sezione ricevente:

Partendo dal connettore di antenna, il segnale passa dai 4 diodi D4, D5, D6 e D7 che provvedono a far passare il segnale verso il partitore capacitivo C14 e C15 quando si è in ricezione, mentre provvedono a bloccarlo quando si è in trasmissione; quindi si tratta di una commutazione elettronica a diodi che viene pilotata da Q9.

Il Q2 provvede a bloccare i residui di RF provenienti dallo stadio finale di trasmissione quando si è in trasmissione, per evitare danni al primo mixer.

Il segnale arriva quindi al filtro passabanda contituito da due celle risonanti, costituite da L2-C14-C15 e L1-C11-C12 entrambe sintonizzate sui 14MHz.

Qui il segnale entra nel primo circuito integrato SA602A, esattamente l’U2, dove dopo essere stato amplificato, viene sottoposto ad una conversione di frequenza operando un battimento con un VFO costituito dall’oscillatore contenuto nel circuito integrato, C6, C10 ed L3.

Il varicap D2 pilotato in tensione dal potenziometro R4, provvede alla sintonia del VFO.

Come è possibile vedere, si tratta di un oscillatore libero, quindi non ci si può aspettare una stabilità di frequenza simile a quella di un sistema PLL.

Il segnale in uscita da U2 passa al transistor Q1 che funge da amplificatore di frequenza intermedia, per poi giungere ai tre quarzi Y1, Y2 e Y3 i quali costituiscono il filtro stretto (tipo Ladder) per ricevere in CW.

Il segnale convertito e filtrato quindi giunge al secondo circuito integrato SA602A, cioè U3 che provvede alla funzione di rivelatore a prodotto, dove il BFO è costituito dall’oscillatore entrocontenuto e controllato dal quarzo Y4.

Il segnale del battimento diventato ormai una nota di BF, giunge infine al circuito integrato U4, preventivamente controllato da Q3 nel ruolo di commutazione RX/TX ed evitare che ci sia segnale audio durante la trasmissione.

Il circuito integrato U4 cioè un LM306, funge da amplificatore di BF per rendere udibile in cuffia la nota del battimento.

Sezione Trasmittente:

La fase di trasmissione viene pilotata dalla manipolazione del tasto telegrafico connesso al jack J4, portando in conduzione il transistor Q8 e all’interdizione il transistor Q9.

Il Q8 provvede a commutare gli stadi di trasmissione, in particolare il terzo circuito integrato U5 che provvede a sua volta a convertire la frequenza del segnale del VFO dopo essere stato amplificato dal FET Q4.

La conversione di frequenza viene fatta mediante il battimento fra il VFO e l’oscillatore entrocontenuto nell’integrato U5 e controllato dal quarzo Y5, quindi il segnale in uscita viene amplificato dal transistor Q5, filtrato dalle due celle C44-C45-L6 e L7-C47 sintonizzate a 14MHz e quindi inviato al pilota di potenza Q6 e infine all’amplificatore finale di potenza Q7.

All’uscita dello stadio finale di potenza il segnale passa attraverso un filtro passa-basso costituito da L10, C55, C56, L11 e C57 che provvede a tagliare eventuali emissioni indesiderate su frequenze armoniche, prima di far arrivare il segnale al connettore d’antenna.

La nota monitor in trasmissione viene ottenuta dal battimento fra l’oscillatore di Carrier e l’oscillatore del BFO, quindi anche qui si tratta di una soluzione contenere al minimo il numero dei componenti impiegati.


Considerazioni sullo schema:

Considerando lo schema elettrico ridotto all’essenziale, non si possono pretendere miracoli da questo apparecchetto, ma si sa che anche questo rientra nello spirito di molti amanti del QRP, percepire la magia di realizzare un collegamento con il minimo indispensabile, può essere emozionante.

Tuttavia fra gli OM c’è anche chi tenta collegamenti impensabili con potenze minime, utilizzando però antenne performanti; in questo caso alcune caratteristiche del ricetrasmettitore diventano importanti e facendo riferimento al MFJ Cub, il cui numero ridotto di componenti implica livelli di sensibilità e dinamica non particolarmente elevati, questo potrebbe essere un limite.

Tuttavia il vero handicap di questo ricetrasmettitore è la stabilità del VFO, occorre accenderlo ed attendere molto tempo prima che questo si stabilizzi, altrimenti si rischierebbe di iniziare un QSO su una frequenza e di finirlo su un’altra.

La deriva di frequenza si riduce molto dopo un tempo lungo dall’accensione, questo implica anche che l’operatore deve avere destrezza a compensare lo slittamento, una capacità questa, che avevano tutti i vecchi OM, quelli che operavano con i vecchi apparati con VFO libero e che al momento dell’accensione facevano degli slittamenti non da poco. Tuttavia sotto certi aspetti anche questo limite può rientrare nello spirito del QRP estremo, cioè la capacità di fare collegamenti utilizzando mezzi veramente precari.

In trasmissione eroga una potenza effettiva pari a circa 1W che in CW, usando una buona antenna, è più che sufficiente a fare qualche collegamento, tanto è vero che quel singolo Watt durante i test preliminari, irradiato da una buona antenna ha dato segni di ricezione su qualche SDR remota in ambito europeo.


by Saverio IK7IWF

I TEST IN FREQUENZA, DI FRANCO, IK7XJA


Dopo le informazioni ricevute da Saverio, non restava che scegliere il momento adatto per fare qualche test.

La radio, ha bisogno di qualche «adattamento» per la stazione: predisposta per un ascolto in cuffia, ho dovuto procurarmi un paio di casse amplificate per PC. Inoltre, essendo provvista di un connettore di antenna di tipo BNC, ho usato un cavo BNC/PL per collegarla al mio impianto di antenna.

Anche lo spinotto del tasto, da 3,5 mm, ha richiesto un cavetto adattatore per il jack da 6,3 mm presente sul mio tasto verticale; al netto di questo, che cito per completezza descrittiva, le prove della radio sono andate più che bene.

Ho scelto una data importante per i test: il sabato dell'ARRL international DX Contest CW (17 febbraio 2024); una giornata davvero campale, dato che la grande presenza di stazioni in 20 metri avrebbe messo in difficoltà qualsiasi radio ricevente.

È ben noto, infatti, che, durante i contest CW, i partecipanti usano filtri strettissimi, ben oltre i 500 Khz di cui è fornito il piccolo MFJ-Cub: nonostante questo, la ricezione era ben comprensibile ed i segnali, anche da oltreoceano, erano forti e precisi.

Le stazioni europee, ovviamente, la facevano da padrone, con segnali puliti che, in un ipotetico strumento, avrebbero avuto almeno 10 Db oltre il 9.

Ho provato a trasmettere, col tasto verticale, senza attendere il tempo consigliato da Saverio: beh, al termine del mio nominativo, la radio aveva già cambiato frequenza e, per il corrispondente, ero stato solo uno «di passaggio» 

Diversamente sono andate le cose dopo una quindicina di minuti: la radio era diventata più stabile e, al termine della trasmissione, la nota del corrispondente era pressoché stabile.

Nonostante il QRM e il grande affollamento di stazioni, in due casi, il corrispondente è stato in grado di ascoltare il mio call: una prima volta ha copiato «IK7T» (evidentemente sono stato coperto nella parte finale del mio indicativo) e, in un secondo caso, ho sentito ripetere il mio IK7XJA... Ma l'ascolto da parte mia è stato disturbato da una stazione tedesca che usava la frequenza adiacente, purtroppo entro i limiti del filtro del Cub.


Impressioni e conclusioni

Alla fine di tutto, la radio mi ha positivamente impressionato.

Si tratta di un oggettino piccolo, leggero, facile da usare; certo, la sintonia richiede particolare attenzione (avrebbe bisogno di una demoltiplica) ma nulla impedisce all'utente di provvedere in autonomia migliorandone notevolmente l'uso.

La stabilità si raggiunge dopo diversi minuti di funzionamento e l'assorbimento contenuto consente di usare anche una semplice batteria; qualsiasi antenna, anche un dipolo o una veicolare, permetterebbe di operare in tranquillità durante i field day.

È QRP, certamente, ma sta proprio lì il bello: riuscire a comunicare in CW da una scogliera sul mare con un'attrezzatura che pesa si e no 300 grammi batterie comprese, è certo una sfida e nello stesso tempo una soddisfazione.

È da comprare? Secondo me sì... e, per altri dettagli, non resta che guardare il video del test fatto durante il contest ARRL.


Il video del test di trasmissione

Ho realizzato il video dei test e dei preparativi per trasmettere: ad un certo punto, se sente chiaramente che la stazione corrispondente ripete il mio call, segno che, nonostante le mie condizioni ed il QRM delle altre stazioni, è riuscita a copiarmi:

L'episodio del Podcast di XJA di questa radio

Alla radio MFJ-Cub ho anche dedicato un episodio del mio Podcast, nella sezione «RadioChiacchiere»


by Franco IK7XJA